PIO XII, il "Papa della Madonna": voleva salvare il mondo attraverso Maria

Il 9 ottobre 1958, nella residenza estiva di Castelgandolfo moriva Pio XII, Eugenio Maria Pacelli, nato nel 1876, pontefice dal 1939 al 1958, detto, per antonomasia, il Papa della Madonna. Il Pastore supremo che scomunicò nel 1949 i comunisti atei, ma che si era adoperato indefessamente per l’assistenza alle vittime della seconda guerra mondiale, che già preconizzava della futura Europa unita, tecnicamente gigante, spiritualmente atrofizzata, il Papa che avviò le prime riforme liturgiche effettuate poi dal Vaticano II (1962-65). Nel Battesimo, al nome di Eugenio, veniva aggiunto quello di Maria. Giovane diciottenne, il 13 dicembre 1894, si iscriveva nella Congregazione mariana dei Gesuiti in Roma. Il 3 aprile 1899, celebrava la sua prima Messa dinanzi alla "Salus Populi romani" di Santa Maria Maggiore. Il suo primo discorso da sacerdote fu sulla Vergine. Veniva consacrato vescovo il 13 maggio 1917, il giorno stesso in cui a Fatima appariva la Madonna. La sua elevazione a cardinale fu annunciata il 7 dicembre 1929, vigilia dell’Immacolata. Eletto Papa il 2 marzo 1939, nello stringere tra le mani il timone della nave di Pietro, affidava il suo pontificato a Maria "Stella del mare". Si ammalò la prima domenica di ottobre del 1958, festa della Madonna del rosario; spirava, con il rosario in mano, il 9 ottobre.

«De Maria numquam satis»

Il secolo XX è stato definito il "secolo di Maria". Ma per taluni si è rivelato piuttosto l’èra delle «esuberanze della devozione mariana», culminate con il pontificato di Pio XII. Però egli è il Pontefice più citato dal Vaticano II, concilio non certo incline al facile e superficiale devozionalismo. Per cui dobbiamo asserire: Pacelli è stato Papa mariano perché cristocentrico. Ben consapevole dell’adagio: De Maria numquam satis, egli costantemente ha esortato mariologi e pastori d’anime ad unire la pietà mariana, solida e profonda, con la teologia fondata sulla Bibbia, la tradizione e il magistero della Chiesa. Ecco come delineava la consacrazione a Maria, sicuro mezzo di unione a Cristo. Il 21 luglio 1947, nel discorso tenuto ai pellegrini convenuti a Roma per la canonizzazione di Luigi Maria Grignion di Montfort, affermava: «L’autore del "Trattato della vera devozione a Maria Vergine" distingue con pochi tratti questa autentica devozione da una falsa devozione più o meno superstiziosa... La vera devozione, quella della tradizione, quella della Chiesa, quella, diremo Noi, del buon senso cristiano e cattolico, tende essenzialmente all’unione con Gesù, sotto la guida di Maria. La forma e la pratica di questa devozione possono variare a seconda del tempo, dei luoghi e delle inclinazioni personali. Nei limiti della dottrina sana e sicura, dell’ortodossia e della dignità del culto, la Chiesa lascia ai suoi figli un giusto margine di libertà». E nel 1958, ancora ai Monfortani, puntualizzava: «I missionari della Compagnia di Maria sono stati chiamati a guidare le anime a nostro Signore per mezzo della Santissima Vergine, nello spirito della devozione speciale che il Fondatore possedeva in alto grado».

Condurre gli uomini a Cristo

Parlando dell’Eucaristia e della Vergine, Pio XII ricordava: «Maria non ha altro desiderio che di condurre gli uomini a Cristo, di introdurli nel cuore del mistero della redenzione che è l’Eucaristia». Egli, che nel 1953 aveva approvato una riforma del Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria, risalente al secolo X, e che ogni anno raccomandava il mese mariano di maggio, il 26 aprile 1958 ribadiva: «La vera essenza della devozione a Maria consiste in primo luogo... in un sentimento filiale, che cerca di contraccambiare in qualche modo il suo amore di madre. Ma la venerazione non sarebbe sincera, la confidenza non sarebbe veramente profonda e l’amore non andrebbe oltre il sentimento e le parole, se l’anima che si dice devota di Maria, non si studiasse di imitarne le virtù, di ritrarne in sé la vita». Nell’atto di consacrazione della Chiesa e di tutto il genere umano al Cuore Immacolato di Maria del 31 ottobre 1942, Pacelli non faceva alcun accenno alla lettera di suor Lucia di Fatima, che raccomandava, secondo le parole della Vergine, tale consacrazione, ma in primo luogo erano i fondamenti teologici a indurre il Pontefice a quel gesto consacratorio.

