Fausto
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HOLLY PATTERSON, died after RU-486
video di Fausto Demartis . HOLLY PATTERSON E' UNA DELLE VITTIME AMERICANE DELLA PILLOLA RU486, DETTA ANCHE LA PILLOLA CHE UCCIDE (the kill pill). Suo padre ha scritto una lettera aperta per far conoscere a tutti la pericolosità della RU486, che ha ucciso sua figlia, morta tra atroci dolori. Riportiamo, nel filmato, alcuni brevi stralci della lettera.
Holly Patterson, age 18, died September 17, 2003, from sepsis caused by a fetus incompletely expelled in a safe and legal medical abortion. Holly got the drugs for the fatal abortion at a Planned Parenthood in Hayward, California, on September 10.
Rather than follow the recommended protocols for chemical abortions, Planned Parenthood followed the more popular American approach of giving Holly the mifepristone, then giving her misoprostol to self-administer at home.
Holly had experienced severe cramping and pain, and went to the emergency room. She was examined, given pain medication, and discharged.
At …More
Paul
Anche in Italia, a Torino, in questi giorni, è morta purtroppo una donna dopo aver assunto la Ru486
LA REPUBBLICA, 14 APRILE 2014
Morta dopo la Ru486 a Torino, l'autopsia non chiarisce le cause
Sopralluogo del Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri nella struttura dove mercoledì sera è deceduta Anna Maria, la donna di 37 anni che aveva appena assunto la Ru486. Polemica sul Methergin, un farmaco …More
Anche in Italia, a Torino, in questi giorni, è morta purtroppo una donna dopo aver assunto la Ru486

LA REPUBBLICA, 14 APRILE 2014
Morta dopo la Ru486 a Torino, l'autopsia non chiarisce le cause
Sopralluogo del Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri nella struttura dove mercoledì sera è deceduta Anna Maria, la donna di 37 anni che aveva appena assunto la Ru486. Polemica sul Methergin, un farmaco somministratole ma che è in disuso. La Procura: omicidio colposo. Per conoscere le cause si dovrà attendere l'esito dei test tossicologici

Non ha portato a risultati evidenti l'autopsia sul corpo della donna di 37 anni morta dopo un aborto volontario tramite la pillola Ru486 disposta dalla Procura di Torino. Per scoprire l'eventuale causa della morte sarà dunque necessario attendere i risultati degli approfondimenti istologici e tossicologici, per cui saranno necessarie alcune settimane.

È durata cinque ore l'ispezione dei carabinieri del Nas nell'ospedale torinese Martini dove è morta Anna Maria, la donna di 37 anni che aveva abortito con la pillola Ru486. I militari sono stati inviati a sequestrare la documentazione clinica che riguarda questo caso e non hanno per ora ricevuto indicazione di procedere con l'analisi delle cartelle cliniche anche delle altre pazienti. L'inchiesta aperta in procura e coordinata dal pm Gianfranco Colace, ipotizza il reato di omicidio colposo ed è al momento senza indagati. Alla donna, come scritto da Repubblica, sarebbe stato somministrato, dopo la Ru486, un farmaco della Novartis che si chiama Methergin e che la casa farmaceutica aveva ritirato in alcuni Paesi dal 2011 e che invece in alcuni ospedali italiani è ancora utilizzato.

Da una prima ricostruzione sembra che, a parte la somministrazione del Methergin, il protocollo sia stato rispettato con attenzione. D'altra parte non esistono indicazioni precise e univoche su quali farmaci aggiuntivi possono essere dati dopo la Ru486 nel caso di perdite molto abbondanti come è successo alla donna poi deceduta. Quel giorno infatti sembra che Anna Maria avesse preso il medicinale che serve per espellere l'embrione e che avesse crampi addominali molto violenti e dolorosi. Solo a quel punto i medici avrebbero deciso di darle il Methergin, il farmaco che potrebbe avere scatenato la crisi che ha poi portato al decesso.

