26:39
Fausto
82,2K
FILOSOFIA DEL GENDER- prima parte. FILOSOFIA DEL GENDER : UN PROGETTO PLANETARIO DI CONFUSIONE DEL GENERE MASCHILE E FEMMINILE. A Civitavecchia Teatro Buonarroti gremito, domenica 20 ottobre 2013, per …Altro
FILOSOFIA DEL GENDER- prima parte.

FILOSOFIA DEL GENDER : UN PROGETTO PLANETARIO DI CONFUSIONE DEL GENERE MASCHILE E FEMMINILE. A Civitavecchia Teatro Buonarroti gremito, domenica 20 ottobre 2013, per il convegno sulla filosofia del Genere, organizzato dall’Ufficio Diocesano per la pastorale della Famiglia, dal movimento per la vita di Civitavecchia e dai salesiani cooperatori, che hanno sentito l'urgenza di affrontare un tema così spinoso.Relatrici l’On.EUGENIA ROCCELLA, Parlamentare giornalista, scrittrice, già sottosegretario al Ministero della Salute, e LUISA CAPITANIO SANTOLINI, presidente della Fondazione Sublacense “Vita e Famiglia”.Video realizzato da Fausto Demartis, Movimento per la Vita Civitavecchia.
Fausto
«Studenti a casa contro il gender»
I genitori si appellano ai docenti: «Proteggiamo insieme la libertà»
LUCIA BELLASPIGA
«Un giorno al mese tenete i figli a casa da scuola». Un gesto forte proposto dall’Age (Associazione italiana genitori) per svegliare dal torpore insegnanti, presidi e genitori e far comprendere loro il pericolo dell’ideologia del gender, che «subdolamente, senza incontrare una …Altro
«Studenti a casa contro il gender»
I genitori si appellano ai docenti: «Proteggiamo insieme la libertà»
LUCIA BELLASPIGA
«Un giorno al mese tenete i figli a casa da scuola». Un gesto forte proposto dall’Age (Associazione italiana genitori) per svegliare dal torpore insegnanti, presidi e genitori e far comprendere loro il pericolo dell’ideologia del gender, che «subdolamente, senza incontrare una vera opposizione», si sta diffondendo nelle scuole dei nostri figli. Tra l’altro «mettendo a repentaglio il diritto dei genitori di scegliere liberamente l’educazione dei propri figli (riconosciuto dalla Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo) e la libertà d’insegnamento dei docenti, ma anche la laicità dello Stato». In Francia, dove i tempi di comprensione dei fenomeni e quelli di reazione sono decisamente più rapidi, la società ha già reagito: 18mila studenti francesi restano a casa un giorno al mese e questo è bastato perché il governo facesse un passo indietro.
Il problema è che da noi il tarlo dell’ideologia gender scava gallerie mentre ancora la gran parte non sa di che cosa si tratti, da qui l’appello del presidente nazionale dell’Age, Fabrizio Azzolini: «Insegnanti e presidi, state uniti a noi genitori, facciamo sentire insieme la nostra voce, anche attraverso le nostre associazioni e rappresentanze sindacali. Informiamo gli altri docenti e genitori, facciamo conoscere i contenuti della teria del gender, il tipo di società che vuole costruire ». Ed è Azzolini a riassumere allora tale teoria: «Afferma che la differenza tra i due sessi è solo un pregiudizio, che il maschile e il femminile sono costruzioni sociali e storiche da abbattere. Si insinua l’utopia sottile e pervasiva dell’indifferenziazione sessuale e la presunta uguaglianza tra individui tutti asessuati, cioè astratti...». Non si nasce maschi e femmine, ma «individui che rimandano la propria identità a future scelte». Il tutto tra l’altro con l’alibi di eliminare discriminazioni e bullismo (l’assurda 'Strategia nazionale 2013-2015' che teorizza il gender ha come sottotitolo 'per la prevenzione e ilcontrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale...'). Se maschio e femmina non esistono e tutti noi possiamo 'scegliere' cosa vogliamo essere, ne deriva che anche le figure di padre e madre non hanno più alcun senso, i ruoli naturali e tradizionali decadono, tutti gli individui sono disumanizzati e indifferenziati. Sembra un film di fantascienza, ma di fantasia qui c’è ben poco, dato che ogni giorno queste teorie sono davvero accolte da qualche Comune o scuola: «Da mesi insieme ad altre associazioni familiari denunciamo il rischio di rieducazione al gender attraverso la formazione dei docenti e i progetti didattici per gli studenti, attivati dal ministero dell’Istruzione, dall’Unar (presidenza del Consiglio dei ministri) e da alcuni Comuni, Province, Regioni. Come docenti e genitori dobbiamo proteggere il nostro mestiere di educatori – prosegue il presidente dell’Age –. L’impressione è che lo Stato cerchi disepararci, nonostante nella scuola italiana la legge ci unisca nel patto di corresponsabilità educativa: ai genitori nasconde l’obiettivo delle strategie, agli insegnanti lo impone».
Basti pensare ai famigerati tre volumetti partoriti dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni) e diretti alle scuole primarie e secondarie, di nuovo con un obiettivo ingannevole ('Linee-guida per un insegnamento più accogliente e rispettoso delle differenze'), in realtà espliciti nel definire 'uno stereotipo da pubblicità' la famiglia in cui il padre sia un uomo e la madre una donna. Tre libri pagati con i soldi dei contribuenti. «I sostenitori del gender – sottolinea Azzolini – non si limitano a proporre un’opinione, ma conducono a una nuova educazione, orientano il governo in Italia, in Europa, in Occidente». Quell’Occidente che, come ha scritto nella sua prolusione al Consiglio permanente della Cei il cardinale Angelo Bagnasco (vedi Avvenire di ieri) si sta allontanando dall’Umanesimo e dai suoi valori di civiltà, cedendo a ideologie che credevamo sepolte con il secolo scorso. «Esprimiamo gratitudine al cardinale Bagnasco – scrivono anche i genitori dell’Agesc, Associazione genitori scuole cattoliche – e accogliamo il suo invito a non farci intimidire, a non lasciarci esautorare nel diritto di educare i nostri figli. In vista dell’incontro con il Papa del 10 maggio, i genitori dell’Agesc sentono la responsabilità di riaffermare, secondo le parole del presidente della Cei, 'l’urgenza del compito educativo, la sacrosanta libertà nell’educare i figli, il dovere della società di non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi...».
D’altra parte, come rileva l’Age, «non occorre essere cristiani» per comprendere che la differenza tra i due sessi è una realtà ontologica: «Lo scriveva anche Marx... Una presunta uguaglianza tra individui asessuati e astratti apre la strada a una società che non può sopravvivere». Ma soprattutto che è grigia e disperata come nel peggior film di fantascienza.
La protesta
Age e Agesc: «Informiamo famiglie e prof sui contenuti di un’ideologia che vuole una società asessuata e astratta». Un giorno al mese di ritiro dalla scuola come protesta: in Francia è servito
paolaandreali
(un articolo imperdibile per affrontare l'argomento :
Gender a scuola: le prime reazioni della Chiesa italiana
Una lunga disamina delle "controiniziative" che i vescovi italiani stanno avviando per contrastare la valanga ideologica sponsorizzata dall'Unar
Giuseppe Ruscon
Giornalmente ormai la nota lobby ci propone svariati tentativi di introdursi in ogni ambito sociale per diffondere il suo verbo …Altro
(un articolo imperdibile per affrontare l'argomento :
Gender a scuola: le prime reazioni della Chiesa italiana
Una lunga disamina delle "controiniziative" che i vescovi italiani stanno avviando per contrastare la valanga ideologica sponsorizzata dall'Unar

