Giobbe, satana e le sofferenze dell'uomo – Don Dolindo Ruotolo

Dopo le prime tribolazioni sofferte con tanta pazienza (narrate nel capitolo I del libro, ndr), Giobbe rimase per un certo tempo in pace, benché ridotto nella povertà (...).

Trascorso un certo tempo dalle prime tribolazioni inflitte a Giobbe, satana, dunque, si trovò nuovamente innanzi al Signore insieme con gli angeli (...).

Satana disse a Dio di toccare Giobbe nella carne e nelle ossa, perché era certo che un malanno avrebbe scosso la sua virtù (...)

Dio permise al diavolo di colpire Giobbe, però gl’ingiunse di non toccargli la vita. Lo spirito perverso si partì subito dal cospetto di Dio, e colpì Giobbe con un’ulcera maligna, dalla pianta dei piedi alla sommità del capo (...)

Ecco quello che sa fare satana, ecco il segreto di tanti mali che affliggono l’umanità! Satana si compiace di diffondere l’infelicità, è sommamente maligno nel farlo, e si nasconde, mostrando Dio come autore diretto di quei mali. Dio li permette per castigo o per prova, e certamente ne ricava un bene incommensurabile, mutandoli in fiori di pazienza e in tesori eterni; ma è evidente dal Sacro Testo che chi diffonde tante sventure nell’umanità è satana, è evidente che tanti malanni terribili sono opera sua, diretta a screditare Dio e a gettare gli uomini nella disperazione.

Noi dobbiamo confondere satana ricevendo quei mali dalla mano di Dio e glorificando la sua infinita bontà che tutto dispone per nostro bene. Non c’è cosa che più sconcerti satana quanto la pazienza, non c’è cosa che renda più inutili le sue insidie quanto 1’unione alla divina volontà. Ricevendo da Dio i malanni e le sventure ed amandolo con tutto il cuore, noi gli diamo la più grande testimonianza di fedeltà, e satana non solo fugge, ma è costretto a desistere. Se invece ci ribelliamo al Signore, satana raggiunge il suo scopo ed insiste di più nelle sue malignità per staccarci totalmente da Dio.

Quanti medici, studiando i malanni che affliggono l’umanità, sentono scossa la loro fede, e non sanno capire come Dio li abbia creati! Perciò si rifugiano da stolti nel materialismo, preferiscono negare tutto, e rimangono come inebetiti spettatori di fenomeni terrificanti. Eppure, se aprissero un po’ più gli occhi, vedrebbero, tra le misteriose ombre del malanno insanabile e tra il brulichio dei microbi, satana con il suo ghigno feroce che si diletta a tormentare le membra delle creature di Dio, quasi per cancellare da loro le vestigia della bellezza del Creatore! (...)

Quante volte a Lourdes, al passaggio di Gesù Sacramentato, all’invocazione di Maria, satana è costretto a lasciare le sue vittime! I miracoli delle guarigioni sono miracoli di esorcismo; Maria fuga satana, spezza l’incanto, forma a nuovo le membra martoriate, ridona intatta la creatura a Dio, perché lo lodi nella salute come prima lo lodava nell’affanno.

Si deve notare che satana non compare più nel Libro di Giobbe; fatto il male si celò talmente da non farsi scorgere per non tradirsi. Così fa anche in mezzo a noi; la sua arte consiste nel celarsi, perché l’uomo creda che Dio sia la causa immediata dei malanni e delle sventure che lo affliggono. Difatti tanto Giobbe che gli amici, nelle loro dispute, neppure una volta attribuirono a satana quei malanni (...)

(E così) nessuno si accorse che satana era stato il triste autore delle sventure di Giobbe; ognuno le suppose un effetto della malignità umana o di fenomeni naturali. Quante volte è proprio satana che spinge al male quelli che gli appartengono e che provoca con la potenza materiale che ha sulla terra quei fenomeni fisici disastrosi con i quali tenta screditare presso di noi la divina Provvidenza! Quello che satana tentò contro Giobbe per farlo bestemmiare, lo tenta anche oggi, e sconvolge le leggi naturali per far apparire il Signore come spietato. Dio glielo permette per altissimi fini, come vedremo subito, ma noi dobbiamo essere accorti e capire che certi disastri sono prodotti dallo spirito maligno, per farci venir meno nella sottomissione e nell’amore che dobbiamo al Signore.
Satana può fare scrosciare la pioggia quando lo desideri il sereno, per poi tentarti, farti impazientire e farti disperare; può spingere i perversi contro di te, può eccitarli a rubarti, a farti del male, a tramarti insidie, per scuotere la tua fede e la tua fiducia.

Certe sventure naturali hanno proprio il carattere diabolico, e noi non dobbiamo essere così stolti da ribellarci al Signore, ma proprio allora dobbiamo adorare i suoi giudizi e dobbiamo rendergli testimonianza d’amore e di fede. Quante bestemmie si dicono allorché il terremoto, la frana, l’eruzione, la voragine, la valanga devastano una regione! Eppure quelle sventure sono quasi sempre promosse da satana che vuole screditare la divina Provvidenza! Satana si nasconde accuratamente dietro le leggi naturali e non si fa scorgere, affinché gli uomini rimangano scossi nella loro fede e maledicano Dio. Anche nelle cose più comuni può entrarci lo spirito maligno, anche in un cavallo che s’impenna, in una macchina che rovina, in una sventura che sembra iattura, in un ladrocinio, in un ferimento, in una calunnia. È necessario rimanere calmi e sottomessi alla divina volontà, perché allora satana se ne fugge e la nostra tribolazione muta in bene come mutò quella del santo Giobbe. Certo, non è a caso che Dio ci ha lasciato un esempio così impressionante di quello che può lo spirito maligno nella nostra vita, e noi non possiamo fare i superuomini, negando l’intervento diabolico, per capitare così nelle sue reti e gettarci in braccio alla disperazione.

Don Dolindo Ruotolo, commento al Libro di Giobbe (capitolo I e II)
Tempi di Maria condivide questo
42
Commento di don Dolindo Ruotolo al libro dell'Apocalisse e ad altri passi biblici.
Meditazioni e commenti a diversi brani profetici della Sacra Scrittura del Sacerdote napoletano e Servo di Dio don Dolindo Ruotolo.Altro
Commento di don Dolindo Ruotolo al libro dell'Apocalisse e ad altri passi biblici.

Meditazioni e commenti a diversi brani profetici della Sacra Scrittura del Sacerdote napoletano e Servo di Dio don Dolindo Ruotolo.