Siri e Ratzinger avevano già ammonito....contro una chiesa rahneriana e una religione mondiale

Siri e Ratzinger avevano già ammonito contro una chiesa rahneriana e una religione mondiale

- Dunque… si va “in-contro” all’uomo per annientare l’incontro con il Cristo, eluderlo, superare ciò che per loro (per i gesuiti modernisti e la nuova chiesa con la sua nuova pastorale) è l’ostacolo principale: LA CONVERSIONE AL CRISTO. In sostanza: in-contrarsi con l’Uomo (nuovo umanesimo) facendo da parte Cristo, per evitarne lo scontro, ma anche l’incontro, la conversione alla Legge di Dio. Da qui questi termini della nuova educazione globale; nuovo umanesimo, il dio di tutti sottoscritto ad Abu-Dhabi, un dio anonimo che possa andare bene a tutte le religioni, affinché queste possano riconoscersi in una religione mondiale.

Prima di lasciarvi a leggere due brevi articoli dalla Bussola nella sezione dedicata alla Dottrina Sociale della Chiesa, è importante sottolineare i seguenti aspetti. Siri fu tra i primi cardinali a denunciare, senza mezze parole, la pericolosità della dottrina dell’eretico gesuita Karl Rahner e ammonì i Gesuiti con queste parole: “Rahner ha rovinato tutto e non capisco come mai i gesuiti l’abbiano sopportato fino all’ultimo. Chi di voi gesuiti se ne vuole andare se ne vada, ma chi resta deve essere come sant’Ignazio”. (vedi qui la fonte originale)

Il motivo per cui – i gesuiti ai vertici di allora che erano Modernisti, con Pedro Arrupe – “sopportarono” Rahner è semplice: la pensavano alla stessa maniera o, al limite, si servirono dell’eresia rahneriana, sopportandolo, per poter avanzare liberamente con il loro progetto di “rivoluzione nella chiesa”, qui troverete tutti i dossier e gli studi approfonditi. Bisogna riconoscere che, parlare oggi dei Gesuiti è come sbattere contro un muro di gomma, se ci dice bene, altrimenti è un vero tabù, quasi che a voler sottolineare la deriva modernista intrapresa da una parte di gesuitismo con Pedro Arrupe, sia proprio un attentato di lesa maestà… Purtroppo in molti ambienti anche sani, dove si tenta di corregge la deriva dell’attuale pastorale filo-rahneriana, parlare di questo gesuitismo malato, è un vero tabù….

In questi ambienti – poiché i Gesuiti sono stati fondati da un Santo – non si toccano e non si discutono, punto, e perciò non si tocca l’argomento “Gesuiti Modernisti” a prescindere da tutto, ma agire in questo modo è sbagliato e porta allo sdoganamento dell’eresia di Rahner con la riabilitazione dell’altro gesuita eretico de Chardin e, a breve, alla beatificazione di Pedro Arrupe. A cosa serve, allora, IL DISCERNIMENTO se, persino in ambienti cattolici, discutere queste derive è tabù? Fatta salva LA RADICE della Compagnia di Gesù fondata da sant’Ignazio ed arricchita dal sangue di centinaia di veri martiri, è onesto cercare di capire che cosa è accaduto dopo la loro riabilitazione del 1814, cosa e chi si è infiltrato per giungere a capire chi è Jorge Mario Bergoglio e come intende procedere papa Francesco.

Tornando un momento al cardinale Siri egli aveva, dunque, rilevato i capisaldi dell’eresia gesuitica degli Anni ’70…. ed è riportata in un libro che il grande teologo domenicano Padre Raimondo Spiazzi dedicò a Siri. Il cardinale Siri mette con le spalle al muro il caso più devastante del nostro tempo: il gesuita Karl Rahner e il suo rahnerismo. Quanto segue è riportato integralmente dal libro citato.

Il cardinale Siri porta un caso ben preciso, quello di Rahner, con annessi e connessi. Di lui sottolinea le molte parafrasi usate, l’ermetismo del linguaggio, e individua ed espone alcune affermazioni che cambiano radicalmente la dottrina cattolica.