Giuseppe Ruscon

Giornalmente ormai la nota lobby ci propone svariati tentativi di introdursi in ogni ambito sociale per diffondere il suo verbo che, se applicato, comporterà guasti sociali enormi di cui saranno vittime le nuove generazioni, la cui identità personale verrà resa insicura. Tale propaganda socialmente irresponsabile (almeno per chi è abituato ad agire secondo ragione e buon senso) ha ormai incominciato ad aggredire la scuola, già a partire dall’asilo, creando – laddove ha allungato i suoi tentacoli - prevedibili turbamenti nei pargoli e forti tensioni tra scuola e famiglia. E’ di questi giorni poi la notizia che la nota lobby tenta di utilizzare uno sport popolare come il calcio per lanciare i suoi messaggi devastanti con il pretesto consueto della ‘lotta all’omofobia’: ai calciatori è stato chiesto da un sito di scommesse (ma guarda guarda…), da Arcigay, Arcilesbica e Fondazione Cannavò (!) di ‘colorare’ gli scarpini di lacci arcobaleno. Manco a dirlo il presidente della Federazione gioco calcio ha già annunciato l’adesione alla campagna, che dovrebbe coinvolgere anche la Serie A e addirittura la nazionale azzurra guidata dal commissario tecnico più politicamente corretto della storia calcistica tricolore. Si può prevedere che non tutti gradiranno, calciatori e in particolar modo le curve, così che sarà fatalmente introdotto anche il ‘reato calcistico’ di discriminazione sessuale con conseguenti squalifiche a pioggia nell’Italia intera.

Tutti ormai ai piedi della nota lobby? Fortunatamente no. Gli attacchi portati nel settore dell’educazione scolastica stanno provocando una diffusa presa di coscienza tra molti genitori - fin qui assopiti- spaventati e indignati dal vedersi arrivare in casa, con i pargoli, anche opuscoli con storie di due papà o due principi azzurri. Si incomincia a organizzare in quelle parti d’Italia - come in Umbria, in Veneto, in Toscana, in Lombardia, in cui la propaganda è in netto crescendo - la resistenza da parte dei genitori, coadiuvati da associazioni laiche spontanee come la Manif pour tous o le Sentinelle in piedi o laiche istituzionali come il Forum delle Famiglie. Dalle segnalazioni ai dirigenti scolastici alle lettere di diffida, dalle manifestazioni di piazza alla prospettata obiezione di coscienza (tenere i figli a casa quando la nota lobby imperversa) è tutto un fiorire di iniziative tese a bloccare la degenerazione antropologica imposta ad allievi, studenti ed insegnanti. Un po’ nel solco di quanto è successo e sta succedendo in Francia, dove la grande mobilitazione popolare contro la legge del ‘mariage pour tous’ e sviluppi successivi ha già indotto il presidente Hollande a rinviare di un anno la discussione su una nuova legge riguardante la famiglia. “Si deve resistere, continuiamo a resistere” – ci ha detto battagliero a tal proposito l’arcivescovo di Lione, cardinale Philippe Barbarin, all’uscita del Concistoro di sabato 22 febbraio.

In Italia è ‘Avvenire’ tra i quotidiani nazionali a condurre con tenacia e fermezza la battaglia, chè di battaglia si tratta, sia pure combattuta con le armi della ragione e del buon senso, così da cercare di risvegliare gli assopiti e di instillare qualche dubbio serio in tante menti ‘politicamente corrette’.

IL VICARIATO DI ROMA: “RIVOLUZIONE CULTURALE, MA LE FAMIGLIE NON NE AVVERTONO IL BISOGNO”
Dicevamo di Avvenire che la domenica ha nella capitale un inserto particolare, Roma sette, il settimanale della diocesi di Roma. Domenica 23 febbraio la prima pagina era quasi tutta dedicata all’ “operazione ideologica” del “gender in classe”, voluta sia dal noto Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) che dal noto Campidoglio targato Marino (uno che toglie alle famiglie numerose e promuove anche finanziariamente i programmi scolastici di ‘educazione’ gay). Sicuramente la pagina è apparsa sotto l’impulso del cardinale Vicario Agostino Vallini, che già qualche tempo fa aveva diramato una nota (giustamente) molto dura contro i gai maneggi del noto Marino in materia di registro delle ‘unioni civili’.

