La Salette: il Segreto di Massimino, con commento – Di Padre Antonio Galli

Mentre il Segreto trasmesso dalla Vergine di La Salette alla veggente Melania Calvat è molto diffuso e conosciuto soprattutto nella sua redazione finale e pubblicata nel 1879 con imprimatur ecclesiastica, nulla si sa praticamente di quello rivelato all’altro veggente e pastorello, Massimino Giraud. Il padre Antonio Galli, uno dei massimi esperti di sempre di La Salette nonché grande conoscitore del mondo delle rivelazioni private, ci offre il testo con uno stupendo commento che andrebbe letto e assimilato attentamente per la ricchezza dei contenuti profetici e delle riflessioni che aprono scenari importanti.

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TESTO DEL SEGRETO


II 19 SETTEMBRE 1846 NOI ABBIAMO VISTO UNA BELLA SIGNORA. NOI NON ABBIAMO DETTO CHE QUELLA SIGNORA FOSSE LA SANTA VERGINE, MA ABBIAMO SEMPRE DETTO CHE ERA UNA BELLA SIGNORA. IO NON SO SE FOSSE LA SANTA VERGINE O UN’ALTRA PERSONA, MA OGGI CREDO CHE FOSSE LA SANTA VERGINE. ECCO CIÒ CHE QUELLA SIGNORA MI HA DETTO. SE IL MIO POPOLO CONTINUA, CIÒ CHE STO PER DIRTI ARRIVERÀ AL PIÙ PRESTO, SE CAMBIA UN POCO, SARÀ PIÙ TARDI. LA FRANCIA HA CORROTTO L’UNIVERSO, UN GIORNO SARÀ PUNITA. LA FEDE SI SPEGNERÀ IN FRANCIA. UN TERZO DELLA FRANCIA NON PRATICHERÀ PIÙ LA RELIGIONE O QUASI. L’ALTRA PARTE LA PRATICHERÀ MA NON BENE. [...] IN SEGUITO LE NAZIONI SI CONVERTIRANNO E LA FEDE SI RIACCENDERÀ DOVUNQUE. UNA GRANDE CONTRADA DELL’EUROPA DEL NORD, ORA PROTESTANTE, SI CONVERTIRÀ E SULL’ESEMPIO DI QUELLA CONTRADA ANCHE LE ALTRE NAZIONI DEL MONDO SI CONVERTIRANNO. PRIMA CHE QUESTO ACCADA SI VERIFICHERANNO NELLA CHIESA GRANDI TURBAMENTI E POCO DOPO IL SANTO PADRE, IL PAPA, SARÀ PERSEGUITATO. IL SUO SUCCESSORE SARÀ UN PONTEFICE CHE NESSUNO S’ASPETTA. POCO DOPO GIUNGERÀ UNA GRANDE PACE, MA NON DURERÀ A LUNGO. UN MOSTRO VERRÀ A TURBARLA. TUTTO QUELLO CHE VI DICO ACCADRÀ NEL PROSSIMO SECOLO O AL PIÙ TARDI NEGLI ANNI DEL DUEMILA /MASSIMINO GIRAUD]. ELLA MI HA DETTO DI DIRLO QUALCHE TEMPO DOPO. MIO SANTO PADRE, LA VOSTRA BENEDIZIONE AD UNA DELLE VOSTRE PECORE.

Massimino Giraud, Grenoble, 3 luglio 1851

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COMMENTO AL SEGRETO


A differenza di Melania, che tenne occulto il segreto inviato al papa Pio IX, tanto che si è potuto conoscerlo soltanto ai nostri giorni, Massi- mino divulgò subito il suo, mediante una copia rilasciata all’ing. Beniamino Dausse. Questa copia ha una storia complicata. L’ing. Dausse disse d’averla ricevuta da Massimino, poche settimane dopo l’invio a Roma dell’originale. Ma il pastorello asserì che quella copia era stata bruciata nel vescovado di Grenoble, alla presenza di tre testimoni. Allora l’ingegnere cambiò versione. L’11 agosto 1851 disse che Massimino, per dimostrargli che ricordava perfettamente il testo inviato al papa, lo scrisse davanti a lui e glielo regalò. Passiamo all’analisi del testo romano.