1. Le fonti del dogma, secondo Rahner, sono: a) la dottrina del Nuovo Testamento su Gesù; b) la dottrina ecclesiastica; e c) la predicazione odierna.
2. Nella cristologia che risulta dal N.T. ci sarebbero delle concezioni di fondo diverse, ma che non si eliminano a vicenda, secondo che si preferisce uno schema di ascesa o di discesa. Sono già teologie che vanno al di là dell’autotestimonianza di Cristo. Ma nella “nuova Cristologia trascendentale” di Rahner si può andare ben oltre.
3. In particolare viene così superato il problema della “preesistenza” di Cristo (Verbo) derivata dalla dottrina giudeo-ellenista. Secondo Rahner la cristologia odierna deve tornare alla cristologia dell’ascesi che in Paolo e Giovanni divenne “troppo presto” cristologia della discesa e quindi dell’Incarnazione. La Chiesa la prese da Paolo e Giovanni. E dunque oggi, la nuova predicazione più che dell’Incarnazione deve parlare di “vicinanza assoluta” dell’uomo a Dio: Cristo (ci troviamo qui di fronte ad un vero ribaltamento dei valori dottrinali). Ci si chiede: Chi è quest’uomo che si trascende? L’individuo Cristo o il genere umano? Che cosa rimane del Cristo del N.T. e dei dogmi? Che cosa significa “vicinanza assoluta”? Linguaggio trascendentale, ermetismo speculativo o dotte espressioni per coprire ciò che si dice?
4) Secondo il cardinale Siri queste “proposizioni esplicite e implicite… non possono velare la netta negazione”. (..) Hans Kung è stato meno ermetico e meno diplomatico, ma in perfetta linea col suo maestro Rahner, quando ha negato la divinità di Cristo sia prima sia dopo il battesimo, riducendo tutti i dati evangelici a leggende…

Perdonate queste lunghe citazioni ma… se vogliamo comprendere cosa sta accadendo oggi nella Chiesa, la “Chiesa di Karl Rahner” del professore Stefano Fontana, vedi qui, e di ciò che sta accadendo per il sinodo sull’Amazzonia, che cosa è questa smania di pretendere UN NUOVO UMANESIMO (del quale approfondiremo in un altro articolo)… ed altro, è fondamentale andare alle radici del problema…

INCLUSIVISMO – IN-CONTRO…. le due parole d’ordine della chiesa di papa Francesco e di tutto il progetto gesuita…. Nella etimologia dei termini “IN-CONTRO” significa più semplicemente “trovarsi di fronte a…“, ed è anche un “confrontarsi”, da non sottovalutare che tra i sinonimi troviamo “COMPETERE – CONFRONTO – ACCORDO – COMPROMESSO“…. Il suo “contrario” è il CONGEDARSI… Restando così alla lectio del cardinale Siri, e quella di Ratzinger che ora andremo ad esprimere è evidente che, secondo la concezione di Rahner e della chiesa di oggi retta da questi gesuiti modernisti filo rahneriani – L ‘IN-CONTRO – è diventato un congedarsi dal Cristo Gesù, per incontrare IL NUOVO UMANESIMO da includere dentro il cattolicesimo, cattolicizzando l’uomo senza alcuna necessità che questi si converta (incontrarsi) al Cristo Signore.

Dunque… si va “in-contro” all’uomo per annientare l’incontro con il Cristo, eluderlo, superare ciò che per loro (per i gesuiti modernisti e la nuova chiesa con la sua nuova pastorale) è l’ostacolo principale: LA CONVERSIONE AL CRISTO. In sostanza: in-contrarsi con l’Uomo (nuovo umanesimo) facendo da parte Cristo, per evitarne lo scontro, ma anche l’incontro, la conversione alla Legge di Dio. Da qui questi termini della nuova educazione globale; nuovo umanesimo, il dio di tutti sottoscritto ad Abu-Dhabi, un dio anonimo che possa andare bene a tutte le religioni, affinché queste possano riconoscersi in una religione mondiale.