Nell’editoriale firmato da don Filippo Morlacchi, sacerdote tanto colto quanto pacato e direttore dell’Ufficio pastorale scolastica, si legge tra l’altro, riferendosi ai programmi di gaio indottrinamento che hanno ormai preso il via in diverse scuole (d’ogni ordine e grado) della capitale della Cristianità: “La priorità emergente, il pensiero dominante sembra, già nella prima infanzia, la proposta dell’ideologia gender, ossia la dottrina secondo cui il dato biologico originario del dimorfismo sessuale è marginale rispetto alla costruzione dell’identità di genere”. E’ evidente che “si vuole così avviare una vera rivoluzione culturale, di cui la maggioranza delle famiglie italiane, impegnata ad affrontare tanti problemi educativi con i figli, non sembra proprio sentire il bisogno. Tutto questo, si noti, già con bambini molto piccoli”. Sono programmi di “educazione alla diversità”, come è noto: “Peccato però che almeno una di queste diversità, cioè quella assolutamente originaria, quella che ogni bambino coglie al volo, quella tra maschietti e femminucce, quella tra mamma e papà, in breve la differenza sessuale, venga invece trascurata, fluidificata e perfino contestata come obsoleto stereotipo culturale”. Constata la “tristezza” di tale situazione, don Morlacchi annota infine: “Anche in altri Paesi europei (ad esempio la Francia) la potente minoranza favorevole al gender ha dettato l’agenda degli impegni scolastici; ma le associazioni di genitori hanno alzato la voce e prodotto agili pubblicazioni per avvertire le famiglie del fenomeno. Forse è tempo che anche in Italia non solo i cattolici, ma tutti gli uomini convinti della bontà della famiglia naturale si esprimano pubblicamente”. Un invito, quello di don Morlacchi in nome della diocesi di Roma, fatto con il suo garbo naturale, ma non per questo meno tranchant (per dirla nella lingua di un Paese il cui popolo in maggioranza si è risvegliato in nome prima di tutto del buon senso e della coscienza di corresponsabilità sociale).

A cura del direttore Angelo Zema appare poi a tutta pagina un’intervista al professor Tonino Cantelmi (psicoterapeuta) e a Elisa Manna (sociologa del Censis), i quali si occupano delle recenti, devastanti iniziative capitoline. “Colpo di mano ideologico” le definisce Cantelmi, autore tra l’altro (insieme con il collega Marco Scicchitano) del libro “Educare al maschile e al femminile” (presentazione venerdì 28 febbraio alle 20.30 presso la Chiesa Nuova). “Il sindaco Marino – rileva Cantelmi – è accecato dall’ideologia. (…) I progetti educativi del Comune sono terribili perché, con la motivazione di combattere il bullismo, propongono una visione confusa dell’uomo”. Per Elisa Manna un fondamento è incontrovertibile: “Gli esseri umani nascono dall’incontro tra un maschio e una femmina, e la società sopravvive grazie a quest’incontro (…) Bisogna rifuggire dagli stereotipi, ma è innegabile che esista uno specifico maschile e uno femminile e che l’educazione ne debba tener conto”. Nel taglio basso troviamo un articolo (a sigla r.s.) sui famigerati opuscoli dell’Unar (preparati dal noto Istituto Beck di Roma) in cui si legge tra l’altro un’affermazione gravissima, oltre che offensiva, come quella che segue: “I tratti caratteriali, sociali e culturali, come il grado di religiosità, costituiscono fattori importanti da tenere in considerazione nel delineare il ritratto di un individuo omofobo”. Completa la pagina un ‘box’ sulla dinamica dei progetti capitolini, da “Le cosecambiano@Roma” a”Bulli e pupe, ragazzi che faticano a crescere” del Circolo omosessuale Mario Mieli (il ‘filosofo’ che in “Elementi di critica omosessuale” del 1977 scriveva tra l’altro: “Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro”). Da notare che quest’ultimo progetto è in collaborazione con la Asl Roma E e finanziato dalla Regione Lazio, quella di Zingaretti.

IL CARD. BAGNASCO, I VESCOVI DEL TRIVENETO, I VESCOVI DELLA TOSCANA

Cardinal Bagnasco: “Nel torbido il male opera meglio”

Se allarghiamo lo sguardo all’Italia constatiamo che incominciano a levarsi diverse voci di vescovi responsabili e coraggiosi che non temono di essere etichettati come sappiamo. Ribadendo con forza quanto già detto nelle sue prolusioni da presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco il 15 febbraio ha parlato chiaro a Genova: “E’ in atto una strategia persecutoria, un attacco per destrutturare la persona e quindi destrutturare la società, mettendola in balia di chi è più forte e ha tutto l’interesse a che la gente sia smarrita”. Perché “nel torbido il male opera meglio”.

I vescovi del Triveneto: utilizzare pubblicamente i termini padre, madre, moglie, marito e l’espressione ‘famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna’

In precedenza, per la Giornata della Vita del 2 febbraio, la Conferenza episcopale del Triveneto aveva approvato una “Nota su alcune urgenti questioni di carattere antropologico ed educativo”. Un documento nitido, essenziale, inequivocabile, stimolato dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia e redatto in un “momento grave per il bene delle persone e della società”. A causa del dilagare dell’imposizione dell’ideologia gender che comporta una “vera emergenza educativa”, i vescovi triveneti si sentono “sollecitati” a una risposta proprio da alcune parole di papa Francesco che, nell’Evangelii gaudium (n. 182) scrive: “I Pastori (…) hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone, dal momento che il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano. Non si può affermare che la religione deve limitarsi nell’ambito del privato”.

Sottolineano i vescovi triveneti “il grave pericolo che deriva, per la nostra civiltà, dal disattendere o stravolgere i fondamentali fatti e principi di natura che riguardano i beni della vita, della famiglia e dell’educazione, confondendo gli elementi obiettivi con quelli soggettivi, veicolati da discutibili concezioni ideologiche della persona che non conducono al vero bene né dei singoli né della società”. Evidenziano poi: “Siamo consapevoli che la differenza dei sessi è elemento portante di ogni essere umano ed espressione chiara del suo essere ‘in relazione’; senza la comune salvaguardia delle ‘grandi differenze’ vi è un grave e concreto rischio per la realizzazione di un autentico e pieno sviluppo della vita delle persone e della società”. Perciò ribadiscono “il rifiuto di un’ideologia del gender che neghi di fatto il fondamento oggettivo della differenza e complementarietà dei sessi, divenendo anche fonte di confusione sul piano giuridico”. Non solo: i vescovi del Triveneto invitano “a non avere paura e a non nutrire ingiustificati pudori o ritrosie nel continuare ad utilizzare, anche nel contesto pubblico, le parole tra le più dolci e vere che ci sia mai dato di poter pronunciare: padre, madre, marito, moglie, famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”.

I presuli difendono e promuovono poi “il carattere decisivo – oggi più che mai – della libertà di educazione dei figli che spetta, di diritto, al padre e alla madre aiutati, di volta in volta, da soggetti istituzionali chiamati a coadiuvarli”. E rigettano “ogni tentativo ideologico che porterebbe ad omologare tutto e tutti in una sorta di deviante e mortificante ‘pensiero unico’, sempre più spesso veicolato da iniziative delle pubbliche istituzioni”. Importante anche ciò che segue: i vescovi sostengono e incoraggiano “l’impegno e lo sforzo di quanti, a vari livelli e su più ambiti, affrontano ogni giorno, anche nel contesto pubblico e nella prospettiva di una vera e positiva ‘laicità’, tutte le più importanti questioni antropologiche ed educative del nostro tempo e che segnatamente riguardano: la difesa della vita, dal concepimento al suo naturale spegnersi, la famiglia, il matrimonio e la differenza sessuale, la libertà religiosa e di educazione”.

