L'abitudine porta al peccato, il peccato al vizio, il vizio all'impenitenza e l'impenitenza alla dannazione eterna

L'uomo tende ad abituarsi a tutto... anche a Dio!
Un marito che si abitua alla moglie piano piano cessera' di comprarle i fiori, di aprirle la portiera dell'automobile per farla salire (se mai l'ha fatto) e arriverà forse a cercare altrove ciò che in lei non riesce più a trovare. Potenzialmente questo può avvenire e difatti molti episodi simili avvengono tutti i giorni. Quando però la persona arriva ad abituarsi a Dio i danni sono ben più rilevanti. Quelli che sono più a rischio sono ovviamente quelli che con il Signore vivono più a "stretto contatto" cioè i sacerdoti, ministri del culto.
"Un sacerdote che non è santo non solo non serve ma fa danno alla Chiesa" (S. Pio X).
"Un prete che si danna o che si salva porta con se sempre un gran numero di anime" (S. G. Bosco). Questo discorso vale in particolare per i sacerdoti ma vale per ognuno di noi. La Bibbia dice che Dio vomita i tiepidi. Non ci va giù leggero. Chi ama è sempre ardente, sempre attivo, pieno di forze per lavorare per l'Amato. Quando l'amore comincia a calare, cala anche la produttività dell'anima. Meno preghiera, meno penitenza, meno apostolato, meno carità verso il fratello... In compenso aumentano a dismisura i peccati, specie i peccati di omissione. I fedeli vorrebbero vedere sempre nel proprio sacerdote Gesù Cristo. Così come il sacerdote vorrebbe vedere nei suoi fedeli la santita' della vita.
L'abitudine porta al vizio e il vizio porta all'impenitenza. Pensiamo a una persona lussuriosa: il Qoelet recita: "Ho provato tutti i piaceri e ora non godo più di nulla".
"Non si sazia l'occhio di guardare ne l'orecchio e' mai sazio di udire e tutta via non c'è niente di nuovo sotto il sole". La persona immersa nel vizio impuro diventerà a poco a poco sorda ad ogni richiamo divino e sorda alla propria coscienza. È l'esempio di Erode che viveva con la moglie di suo fratello (peccato di adulterio, che oggi è fin troppo diffuso). Lussurioso come pochi (e la sua lussuria lo porto all'assassinio degli innocenti poiché peccato richiama e porta al peccato) venne ammonito dal Battista (che fece uccidere per non ascoltarlo) e quando si trovò di fronte Gesù Cristo, Dio stesso, non ricevette da Lui neanche una parola di commiserazione. E' l'unico personaggio evangelico a cui Gesù non rivolge la parola. È spaventoso a pensarci! Cristo dice di essere venuto per i peccatori, per salvare ciò che era perduto, per ricondurre all'ovile la pecorella smarrita... e non rivolge a Erode neanche una parola! Perché? Perché la sua anima immersa nel vizio impuro non poteva più comprendere il linguaggio divino e quello della coscienza che salva. Difatti S. Alfonso insegna che il peccato impuro è comune a tutte le anime dannate. Significa che tutti i dannati hanno commesso questo peccato in vita. Nessuno escluso. L'abitudine al peccato porta alla morte dell'anima più ancora che il peccato stesso. Bisogna abbandonare visione eccessivamente positive della realtà e imparare a denunciare il male presente nella realtà stessa. E' compito dei predicatori e di chi ha il dovere di smuovere le coscienze farlo e farlo spesso, per il bene eterno delle anime.
Andrea1974 condivide questo
Chiesa.
Albero GenealogicoAltro
Chiesa.

Albero Genealogico