Gli inganni moderni di Satana – Padre Gabriele Amorth

Il mondo è intriso di false credenze. A volte sono innocue, spesso non sono altro che porte aperte al diavolo. Parliamo anzitutto di New Age e della reincarnazione. Il New Age è un movimento sincretista, che ha già trionfato negli Stati Uniti e che sta diffondendosi con grande forza anche in Europa. Crede nella reincarnazione. Per questo movimento, Buddha, Sai Baba e Gesù Cristo vanno bene in ugual modo. Ognuna di queste personalità viene elogiata. Come base dottrinale il New Age è fondato sulle religioni e sulle teorie e filosofie orientali. Sta prendendo ormai grandissimo piede in tutto il mondo a mio avviso pericolosamente. Come difendersi? La cura contro tutti gli errori dottrinali è anzitutto l’istruzione religiosa. E ne approfitto per consigliarvi di leggere prima d’ogni altra cosa la Bibbia come libro di base; poi il Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica. Utile è anche Oltre la soglia della speranza di Giovanni Paolo II. È davvero una grande catechesi fatta in una forma moderna, perché è quasi una risposta a un’intervista.

Alle domande provocatorie del giornalista Vittorio Messori il Papa dà delle risposte così profonde che non sembrerebbero tali a una prima lettura; ma se uno poi le rilegge, ne vede la profondità... E combatte anche queste dottrine false. La reincarnazione è credere che dopo la morte l’anima si reincarna in un altro corpo più nobile o meno nobile di quello che ha lasciato, in base a come uno è vissuto. Essa è condivisa da tutte le religioni e le credenze orientali e si sta molto divulgando anche in Occidente per l’interesse che oggi le nostre popolazioni, così scarse di fede e ignoranti di catechismo, dimostrano per i culti orientali. Basti pensare che in Italia si calcola che almeno un quarto della popolazione crede nella reincarnazione. Essa è contro tutto l’insegnamento biblico ed è incompatibile in maniera assoluta con il giudizio di Dio e la risurrezione. In realtà la reincarnazione è solo un’invenzione umana, forse suggerita dal desiderio o dalla intuizione che l’anima è immortale. Ma noi sappiamo con certezza dalla Divina Rivelazione che le anime dopo la morte vanno o in Paradiso o all’Inferno o in Purgatorio, secondo le loro opere. Dice Gesù: «Verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio dell’uomo: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna» (Giovanni 5,28).

Sappiamo che la risurrezione di Cristo ha meritato la risurrezione della carne, ossia dei nostri corpi, che avverrà alla fine del mondo. Perciò c’è assoluta incompatibilità tra la reincarnazione e la dottrina cristiana. O si crede nella resurrezione o si crede nella reincarnazione. Sbagliano quanti credono che si possa essere cristiani e credere nella reincarnazione.

Parliamo di Sai Baba. Ormai è morto, ma sono tanti coloro che ancora lo adorano e credono in lui. Consiglio vivamente alle persone di evitare Sai Baba e il suo mondo, perché il più delle volte chi vi si accosta necessita di cure mediche, di preghiere di liberazione e, nei casi più gravi, di esorcismi. Per me Sai Baba altri non era che un emissario di Satana. Era il suo figlio prediletto, non ho dubbi in proposito. Parlava bene di tutti, di Gesù in particolare, ma il dio era lui. Aiutava con cospicue donazioni gli ospedali dei villaggi indiani, apparentemente faceva del bene perché il diavolo è furbissimo, si cela dietro un’apparenza di bene, ma il dio si ritiene lui, gli altri sono tutti profeti. Tanti turisti italiani, donne in special modo, sono caduti nella sua rete. Sai Baba creava in chi andava a visitarlo, oggi in chi visita i suoi seguaci, una sorta di catena spirituale negativa, insomma un legame, una dipendenza, come del resto fanno maghi e cartomanti. Ho impiegato anni per liberare, nel nome potente di Gesù, una signora, madre di quattro bambini, la quale era andata numerose volte a trovare il santone in India. Molte volte gli aveva baciato i piedi. Satana vuole essere adorato, e molte volte questa donna aveva ingoiato della polvere offertale da Sai Baba. Bene, questa signora per anni ha sputato sangue per liberarsi da quelle polveri. Ma non sempre è così. A volte può bastare una sola seduta d’esorcismo per liberare una persona. Tutto dipende dalla forza con cui il demonio è entrato in lei, dai disturbi del paziente e dalla sua collaborazione. Certo, non è automatico il pericolo che un “passaggio” da Sai Baba e dai suoi seguaci finisca con il causare una sosta obbligata dagli esorcisti. Ma il più delle volte la persona necessita di preghiere di liberazione. Lo dico ancora una volta: frequentare santoni, maghi e cartomanti all’inizio può dare un senso di sollievo, perché il demonio è furbo, ma è importante che la gente sappia che così si apre una porta al principe del male.