La donna, dopo la prima iniezione prevista dal protocollo, era rientrata a casa per poi tornare in ospedale mercoledì e ricevere la seconda dose di farmaci che provoca l'espulsione del feto. Poco dopo è avvenuta la somministrazione di Methergin, quindi la donna si è sentita male: prima ha accusato difficoltà a respirare, poi ha perso conoscenza. E' stata rianimata diverse volte fino alla morte avvenuta in serata, provocata con ogni probabilità da un'embolia polmonare. Proprio sull'uso del Methergin e più in generale sulle procedure legate all'aborto chimico si sono ora

accese le polemiche negli ambienti medici: manca un vero protocollo che, al di là dell'uso della Ru486, stabilisca in modo certo quali farmaci aggiuntivi vadano somministrati.
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Morta dopo aborto
Paul
Il video può essere liberamente "scaricato" sul proprio computer "cliccando" su "salva" ( come tutti gli altri filmati offerti gratuitamente dal Movimento per la Vita di Civitavecchia e caricati da Paul, Fausto ed altri su "Gloria Tv").
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Paul
冬青逊和一个美国米非司酮药受害者,也被称为丸杀死(即杀丸)。他的父亲写了一封公开信,让大家了解米非司酮,它杀死了他的女儿,谁在可怕的痛苦死亡的危险。在这里,在电影,该信的一些短期的摘录。
冬青帕特森,18岁,死于2003年9月17日,由不完全在一个安全和合法驱逐药物流产胎儿造成败血症。霍利了在加利福尼亚州海沃德,计划生育药物为9月10日致命的人工流产。 …More
冬青逊和一个美国米非司酮药受害者,也被称为丸杀死(即杀丸)。他的父亲写了一封公开信,让大家了解米非司酮,它杀死了他的女儿,谁在可怕的痛苦死亡的危险。在这里,在电影,该信的一些短期的摘录。
冬青帕特森,18岁,死于2003年9月17日,由不完全在一个安全和合法驱逐药物流产胎儿造成败血症。霍利了在加利福尼亚州海沃德,计划生育药物为9月10日致命的人工流产。
而不是沿袭化学堕胎建议的协议,计划生育遵循给予霍利的米非司酮,米索前列醇,然后让她自我管理在家美国的做法更受欢迎。
霍利经历了严重的绞痛和疼痛,并到急诊室。她检查,给予止痛药,已出院。
在她的坚持男友,她回到了急诊室9月17日,但当时她的病情恶化,挽救她的努力是徒劳的。
蒙蒂帕特森,霍莉的父亲告诉旧金山纪事报,“医学界把它当作一个简单的药丸你买这个,因为如果你摆脱头痛。程序的后续行动,这一切都太懒散。小女孩获得一个药丸。然后,她被送回家做自己的休息。有太多的事情可能出错。“
Paul
tratti da un articolo di Alessandro Di Matteo
La morte con un bicchier d'acqua
Gli effetti collaterali:
«Venduta e pubblicizzata come rimedio facile al più temuto cruento aborto chirurgico, la realtà finora ha contraddetto le più rosee previsioni. Sono gli effetti collaterali, soprattutto nella fase espulsiva, a destare maggiori preoccupazioni: dolori addominali e crampi (secondo la (...) Food …More
tratti da un articolo di Alessandro Di Matteo
La morte con un bicchier d'acqua

Gli effetti collaterali:
«Venduta e pubblicizzata come rimedio facile al più temuto cruento aborto chirurgico, la realtà finora ha contraddetto le più rosee previsioni. Sono gli effetti collaterali, soprattutto nella fase espulsiva, a destare maggiori preoccupazioni: dolori addominali e crampi (secondo la (...) Food and Drug Administration se ne lamenta il 96% delle donne), nausea (61%), mal di testa (31%), vomito (26%) diarrea (20%), vertigini (12%), affaticamento generale (10%), mal di schiena (9%). In misura minore si possono presentare brividi, esantema, perdita di coscienza, variazioni nella pressione del sangue e anche la febbre (che fino a 38° non è considerata un sintomo pericoloso). Inoltre il flusso emorragico conseguente all'assunzione delle due pasticche è per quantità e durata notevolmente maggiore di un regolare flusso mestruale: da 8 a 17 giorni. (...) La sua decantata innocuità è solo una misera bandiera ideologica, abilmente messa in campo da quelle agenzie politico-culturali che sanno orchestrare bene la musica da suonare per i loro scopi. Eppure con questa velenosa Zigulì sono morte 29 donne.»