Una ‘Nota’ ,quella dei vescovi del Triveneto (tra cui si annovera l’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi, lottatore indomito per la dottrina sociale della Chiesa, contestato duramente l’anno scorso da gruppi appartenenti alla nota lobby), che si potrebbe definire anche con un aggettivo solo: esemplare.

I vescovi della Toscana: preoccupazione per il grave rischio

La Conferenza episcopale toscana, su forte spinta del suo presidente cardinale Giuseppe Betori, ha emesso il 12 febbraio (dopo la riunione all’eremo fiorentino di Lecceto) una ‘Nota’ in cui si fa riferimento in primo luogo alla propaganda della nota lobby in diverse scuole toscane. I vescovi si dicono “preoccupati per i tentativi di introdurre il tema della ‘valorizzazione delle differenze di genere’ nei percorsi formativi dei docenti e degli studenti, secondo modalità ispirate alla cosiddetta teoria del gender”. Grave “il rischio che, per motivi ideologici, venga propagata nelle scuole una concezione della famiglia lontana da quella della famiglia naturale, subordinando la stessa identità sessuale biologica a quella culturale, perdipiù soggettivamente determinata”. Ribadita poi la “dignità culturale di una visione antropologica fondata sulla differenza e complementarietà tra i sessi”.

Da tempo poi la Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, stimolata dal cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, insiste sulla difesa e il promuovimento dei ‘valori non negoziabili’. Anche singoli presuli – ad esempio, per quanto ci è noto, l’arcivescovo Luigi Negri a Ferrara, il vescovo Massimo Camisasca a Reggio-Emilia, l’arcivescovo di Crotone Domenico Graziani (vedi l’articolo in questo stesso sito sulla manifestazione anti legge ‘contro l’omofobia’ nella città calabrese), il già citato monsignor Gianpaolo Crepaldi a Trieste – promuovono con ammirevole continuità una riflessione critica sull’avanzata delle tesi della nota lobby.

Tra le reazioni laiche segnaliamo in particolare – oltre a quelle della ‘Manif pour tous –Italia’ e delle ‘Sentinelle in piedi’ – vari convegni tenutisi nella Penisola (in particolare quello di Roma, svoltosi dopo molte peripezie in Campidoglio e di cui abbiamo riferito ampiamente) e l’attivismo responsabile dei “Giuristi per la vita”. Ripetuti gli interventi del ‘Forum delle famiglie’, che in Umbria, per bocca del suo presidente Simone Pillon, ha invitato all’obiezione di coscienza dei genitori (un po’ come è accaduto in Spagna e sta accadendo in Francia) nel caso in cui le autorità scolastiche proseguano nell’indottrinamento venefico di bambini, ragazzi e studenti. Per i genitori sfortunatamente coinvolti nella trista questione segnaliamo il ‘dodecalogo’ dello stesso Forum delle famiglie dell’Umbria , “dodici strumenti di autodifesa dalla ‘teoria del gender’ per genitori con figli da 0 a 18 anni” (www.forumfamiglieumbria.org ).