Un’altra forma di occultismo in grande espansione è lo spiritismo, ossia evocare i morti per averne una risposta. Lo si fa per curiosità per conoscere il futuro, per l’interesse di sapere cosa fare in una determinata situazione, per affetto evocando anime dei propri cari. Oggi lo spiritismo si fa in tanti modi. Si calcola che in Italia il trentasei per cento dei giovani delle scuole superiori abbia fatto almeno qualche volta “il gioco del cartellone”. Si fa spiritismo con il registratore e con la scrittura automatica; ci sono scuole di spiritismo come il Movimento della Speranza, che vanta la partecipazione di noti sacerdoti. Eppure la Bibbia è chiara: chi fa magia e evoca i morti è in abominio a Dio (cfr. Deuteronomio 18,10-12).

Altra forma di occultismo, come ho già spiegato, è il satanismo. Satana è esaltato come il primo ribelle (ribelle a Dio); ha il suo culto, i suoi sacerdoti, i suoi consacrati. Chi si dà al satanismo spera di ricavarne conoscenze del futuro o di fatti nascosti, poteri di fare del bene o del male agli altri; si aspetta successo, ricchezze, piaceri. Le sette sataniche danno largo spazio a sesso, droga, ogni disordine, senza il minimo freno, per cui può capitare che arrivino anche a sacrifici umani.

Le sette meritano una riflessione seria. Perché significa parlare di un mondo quanto mai numeroso e insidioso. L’attrattiva delle sette pare irresistibile per molti. Si pensi che, solo in America Latina, ogni giorno da sette a ottomila cattolici abbandonano la Chiesa per entrare in una setta. Arancioni, Testimoni di Geova, Avventisti, Bambini di Dio, Chiesa di Dio Universale, Chiesa della unificazione, Mormoni, Scientology, ancora New Age... Non si finirebbe più. Alle sette si aggiunga il fascino delle religioni orientali, come l’induismo, il buddismo, i culti tibetani. Per chi è senza religione, o per chi nasce in una popolazione che segue quelle religioni, senza conoscere la vera e unica religione rivelata, è comprensibile... Ma per chi conosce Gesù Cristo, unico Maestro, e lo abbandona per seguire altre fedi, è incomprensibile: denota una paurosa ignoranza religiosa. Perché cercare altrove risposte a quesiti che nel cristianesimo stesso si possono trovare? Forse perché per molti il loro cristianesimo è rimasto quello del catechismo, è rimasto bambino. Non occorre mendicare dalle religioni orientali per imparare a coltivare meglio la propria interiorità. Una delle conseguenze di questo caos religioso è quella che oggi viene chiamata «NUOVA RELIGIOSITÀ», ossia la mescolanza del cristianesimo, da cui non si intende uscire, con concezioni che sono assolutamente contrarie al cristianesimo.

Così abbiamo il trentasette per cento di italiani che credono nella reincarnazione, benché la maggioranza di essi si proclamino ancora cristiani; senza rendersi conto dell’assoluta incompatibilità tra reincarnazione e resurrezione. Ci sono molti che si dicono cristiani, ma insieme coltivano il culto di Sai Baba (sempre lui) o di altri guru indiani. Quello di cui nessuno parla mai è di come certi errori, soprattutto l’adesione a varie forme di occultismo, possano anche aprire le porte a malefici e alla stessa possessione diabolica. Ricordo qui i tre grandi rimedi indispensabili: istruzione religiosa, informazione esatta, l’ascolto delle persone. Con la testimonianza della vita e l’apertura al dialogo si può recuperare molto.

Non è una religione, non è una credenza, né una setta, ma voglio qui brevemente dire la mia anche su una “pratica” molto diffusa oggi in Occidente: la festa di Halloween. Mi dicono che anche in Italia vi sono famiglie che la festeggiano. Sbagliano, a mio avviso. Non voglio essere preso per pazzo. Ma per me sbagliano. Penso che la società italiana stia perdendo il senso della vita, l’uso della ragione e sia sempre più malata. Festeggiare Halloween può anche essere rendere un osanna al diavolo. Il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona. Allora non meravigliamoci se il mondo sembra andare a catafascio e se gli studi di psicologi e psichiatri pullulano di bambini insonni, vandali, agitati, e di ragazzi ossessionati e depressi, potenziali suicidi. Beninteso, non voglio spaventare nessuno, né dire che festeggiare Halloween porti automaticamente a queste conseguenze. Voglio però soltanto mettere in guardia da ciò che non va bene. I macabri mascheramenti, le invocazioni apparentemente innocue che si fanno durante la festa di Halloween altro non sono che un tributo al principe di questo mondo: il diavolo. Mi dispiace moltissimo che l’Italia, come il resto d’Europa, si stia allontanando da Gesù, il Signore. La festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco. L’astuzia del demonio sta proprio qui. Se ci fate caso tutto viene presentato sotto forma ludica, innocente. Anche il peccato non è più peccato al mondo d'oggi. Ma tutto viene camuffato sotto forma di esigenza, libertà o piacere personale. L’uomo è diventato il dio di se stesso, esattamente ciò che vuole il demonio.

Tratto da

Padre Gabriele Amorth, Il diavolo. Un'inchiesta contemporanea, Piemme ora, Milano 2014, pp. 83-90.
ClaudiaRosaria
Grazie Padre, ti voglio sempre bene, anche dal Cielo ci proteggi, forse anche di più.
Sandrolanteri
Tutto vero bisogna pregare pregare pregare e dare testimonianza con i fatti e non con la lingua
Pietro81
Mi perdoni ma sarebbe meglio con entrambi