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Manila, Papa Francesco ai giovani: "Non siate giovani da museo"

"Non siate giovani da museo". E' la raccomandazione di Papa Francesco ai ragazzi che vivono nell'era dell'informazione, il cui rischio è avere "tante notizie, ma non sapere come impiegarle". Proprio come i musei: "hanno tutto, ma non sanno che farci". Una raccomandazione forte come il profondo discorso che - nuovamente a braccio ("perché in spagnolo mi viene più spontaneo", ha detto lasciando da parte il testo scritto) - ha rivolto a 30mila ragazzi riuniti nel capo sportivo dell'Università Santo Tomas.

Nel primo momento di un'altra giornata trionfale, con milioni di persone che hanno invaso il centro di Manila, il Pontefice ha chiesto ai giovani di essere santi, di imparare ad amare e di avere speciale attenzione all'ambiente e ai poveri. "Imparate a piangere", ha detto prendendo spunto dalla domanda di Glyzelle, una ex bambina di strada, che in lacrime, gli aveva chiesto: "Perché Dio permette che i bambini piangano?". Domanda, ha spiegato, alla quale non si può dare risposta, se non con gli occhi resi limpidi dalle lacrime. Prima, però, di rispondere ai toccanti quesiti di alcuni ragazzi, Francesco ha voluto ricordare Kristel, la ragazza di 27 anni (e non 21, come in precedenza si era saputo) morta a Tacloban durante la Messa di sabato. Il Papa ha chiesto per lei e per i suoi genitori (era figlia unica, la madre sta rientrandi da Hong Kong) un minuto di silenzio e poi ha recitato una Ave Maria e un Padre Nostro. In precedenza, sempre nell'università Santo Tomas, aveva brevemente salutato i leader delle altre religioni.

Imparare a piangere.
Il primo quesito dell'incontro con i giovani è stato proprio quello di Glyzelle. E gli ha fornito lo spunto per ricordare che "le donne sanno porre domande che gli uomini non sono capaci di fare" e che non bisogna essere maschilisti, ma fare più spazio alle donne. "Quando verrà a Manila il prossimo Papa, spero che ci siano più donne a fare testimonianze". Quindi ha proseguito: "Oggi ho ascoltato l’unica preghiera che non ha risposta, alla bambina non sono bastate le parole, ha avuto bisogno delle lacrime. Solo quando siamo capaci di piangere sulle cose che ha detto siamo capaci di rispondere a questa domanda. E' una grande domanda per tutti: perché i bambini soffrono? Quando il cuore è capace di chiedere a se stesso e piangere possiamo capire qualcosa".

Per il Papa esiste una compassione mondana che non è utile per niente. E' la compassione di chi al massimo tira fuori una moneta dal borsellino. "Se Cristo avesse avuto questa comapassione - ha detto il Papa - avrebbe aiutato tre o quattro persone e sarebbe tornato al padre. Solo quando Cristo è stato capace di piangere ha capito il nostro dramma".

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