Misteri mariani – Santa Teresa d'Avila vide gli "Apostoli degli ultimi tempi" con lo Scapolare della Madonna del Carmelo

LOURDES, LO SCAPOLARE DEL CARMINE, LA CONSACRAZIONE A MARIAE GLI APOSTOLI DEGLI ULTIMI TEMPI VISTI DA SANTA TERESA D’AVILA

Il giorno dell’ultima apparizione dell’Immacolata a Lourdes è il 16 luglio
, giorno in cui la Chiesa celebra la festa della Madonna del monte Carmelo. Ebbene, esiste una connessione tra questa festa e la consacrazione mariana che, implicitamente, si offre. La connessione è data dal noto scapolare del Carmine, il quale propone una spiritualità di vita mariaforme e di donazione a Maria secondo la più genuina tradizione carmelitana; la Madonna, attraverso le sue apparizioni (non solo a Lourdes) offre a tutti lo scapolare da portare indosso, invitando così ognuno a farne propria la spiritualità. Ebbene, la vita mariaforme, di imitazione e donazione a Maria, è l’essenza della consacrazione mariana.

Approfondiamo il discorso. Lo scapolare: cos’è? Si tratta del più noto oggetto di devozione mariana, un potente ed efficace sacramentale, formato da due quadratini di tessuto marrone, uniti da cordoncini, che hanno da una parte l’immagine di Nostra Signora del Carmelo e dall’altra il Cuore di Gesù o lo stemma dell’Ordine Carmelitano. È una miniatura dell’abito carmelitano, per questo è di tela. Chi si riveste dello scapolare passa a far parte della famiglia carmelitana (in senso largo e generico) e si consacra alla Madonna.Lo scapolare è quindi un segno visibile dell’“alleanza con Maria”.

Così si espresse il papa Giovanni Paolo II su questo tema:

«Due sono le verità evocate nel segno dello Scapolare: da una parte, la protezione continua della Vergine Santissima, non solo lungo il cammino della vita, ma anche nel momento del transito verso la pienezza della gloria eterna; dall’altra, la consapevolezza che la devozione verso di Lei non può limitarsi a preghiere ed ossequi in suo onore in alcune circostanze, ma deve costituire un “abito”, cioè un indirizzo permanente della propria condotta cristiana, intessuta di preghiera e di vita interiore, mediante la frequente pratica dei Sacramenti ed il concreto esercizio delle opere di misericordia spirituale e corporale. In questo modo lo Scapolare diventa segno di “alleanza” e di comunione reciproca tra Maria e i fedeli:esso infatti traduce in maniera concreta la consegna che Gesù, sulla croce, fece a Giovanni, e in lui a tutti noi, della Madre sua, e l’affidamento dell’apostolo prediletto e di noi a Lei, costituita nostra Madre spirituale»[1].

Molto importante il concetto di “alleanza” per capire l’intima natura della vita di consacrazione: alleanza, infatti, nel senso biblico, sta sempre a significare una relazione e uno scambio di promesse e di beni[2]. Nel contesto della consacrazione è la Madonna che dà a noi ogni bene e poiché noi non siamo in grado di ricambiare adeguatamente, le diamo tutto quello che siamo e che abbiamo, le diamo il nostro cuore. Rivestirsi dello scapolare, quindi, sotto il segno dell’alleanza, significa e richiede da parte del devoto che ne fa uso un’autentica consacrazione vissuta. È, da una parte, segno della protezione di Maria Santissima nei pericoli dell’anima e in quelli del corpo, ma anche e soprattutto un mezzo per stimolarci a vivere nell’ossequio di Gesù Cristo e nell’imitazione di Maria, sua Madre.

Chi porta lo scapolare fa professione di “appartenere a Nostra Signora”– come affermava papa Pio XII – e di comportarsi sempre e dovunque da suo vero figlio. Questo è anche il significato della consacrazione a Maria[3].

