San Francesco in vacanza, a riposarsi e a divertirsi?...

Una riflessione sulle vacanze dei religiosi, per capire la crisi...

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Pensate: le vacanze per i religiosi sono un vero “sgorbio”... Fino al 1960 la vacanza per un religioso era considerata una parola profana. Per i frati e per le suore parlare di “vacanza”? Vacanza dalla vita religiosa?... Sembra quasi una bestemmia.

San Francesco in vacanza?... Prende la valigia e se ne va in vacanza, tornando ad Assisi dopo essersi riposato e divertito. Ma scherziamo?... O santa Chiara d’Assisi se ne va in vacanza..., e Padre Pio che va in vacanza con le stimmate e tutto...

Noi lo abbiamo sempre pensato, fin dal noviziato. Non si deve proprio nominare la parola “vacanza”. Del resto, mi ricordo che si cominciò col parlare di «Tre giorni soltanto, tre giorni all’anno», senza chiamarli “vacanza”, ma praticamente lo erano. Poi, mi ricordo, si parlava di «sette giorni» di vacanza, e quindi si è arrivati a dieci giorni, quindici giorni... adesso un mese, e un mese addirittura pagato dal convento! Quindi il frate e la suora se ne vanno in vacanza con i soldi in tasca, proprio per rilassarsi... Va beh, vedete dove siamo arrivati?...

E intanto, quando succedevano queste cose, alcuni anni fa, lessi appunto una rivista di documentazione che parlava, appunto, delle vacanze in Italia, con la percentuale delle persone che in Italia fanno dieci giorni continui di vacanza, fuori casa (dieci giorni continui, non un mese). Ebbene, i dieci giorni continui di vacanza, in Italia, li fa soltanto il 35% della gente. Il 65% degli italiani, quindi, non fa neppure dieci giorni continui di vacanza. Ora, io dico: noi che siamo i “poveri”, qualificati professionisti della povertà, con chi dovremmo stare? Con il 65% che non va per niente in vacanza, o col 35% che va in vacanza soltanto per dieci giorni continui?...

Ma noi, magari facessimo come fa il 35% con le vacanze soltanto per dieci giorni continui! Noi facciamo un mese intero... Stiamo con i più ricchi e più signori: quale vergogna! E allora vedete come si sta spiritualmente male?... Si ribatte subito, però: ma quale male si fa? È per la stanchezza, è per la salute... Ma, sono ragioni, queste? E la povera gente, – ossia il 65%! – forse non lavora, non è stanca, non soffre malanni?... Spesso sono impiegati, professionisti, oppure operai che non hanno la possibilità di prendersi nemmeno dieci giorni continui di vacanze fuori... Questo mi ha fatto davvero impressione. Che roba! Il 65% del popolo in Italia non può fare dieci giorni continui di vacanze... E noi?... Noi che dovremmo essere i veri poveri, che non dovremmo avere nemmeno un centesimo da spendere se non per la carità, l’apostolato, il bene delle anime?... Dove siamo arrivati?...

San Massimiliano Kolbe in... vacanza? Ma nemmeno per sogno! È un’aberrazione solo il pensarlo. Quando egli venne in Polonia, dal Giappone, doveva fare mille cose prima di tornare in Giappone: ne riuscì a fare soltanto... novecento, e le altre cento non riuscì a farle, pur non perdendo neppure un minuto di tempo; e quando dovette partire per tornare in Giappone, non aveva ancora salutato la mamma e avrebbe dovuto sacrificare mezza giornata per andare a salutarla: “Non posso, non posso”, disse il Santo, e partì senza salutare la mamma, perché era più importante arrivare in tempo per la missione...

Qui, siamo proprio nel soprannaturale... Se scendiamo nel naturale, ovviamente, si ragiona al contrario (che razza di figlio è..., torna in Giappone senza neppure salutare quella poverina della mamma...). Se si ragiona umanamente, è chiaro, si capovolge tutto: le vacanze, infatti, sono un fatto umano, sono un bene per la salute, per cambiare aria, per riprendersi...: umanamente parlando è tutto a posto.

Ma, umanamente parlando, allora, perché vi tagliate i capelli quasi a zero? Non è una pazzia?... Poi, andate con i piedi nudi d’inverno... altra pazzia. Vi alzate al mattino quando è ancora buio... altra pazzia ancora... Perché queste “pazzie”?... Vedete che l’umano salta, perché qui, nella nostra vita consacrata, è tutto sovrumano... E la penitenza infatti è un fatto sovrumano, e l’umano la rifiuta, la respinge, non ne vuole sapere, la odia...

D’altra parte, però, la salvezza è tutta sovrumana, poiché l’umano non salva niente. Fin quando non è venuto Gesù, la salvezza non esisteva e non poteva esistere perché essa è un’opera sovrumana, e noi siamo stati scelti proprio per essere immessi nel sovrumano, cooperando con l’amore sacrificio alla salvezza delle anime, usando, tuttavia, la necessaria discrezione nel volere e nel saper soffrire senza danneggiare seriamente la salute, per cui si può andare con i piedi nudi d’inverno, ma se arriva la febbre, bisogna mettere le calze... Tolto il danno, però, bisogna riprendere la penitenza. Perché?... Perché io voglio salvare, e la salvezza è legata al sacrificio, all’amore-sacrificio.

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Padre Stefano Maria Manelli, Fondatore dei Francescani dell'Immacolata
Stat Crux
Ormai il Clero, alto, medio e basso non ha più bisogno di vacanze per sollazzarsi.
signummagnum
Un santo frate che ragiona così è chiaro che prima o poi sarebbe stato commissariato, estromesso dal governo, infamato, minacciato di sospensioni e sanzioni canoniche, ecc... basta solo un po' di sale in zucca per capire, niente di più
La Verità vi farà liberi
In vacanza togliendosi l'abito, giusto? (almeno per quei pochi che ancora non si vergognano di indossarlo)
signummagnum
Chiaro, senza l'abito ed in costume...