Il decreto sulle attività missionarie del Vaticano II (Ad Gentes) afferma l'errore per cui ci si può salvare fuori dalla Chiesa

ISTRUZIONE CATTOLICA
Non in maniera sorprendente possiamo trovare un errore dottrinale anche nel decreto del Concilio Vaticano II sull'attività missionaria. Abbiamo già esaminato infatti, i documenti più rilevanti del Concilio: Lumen Gentium, Gaudium et Spes, Nostra Aetate, Dignitati Humanae, Sacrosanctum Concilium, rilevando in essi, ahimé, alcuni errori, ambiguità ed eresie. Analizziamo ora la parte problematica del documento sulle attività missionarie del Vaticano II:

Documento del Vaticano II, Ad gentes (6): "Poiché sebbene la Chiesa possieda totalmente e pienamente i mezzi per la salvezza essa può né sempre né in una sola volta metterli all'opera, essendo, invece, soggetta agli inizi ed alle fasi delle attività donde essa si sforza ad effettuare il piano di Dio. Invero, talora, dopo un inizio ed un avanzamento con successo, essa deve compiangersi per un'altra inversione od almeno fermarsi in uno stato di semi-adempimento ed insufficienza." [90]

Il Vaticano II insegnò dunque che la Chiesa Cattolica è insufficiente come mezzo di salvezza. Tale è, purtroppo, un rigetto effettivo del dogma Extra Ecclesiam Nulla Salus. Non esistendo nessuna salvezza al di fuori della Chiesa Cattolica, il quale è un dogma, la Chiesa Cattolica è, dunque, sufficiente per la salvezza dell'uomo. Non è un caso che ormai, parlando con membri del clero, o anche alti prelati, essi negano palesemente il dogma sopra citato, considerandolo poco o niente. E' la logica conseguenza dell'adesione all'insegnamento di Ad gentes (6). L'insegnamento autorevole della Chiesa però è chiaro e diretto su questo punto:

Papa Innocenzo III, Eius exemplo, 18/12/1208: "Con il cuore Noi crediamo e con la bocca Noi confessiamo l'una Chiesa, non degli eretici, ma la Santa Romana, Cattolica ed Apostolica Chiesa, fuori dalla quale noi crediamo che nessuno è salvato." [91]

Papa Clemente VI, Super quibusdam, 20/09/1351: "In seconda istanza, Noi domandiamo voi e gli Armeni a voi obbedienti se poteste credere che verun uomo dei viaggiatori al di fuori della Fede di questa Chiesa ed al di fuori dell'obbedienza del Papa di Roma possa finalmente essere salvato." [92]

Documento del Vaticano II, Ad gentes (29): "Assieme al segretariato per la promozione dell'unità Cristiana esso dovrebbe ricercare strade e modi per realizzare ed organizzare cooperazione e rapporti armoniosi con altre comunità di Cristiani nei loro progetti missionari, cosicché lo scandalo della divisione sia rimosso il più possibile." [93]

Ad Gentes, numero 29, insegna che i Cattolici devono lavorare con i Protestanti nei loro progetti missionari. Ciò significa che il Concilio considerò una eventuale conversione di una persona al Protestantesimo, una conversione alla verità cristiana, al pari della cattolica. Ciò è eresia, e contraddice XIX secoli di insegnamento dei Papi, dei Concili ecumenici e del Magistero solenne della Chiesa, nonché del suo Magistero ordinario ed universale. Non vi è nessuna salvezza al di fuori della Chiesa Cattolica. Una conversione al Protestantesimo non è una vera conversione, è un cadere in un mare di errori, a causa della ribellione del monaco tedesco Martin Lutero, condannato dalla bolla Exsurge Domine di Leone X, e dal Concilio di Trento.

Papa Leone X, Concilio Laterano V, Sessione 8, 19/12/1513: "Giacché verità non può contraddire verità Noi definiamo che ogni affermazione contraria all'illuminata verità della Fede è falsa e Noi proibiamo strettamente di permettere di insegnare altrimenti. Noi decretiamo che tutti coloro aggrappantisi ad affermazioni errate di questo genere, seminando quindi eresie integralmente condannate, debbono essere evitati in ogni modo e puniti come detestabili ed odiosi eretici ed infedeli, minanti la Fede Cattolica." [94]
E' dovere di ogni vero cattolico comprendere rettamente il dogma che nega che fuori dalla Chiesa Cattolica vi possa essere salvezza, al fine di non cadere in estremismi che nulla hanno a che fare col senso genuino del dogma, e, al contempo, rifiutare dottrine che affermano che esiste salvezza al di fuori di Essa. E' logica conseguenza, del rifiuto del dogma extra ecclesiam nulla salus, l'aver ridotto le missioni a semplici aiuti umanitari. Prima del Concilio i missionari partivano col fine di convertire alla fede cattolica le popolazioni che la ignoravano, e che quindi ignoravano Gesù Cristo; oggi, i missionari partono e costruiscono scuole, acquedotti, ponti, e ogni cosa possa aiutare a sviluppare la civiltà, ma non si battezzano più i pagani, non si istruiscono più nel catechismo, non si cerca più di far conoscere loro la verità cattolica. Non c'è alcun dubbio che l'insegnamento conciliare sopracitato abbia condizionato l'attuale attività missionaria, rendendola attività filantropica, ben distinta dalla attività caritativa tipica della Chiesa Cattolica. C'è da ritenere fondata l'opinione di alcuni cattolici che vedono, nelle frequenti apparizioni della Madre di Dio in giro per il mondo, una sorta di intervento di emergenza, al fine di limitare i danni prodotti dagli insegnamenti conciliari, volti alla scristianizzazione della nostra società.

Il dogma cattolico "Fuori dalla Chiesa non c'è salvezza"

Note di fine sezione 8 (5):

[90] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical councils] Volume 2, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla [Georgetown university press], SUA, pagina 1015.

[91] Enrico Denzinger, Le fonti del dogma Cattolico [The sources of Catholic dogma], 1957, Compagnia del libro di Herder [Herder book company], SUA, numero 423.

[92] Enrico Denzinger, Le fonti del dogma Cattolico [The sources of Catholic dogma], 1957, Compagnia del libro di Herder [Herder book company], SUA, numero 570b.

[93] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical councils] Volume 2, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla [Georgetown university press], SUA, pagina 1035.

[94] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical councils] Volume 1, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla [Georgetown university press], SUA, pagine 605-606.