Il Santo Padre Pio XII definì lo scapolare “veste mariana” per antonomasia e lo indicò come “segno” e “garanzia” della protezione della Madre di Dio. Esprime visibilmente l’iniziativa dell’amore della Vergine Maria e la nostra volontà di essere sua proprietà.

Molto significative, per cogliere l’intima connessione tra Lourdes e Fatima in relazione alla consacrazione – che sembrerebbe inesistente e invece esiste e risalta –, sono le parole del papa Pio XII che, in una sua Lettera sullo scapolare e la consacrazione, si augurava che quell’abitino fosse «il simbolo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della quale abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi»[4].

Il fatto che la Lettera dati 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, è significativo, una “felice coincidenza” che mette in evidenza la connessione tra Lourdes, lo scapolare e la consacrazione alla Vergine Maria. Concetto, questo del papa Pio XII, ripreso poi da Giovanni Paolo II che, nel 2001, in un discorso all’Ordine Carmelitano sulla devozione mariana e lo scapolare, diceva:

«Questa intensa vita mariana, che si esprime in preghiera fiduciosa, in entusiastica lode e in diligente imitazione, conduce a comprendere come la forma più genuina della devozione alla Vergine Santissima, espressa dall’umile segno dello Scapolare, sia la consacrazione al suo Cuore Immacolato»[5].

Infine, mi pare interessante far notare che «anche nell’ultima apparizione di Fatima i pastorelli videro, al posto del miracolo del sole, dapprima la Madonna Addolorata e quindi la Madonna del Carmelo. Questa “coda” delle apparizioni di Lourdes e di Fatima, con riferimento al Carmelo [...] è un richiamo alla spiritualità di preghiera e di penitenza simboleggiata dal noto scapolare. Si tratta di una devozione in cui la Madonna non è considerata soltanto come oggetto di culto, ma anche come esempio e via per giungere all’intimità più profonda con Dio. Il richiamo che ne sgorga oggi è dunque l’invito a “rivestirci” di Maria come una veste da sposa per andare incontro a Cristo sposo»[6].

Questo rivestirsi di Maria è, in effetti, l’essenza della consacrazione mariana il cui scopo principale è quello di fare del consacrato un’altra Maria affinché Lei ne faccia un altro Cristo.

Note:

[1] San Giovanni Paolo II, Discorso all’Ordine del Carmelo, 25 marzo 2001, § 5.
[2] «Il termine “alleanza” (patto o contratto), corrisponde all’ebraico berit e al greco diathéke o siunthéke. Questo secondo termine greco evidenzia il carattere di patto bilaterale del concetto di berit; il termine diathéke, invece, la liberalità di Dio e la gratuità della berit. Esso viene, perciò, tradotto da “testamento” nel latino della Vulgata»: M. Tábet, Introduzione al Pentateuco e ai libri storici dell’Antico Testamento, Apollinare studi, Roma 2001, pp. 107-108. Mettendo insieme il termine nella sua derivazione ebraica e greca, si sottolinea sia la liberalità (termine ebraico) di Dio che il dovere di una reciprocità (termine greco) perché l’alleanza sia conservata. È Dio che precisa le clausole dell’alleanza (cosa l’uomo deve fare per restarle fedele) e determina anche il segno dell’alleanza perché questa sia ricordata (cf ibidem).
[3] Non dimentichiamo la visione profetica avuta da santa Teresa d’Avila, la quale vide gli apostoli degli ultimi tempi rivestiti dello scapolare, come segno della consacrazione a Maria: cf L. Fanzaga - S. Gaeta, La firma di Maria, p. 60.
[4] Venerabile Pio XII, Lettera Neminem profecto latet, 11 febbraio 1950, in AAS 42 (1950) 391 [390-391].
[5] San Giovanni Paolo II, Discorso, 25 marzo 2001, n. 4.
[6] L. Fanzaga - S. Gaeta, La firma di Maria, Sugarco, Milano 2005, p. 160.