Il patriarca Twal: “Torniamo a meditare la Parola di Dio”

Dobbiamo tornare a prendere seriamente le parole del Signore che ha detto "Piccolo gregge, non avere paura, sono con voi fino alla fine del mondo". Vuol dire che dobbiamo tornare alla Parola di Dio, meditarla, accettarla, e vedere che cosa significa in queste circostanze. Se da una parte abbiamo sofferto e soffriamo… quasi tutti i cristiani del Medio Oriente, dall’altra parte ci appoggiamo molto sulla Chiesa universale, sulla vostra solidarietà, sul vostro amore per la Terra Santa e sull’arrivo dei pellegrinaggi che ci danno vita, danno lavoro, danno vita economica, danno speranza e ci danno la certezza che il nostro, vostro, mio piccolo gregge non è dimenticato, non è abbandonato ma tutti viviamo una chiesa bella, grande, dobbiamo andare avanti con gioia e con speranza.

Noi possiamo forse sottolineare il diritto alla cittadinanza, all’essere vero cittadino, tutti quanti, con tutti i diritti, tutti gli obblighi, figli della città e soggetti di questa cittadinanza. E poi avere un ruolo, non avere questo complesso che siamo pochi, siamo una minoranza. Non siamo pochi per niente. Se noi pensiamo alla Chiesa universale tutta quanta, se io a Gerusalemme penso al numero dei milioni di pellegrini che mi arrivano, io da una minoranza divento una maggioranza assoluta, non ho nessun complesso.

La gente è forzata ad emigrare, perché non sopporta più la situazione che viviamo, non sopporta più un occupazione che dura da anni, non sopporta più da 60 anni che c’è in Terra Santa un conflitto che non finisce mai, io capisco un padre di famiglia, che pensa al passato, al presente al futuro, e il futuro non è ancora chiaro, quello sceglie di emigrare, lo capisco. A me piacerebbe che rimangano, che abbiamo questo senso di appartenenza alla terra, alla terra santa, come testimoni della salvezza.