IL MAGISTERO MARIANO

Il magistero mariano di Pacelli è sterminato. Cerchiamo di ricordarne i principali eventi:

1. Consacrazione del mondo

Aderendo alla supplica dell’Episcopato portoghese, il 31 ottobre 1942, nel 25mo delle apparizioni della Madonna a Fatima e 25mo della sua consacrazione episcopale, in piena guerra, Pio XII ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria, invocandola "Rifugio del genere umano" e affidando alla sua protezione materna il mondo intero. Questa consacrazione, da un evidente risvolto politico e sociale, affondava le sue radici nel dogma dell’Immacolata, anche se aveva ricevuto un forte impulso dai messaggi di Fatima. Lo stesso Papa, nel 1952, ha consacrato alla Madonna la Russia e nel 1954 la Spagna. Sotto il suo pontificato si è avuta la consacrazione alla Vergine di intere nazioni, come il Venezuela nel 1952.

2. Definizione del dogma dell’Assunta nel 1950

Come già aveva fatto il beato Pio IX per il dogma dell’Immacolata Concezione, Pio XII chiese a tutto l’Episcopato cattolico mediante l’enciclica Deiparae Virginis del 1° maggio 1946, se riteneva opportuna la definizione dell’Assunta, il cui movimento a favore, nei primi due decenni del 1900 aveva raccolto 8.036.393 firme. Avuta risposta affermativa, il Papa il 1° novembre dell'anno santo 1950, con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus, proclamò il dogma dell’Assunzione con la formula: «Pronunziamo, dichiariamo e definiamo che l’Immacolata sempre Vergine Maria, terminato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste, in anima e corpo».

3. Il posto di Maria madre nel Corpo mistico di Cristo

Pio XII ha precisato il posto della Vergine nel Corpo mistico di Cristo. Nell’epilogo dell’enciclica Mystici Corporis Christi del 29 giugno 1943 affermava: Maria «offrì Gesù all’Eterno Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del suo materno amore come novella Eva, per tutti i figli di Adamo, contaminati dalla miseranda prevaricazione di lui». In un discorso del 18 maggio 1946, presentava la Madre associata al Figlio in tutta l’opera redentrice: «Come Madre e Ministra al Re dei martiri nell’opera ineffabile dell’umana redenzione, gli è sempre associata con un potere quasi immenso nella distribuzione delle grazie». E nella Munificentissimus Deus ribadiva: Maria è «unita strettamente al suo Figlio divino e sempre partecipe della sua sorte». Così Pio XII ha esplicitato la maternità universale di Maria. Nella Mystici Corporis Christi scriveva: «Per il Corpo mistico di Cristo, nato dal cuore aperto del nostro Salvatore, Maria ebbe quella stessa materna sollecitudine e premurosa carità, con la quale nella culla ristorò e nutrì del suo latte il bambino Gesù».

4. Anno mariano

Il primo Anno mariano del 1954, è stato indetto da Pio XII con l’enciclica Fulgens corona dell'8 settembre 1953, a coronamento del primo centenario della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione. Fu solennemente inaugurato dal Pontefice stesso l’8 dicembre 1953 in Santa Maria Maggiore e simultaneamente in tutte le diocesi cattoliche del mondo. Le manifestazioni spettacolari di quell’anno furono coronate da un vero rinnovamento spirituale. Anno ricco anche di iniziative culturali, sociali e caritative. Fu chiuso in San Pietro il 1° novembre 1954 dal Pontefice, con l’incoronazione della Vergine "Salus Populi romani" e l’istituzione della festa di Maria Regina.

5. Istituzione della festa di Maria Regina del 1° novembre 1954

L’11 ottobre 1954 Pio XII pubblicò l’enciclica Ad caeli Reginam, contenente le motivazioni storico-teologiche della nuova festa liturgica di Maria Regina, da celebrarsi il 31 maggio e poi spostata dal 1969 al 22 agosto. Nel Prologo Pacelli dichiarava: «Non si tratta di una nuova verità proposta al popolo cristiano, quanto di una verità antica, per una festa nuova».

6. Festa del Cuore Immacolato di Maria

Il 4 marzo 1944 Pio XII estese alla Chiesa universale la festa del Cuore Immacolato di Maria, assegnandola al 22 agosto, ottava dell’Assunta, memoria oggi celebrata il giorno successivo al Sacro Cuore di Gesù. Anche in questa festa si avverte il richiamo di Fatima.

7. Il rosario compendio del Vangelo

Pio XII nel 1946 presentava il rosario come il «compendio di tutto quanto il Vangelo - stupenda definizione, ripresa da Paolo VI nella Marialis cultus n. 42 -, meditazione dei misteri del Signore, sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, preghiera della famiglia, pegno sicuro del favore celeste, presidio per l’attesa salvezza», precisando nell’enciclica sul rosario Ingruentium malorum del 1951: «Benché non ci sia un unico modo di pregare per conseguire questo aiuto, tuttavia noi stimiamo che il santo Rosario sia il mezzo più conveniente ed efficace. Non esitiamo ad affermare di nuovo pubblicamente che grande è la speranza che noi riponiamo nel santo Rosario per risanare i mali che affliggono i nostri tempi».

