Un giorno anche il popolo ebreo si convertirà e riconoscerà la divinità di Cristo: «E' scritto»

ISTRUZIONE CATTOLICA

Questa certezza è poggiata sulla parola del Signore proferita attraverso San Paolo: “Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'ostinazione di una parte d'Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto:
Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà l'empietà da Giacobbe. Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati. Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch'essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch'essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!” (Rm 11,25-32).

Il Signore pertanto – per bocca di Paolo - ci assicura due cose: che la conversione degli ebrei avverrà e ci dice anche quando avverrà: “fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti”.
Si tratta della conversione di “una parte” perché un’altra ha già accolto il Signore e ha costituto la prima comunità cristiana.
Ma altri hanno tenuto duro il loro cuore e sono rimasti nell’ostinazione.
La conversione di questa parte avverrà dopo che il Vangelo sarà accolto in tutto il mondo.
San Tommaso commenta: “Pone il termine di questa cecità, dicendo finché entri nella fede la pienezza delle Genti, vale a dire non solo alcuni Gentili (pagani) in modo particolare, come si convertivano allora, ma in riferimento a quando fosse fondata la Chiesa in mezzo a tutte le Genti, o totalmente o per la maggior parte”.
E indica anche i motivi di tale conversione: “perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!”.
Dio ha promesso con giuramento la salvezza del suo popolo: “Il Signore, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra. Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli - siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri” (Dt 7,6-8).
E anche: “Che dunque? Se alcuni furono infedeli, la loro infedeltà annullerà forse la fedeltà di Dio? Impossibile! Sia chiaro invece che Dio è veritiero, mentre ogni uomo è mentitore” (Rm 3,3-4).
Con la promessa del Signore vengono indicati due segni che precederanno al fine del mondo: la predicazione del Vangelo a tutti i popoli e la conversione degli ebrei.

A questi due segni se ne aggiunge un terzo, quello dell’abbandono generale della fede (apostasia) accompagnata dalla venuta dell’Anticristo: “Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio” (2 Ts 2,3-4).
Circa l’apostasia: San Paolo parla di un’apostasia (secessione, defezione) di carattere religioso (cfr nota a 2 Ts 2,3).
E circa l’anticristo che “l'apostasia sarà causata da un personaggio che porta tre nomi e si presenta come il grande nemico di Dio. È l'empio (uomo iniquo) per eccellenza, alla lettera «l'uomo dell'empietà»; l'essere destinato a «perdersi», alla lettera «il figlio della perdizione»; l'avversario di Dio, descritto qui in termini che si ispirano a Dn 11,36. Nella tradizione cristiana, influenzata da Daniele, questo avversario riceverà il nome di anticristo (cfr. l Gv 2,18; 4,3; 2 Gv 7). Appare come un essere personale, che si rivelerà alla fine dei tempi (mentre satana, di cui è lo strumento, agisce da ora nel «mistero»), esercitando contro i credenti un potere persecutorio e seduttore (Mt 24,24; Ap 13,1-8), per l'ultima grande prova cui metterà fine il ritorno del Cristo” (a nota a 2 Ts 2,4).