I Radicali e la manipolazione del linguaggio:
«Scientificamente la RU486 pone tanti problemi, troppo delicati da poterla introdurre a cuor leggero anche in Italia. Ma come accade di sovente, c'è un trucco, una strategia mirata per poterla introdurre da noi. Cominciare a parlarne, gridare al "mancato esercizio del diritto all'aborto", cominciare a far quel rumore mediatico necessario perché l'uomo comune sia portato comunque a schierarsi. Chi poteva farlo? Chi sono i campioni del rumore mediatico? Ovviamente quelli del Partito Radicale, che hanno una radio di partito per cavalcare le proprie campagne mortifere (aborto, eutanasia…) e, sotto la foglia di fico delle trasmissioni in diretta dal Parlamento, ricevono contributi dallo Stato senza aver svolto una gara d'appalto. (...) Il ginecologo Silvio Viale, militante radicale, diventa l'ariete della RU486. Viale è un medico furbo che recita bene la parte che gli è stata assegnata: omettere informazioni, tranquillizzare le donne sulle morti, banalizzare i rischi, utilizzare, da buon radicale, la cosmesi del linguaggio. Ad esempio evita di parlare di aborto dell'embrione. Parla di "espulsione dell'embrione" e non di aborto che è più ripugnante per una coscienza vigile. Si emancipa nel linguaggio strada facendo quando a proposito della RU486 afferma: "È naturale che a un flusso di materiale indefinito sia attribuito un valore etico diverso da quello di un embrione, o di un feto, di un'epoca successiva, più formato e più visibile". Flusso di materiale indefinito! E noi pensavamo che il culmine della cosmesi del linguaggio l'avesse raggiunta la psicanalista Marisa Fiumanò che a proposito di embrione ebbe a definirlo "materiale sessuale umano" o l'oncologo-nichilista Umberto Veronesi quando parlò di "ovulo fecondato" invece che di embrione.»

La donna protagonista:
«La RU486 è la prima pillola destinata, e da utilizzare, per uccidere selettivamente i bambini in utero. Ha natura essenzialmente occisiva. Culturalmente per la donna rappresenta un salto di qualità. All'indietro. Dopo il già riprovevole aborto chirurgico con questo pesticida umano per la donna si aprono nuovi subdoli scenari: diventa protagonista della morte del proprio figlio. Non è più il medico che in anestesia uccide il figlio-embrione con una delle tecniche offerte della medicina-omicida, ma è la donna stessa che ingurgitando la pasticca-veleno dà la morte al proprio figlio. È alla donna che viene chiesto di gestire il processo abortivo. Il medico tutt'al più svolge la funzione di controllo ma non è più parte attiva. Sulla donna non grava più solo la scelta dell'aborto, il "sacrosanto diritto" rivendicato a più non posso dal vetero-femminismo. La donna è costretta a sentire il proprio figlio morire. Un salto mortale richiesto dal femminismo, un doppio salto mortale richiesto dall'emancipazione e un triplo salto mortale dal progresso morale. (...) La donna schierata in contrapposizione al proprio figlio, figlio da espellere come un ospite indesiderato, un nemico della propria realizzazione personale, un'escrescenza da estirpare. Il prima possibile. Prima che un calcetto in quel grembo ti faccia avvertire la consapevolezza del divenire mamma.»

L'eterogenesi dei fini:
«L'uso della RU486 è anche la conferma dell'eterogenesi dei fini del femminismo: dalla "clandestinità delle mammane" si doveva uscire - asserivano - con la "socializzazione dell'aborto" (...). Oggi con la RU486 dalla socializzazione si torna alla privatizzazione dell'aborto. La donna lasciata sola a vivere un dramma che dura, almeno fisicamente come si è cercato di far capire, giorni. E ad essere liberati (altro che liberazione della donna!) sono quelli della classe medica: "Non si compromettono carriere, non si impegna la struttura sanitaria, non si immobilizza la sala operatoria, non si candida il proprio reparto a farsi carico della massa di interventi abortivi". C'è spazio anche per il ridicolo (...): leggendo la brochure del Mifegyne (il nome commerciale della pillola-veleno) si può trovare scritto che "è particolarmente raccomandata quando la paziente vuole, per motivi personali, interrompere la gravidanza conservando intatta la sua verginità". Dopo la RU486 parlano di verginità. Il caos come regola, il disordine morale come virtù, il collasso delle parole come linguaggio comune, la dissoluzione delle coscienze come vivere civile.»