Rilievi conclusivi

Pio XII è il Papa dell’era mariana per la sua devozione alla Madonna, o non è anzitutto il Pastore supremo che si è fatto teologo della Vergine? Egli resta il Pontefice che, nel preparare dottrinalmente l’avvento del Vaticano II, filialmente presenta Maria madre spirituale dei credenti. Il seguente testo conciliare (citato da Paolo VI nella Marialis cultus n. 20), è debitore a Pio XII: la beata Vergine «serbò fedelmente la sua unione con il Figlio sino alla Croce, dove... soffrendo profondamente con il suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, consentendo amorosamente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente, dallo stesso Gesù morente in Croce fu data come Madre al discepolo» (LG 58, che cita la Mystici Corporis Christi pacelliana). Pio XII è il Papa della Vergine assunta alla gloria celeste in anima e corpo, dove ella è esaltata quale Madre degli uomini e Regina dell’universo (LG 59). Sulla sua scia luminosa, il cap. VIII della Lumen gentium elaborerà la sua dottrina mariologica.

Fonte:

www.latheotokos.it/modules.php

Nel corso del Suo pontificato, Papa Pio XII cominciò l’uso di inviare, ogni 8 dicembre, omaggi floreali alla statua dell’Immacolata in piazza di Spagna, Roma, benedetta l’8 settembre 1857 dal Beato Pio IX; e l’8 dicembre 1953, si recò di persona ad omaggiarla, per inaugurare l’Anno Mariano. La consuetudine di visitare la statua, e poi far sosta a Santa Maria Maggiore, fu continuata da Giovanni XXIII (1958), ed è stata dai suoi successori fedelmente conservata.

Pubblichiamo di seguito il testo di una preghiera alla Vergine Maria, composta da Pio XII il 17 gennaio 1956, cui è annesso il dono dell’indulgenza parziale.

O Vergine bella come la luna, delizia del cielo,
nel cui volto guardano i beati e si specchiano gli angeli,
fa’ che noi, tuoi figliuoli, ti assomigliamo
e che le nostre anime ricevano un raggio della tua bellezza,
che non tramonta con gli anni, ma che rifulge nell’eternità.

O Maria, sole del cielo,
risveglia la vita dovunque è morte,
rischiara gli spiriti dove sono le tenebre.
Rispecchiandoti nel volto dei tuoi figli,
concedi a noi un riflesso del tuo lume e del tuo fervore.

O Maria, forte come un esercito, dona alle nostre schiere la vittoria.
Siamo tanto deboli, e il nostro nemico infierisce con tanta superbia.
Ma con la tua bandiera ci sentiamo sicuri di vincerlo;
egli conosce il vigore del tuo piede, egli teme la maestà del tuo sguardo.
Salvaci, o Maria, bella come la luna, eletta come il sole,
forte come un esercito schierato,
sorretto non dall’odio, ma dalla fiamma dell’amore.

Così sia.


« Non esitiamo quindi ad affermare di nuovo pubblicamente che grande è la speranza da Noi riposta nel santo rosario, per risanare i mali che affliggono i nostri tempi. Non con la forza, non con le armi, non con la umana potenza, ma con l’aiuto divino ottenuto per mezzo di questa preghiera, forte come Davide con la sua fionda, la Chiesa potrà affrontare impavida il nemico infernale, ripetendo contro di lui le parole del pastore adolescente: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con lo scudo: ma io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti … e tutta questa moltitudine conoscerà che il Signore non salva con la spada, né con la lancia» (1 Re 17, 44.49).

Lettera Enciclica Ingruentium Malorum sul Santo Rosario (15 Settembre 1951)

INFINE...

Vorrei ricordare a tutti quanto la devozione mariana del Venerabile Pontefice fosse ricca oltre che di sapienza teologica e di comunione orante, anche di spirito profetico. Il Pastor Angelicus anelava profondamente a quella restaurazione futura in cui egli credeva profondamente e desiderava costruire mettendo a disposizione tutte le sue forze, restaurazione che avrebbe dovuto avere, secondo le promesse del Cielo, una caratterizzazione profondamente mariana.

Il suo profondo desiderio, sulla scia soprattutto del messaggio di Fatima a cui fu sempre devotissimo, era dunque quello di vedere instaurato in terra quel regno di Maria che avrebbe dovuto aprire le porte a quello di Cristo.

Sentiamo rivolte a noi le parole che questo grande Papa rivolse, nel lontano 1954, ai partecipanti ad un Congresso Mariano in Brasile:

« Voi, inginocchiati ai piedi dell’Immacolata Regina, dovete essere disposti a non riposare, finché non la vedrete regnare sovrana su tutto e su tutti, dapprima in voi stessi, poi attorno a voi, nelle famiglie, nelle classi e gruppi sociali e in tutte le attività private e pubbliche » (5),

come pure quelle rivolte ad un altro gruppo di cattolici impegnati qualche anno dopo che sono un autentico programma di militanza cattolica senza se e senza ma:

« Moltiplicate, diletti figli, le avanguardie sante di un esercito eroico la cui azione, se Dio vorrà, può preparare una vittoria e un trionfo oggi difficilmente immaginabili » (6).
Francesco I