Gli insulti al vescovo di Cremona, Dante Lafranconi

Il vescovo di Cremona, Dante Lafranconi, è stato uno dei primi in Italia ad istituire un gruppo di accompagnamento pastorale degli omosessuali cristiani. Ciò non gli ha però risparmiato un attacco violentissimo da parte dell’eurodeputata Sonia Alfano (gruppo dei cosiddetti democratici e liberali), per aver osato inviare una mail, in cui il 31 gennaio chiedeva di non votare il famigerato rapporto Lunacek, intitolato “Tabella di marcia contro l’omofobia e la discriminazione legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere”. Ricordiamo che il 4 febbraio l’Europarlamento ha votato il rapporto con 394 sì, 176 no e 72 astensioni (tra i favorevoli, oltre alla sinistra, ai verdi e a una minoranza ‘illuminata’ del PPE, anche deputati del centrodestra come Licia Ronzulli, Barbara Matera e Aldo Patriciello, mentre tra gli astenuti troviamo – secondo l’agenzia Ansa – addirittura il popolare Ciriaco De Mita). Ebbene Sonia Alfano ha dichiarato, a proposito dell’invito del vescovo Lafranconi: “E’ gravissimo che il vescovo di Cremona, con una mail inviata alla mia casella di posta elettronica, mi chieda di votare contro la relazione sui diritti degli omosessuali della collega europarlamentare Ulrike Lunacek. (…) Se votassi come mi chiede il vescovo Lafranconi, avallerei una discriminazione che non condivido e che non fa parte della mia storia politica. Dico questo anche alla luce della presa di posizione di Papa Francesco, che a proposito dell’omosessualità, ha detto: “Se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla. Anche perché ‘Dio ci ha reso liberi’. Da un esponente della Chiesa ci aspetteremmo ben altre indicazioni che non quelle della discriminazione”. Dopo Sonia Alfano gli esponenti lombardi e nazionali dell’Arcigay hanno fatto a gara nel lapidare monsignor Lafranconi. E pensare che la famigerata legge ‘contro l’omofobia’ ancora non è stata approvata!
Fausto
Gli effetti dell’ideologia Gender sono sotto gli occhi di tutti. In Francia, come in Italia, aumentano gli episodi di intolleranza verso coloro i quali non si allineano alla nuova dittatura ideologica, che ha trovato terreno fertile nella politica più estrema. E’ emblematico l’episodio che è avvenuto ad un anziano di 84 anni nel paese d’oltralpe: Xavier Dor noto combattente pro-life trasalpino,…Altro
Gli effetti dell’ideologia Gender sono sotto gli occhi di tutti. In Francia, come in Italia, aumentano gli episodi di intolleranza verso coloro i quali non si allineano alla nuova dittatura ideologica, che ha trovato terreno fertile nella politica più estrema. E’ emblematico l’episodio che è avvenuto ad un anziano di 84 anni nel paese d’oltralpe: Xavier Dor noto combattente pro-life trasalpino, era stato ritenuto colpevole per aver regalato a una donna incinta un paio di scarpette per dissuaderla dall’aborto. L’uomo dovrà pagare una multa di 10.000 euro, rischiando anche un mese di galera. Lo stato francese ha introdotto nella legge Weil del 1975 la nuova figura del “reato di intralcio all’aborto”, “le délit d’entrave”. Chi lo commette dimostra di essere “abortofobo”, evidente traslazione concettuale delle leggi sull’omofobia, che possono essere estese teoricamente a qualsiasi condotta “deviante” di pro life e di cattolici intransigenti. Con le modifiche alla legge Weil – che in Francia ogni anno miete 220.000 vittime prima della nascita – l’aborto viene dichiarato esplicitamente “un diritto di tutte le donne che non desiderano portare a termine la gravidanza”. In base al “reato di intralcio all’aborto”, ora i pro life francesi possono essere processati e condannati anche solo per le attività di informazione e dissuasione in ospedale, per aver indicato alla donna un numero di telefono oppure averle indotte a riflettere su che cos’è l’aborto. Non solo: in base a questa legge vengono criminalizzati anche coloro che organizzano e partecipano a Marce per la Vita, oppure hanno siti web antiabortisti. La pena massima prevista dalla legge è di 2 anni di prigione e 30 mila euro di sanzione. La Fondazione Lejeune parla di “attentato alla libertà di espressione”. Xavier Dor è stato la prima vittima di questa legge, voluta da uno stato che da anni egli definisce “République luciférienne”.Immaginate cosa potrà succedere in Italia con l’approvazione della legge Scalfarotto, impregnata dell’ideologia del genere. Fino a quando potremo parlare liberamente, avremo la possibilità di far conoscere il pericolo della nuova dittatura ideologica. A Roma, dopo tante polemiche, la Consigliere, Lavinia Mennuni, è riuscita ad organizzare il convegno abolito a causa delle polemiche sorte sull’opportunità di informare l’opinione pubblica sul gender.
Pertanto, si terrà venerdì 31 gennaio 2014 alle ore 17 in Campidoglio, presso la Sala della Protomoteca, il convegno“Ideologia del Gender: quali ricadute sulla famiglia?” patrocinato da Lavinia Mennuni, Consigliere di Roma Capitale e promosso dall’Associazione Famiglia Domani. “ Il convegno – si legge in una nota di Lavinia Mennuni - intende portare all’attenzione anche della città di Roma i gravi pericoli derivanti dalla cosiddetta ideologia del Gender, e le possibili devastanti conseguenze negative in tema di formazione della persona umana e dell’istituto familiare che simili teorie rischiano di arrecare”. Al convegno che avrà come moderatore l’Avv. Claudio Vitelli, ha dato la propria adesione Federico Guidi – Coordinatore del tavolo cittadino per le politiche a sostegno della vita e della famiglia, numerosi rappresentanti istituzionali dei Municipi romani, tra cui Stefano Oddo, Simona Peri, Isabella Foglietta, Stefano Erbaggi, Luigi Di Bella, nonché associazioni e cittadini che hanno in questi mesi partecipato ai lavori del tavolo stesso tra cui il comitato per la Famiglia. I lavori inizieranno alle ore 17 e vedranno la partecipazione dell’Avv. Gianfranco Amato – Presidente dei Giuristi per la Vita, Padre Giorgio Carbone – Ordinario di Bioetica, il Dott. Vittorio Lodolo D’Oria – Medico Ematologo, la Dott.ssa Dina Nerozzi – Medico Psichiatra. “Reputo necessario una grande e approfondita riflessione su tali tematiche che rischiano di minare gravemente i valori fondamentali della nostra società” sottolinea Lavinia Mennuni. “Considero significativo che tale convegno si svolga proprio in Campidoglio dove più forte è sembrato essere in questi mesi l’attacco delle forze relativiste al fondamentale istituto della famiglia naturale”. Ricordo che a questo stesso convegno era stata incredibilmente tolta la disponibilità della sala e ringrazio l’Associazione Famiglia Domani che non ha inteso arrendersi a quella che sembrava essere una censura preventiva e che riproponendo questo spazio tematico offre a tutti i romani la possibilità di discutere, approfondire e confrontarsi con argomentazioni di assoluta rilevanza politica e sociale. Mi corre infine l’obbligo di ringraziare anche l’Amministrazione comunale che ha inteso correggere qualche propria titubanza iniziale e consentire con lo svolgimento di questo convegno la libera espressione delle idee tanto più importante poiché si svolge in un luogo da sempre spazio di democratico confronto e aperto alla libera partecipazione di tutti i romani quale il Campidoglio. “Naturalmente non posso non ribadire - continua la Mennuni – la mia più ferma opposizione ad ogni iniziativa sul tema del riconoscimento normativo a situazioni che esulano dalla famiglia naturale, come quelli che l’Amministrazione Marino intende approvare. Ma sono certa che anche grazie a questo convegno, nel quale intendo mantenere alta l’attenzione sul tema delle politiche cittadine a sostegno della famiglia naturale, potrà iniziare una grande mobilitazione delle coscienze e delle donne e degli uomini liberi che non intendono assistere passivamente allo smantellamento della famiglia naturale e ai valori insostituibili e profondi ad essa collegati”. di Ornella Felici
Paul
In Francia questa teoria del GENDER é presentata in alcuni libri alle scuole elementari ... In Italia alcuni cominciano a discutere sui diritti degli omosessuali di avere bambini e sui bambini di essere educati alla loro maniera, poi con la LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA l'identità di genere (termine presentenell'art. 1) entrerà nel nostro ordinamento senza essere approvata ! Giusto o non giusto mi …Altro
In Francia questa teoria del GENDER é presentata in alcuni libri alle scuole elementari ... In Italia alcuni cominciano a discutere sui diritti degli omosessuali di avere bambini e sui bambini di essere educati alla loro maniera, poi con la LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA l'identità di genere (termine presentenell'art. 1) entrerà nel nostro ordinamento senza essere approvata ! Giusto o non giusto mi piacerebbe proporre qui un articolo molto interessante che riporta l'intervista al dott. Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, autore del libro “Come scegliere il proprio orientamento sessuale (o vivere felici)”, collaboratore del periodico Il Timone.

Nel Suo libro, trattando i temi dell'identità di genere, Lei sembra richiamarsi ad un'antropologia definità del "senso comune". Può spiegare cosa intende?

