QUANDO "LA CHIESA HA PARLATO!"

Per affrontare le rivelazioni private, la Parola di Dio è il riferimento finale. Pertanto, la Chiesa ha stabilito delle regole di procedura per cercare la verità e guidare i fedeli che attendono dai loro Pastori un giudizio giusto senza discriminazione.

Se "la Chiesa ha parlato" è dovere dei fedeli seguire, con la migliore disposizione del cuore, considerando che Gesù ha dato, ai successori degli apostoli, la responsabilità di guidare le sue pecore.

"Il giudizio sull'autenticità dei carismi appartiene a coloro che detengono l'autorità nella Chiesa, il cui compito particolare è di "Non spegnere lo Spirito, ma di esaminare tutti e mantenere ciò è buono" (Conc. Vat II, Lument Gentium cap. 12; CCC N.801)

Quando accade che i Pastori non seguono la procedura e non si adoperano con tutti i mezzi per esaminare la verità dei fatti e il fondamento teologico dei messaggi trasmessi (al di là dei possibili errori umani) e quando si esordisce con "la Chiesa ha parlato", ne consegue un certo malessere nel popolo di Dio, perché le disposizioni che la Chiesa ha stabilito non sono state rispettate, e questo discredita, agli occhi dei fedeli, la decisione dell'ordinario del luogo.

Quando una presunta rivelazione o apparizione emerge nel popolo di Dio, l'autorità ha il dovere di costituire una commissione d'inchiesta, competente e serena. Dice l'apostolo Paolo: "esaminare tutto e ritenere ciò che è buono" e secondo la parola di Gesù "li riconoscerete dai loro frutti".

Tale commissione ha notoriamente il dovere di sentire prima la persona che dice di avere ricevuto una rivelazione e in seguito confrontarsi, senza compromessi ma caritatevolmente, ai fatti rapportati compreso le opposizioni (ma non solo!) … La commissione ha la necessità di raccogliere tutti gli elementi sia a favore che contro. Si ha l'obbligo di raccogliere testimonianze e constatare i frutti… Spetta al vescovo pronunciarsi, dopo consultazione alla Congregazione per la Dottrina della Fede (CFD) in Vaticano.

Tuttavia, molto spesso questo prerequisito o condizione non è sufficiente.

Ciò che si constata nei fatti.

Il nostro Occidente è diventato razionalista, prima e durante le inchieste, i veggenti soffrono enormemente, anche quando queste finiscono per essere riconosciute come a Lourdes e a Fatima.

Ciò che è accaduto per Kérizinen, Garabandal, Marpingen e tanti altri...

Quanto a Dozulé, San Damiano, Francoise ed ora Manduria… i criteri ecclesiastici non sono sufficientemente esaustivi, per la ragione elementare che i principali testimoni, la carismatica in questione, non è stata ascoltata; dunque quale comportamento devono assumere i fedeli?

"La nostra legge giudica forse un uomo senza prima averlo ascoltato e di sapere cosa fa?" (Gv 7,51).

A Dozulé ad esempio, la missione della commissione d'inchiesta canonica era "di indagare sui motivi dei raduni a Dozulé e portare un giudizio sui libri e le cassette diffuse nel mondo relativi gli avvenimenti di Dozulé".

Ma non un discernimento dei fatti! In altre parole, già all'inizio dell'indagine è irrilevante un vis-a-vis per una sentenza canonica! Mai Madeleine Aumont è stata interrogata personalmente da una commissione d'inchiesta ufficiale né i testimoni diretti o i religiosi (ad eccezione del Curato che è stato spostato)... Questa pre-inchiesta è stata inviata a Roma. Roma ha chiesto di proseguire, ma l'ordinario del luogo ha bruscamente trasformato il tutto in dichiarazione finale negativa: "Non posso discernere i segni che mi avrebbe autorizzato a dichiarare autentiche le apparizioni ..."

E abbiamo detto: "La Chiesa ha parlato!" Sì, ma in realtà non ha che dato un 'ordinanza disciplinare che enuncia delle misure prudenziali legittime e provvisorie ma lei non ha affatto emesso un giudizio sui fatti di Dozulé.

Mons. Badré, prima ordinario di Bayeux, ha parlato, ma la Chiesa non ha detto nulla circa la verità e l'eventuale supernaturalità dei fatti. I fatti di Dozulé sono stati sottoposti ad alcun giudizio canonico. C'è da far pensare? Tuttavia quanto lo pensa?