«Il 19 settembre 1846 noi abbiamo visto una bella Signora. Noi non abbiamo detto che quella Signora fosse la Santa Vergine, ma abbiamo sempre detto che era una bella Signora. Io non so se fosse la Santa Vergine o un'altra persona, ma oggi credo che fosse la Santa Vergine».
Massimino scriveva il 3 luglio 1851, quando non era ancora avvenuto il riconoscimento dell’Apparizione da parte dell’autorità ecclesiastica. Perciò nella copia data al Dausse aggiunge queste parole che mancano nel testo spedito a Pio IX: « Spetta alla Chiesa giudicare se era veramente la Santa Vergine, oppure un’altra persona, da ciò che sto per dire qui appresso ». Ma in cuor suo è convinto che si trattava della Madonna.

« Se il mio popolo continua, ciò che sto per dirti arriverà al più presto, se cambia un poco, sarà più tardi».
Come aveva predetto a Melania, la Vergine ripete a lui che i castighi puniranno gli uomini, sordi all’appello della Madre celeste.

«La Francia ha corrotto l’universo, un giorno sarà punita».
Questa pericope manca nella copia dell'ing. Dausse ed è bene sottolinearlo, perché, trattandosi d’un giudizio storico di notevole rilievo, non poteva nascere nella mente incolta del rozzo pastorello e sicuramente si sarebbe supposto che glielo avesse suggerito o il Dausse o il canonico de Taxis, altro assistente alla stesura del messaggio. Quel giudizio ha avuto un perfetto riscontro nella realtà. La Francia degli Enciclopedisti, di Voltaire, di Rousseau, della Rivoluzione, dell’illuminismo, di Cartesio, padre dell’Idealismo, della pleiade di scrittori di grande fama del secolo XIX, increduli e spregiudicati (mi limito a nominare Ernest Renan e Domitien de Sade), ha fortemente contribuito alla scristianizzazione e alla scostumatezza della moderna società. È un paradosso che a predirlo sia stato, nel 1851, il povero figlio del carradore di Corps, e non la celeste rivelazione, se la si esclude.

«La fede si spegnerà in Francia. Un terzo della Francia non praticherà più la religione o quasi. L’altra parte la praticherà ma non bene ».
Previsione anch’essa pienamente avveratasi. A questo riguardo si legge nel libro, più volte citato, di René Laurentin e Michel Corteville: «La verifica è fin troppo esatta. La Francia ha subito le persecuzioni anticlericali alla fine del secolo XIX e all’inizio del secolo XX. Ma il cattolicesimo, unito e motivato, resistette nella sua fede, lasciandosi spogliare materialmente e giuridicamente. L’ulteriore [ostilità], più discreta, [ma non meno corrosiva] ha ottenuto il crollo della fede e della pratica religiosa, a partire dal 1968, attraverso una massiccia laicizzazione che, largamente consentita, senza ostacoli si è imposta a tutti i livelli» (1).

«In seguito le nazioni si convertiranno e la fede si riaccenderà dovunque».
Sarà quell'universale rinascita religiosa di cui parla anche il messaggio di Melania.

