Fatima.
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CON DIO NON SI SCHERZA: IL GIUSTO CASTIGO DI DIO

Certi avvenimenti più che alla luce naturale, dovrebbero essere guardati alla luce della fede.

Per la festa dell'Immacolata del 1908, in un giornaletto umoristico di Messina apparve una poesia, in cui si metteva in caricatura la purezza verginale della Madonna.

Per il Natale dello stesso anno « Il Telefono », giornale irreligioso, pubblicò una poesia satirica contro Gesù Bambino.

Nel pomeriggio della domenica, 27 dicembre, apparvero attaccate ai muri della città strisce di carta con parole: « Gesù Cristo non è mai esistito ».

Nella serata del medesimo giorno in un teatro della città, in quello della « Munizione », si fece una rappresentazione sacrilega, nella quale si voleva dimostrare che Gesù Cristo non è mai esistito; la commedia finì con la parodia di un terremoto.

Sempre nella stessa serata il Circolo Massonico « Giordano Bruno » si radunò e decretò la distruzione della Religione a Messina.

La malvagità umana, per opera della massoneria locale, si schierò apertamente contro Dio.

Ma « con Dio non si scherza! », così poi commentò il fatto il giornale di Londra, il « Times ».

Dopo poche ore di tutto ciò, alle 5,20 del 28 dicembre, un susseguirsi di forti terremoti ridusse la città in un mucchio di macerie. In pochi istanti Messina divenne un cimitero.

Fu distrutta anche la tipografia nella quale si pubblicava « Il Telefono », ma rimase intatta la macchina, in cui era ancora la composizione del giornale contenente la poesia sarcastica contro Gesù Bambino: « Tu che sai, che non sei ignoto - Manda a tutti un terremoto! ».

L'Onorevole Micheli ed il Senatore Mariotti, penetrati in quella tipografia per dare aiuto ai superstiti, fecero tirare migliaia di copie di quella poesia per spedirne ovunque.

Il cataclisma di Messina fu un fatto naturale, ma, date le circostanze, si può affermare che sia stata la risposta di un Dio sdegnato all'uomo insipiente.

Lo stesso Arcivescovo, Mons. D'Arrigo, spedì una circolare ai Parroci, dicendo: - Vi esorto a spiegare al popolo che il terremoto di Messina è stato giusto castigo di Dio. -

Le centomila vittime del terremoto del 1908 apportarono luce spirituale a tanti ciechi morali, i quali ritornarono a Dio.

(Don Giuseppe Tomaselli)