Da lì, molti disordini e tante polemiche...

Circa i fatti di San Damiano, André Castella scriveva già nel 1981: "Si è soltanto cercata la verità? Come si è potuto conoscerla senza interrogare Mamma Rosa sulle sue visioni, senza sentire i testimoni principali, il parroco (trasferito e abbandonato), senza venire a contatto con i beneficiari delle innumerevoli grazie, senza lasciare trascorrere quattro giorni prima di prendere una prima decisione negativa e, in assenza del vescovo a Roma per il Concilio, ... si raccolsero rumori pubblici con più interesse verso quelli che potevano soddisfare la decisione negativa da prendere a prima vista? Come allora fare appello all'obbedienza dei fedeli “(cfr. Stella Maris 151, 18/11/81, pag. 2363).

Infine, come affermare che "la Chiesa ha parlato"?

Oggi, a Manduria

La situazione sopra descritta per San Damiano è stata riprodotta a Manduria per Debora e ultimamente nel mese di gennaio 2012, un decreto del vescovado afferma che "le asserite esperienze mistiche sono da ritenersi non autentiche".

Vista l'ampiezza che ricopre questa rivelazione della Vergine dell'Eucaristia in Italia e nel mondo, la Chiesa dovrebbe nominare una commissione d'inchiesta indipendente, anzi internazionale.


Malgrado le ripetute richieste e quelle di altre persone, Debora Marasco-Capuzzimato non è mai stata ascoltata sulle "asserite esperienze mistiche". Viene dichiarato ma non è così. Le è stato soltanto intimato di obbedire, il che equivale a stare zitta e fermare tutto.

Se all'inizio, alcuni sacerdoti hanno riconosciuto e firmato di loro penna alcuni fatti dell'olio miracoloso, rapidamente la situazione si è invertita, in particolare per la richiesta della SS. Vergine concernente il rispetto per l'Eucaristia.

(Quanti pellegrini hanno particolarmente sofferto del rifiuto del clero locale a dare loro la comunione in ginocchio, nella bocca… - Curiosamente - ed è interessante - ciò lo domanda il Santo Padre ogni volta che egli dà la comunione.)

Con questo decreto può essere affermato: "La Chiesa ha parlato..."?

Come ricevere questo decreto quando né il principale interessato, né i principali testimoni dei primi segni e delle apparizioni sono state sentite, in contraddizione grave con le leggi della Chiesa, nella materia, in particolare le "Norme di procedura per il giudizio delle presunte apparizioni e rivelazioni" adottate nel Febbraio 1978 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e approvata da Papa paolo VI°?

Giovanni Paolo II ha chiesto che la Chiesa sia una casa di trasparenza! A quando le commissioni d'inchiesta internazionali trasparenti?

Non siamo sorpresi dal trattamento subìto dai profeti; Gesù mise in guardia i suoi discepoli: "Il discepolo non è da più del maestro, ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro” (Lc6,40) Crocifisso!

E ancora: "Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi..." (Gv 15,20) E' la grazia del Profeta!

Riconosciamo che "La Chiesa ha parlato" quando il discernimento è fatto secondo la Parola di Dio e quell'amore di Dio, amore del prossimo che la Chiesa chiede di applicare effettivamente.

L'obbedienza richiesta ai fedeli (can. 212 & 1) impone, alle persone responsabili, di pronunciarsi su questi fenomeni, in virtù dell'autorità, il che implica che obbediscano prima di tutto alla Parola di Dio, poi alla Chiesa e alle sue leggi. Senza questo, la Verità è ferita e un numero considerevole di fedeli sono disorientati.

(Tratto dal mensile Stella Maris n. 491/2012 Ed. Parvis)

Seconda Parte: QUANDO "LA CHIESA HA PARLATO" - CI VOGLIONO LE PROVE!
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Wenn eine angebliche Offenbarung oder Erscheinung unter dem Volk Gottes auftaucht, hat die Autorität die Pflicht, eine Untersuchungskommission einzurichten, die kompetent und gelassen ist. Der Apostel Paulus sagt: "Prüft alles und haltet fest an dem, was gut ist", und Jesus sagte: "An ihren Früchten werdet ihr sie erkennen".
giovanipromanduria