Gli uomini condividono, senza bisogno di una particolare riflessione critica, una serie di credenze a proposito della realtà, del mondo e dell'uomo, e una serie di principi; la riflessione critica su questi argomenti, che sia essa di tipo scientifico o filosofico, ha il compito di giustificarli razionalmente. Questo insieme di certezze e principi prende il nome di "senso comune", perchè è il frutto nell'uomo dell'evidenza dell'esistenza della realtà e dei legami che evidenziano l'esistenza di un ordine. Al senso comune si contrappongono tutte le filosofie "del dubbio" che, a partire da quella cartesiana, sospendono ogni assenso a tutto ciò che non è frutto di una riflessione critica, la quale assume così un ruolo fondante.

Una antropologia del "senso comune" è dunque una riflessione filosofica sull'uomo che si pone come obiettivo quello di dare un fondamento razionale alle certezze che si presentano con evidenza su questo argomento. Si tratta di avere, in sostanza, un atteggiamento di umiltà nei confronti della realtà, e della realtà umana in particolare; un atteggiamento contemplativo di fronte a come l'uomo "è".

Certo, sarebbe più facile partire da una idea studiata "a tavolino", bella, allettante su come l'uomo "dovrebbe essere", ma la scienza ha il compito di spiegare come è e come funziona la realtà, non di dire come dovrebbe essere e funzionare, secondo i nostri desideri o progetti.

In effetti, il tentativo di spiegare ciò che è intuitivo è forse la cosa più difficile; mi viene in mente Sant'Agostino, che nelle sue Confessioni scriveva: "Che cos'è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più" (Libro XI). Ma l'atteggiamento del "senso comune" è, a mio parere, un ottimo fondamento antropologico per lo studio dell'uomo.

Rudolf Allers (1883-1963), ad esempio, ha fatto di questo concetto la base della sua psicologia: "Non serviam!" è l'atteggiamento che sta alla radice della sofferenza del nevrotico. Ma lo sforzo per raggiungere qualcosa non solo al di là della propria possibilità personale, ma oltre le possibilità di ogni essere umano, implica una auto-contraddizione, perché ogni ambizione è condizionata dalle limitazioni della natura umana. Solo un individuo al quale la "onnipotenza" - "esse sicut dii" - è essenzialmente negata può aspirare a una cosa del genere.

Il disgusto nei confronti della propria natura umana e finita è un rifiuto di quella natura sulla quale ogni ambizione si deve fondare; e la nevrosi è la forma che questo atteggiamento paradossale assume. Da quando questo atteggiamento del non serviam è radicato nell'intimità più profonda della natura umana, la nevrosi stessa non è che una esagerazione delle caratteristiche della personalità umana comune a tutti noi" (The new psychologies).

Una parte della scienza e gli organismi internazionali, sembrano non tener conto dell'ordine naturale del mondo. Che cosa pensa in proposito?

In effetti, dai feed-back che ricevo soprattutto dall'ambiente scolastico, sembra che per le giovani generazioni l'orientamento sessuale sia considerato in modo sempre più mutevole e indeterminato, ma questo non significa affatto che la natura umana si possa trasformare da eterosessuale a bisessuale, come alcuni, ad esempio, sostengono.

Ciò che definisce la naturalità di qualcosa non è la sua frequenza statistica, ma l'aderenza al proprio progetto. In termini aristotelici, infatti, la natura è il principio insito nelle cose, che guida il loro passaggio da potenza ad atto.

Oltre a ciò, sulla base della mia esperienza clinica sono convinto che la natura abbia una sua forza, e che non si esprima solo quando ci sono ostacoli che ne impediscano il compimento; sono quindi ottimista sul fatto che la confusione sull'orientameno sessuale possa anche aumentare, ma mai divenire predominante.

C'è chi ritiene che la teoria del gender trasformi in modo definitivo la cultura occidentale. E' d'accordo?

Decisamente. Innanzitutto si tratta, come dicevo prima, di un atteggiamento di ribellione nei confronti della realtà che - concordo con Allers - non può che aumentare la sofferenza e l'angoscia nell'uomo.

Secondariamente, è una visione che muta radicalmente la natura dei legami relazionali
(che, è bene ricordarlo, sono fondamentali nel processo di formazione dell'identità): la relazione, anche sessuale, non è più il compimento di un progetto, della natura umana a livello più profondo (come ha mostrato l'insegnamento di Giovanni Paolo II sulla sessualità umana), ma diventa questione di scelta, anche ideologica, sdradicata dal livello biologico, persino variabile nel tempo.

I cambiamenti culturali, soprattutto in ambiti così delicati, non vanno trascurati. Lo statistico Roberto Volpi ha dimostrato (“La fine della famiglia”, 2007) che il cambiamento culturale portato con la legge sul divorzio ha avuto come effetto una diminuzione drastica della natalità; una ricerca del 1988 (Guis e Cavanna, “Maternità negata”) ha dimostrato che il 32% delle donne non avrebbe abortito in assenza della legge 194; e non è senza fondamento l'idea che il passaggio, avvenuto negli anni '50 e '60 del secolo scorso, ad una visione del fondato sulla soddisfazione personale dei propri bisogni affettivi e sessuali abbia avuto come conseguenza una maggior fragilità del legame matrimoniale. Infine, come è nel destino di ogni ideologia, anche...
la teoria del gender si sta trasformando in una dittatura, che limita la libertà di pensiero e di espressione e discrimina chi non si adegua a questa visione dell'uomo.

La Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica riconosce come, alla base di ogni esperienza umana, ci sia quella di nascere sessuati. Può spiegare dal punto di vista scientifico quest'affermazione?


Sarebbe facile ricordare che, fin dal momento del concepimento, ogni persona è maschio se possiede la coppia cromosomica XY, femmina se possiede la coppia XX; non solo ogni persona è maschio o femmina dall'origine, ma nella sua totalità corporea, dato che ogni cellula del suo corpo possiede la coppia cromosomica che ha determinato il sesso.

Tuttavia, l'identità sessuata non si esaurisce nella realtà corporea, ma comprende anche tutte quelle caratteristiche personali che afferiscono all'area relazionale, psicologica, emotiva, sociale e che gli ideologi del gender vorrebbero separate dal sesso biologico.

Purtroppo abbiamo avuto la dimostrazione di come anche l'identità di genere sia frutto di un progetto armonicamente connesso al sesso biologico, e di come le teorie che definiscono l'identità di genere come un mero prodotto culturale siano assolutamente prive di fondamento. Mi riferisco alla triste storia di David Reimer, raccontata dal giornalista John Colapinto nel libro “As nature made him” (2001).