«Una grande contrada dell’Europa del Nord, ora protestante, si convertirà e sull’esempio di quella contrada anche le altre nazioni del mondo si convertiranno».
Il nome della nazione, che farà da traino alle altre nell’unirsi alla Chiesa di Roma, Massimino lo rende noto nel suo messaggio del 5 agosto 1853, scritto per imposizione di mons. Ginoulhiac: «L’Inghilterra sarà lo strumento, grazie al quale tutte le nazioni dell’universo si convertiranno». Tre anni più tardi, nel 1856, anche S. Giovanni Bosco annunciò al papa Pio IX quella conversione, predetta dal giovane santo della sua Congregazione, Domenico Savio. Nella copia del Dausse è scritto: «In seguito la fede si riaccenderà in Francia». Di questo ritorno alla Chiesa della sua Figlia primogenita parla la Vergine anche a Jeanne-Louise Ramonet, la veggente di Kérizinen. «Dopo la meritata punizione e purificazione, la Francia conoscerà una tale rinascita che la sua influenza spirituale sarà preponderante nel mondo intero» (2). E ancora: «La Francia, ritornata a Cristo, assumerà una fisionomia talmente religiosa da essere la luce dei popoli pagani». Il grande monarca che insieme al santo pontefice riporterà alla luce i grandi valori cristiani sarà un successore di S. Luigi IX, come si è detto.

«Prima che questo accada si verificheranno nella Chiesa grandi turbamenti e poco dopo il Santo Padre, il papa, sarà perseguitato».
Allude certamente alla crisi che la Chiesa sta attraversando e alle persecuzioni che ha dovuto subire e sta subendo ancora. Seguirà la pace ma di breve durata, come fu predetto anche a Fatima e a Kérizinen. A turbarla verrà «un mostro». Si tratta indubbiamente dell’Anticristo, di cui abbiamo già parlato a lungo, analizzando il segreto di Melania.

«Tutto quello che vi dico accadrà nel prossimo secolo o al più tardi negli anni del duemila».
Nella copia del Dausse è scritto: «La pace e il mostro verranno nel secolo XIX o all’inizio del XX». Si retrocede cioè d’un secolo e noi ci troveremmo di fronte ad una profezia non avverata. Ma l’abbé Michel Corteville nella sua tesi (p. 277) spiega che si è trattato d’un equivoco, «provocato forse dalle parole di Dom Charles, un venerabile certosino, morto nel 1848, il quale aspettava l’Anticristo alla fine del secolo XIX o all’inizio del XX». Fu sicuramente il Dausse a convincere il ragazzo a cambiare la data, ma la vera resta quella del testo romano: «Tutto quello che vi dico accadrà nel prossimo secolo [il XX] o al più tardi negli anni del duemila». Commenta l’abbé Corteville: «Il fanciullo era stato veramente ispirato il 3 luglio 1851, componendo il vaticinio da inviare a Pio IX».
Quando poi Giovanni Paolo II, come abbiamo riportato, annuncia che le parole dette dalla Vergine ai tre pastorelli di Fatima, con la fine del secolo XX si avvicinano al loro compimento, abbiamo una conferma quanto mai autorevole sulla veridicità del messaggio di Mémin. In quel papa che sarà perseguitato è da ravvisare forse Giovanni Paolo I, ossia papa Luciani, scomparso dopo un solo mese di pontificato con una morte che ha suscitato molte perplessità. Subito dopo infatti Massimino fa questa strabiliante predizione:

«Il suo successore sarà un pontefice che nessuno si aspetta».
Il ragazzo confidò all’ing. Dausse che queste parole figuravano nel testo mandato al papa. E nell’aggrovigliato discorso che tenne con l’ingegnere, tra frasi di difficile interpretazione, emergono due dati di notevole interesse. «Il pourra vivre 20 ans» (quel pontefice potrà regnale una ventina d’anni). «Je ne voudrais pas l’etre» (non vorrei essere lui). Evidentemente pei il calvario che dovrà salire.
Il pensiero corre a Giovanni Paolo II, che nessuno aspettava fosse eletto. Il suo nome pronunciato dall’alto della basilica subito dopo la nomina, suscitò un certo sconcerto tra la folla che gremiva piazza S. Pietro. Infatti la nomina d’un papa italiano non sarebbe stata per nulla inaspettata, dato che dal 1552, ossia da più di 450 anni, ogni papa era tale. La sorpresa fu proprio la nomina d'un cardinale che veniva da lontano e che portava un cognome quasi impronunciabile. E sappiamo quanto ha sofferto, fino a rasentare il martirio. Infine la durata del suo pontificato rientra nella ventina (27 anni), pronosticata dal pastorello. L’abbé Michel Corteville ha il merito d’avere scoperto nell’Archivio della Congregazione per la Dottrina della fede a Roma una copia del segreto che Massimino era stato costretto da mons. Ginoulhiac a scrivere, come era avvenuto per Melania. Il testo, finora sconosciuto, reca la data del 5 agosto 1853. Avendolo scritto di malavoglia, il pastorello, come era solito fare con gli scocciatori, mescola a parti che risultano vere altre di pura fantasia. Quel documento ora è pubblicato nel volume di René Laurentin-Michel Corteville La découverte chi secret de La Salette (p. 252). Lo riportiamo nella traduzione italiana:
L'aquila s’innalzerà. Quando sarà un po’ cresciuta, girerà su se stessa, quindi si leverà più in alto. Poi perderà le sue piume. Infine, del tutto spennata, cadrà su una selva di pugnali. Succederà, dopo la sua morte, il caos. Poi verrà una vipera che oggi è in seno alla Francia. Poi morirà. In seguito giungerà il figlio di Luigi XVI: regnerà pochissimo tempo. Un grande uomo gli succederà, poi, dopo aver ristabilito tutte le cose, si ritirerà. L’Oriente castigherà l'Occidente. Arriveranno grandi malanni alla Francia in questa guerra, ma essa fiorirà. Quanto alla Francia, tre quarti della sua popolazione perderà la fede; l'altro quarto la conserverà, ma debolmente. In seguito due grandi nazioni si convertiranno. L’Inghilterra sarà lo strumento, grazie al quale tutte le nazioni dell’universo si convertiranno. Tutto questo giungerà fra il IS50 e il IS60. Il mostro verrà, passato l’anno 60. Ma le guerre, rivoluzioni ecc.: fra il 50 e il 60. La Francia ricupererà la fede, poi verrà un grande re. Il papa, un papa francese gli succederà, e quel papa e quel re formeranno una cosa sola. Non vi sarà che una sola religione e un regno solo. In seguito comparirà un mostro che romperà quella pace e che turberà la Chiesa. Vi sarà un gran numero di vittime.
Massimino fece ciò che Melania non ha fatto, ossia trattò l’argomento che stava particolarmente a cuore a mons. Ginoulhiac. Ma la sua rivelazione piacque meno al prelato del silenzio della pastorella. Un bonapartista come lui poteva accettare che un Napoleone III, divenuto imperatore da un anno e mezzo e avviato per chiari segni ad un futuro di potenza e di gloria, cadesse, spennato come un’aquila che ha perso il piumaggio, sopra una selva di pugnali, che lo avrebbero infilzato? Se non proprio come descritta dal pastorello, la caduta ci sarebbe stata e l’impero sarebbe crollato. Ma soltanto il predirlo, il 5 agosto 1853, mandava sulle furie il fervente seguace del «Carbonaro incoronato». Egli tenne nascosto lo scritto impertinente e castigò il dissacratore, cacciandolo dal seminario e non rispondendo alle sue lettere, allorché il poveretto gli domandò un aiuto, versando in uno stato lacrimevole, senza un tetto e senza cibo. Esiste infine una quarta stesura del segreto di Massimino. Il pastorello lo raffazzonò il 20 agosto 1853, quando era ancora nel piccolo seminario di Grenoble, prendendo in giro i suoi condiscepoli che l’assediavano per conoscere ciò che la Madonna gli aveva detto. Fu il giovane Antonio Perroud il destinatario del testo. Eccolo nella sua beffarda impertinenza. Fa eccezione il vaticinio su Napoleone III.

«Napoleone morirà tragicamente e, con la sua morte, si avrà un breve periodo d’anarchia. Infine un uomo della famiglia di Napoleone salirà sul trono di Francia. Sotto il suo regno i preti saranno perseguitati, il papa morirà martire. Dopo quell’uomo, si vedrà salire Luigi XVII sul trono di Francia. Massimino Giraud sarà subito il suo primo ministro. Luigi XVII vivrà poco tempo e, dopo la sua morte, gli succederà Massimino Giraud. Quando, grazie alle premure di Massimino, l'Europa sarà pacificata, egli si farà missionario. Durante il suo regno, vincerà le potenze nemiche con il rosario. L’Inghilterra si convertirà. Mons. Filiberto morirà d ’una morte tragica. La maggior parte degli avvenimenti avverranno nel 1856. La fine del mondo sarà annunciata da essi. Comparirà l'Anticristo e darà la morte a Massimino Giraud. Il papa che succederà a Pio IX sarà francese» (4).
Povero figlio del carradore di Corps! Uno spiritello spregiudicato, insolente s'impadroniva talvolta di lui, gli faceva prendere alla leggera anche le cose più serie. Fu quello spiritello a muovergli la gamba e a fargli rotolare i sassi fin quasi sui piedi della bella Signora, durante l’Apparizione. Fu esso a fargli rinnegare la visione celeste nell’abboccamento col santo curato d’Ars. E fu esso a dettargli questo strampalato documento, in cui tuttavia non è del tutto assente il carisma della profezia. Che poi esso non lo abbia abbandonato nel corso della sua vita lo rende noto Léon Bloy nel suo volume Celle qui pleure, narrando il seguente episodio:
«Il 4 dicembre 1868, Massimino fu ricevuto nell’Arcivescovado di Parigi da mons. Darboy, meravigliosamente addomesticato dall’imperatore, come è noto, avendo desiderato di vederlo. Il colloquio, raccontato da Massimino, fu assai lungo. Sa Grandeur, che indubbiamente sperava che il pastorello gli rivelasse il suo segreto, parlò in modo da scandalizzare profondamente il suo interlocutore, il quale era stato zuavo pontificio. Accusò la S. Vergine d’esagerare nell’esigere troppo rispetto al Papato e di aver detto profezie a casaccio. “Profezie così sarei capace di farle anch’io”, osò dire. Infine, esasperato a tal punto da pronunciare bestemmie, gridò: “Insomma, che senso hanno le parole dette dalla vostra pretesa Bella Signora. Non c’è più un francese al quale sia rimasto un po’ di senso comune. [...] I suoi discorsi sono stupidi! [...] Perciò il tuo segreto non può essere altro che una stupidaggine. No, io, arcivescovo di Parigi, non posso autorizzare una devozione del genere!”.
«Massimino, sconcertato per l’atteggiamento di quel principe della Chiesa, che si comportava in modo così indegno davanti a lui, volle riservare l’ultima parola a Nostra Signora de La Salette. “Monsignore”, rispose con ardore, “è così vero che la S. Vergine mi è apparsa a La Salette e mi ha parlato, come è vero che nel 1871 voi sarete fucilato dalla canaglia”. Trent’anni dopo, alla Roquette, si assicura che lui, fatto prigioniero, disse alle persone che tentavano di salvarlo: “E inutile, Massimino mi ha già detto che sarò fucilato”».
Infatti, esattamente nel 1871, per il suo acceso bonapartismo, subì la micidiale scarica di piombo insieme ad altri 23 ecclesiastici da parte dei comunardi di Parigi, durante la loro terribile e sanguinosa insurrezione in seguito alla disfatta di Napoleone III a Sedan.

NOTE

1. René Laurentin-Michel Corteville, La découverte du secret de La Salette, Fayard, Parigi 2002, p. 147.
2. A. Galli. Kérizinen, Segno. Udine 1995, p. 29.
3. Ibidem.
4. J. Stern, La Salette, Parigi 1991, voi III, p. 221.
5. Léon Bloy, Celle qui pleure, Mereme de France. 1945, pp. 99 100

Tratto da:

A. Galli, Scoperti in Vaticano i Segreti di La Salette, Sugarco, Milano 2008, pp. 125-130
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