Milano, 9 settembre 2014 - 14:40

Le suore uccise sepolte in Africa
Arrestato il killer: «Ha confessato »

L’uomo aveva il cellulare di una delle vittime e la chiave del convento e ha confessato: «Le ho uccise perché il convento era sul mio terreno»

di Redazione Online

Da sinistra suor Bernardetta Boggian, suor Olga Raschietti e suor Lucia Pulici (Ap/Missionari saveriani) Da sinistra suor Bernardetta Boggian, suor Olga Raschietti e suor Lucia Pulici (Ap/Missionari saveriani)
shadow

L’assassino delle tre suore italiane, suor Lucia Pulici, suor Olga Raschietti e suor Bernadetta Boggian, uccise nel loro convento in Burundi, è stato arrestato. L’uomo si chiama Christian Claude Butoyi ed ha 33 anni. Secondo la polizia ha confessato il delitto. Ad incastrarlo il cellulare di una delle suore che l’uomo aveva con se e la chiave del convento. «Ha confessato senza alcun pentimento di aver stuprato e ucciso le suore», ha annunciato il colonnello Helmegilde Harimenshi, «ha detto di aver commesso il crimine perché, dopo aver fatto alcune indagini, ha realizzato che la parrocchia fu costruita su un terreno che apparteneva ai suoi genitori». Si fa sempre più strada dunque l’ipotesi che l’uomo abbia agito senza un vero movente e spinto da un attacco di follia. La polizia ha reso noto che sarà sottoposto a un esame psichiatrico per valutarne condizioni mentali. Secondo gli investigatori, l’assassino delle missionarie saveriane ha agito da solo: dopo aver ucciso le prime due suore, Olga Raschietti e Lucia Pulici, domenica pomeriggio, ha rubato le chiavi del convento e il cellulare di una delle sorelle. Poi è tornato all’alba per massacrare anche suor Bernadetta Boggian, poi decapitata. Quando è stato arrestato, l’omicida aveva ancora con sé una chiave del convento, una pietra sporca di sangue e il cellulare di una delle vittime. Prima di arrivare all’uomo, la polizia aveva fermato altre tre persone, guardiani dipendenti della parrocchia cattolica Guido Maria Conforti, collegata al convento di Kamenge.

Saranno sepolte in Africa

Intanto viene confermato che le tre missionarie saranno sepolte nel cimitero saveriano di Bukavu (nell’est della Repubblica Democratica del Congo). Le tre donne, tra i 79 e gli 83 anni, erano state barbaramente uccise tra domenica e lunedì nella missione di Kamenge, alla periferia della capitale Bujumbura. Giovedì saranno celebrati i funerali nella Cattedrale. «Non ci sarà il rimpatrio delle salme per volontà espressa dalle nostre sorelle missionarie e perché la gente, che hanno amato e servito, desidera che rimangono con loro», ha dichiarato all’agenzia vaticana Fides suor Delia Guadagnini, ex superiora regionale delle Missionarie Saveriane per la Repubblica Democratica del Congo e il Burundi.

shadow carousel
Suor Lucia, suor Olga e suor Bernardetta, in missione in Africa da 50 anni

«Avevano puntato i piedi per tornare in Burundi»

La richiesta di essere sepolte in Africa, per suor Delia «è un segno di amore fino alla fine» da parte delle tre religiose che, racconta l’ex superiora, nonostante soffrissero di problemi di salute - avevano tra i 75 e gli 83 anni - «avevano chiesto, quasi puntando i piedi, di poter tornare in Burundi e dare la vita fino alla fine» ed «erano tornate accettando di svolgere piccoli servizi, perché le loro forze non gli consentivano di svolgere compiti impegnativi».

«Stavano accanto alla gente»

«Si trattava di servizi semplici, stare accanto alla gente, con visite a domicilio, aiutare i poveri», precisa inoltre suor Delia che conosceva molto bene le tre missionarie massacrate (in due tempi) nella missione di Kamenge, un quartiere settentrionale di Bujumbura capitale del Burundi), presso la parrocchia dedicata a San Guido Maria Conforti.

Il ministro Mogherini: «Attacco ai cristiani»

Nel frattempo il ministro degli Esteri Federica Mogherini, durante un’audizione al Senato, ha spiegato che le cause del triplice omicidio «non sono state ancora accertate». l ministro ha voluto «rivolgere un pensiero alle tre suore uccise» e ha voluto sottolineare che «non possiamo fare finta di niente davanti ad un tema gravissimo», quello «dell’attacco ai cristiani che in molte parti del mondo sta diventando un fenomeno drammatico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ti potrebbero interessare anche articoli correlati
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT