Il voto a Salvini, per liberare l’Italia e l’Europa - Danilo Quinto - 21.05.'19

E’ il 18 gennaio 1919. In una stanza dell’albergo Santa Chiara, a Roma, dietro il Pantheon, Don Luigi Sturzo, insieme alla commissione provvisoria del Partito Popolare, stila l'appello e vara la nascita di un partito ispirato “ai saldi principii del Cristianesimo”, ma autonomo e non confessionale. E’ la fine del non expedit, il divieto di partecipare alla politica nazionale deciso da Pio IX il 10 settembre 1874 dopo la “presa di Roma”.

Dopo cent’anni, i cattolici italiani, nonostante l’avversione della Nuova Chiesa, quella di Bergoglio e del suo “apparato”, sanno che c’è un solo voto possibile il prossimo 26 maggio per il rinnovo del Parlamento europeo. Potranno votare – nelle elezioni più importanti dal dopoguerra ad oggi - la Lega e Matteo Salvini, facendo rivivere, nel cuore della politica, le nobili parole con le quali si apriva l’appello di Don Luigi Sturzo: “A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà”.


Un secolo fa, i cattolici italiani impegnati in politica guardavano alle macerie provocate dalla scellerata prima guerra mondiale e operavano per costruire fondamenta nuove per l’Italia.

Oggi, con una croce su un simbolo, i cattolici possono sbarazzarsi delle macerie prodotte da quest’Europa dei mercanti, della Massoneria, dei potentati economico-finanziari, della burocrazia, dell’elites oligarchiche, che hanno decretato la fine dell’Europa con l’introduzione di una moneta gestita da un’associazione privata, la BCE, non legittimata dal consenso dei popoli europei e hanno fatto credere agli europei che alla crisi economica – da loro stessi prodotta a partire dal 2008 e per questa ragione mai governata in modo serio e responsabile – si potesse rispondere con le politiche di austerità, che hanno colpito i deboli per rafforzare sempre di più i forti.

In quest’opera di distruzione dell’identità cristiana del continente europeo, entità e soggetti anti-cattolici hanno usato tutte le armi a loro disposizione.

Come scriveva Mario Palmaro, quest’Europa ha voluto costruire un mondo senza Dio e senza legge morale e ha perseguito questo progetto di segno faustiano mettendo mano a tutte le leve di cui disponeva: il diritto, la politica, il costume, i mass media, l’ingegneria sociale, la finanza, i poteri occulti.

Sotto un cielo che si è svuotato di Dio, l’umanità sazia e disperatissima è divenuta poco alla volta “carne da cannone” dell’unica vera religione sopravvissuta alla catastrofe valoriale: la tecno-scienza. Aborto, fecondazione artificiale, eutanasia legali, sono diventate la cartina di tornasole della “nuova civiltà”. Una nazione acquista il diritto di aderire al club dei paesi europei non in ragione della propria storia, della propria geografia, della propria cultura identitaria, ma in base alla scelta di rendere libere per legge queste pratiche di morte, di uccisione dell’innocente. Se non legalizzi l’aborto o i matrimoni tra persone dello stesso sesso, non sei parte dell’Unione Europea. Incredibile.

“L’ultima offensiva in ordine di tempo, impressionante per rapidità e mezzi utilizzati – aggiungeva Palmaro - è quella che mira a distruggere una volta per tutte il matrimonio e la famiglia, in nome della lotta all’omofobia e della promozione dell’omosessualità come modello civile positivo”. Questo scenario è reso ancor più spaventoso dalla constatazione che esso si plasma sotto la spinta di lobby spregiudicate e determinate, che orientano la volontà popolare. Il mondo cambia e si autodistrugge per volontà di élite numericamente insignificanti, ma dietro il velo giustificatore della volontà democratica. “Una magia che nella storia non era mai stata tentata e realizzata con tale precisione e con tale successo”, concludeva Palmaro.

Una verità, questa, dalla quale non si può prescindere. Così come non si può prescindere dal fatto che solo guardando a Cristo, si può comprendere il disegno di distruggere l’identità cristiana dell’Occidente europeo. Identità che deriva dal mandato che Cristo diede a Pietro, che scelse Roma come centro della sua azione apostolica.

È un disegno antico, che sin dall’inizio del secolo scorso si è incardinato attraverso l’affermazione delle politiche antinataliste - di cui è stato protagonista l’intero sistema delle Nazioni Unite – sostenute dalla lobby della pianificazione familiare, che ha messo a disposizione di questo progetto risorse economiche immense.

Allo sterminio di centinaia di milioni di esseri umani, attraverso la pianificazione degli aborti di massa, garantiti da leggi degli Stati, favorite dalle direttive del Parlamento europeo e all’uso dei sistemi contraccettivi, si è aggiunta, negli ultimi decenni, la teoria del gender – anch’essa proclamata e favorita da quest’Europa divenuta anti-cattolica - che grazie al sostegno, anche finanziario, delle lobby omosessualiste, nega la differenza sessuale tra maschio e femmina, per cambiare l’idea di natura e di identità naturale, il concetto di famiglia e di procreazione, tutti nodi fondamentali di qualsiasi sistema antropologico.

Eliminare Cristo dalla storia dell’uomo, non è cosa facile, però. Per questa ragione, si è aggiunta una terza gamba, che opera in maniera sinergica alle politiche antinataliste e alla teoria del gender: la libertà d’immigrazione nel mondo intero e, in particolare, in Europa.

Questo paga Matteo Salvini, con le accuse che gli vengono rivolte, con odio sprezzante e sconsiderato. Gli viene detto di tutto: fascista, reazionario, xenofobo, solo perchè egli si è contrapposto ad una gestione politicamente folle del fenomeno migratorio, che vuole favorire l’obiettivo della sostituzione della popolazione e del meticciato, per creare un’”identità” di popolo facilmente manovrabile e plasmabile, estranea alle radici cristiane dell’Europa.

La mattina della manifestazione a Piazza Duomo a Milano, "Repubblica" titolava: "Striscioni e balconi: così Milano si prepara a fermare l'onda nera di Salvini".

Non ha precedenti, nella storia d’Italia, quest'attacco volgare e vergognoso nei confronti di Matteo Salvini. E' perfino peggiore, nella sua violenza, dell'attacco che ha dovuto subire per lunghi anni Silvio Berlusconi, colpevole di essersi contrapposto, 25 anni fa, all’ideologia comunista che voleva divenire Stato.

E' un attacco che ha in sè qualcosa di eversivo, perchè non si rivolge solo contro un leader politico, ma contro un partito e i suoi milioni di elettori. E' un attacco pericoloso, perchè crea un precedente: s'intende, attraverso la "piazza" - manovrata dal sistema della comunicazione, pressocchè tutto schierato "contro" - far fuori politicamente delle idee che si traducono in azione politica e alle quali non vengono contrapposte altre idee, ma proclami di propaganda. E' un attacco di natura ideologica, che usa tutte le "armi" a disposizione, fomentato e gestito da quell'ideologia comunista, post-comunista e catto-comunista che attanaglia il nostro Paese da oltre 70 anni e che ne ha impedito il suo sviluppo civile, culturale e sociale.

«L’ideologia! È lei che offre la giustificazione del male che cerchiamo e la duratura fermezza occorrente al malvagio. Occorre la teoria sociale che permetta di giustificarci di fronte a noi stessi e agli altri, di ascoltare, non rimproveri, non maledizioni, ma lodi e omaggi. Così gli inquisitori si facevano forti con il cristianesimo, i conquistatori con la glorificazione della patria, i colonizzatori con la civilizzazione, i nazisti con la razza, i giacobini (vecchi e nuovi) con l’uguaglianza, la fraternità, la felicità delle future generazioni».

Sono parole di “Arcipelago Gulag”, di Aleksandr Solženicyn, il più grande esponente dei dissidenti dell’ideologia comunista, così come si era calata nella storia del suo Paese e del mondo.

«Grazie all’ideologia», prosegue Solženicyn, «è toccato al XX secolo sperimentare una malvagità esercitata su milioni. La malvagità è inconfutabile, non può essere passata sotto silenzio o scansata: come oseremmo insistere che i malvagi non esistono? Chi annientava quei milioni? Senza malvagi non sarebbe esistito l’Arcipelago. Negli anni ’18 e ’20 si sparse la voce che la CEKA di Odessa e di Petrograd non fucilava tutti i suoi condannati, ma ne dava alcuni (vivi) in pasto alle belve del giardino zoologico. Non so se sia verità o calunnia, se simili casi siano avvenuti e quanti. Ma nemmeno mi metterei a cercare prove: secondo le usanze delle mostrine celesti proporrei loro di dimostrare che la cosa è impossibile. Dove procurare il cibo per un giardino zoologico in quegli anni di carestia? Strapparlo di bocca alle classi lavoratrici? Quei nemici dovevano morire comunque, perché non sostenere con la loro morte l’allevamento delle belve della Repubblica e favorire con ciò un nostro passo verso il futuro? Non è forse conforme al fine?».

In nome di quest’ideologia, i Governi che si sono succeduti in Italia negli ultimi anni (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni) hanno operato con consapevole lassismo e favorito - e quindi organizzato - le "porte aperte" (come chiede la chiesa bergogliana) per accogliere centinaia di migliaia di immigrati ogni anno, lasciando nella povertà milioni di italiani e rimpinguando, di fatto, le finanze delle organizzazioni che hanno gestito questo business mondiale che si è consumato sul mercimonio di carne umana.

Costoro pensavano – l’hanno detto e lo dicono esplicitamente - di dare una risposta, con questi presupposti, estranei a qualsiasi concetto di moralità e di dignità del nostro Paese, alla decrescita della popolazione italiana, determinata da due fattori: la conseguenza della crisi economica che da oltre 10 anni attanaglia l’Italia e, soprattutto, dai 6 milioni di aborti che in 40 anni hanno sterminato un'intera generazione. “L’inverno demografico” italiano dovrebbe essere affrontato, secondo quest’ideologia, abbandonando al loro misero destino i milioni di italiani che sono in povertà assoluta e sostituendoli con il meticciato, più manipolabile, asservibile e governabile.

Quando il "gioco" - che corrisponde ad un disegno politico delle elites finanziarie mondialiste - viene scoperto, lanciano campagne mass-mediatiche, facendo credere che si tratti di difendere sentimenti di umanità nei confronti di chi soffre.

Coloro che soffrivano - e per loro ancora soffrono - venivano fino a pochi mesi fa sovvenzionati con 35 euro al giorno con denaro dello Stato, giravano - e girano ancora - nelle nostre città con telefonini e occhiali da sole. Molti di loro pensano - in base alle loro tradizioni, ai loro costumi, alle loro religioni o pseudo-religioni, di essere legibus soluti. Altri si sono talmente ben integrati da organizzarsi in bande criminali autonome o in combutta con quelle presenti nel nostro territorio. Alcuni di loro intendono trattare le donne giovani italiane – perchè sono soprattutto le femmine a rimanere in Italia, i maschi italiani giovani emigrano per andare a lavorare all’estero - come trattano le donne nei loro paesi di provenienza. Le considerano nullità. Si potrebbe continuare...

E' vero che un'altra Italia è possibile, ma non quella che si è fondata per settant'anni sull'ideologia comunista e post-comunista.

La liberazione dell’Italia da quest’ideologia rappresenta la volontà di un popolo che vuole affermare la sua libertà. In Italia non si è arrivati al punto di dare gli uomini vivi in pasto alle belve, come scriveva Solženicyn, ma forse si è fatto di peggio: si è annientata la loro coscienza. Gli uomini sono stati lasciati vivi, sequestrando la loro libertà, anche del solo pensiero, per testimoniare, a gloria futura, la forza dell’ideologia.

Dal dopoguerra in poi, l’ideologia comunista e poi post-comunista, in connubio con quella parte del cattolicesimo - detto progressista, i catto-comunisti - si è impossessata di tutto: della scuola, dell’Università, dell’intero sistema dell’informazione e della comunicazione, dell’apparato burocratico, del terzo potere dello Stato, quello giudiziario, dell’arte, del cinema, del teatro, della pittura, della scultura, della musica, della letteratura, di qualsiasi forma d’espressione creativa e di ogni settore della vita economica e sociale, attraverso il sistema delle cooperative. È significativa quella strofa di Giorgio Gaber che descrive il vero e proprio dramma che l’Italia ha vissuto: «Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano. Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche… Lo esigevano tutti».

Chi si è opposto all’ideologia – e nel corso della sua vita ha dato corpo, al pari dei dissidenti dell’Est europeo, a come si poteva e si doveva vivere nella verità, rifiutando quindi qualsiasi tipo di cooperazione con la menzogna di regime, opponendo al potere organizzato la volontà dell’uomo di non farsi annichilire – è stato perseguitato. Pensiamo a Gianpaolo Pansa, che con i suoi libri ha raccontato i crimini dei vincitori, i cui eredi sono gli esponenti professionisti dell’antifascismo militante, che firmano appelli per la “democrazia”, pronti a manifestare contro il “pericolo” incombente o a Renzo De Felice, che con la sua monumentale opera sul fascismo ha spiegato agli storici di regime che cosa furono gli “anni del consenso”.

Qui entra in gioco il temine “dignità”. L’uomo che ha dignità è l’uomo che non vuole più essere schiacciato, come se fosse un semplice insetto. È l’uomo che comprende di poter vivere solo nella verità, rinunciando alla menzogna, sia a quella personale sia alle menzogne che gli ha propinato l’ideologia che egli ha servito.

Scriveva Solženitsyn: “È proprio qui che troviamo la chiave, da noi finora trascurata, e invece così semplice e accessibile, per la nostra liberazione: la non partecipazione personale alla menzogna! Anche se la menzogna copre il mondo intero, anche se domina ogni cosa, noi nel nostro piccolo ci impuntiamo: domini quanto le pare, ma non per opera mia!”.

Sulla questione dei migranti, tutti, a sinistra, invocano il buonismo d’accatto, le esigenze umanitarie, i diritti umani, annullando la verità e vestendola con la loro menzogna.

A quest'ideologia si richiamano, purtroppo, buona parte del Movimento 5 Stelle, che pur fa parte della maggioranza di Governo, l'unica possibile dopo le elezioni del 4 marzo e buona parte della gerarchia ecclesiastica. Quando Bergoglio afferma “I comunisti? Ho conosciuto brave persone” o quando accetta in dono la Croce di Cristo che poggia sulla falce e martello o quando riceve ripetutamente in Vaticano gli esponenti della Teologia della Liberazione, innesca una bomba mediatica e provoca lo stesso effetto della frase “Chi sono io per giudicare?”.

E’ questo – quello che “appartiene” a Bergoglio - il mondo cattolico che si schiera contro Salvini, come titolava “Repubblica” qualche giorno fa. Che poi elencava chi è contro Salvini: da una parte la stampa cattolica ufficiale, “Civiltà Cattolica”, “Famiglia Cristiana” e “Avvenire”, dall’altra i vertici della Santa Sede.

Il titolo giusto avrebbe dovuto essere, quindi: “Il mondo anti-cattolico contro Salvini”. Perchè scrivo anti-cattolico?

Lo spiegano le parole di Pietro Parolin, il cardinale Segretario di Stato: "Dio è di tutti, pericoloso invocarlo per sè". Dio non è affatto di tutti. Lo dice Gesù nel Vangelo di Giovanni: "Io amo coloro che amano mio Padre". Chi ama Dio, è di Dio. Chi non ama Dio (il Dio cattolico, l'unico che salva) non è di Dio. Chi in politica invoca Dio, chiede protezione alla Santa Vergine Maria, tiene il Rosario in mano - come fa Salvini - fa un'opera di grande testimonianza della fede e di evangelizzazione.

Sono esattamente queste le cose che danno molto fastidio a molti e provocano imbarazzo in quella gerarchia e in quel mondo istituzionale anti-cattolico al quale non importa nulla nè della testimonianza della fede nè dell'evangelizzazione. Non si deve fare proselitismo, sostiene Bergoglio. A questi uomini importa il mondo, importa quello che desidera il mondo. Per questa ragione si prodiga per essere al servizio del mondo, che è dominato dal suo principe.

Chi dovrebbe invocare, se non Dio e la Santa Vergine Maria, un politico che non rinuncia – pur dichiarandosi peccatore, come tutti – a portare sempre il Rosario in tasca? Dovrebbe forse invocare la “grande italiana” Emma Bonino, alla quale voi, gerarchi cattolici, consentite di parlare dagli amboni degli altari delle chiese, per diffondere la sua campagna “Ero straniero – l’umanità che fa bene”, alla quale Bergoglio ha dato la sua adesione politica? Dovrebbe invocare il Nemico, che consente a molti Vescovi di pronunciarsi a favore delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e a favore dell’accoglienza nella Chiesa di persone che praticano la sodomia? Dovrebbe invocare le forme di vita pagane che tanto vi attraggono e per le quali siete disposti a sotterrare la Verità e la Libertà, il dono più prezioso che Dio vi ha fatto? Perchè vi scandalizzate se si invoca Dio? Forse perchè non credete più nella Regalità Sociale di Suo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, Re del Cielo e della Terra?

Quando il papa rinuncerà a fare politica e a tornare a fare il papa (se mai potrà accadere), quando la generazione che verrà vivrà nel timore di Dio – se Dio concederà il tempo perchè questo si realizzi - Salvini non avrà più bisogno di giurare sul Rosario e di invocare la Madonna per proteggere l'Italia e l’Europa. Allora – lo speriamo fortemente – l’Italia e l’Europa saranno liberate.

Danilo Quinto

FAI UNA DONAZIONE A FAVORE DELLE MIE BATTAGLIE DI LIBERTA’ E VERITA’. ACQUISTA IL MIO ULTIMO LIBRO:
“DIO O MAMMONA – NON SI POSSONO SERVIRE DUE PADRONI”


• BONIFICO SU CONTO POSTEPAY INTESTATO PASQUALE QUINTO (E’ IL MIO
NOME SUI DOCUMENTI)
IBAN IT 54 Y 36081 0513820 1764601769
BIC/SWIFT PPAYITR1XXX (PER I VERSAMENTI DALL’ESTERO)

• RICARICA CONTO POSTEPAY INTESTATO PASQUALE QUINTO (CHIEDIMI CON
UNA EMAIL IL NUMERO DELLA CARTA E IL CODICE FISCALE)

• PAYPAL SUL CONTO INTESTATO PASQUALE QUINTO COLLEGATO ALL’EMAIL
PASQUALEDANILO.QUINTO@GMAIL.COM
Don Reto Nay
Difatti, Salvini giura sulla Madonna perché i preti non lo fanno più.
Massimo M.I.
Io voto Giorgia Meloni per una nuova maggioranza, anche lei si dice cristiana ed è lucida e combattiva
il vandea
L' unico voto possibile per un cattolico.
solosole
Il migliore rappresentate possibile e credibile