Infatti, quanto all’allora cardinale Joseph Ratzinger, che non nascose mai la sua “amicizia” con Karl Rahner ma
, al tempo stesso, non difettò di denunciarne gli errori e il tentativo di correggerne il tiro, è necessario capire il metodo da lui usato che non era mai diretto e non era mai votato a condannare il soggetto di eresia… Si può certamente criticare il metodo usato da Ratzinger, ma non si può negare che egli abbia denunciato a modo suo e condannato l’eresia…. Un esempio che vale la pena di approfondire è in questo articolo: Raniero La Valle, Ratzinger e l’evoluzione del dogma ….

Nel libro (stranamente sparito dalle pubblicazioni) La Chiesa Israele e le religioni del mondo, Ratzinger mise in guardia dal SINCRETISMO avanzante dentro la Chiesa… tradotto poi nella famosa Dominus Jesus, vedi qui. A ragione si chiedeva Ratzinger: «la religione teistica, dogmatica e gerarchicamente ordinata, è di necessità intollerante? La fede nella verità formulata nel dogma rende incapaci di dialogo? L’attitudine alla pace è legata alla rinuncia alla verità?» (p. 69). La risposta è no. Ratzinger dice chiaramente che «l’incontro tra le religioni non può avvenire nella rinuncia alla verità, ma è possibile solo mediante il suo approfondimento. Lo scetticismo non unisce. E nemmeno il puro pragmatismo unisce. […] Vanno incoraggiati invece il rispetto profondo per la fede dell’altro e la disponibilità a cercare, in ciò che incontriamo come estraneo, la verità che ci può concernere e può correggerci e farci progredire»..

«Qual è dunque il vero ecumenismo? – si chiedeva Ratzinger –
Consiste forse nello smettere di evangelizzare, limitandosi invece ad aiutarsi reciprocamente a diventare migliori cristiani, ebrei, musulmani, induisti o buddisti?
Rispondo di no.»..

Perdonate ora, se per concludere, vi offriamo un’altra lunga citazione ma è fondamentale per capire la VERA RISPOSTA DI BENEDETTO XVI – vedi qui testo integrale – CHE DENUNCIA RAHNER QUALE IDEATORE DI IDEE CONTROVERSE E PER NULLA CATTOLICHE, leggiamolo:

Negli ultimi tempi sono stati formulati diversi tentativi allo scopo di conciliare la necessità universale della fede cristiana con la possibilità di salvarsi senza di essa. Ne ricordo qui due: innanzitutto la ben nota tesi dei cristiani anonimi di Karl Rahner. In essa si sostiene che l’atto-base essenziale dell’esistenza cristiana, che risulta decisivo in ordine alla salvezza, nella struttura trascendentale della nostra coscienza consiste nell’apertura al tutt’altro, verso l’unità con Dio. La fede cristiana avrebbe fatto emergere alla coscienza ciò che è strutturale nell’uomo in quanto tale. Perciò quando l’uomo si accetta nel suo essere essenziale, egli adempie l’essenziale dell’essere cristiano pur senza conoscerlo in modo concettuale. Il cristiano coincide dunque con l’umano e in questo senso è cristiano ogni uomo che accetta se stesso anche se egli non lo sa. È vero che questa teoria è affascinante, ma riduce il cristianesimo stesso a una pura conscia presentazione di ciò che l’essere umano è in sé e quindi trascura il dramma del cambiamento e del rinnovamento che è centrale nel cristianesimo….”

E se non bastasse, Ratzinger aggiunge ancora:

Ancor meno accettabile è la soluzione proposta dalle teorie pluralistiche della religione, per le quali tutte le religioni, ognuna a suo modo, sarebbero vie di salvezza e in questo senso nei loro effetti devono essere considerate equivalenti. La critica della religione del tipo di quella esercitata dall’Antico Testamento, dal Nuovo Testamento e dalla Chiesa primitiva è essenzialmente più realistica, più concreta e più vera nella sua disamina delle varie religioni. Una ricezione così semplicistica non è proporzionata alla grandezza della questione… (…) Quello di cui la persona umana ha bisogno in ordine alla salvezza è l’intima apertura nei confronti di Dio, l’intima aspettativa e adesione a Lui, e ciò viceversa significa che noi assieme al Signore che abbiamo incontrato andiamo verso gli altri e cerchiamo di render loro visibile l’avvento di Dio in Cristo. È possibile spiegare questo “essere per” anche in modo un po’ più astratto. È importante per l’umanità che in essa ci sia verità, che questa sia creduta e praticata. Che si soffra per essa. Che si ami. Queste realtà penetrano con la loro luce all’interno del mondo in quanto tale e lo sostengono. Io penso che nella presente situazione diventi per noi sempre più chiaro e comprensibile quello che il Signore dice ad Abramo, che cioè dieci giusti sarebbero stati sufficienti a far sopravvivere una città, ma che essa distrugge se stessa se tale piccolo numero non viene raggiunto. È chiaro che dobbiamo ulteriormente riflettere sull’intera questione.

Ora vi lasciamo ai testi de La Nuova Bussola: IL DOSSIER AMAZZONIA

Verso il sinodo Amazzonia: Ratzinger e Rahner a confronto
Preti sposati, una breccia nel cuore della Chiesa
– Per capire il sinodo leggete il cardinale Siri

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N.S.dellaGuardia
Scusate se vado come si dice "off-topic" ma il cuore mi si riempie di nostalgia quando penso al mio buon Cardinal Siri, come lo chiamavamo noi genovesi.
Un grande genovese del ventesimo secolo, ma un gigante della Chiesa.
Il rimpianto di non averlo apprezzato abbastanza, se non da pochi anni a questa parte, in quanto inviso ahimè alla maggior parte dei cattolici progressisti e benpensanti post-…Altro
Scusate se vado come si dice "off-topic" ma il cuore mi si riempie di nostalgia quando penso al mio buon Cardinal Siri, come lo chiamavamo noi genovesi.
Un grande genovese del ventesimo secolo, ma un gigante della Chiesa.
Il rimpianto di non averlo apprezzato abbastanza, se non da pochi anni a questa parte, in quanto inviso ahimè alla maggior parte dei cattolici progressisti e benpensanti post-conciliari, atmosfera in cui sono cresciuto e che ha permeato buona parte della Chiesa genovese, nonostante la guida pluricinquantennale di Siri.
Il pensiero di come sarebbe stata la Chiesa se al conclave del '58 fosse rimasto lui papa, papà Gregorio, se come sembra non lo avessero minacciato di non accettare.
Un intelletto profondissimo, una grande sapienza, ma anche un Cardinale che parlava in zeneise con i camalli del porto, che andava alle inaugurazioni di chiesette sperdute sui monti, segno di quella devozione popolare che amava e in cui vedeva il segno della linfa vitale che per secoli ha alimentato il cristianesimo in Europa.
Sempre preoccupato per le sorti di Genova, la sua città che ha tanto amato e che così poco lo ha capito.
Le sue lotte ai tempi del Concilio, la preveggenzarigiardo le pesanti ripercussioni delle derive post-sessantottine sul destino dell'Italia, un essere sempre contro la corrente mainstream, portando avanti un pensiero legato alla sana Dottrina della Tradizione, quindi sempre solo e "fuori moda", e di conseguenza sempre in ombra nella storia della Chiesa.
Una croce che però ha sempre portato con pazienza e fortezza.
Spero che prima o poi inizi anche per lui un cammino di canonizzazione, se mai un giorno cambieranno di nuovo i venti nella Chiesa Sposa di Cristo, e non sposa della teologia della liberazione.

Cardinal Giuseppe Siri ora pro nobis, per Genova, l'italia e la Chiesa.
Emanuele
Diodoro
@N.S.dellaGuardia E dall'ambiente del Cardinal Siri, una persona di vera cultura, un Italiano conscio della grandezza dell'Italia: Piero Vassallo
Marziale
La Chiesa è morta e marcia in quasi tutto il suo mistico Corpo , solo il Capo, che non può morire, e qualche dito dei piedi ha ancora Sangue vitale portante nutrimento e vita. Il Corpo morirà come morì Lazzaro e come morì l'Umanità del nostro Benedetto Salvatore: ma risusciterà.
Marziale