David Reimer, in origine Bruce, fu evirato per errore durante una banale operazione di circoncisione a nemmeno due anni d'età. I genitori, disperati, si rivolsero al dottore John Money, celebre per la terapia di bambini con problemi di ermafroditismo, allievo di Kinsey e tra i primi a teorizzare che l'identità di genere non avrebbe nulla a che fare con il sesso biologico.

Il dottor Money si trovò così servito su un piatto d'argento l'esperimento perfetto, ossia la possibilità di trasformare un bambino nato maschio in una bambina, attraverso una educazione mirata e interventi chirurgici ed ormonali per modificare il sesso biologico. Non solo: Bruce aveva un fratello gemello identico, Brian, che poteva cosìrappresentare il cosiddetto "campione di controllo". Bruce venne così chiamato Brenda, subì una parziale operazione chirurgica e venne cresciuto come una bambina.

Cominciò così per l'intera famiglia un terribile calvario fatto di depressione, bulimia, alcolismo, problemi scolastici e sociali che terminò soltanto quando il Bruce/Brenda - che nulla sapeva dell'incidente e della sua vera identità - si ribellò al dottor Money, decise di farsi ricostruire un rudimentale pene e sposò Mary, una giovane donna con tre figli avuti da tre uomini diversi.

La storia non ha un lieto fine, perchè David - questo il nuovo nome di Bruce/Brenda - devastato dal tragico esperimento del dottor Money, si è suicidato il 5 maggio del 2004, due anni dopo il fratello Brian. (D.Q.)

(Agenzia Fides 20/12/2007)
Paul
La Filosofia del Gender, o megio ideologia del gender, che significa genere, è sponsorizzata da ONU ed Unione Europea.
E' una teoria a largo respiro, che intende promuovere una nuova antropologia fondata essenzialmente su un artificio intellettuale che separa il sesso maschile e femminile ( dato biologico) dal genere, quale dato sociale e culturale. Mentre i sessi sarebbero due, dato naturale, il …Altro
La Filosofia del Gender, o megio ideologia del gender, che significa genere, è sponsorizzata da ONU ed Unione Europea.
E' una teoria a largo respiro, che intende promuovere una nuova antropologia fondata essenzialmente su un artificio intellettuale che separa il sesso maschile e femminile ( dato biologico) dal genere, quale dato sociale e culturale. Mentre i sessi sarebbero due, dato naturale, il genere sarebbe indipendente da esso, per cui avremmo non più soltanto genere maschile e femminile, ma un numero indefinito di generi, a seconda dell'orientamento sessuale avvertito dal soggetto in un dato momento.
Nella filosofia del GENDER o del genere, dunque,il genere è distinto dal sesso biologico, e consisterebbe nell'orientamento sessuale di un individuo : non più un dato originario della natura (maschile e femminile), che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensì un ruolo sociale del quale si decide autonomamente, mentre finora era la società a decidervi. I diversi orientamenti sessuali (lesbismo, omosessualità, transessualismo, ecc.) sarebbero “naturali varianti della sessualità umana”, a disposizione della scelta autonoma dell’individuo. Il genere sarebbe dunque la costruzione sociale o culturale del sesso, ovvero chiunque potrebbe determinare il proprio genere e modificarlo a suo piacimento. Una teoria ben studiata, dove l'uomo entra in conflitto con se stesso e "divorzia" dal proprio corpo, per reinventarsi una identità fondata sul "sentire" del momento : insomma una pura costruzione intellettuale, un artificio possibile solo se l'uomo ha la pretesa di essere in toto arbitro del proprio destino, ponendosi quale creatore e signore di se stesso.
Marcellino
filosofia del Gender : Relatori
On. Eugenia Roccella, Parlamentare Giornalista, scrittrice, già sottosegretario al Ministero della Salute,portavoce del “Family Day". Ha collaborato, tra gli altri, con “Avvenire”, “Il Foglio” e “Il Giornale”. E' intervenuta sul tema del Gender con libri e pubblicazioni,quali " Non crescete, non moltiplicatevi", " Contro il cristianesimo. L’Onu e l’Unione …Altro
filosofia del Gender : Relatori

On. Eugenia Roccella, Parlamentare Giornalista, scrittrice, già sottosegretario al Ministero della Salute,portavoce del “Family Day". Ha collaborato, tra gli altri, con “Avvenire”, “Il Foglio” e “Il Giornale”. E' intervenuta sul tema del Gender con libri e pubblicazioni,quali " Non crescete, non moltiplicatevi", " Contro il cristianesimo. L’Onu e l’Unione europea come ideologia “. “L'ideologia di genere è il tentativo di cancellare le leggi della biologia, della genetica, delle scienza naturali, ritenute obsolete a fronte dell'avanzare della tecnologia, e la loro sostituzione con artifici giuridici inventati dall'uomo”.
On. Luisa Capitanio Santolini, Presidente della Fondazione Sublacense “Vita e Famiglia” biologa,
Docente, già Parlamentare e Presidente del Forum delle Associazioni Familiari. “ Il concetto digenere si riferisce alla differenza tra un uomo ed una donna. L'identità di genere si caratterizza invece come una autovalutazione individuale sulla (propria) sessualità negando la differenza sessuale. La teoria del Gender trasforma in modo definitivo la cultura occidentale, cambiando completamente l'idea di natura e di identità naturale, il concetto dì famiglia e di procreazione,tutti nodi fondamentali di qualsiasi sistema antropologico”.
Marcellino
E’ l’ideologia per cui non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali.
Il sesso sarebbe l’aspetto biologico
dell’essere umano, e il genere sarebbe la costruzione sociale o culturale del sesso, ovvero chiunque potrebbe determinare il proprio genere e modificarlo a suo piacimento (secondo la “Australian human rights commission” …Altro
E’ l’ideologia per cui non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali.
Il sesso sarebbe l’aspetto biologico
dell’essere umano, e il genere sarebbe la costruzione sociale o culturale del sesso, ovvero chiunque potrebbe determinare il proprio genere e modificarlo a suo piacimento (secondo la “Australian human rights commission” l’essere umansi distinguerebbe in ben ventitré generi: uomini, donne, omosessuali, bisessuali, transgender, trans, transessuali, intersex, androgini, agender, crossdresser, drag king, drag queen, genderfluid, genderqueer, intergender, neutrois, pansessuali, pan gender, third gender, third sex, sistergirl e brotherboy).Questa teoria ha volutamente distinto il genere dal sesso, limitando il sesso alle caratteristiche biologiche che definiscono uomini e donne, e utilizzando il genere in riferimento a quelli che consideravano essere i ruoli socialmente costruiti dalla società per uomini e donne.
CONSEGUENZE : le conseguenze di questa teoria promossa da agenzie internazionali e recepita da molti governi occidentali, negli U.S.A e nella U.E., sono state immediate, poiché riguardano la maternità, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la complementarietà tra i due, l’identità sponsale della persona umana, la femminilità e la mascolinità, l’eterosessualità. Ebbene, queste caratteristiche e proprietà naturali, sarebbero invece , secondo l filosofia del Gender, altrettante costruzioni sociali o stereotipi che sarebbero contrari all’uguaglianza, discriminatori e, pertanto, da decostruire culturalmente». QUINDI : questa teoria del genere fa divorziare la persona umana da se stessa, per così dire dal suo corpo e dalla sua struttura antropologica. Così radicalmente la teoria del genere è una pura costruzione intellettuale, difficile da cogliere per le culture non-occidentali.
Fausto
Civitavecchia – Il 20 ottobre si è tenuto il convegno sul Gender
Difendere i valori umani e cristiani del Matrimonio e della Famiglia
La famiglia basata sulla fecondità è il fondamento antropologico dell’umanità
Un incontro «per difendere i valori umani e cristiani del Matrimonio e della Famiglia» e contribuire così «a far risplendere il meraviglioso mosaico della creazione dell’uomo che la …Altro
Civitavecchia – Il 20 ottobre si è tenuto il convegno sul Gender
Difendere i valori umani e cristiani del Matrimonio e della Famiglia
La famiglia basata sulla fecondità è il fondamento antropologico dell’umanità

Un incontro «per difendere i valori umani e cristiani del Matrimonio e della Famiglia» e contribuire così «a far risplendere il meraviglioso mosaico della creazione dell’uomo che la Parola ispirata ci rivela e che in Gesù Cristo, Parola fatta carne, trova salvezza e dignità».
Così il vescovo Luigi Marrucci ha introdotto i lavori del convegno "Gender: risvolti etici, sociali e politici" che si è svolto domenica scorsa, 20 ottobre, presso il Teatro Buonarroti dei Salesiani di Civitavecchia. L’iniziativa è stata promossa dall'Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia, in collaborazione con il Movimento per la Vita e l'Associazione Salesiani Cooperatori che, spiegano in una nota, «hanno sentito l'urgenza di suscitare nella nostra comunità una piena consapevolezza delle implicazioni che la concretizzazione della teoria del gender può comportare».
Alla presenza di oltre trecento partecipanti, il vescovo Marrucci si è soffermato sull’importanza dell’iniziativa, inserita nel solco del programma della diocesi che, fin dal 2011, «ha fatto la scelta della Famiglia, impegnandosi a comprendere le difficoltà in cui versa per aiutarla ad esprimere quello che essa è: una comunità di amore». Per il presule, «la famiglia è minacciata anche da nuove teorie o filosofie, come quella denominata del “gender”, che all’identità sessuale biologica affianca l’identità sessuale come costruzione di sé culturale e sociale, per cui non esisterebbe solo il genere maschile e femminile, ma una varietà di generi». Una filosofia, secondo il vescovo, in cui «tutto nell’uomo è subordinato alle sue scelte preferenziali senza più una gestione naturale e razionale della propria esistenza. L’economia dell’essere, in questo senso, è relegata a cenerentola per una effimera economia dell’apparire».
Il convegno, dopo il saluto di monsignor Marrucci, è continuato con una tavola rotonda che ha visto protagoniste la deputata Eugenia Roccella e la presidente della Fondazione Sublacense “Vita e Famiglia”, Luisa Santolini.
Le relatrici hanno illustrato chiaramente il significato della teoria del gender, osservando che essa è l’ideologia per cui non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali. Il sesso sarebbe l’aspetto biologico dell’essere umano, e il genere sarebbe la costruzione sociale o culturale del sesso, ovvero chiunque potrebbe determinare il proprio genere e modificarlo.
Eugenia Roccella - che sulla materia ha scritto diversi libri e ne ha fatto parte sostanziale della sua attività politica – ha posto l’accento sul rischio di sottovalutare tale corrente di pensiero «che mina i fondamenti antropologi dell'umanità». La deputata ha ricordato che, anche negli ambienti cattolici, si sente dire «“che male c'è nel matrimonio omosessuale?”, come se questo fosse un allargamento dei diritti». In realtà, ha detto la relatrice, le unioni dello stesso sesso «rappresentano la fine della “fecondità” intesa come base antropologica dell’umanità e della famiglia». Una corrente di pensiero che trova la sua forza espansiva anche dalle nuove tecnologie, che «permettono di distinguere i “genitori sociali” dai “genitori biologici”, facendo della vita e del feto un mercato con aspetti di sfruttamento e connotazioni razziste».
Per l’onorevole Roccella «la Chiesa su questo argomento è stata all'avanguardia, ha saputo vedere i rischi e leggere il futuro con molta chiarezza già da alcuni decenni, la politica invece arranca perché non riesce a comprendere queste trasformazioni». «Il luogo comune – ha concluso Roccella – offerto all’opinione pubblica dal “politicamente corretto”, rischia di prevalere sul senso comune, che nel nostro paese per fortuna ancora resiste».
A parlare degli aspetti giuridici e internazionali del fenomeno è stata invece Luisa Santolini che si è soffermata sulle posizioni dell’ONU che «promuovono la prospettiva di genere» esplicitate nelle Conferenze del Cairo (1994) e di Pechino (1995) e nella più specifica “Agenda di Genere”.
Per la relatrice, ci troviamo di fronte ad una “battaglia” ispirata da una avversione profonda per le radici stesse della civiltà e della cultura occidentale e che «ha preoccupanti conseguenze immediate, poiché riguardano la maternità, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la complementarietà tra i due, l’identità sponsale della persona umana, la femminilità e la mascolinità, l’eterosessualità».
«Tutto ciò – spiega Santolini - ha ben poco a che fare con il rispetto degli omosessuali, con la lotta contro l’omofobia, con la tolleranza e con il rispetto delle diversità: semmai è vero il contrario perché sono proprio le diversità che si vogliono abbattere». Per Santolini, «difendere i diritti degli omosessuali non solo è giusto ma è doveroso, ma l’ostinazione a impadronirsi del fortino del “matrimonio” e a demolire tutte le parole connesse - come “padre e madre” - indica altri obiettivi».