Araldi Fede
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I rapporti tra Religione e Stato secondo il Concilio Vaticano II

La Chiesa Cattolica, tramite Papa Pio IX, ha sempre insegnato che il Cattolicesimo deve essere la sola religione dello stato e che lo stato deve escludere e vietare la pubblica propagazione e professione di qualunque altra fede.

Il Concilio Vaticano II, incredibilmente, insegnò esattamente l'opposto nella Dignitatis Humanae: "Questo sinodo del Vaticano dichiara che la persona umana detiene un diritto alla libertà religiosa."
Il Vaticano II insegnò che la libertà religiosa deve essere un diritto civile, un errore direttamente condannato da Papa Pio IX.

Il Concilio Vaticano II insegnò anche che tale diritto alla libertà religiosa vada applicato all'espressione sia privata che pubblica e che nessuno dovrebbe essere inibito dall'esprimere ed o praticare pubblicamente la propria religione. L'insegnamento del Concilio Vaticano II è, purtroppo, contrario all'insegnamento infallibile di Papa Pio IX e di molti altri Papi.

L'errore dottrinale del Concilio Vaticano II è forse più chiaramente espresso nella seguente citazione in Dignitatis Humanae: "Dunque, lo stato, il cui scopo effettivo è quello di supplire il bene comune temporale, dovrebbe certamente riconoscere e promuovere la vita religiosa dei suoi cittadini.
Con uguale certezza esso eccederebbe i limiti della sua autorità ove si incaricasse di dirigere od inibire l'attività religiosa."
Il Concilio Vaticano II dettò che lo stato eccederebbe la sua autorità nel caso esso inibisse l'attività cosiddetta religiosa.

Ciò è totalmente eretico e,come abbiamo visto, condannato dalla Chiesa Cattolica.

Si osserva Papa Leone XIII insegnare, reiterando semplicemente l'insegnamento di Papa dopo Papa, la verità donde lo stato non solamente può bensì deve inibire e proibire i diritti ed i privilegi delle altre cosiddette religioni operanti atti apparentemente religiosi - esattamente l'opposto di ciò che fu dettato dal Concilio Vaticano II.
Tali atti pubblici, false opinioni e falsi insegnamenti dovrebbero essere repressi dall'autorità pubblica, lo stato, secondo l'insegnamento della Chiesa Cattolica, talché le anime non siano scandalizzate o da esse allettate.

L'errore del Concilio Vaticano II circa tale questione è assai chiaro, ciò malgrado, esistono persone che sempre tentanto di difendere l'indifendibile.
Taluni difensori dell'insegnamento del Vaticano II sulla libertà religiosa argomentano che il Concilio Vaticano II insegnò semplicemente che non si deve costringere la gente a credere e che, quindi, non abbia insegnato nulla di errato.
Il Concilio Vaticano II insegnò che lo stato non detiene il diritto di abolire la pubblica espressione, propagazione e pratica delle false religioni, in quanto il diritto civile alla libertà religiosa dovrebbe essere riconosciuto universalmente.
"L'ermeneutica della continuità". afferma:
1) la Chiesa Cattolica non obbliga né costringe un infedele a credere.
2) lo stato non può reprimere la pubblica espressione delle false religioni.
Qui è dove il Vaticano II contraddisse la Chiesa Cattolica sulla libertà religiosa.

Il Concilio Vaticano II, in Dignitatis humanae insegna l'errore per cui lo stato eccederebbe la sua autorità laddove esso osasse dirigere o inibire l'attività cosiddetta religiosa.
L'idea insegnata dal Concilio Vaticano II, per cui ad ogni uomo deve essere concesso il diritto civile alla libertà religiosa fu dogmaticamente, solennemente ed infallibilmente condannato da Papa Pio IX in Quanta cura.
Vi è nessun dubbio che Quanta cura costituisca una condanna dogmatica dell'idea per la quale la libertà religiosa sia un diritto civile appartenente ad ogni uomo.
L'insegnamento del Concilio Vaticano II fu, dunque, eresia diretta contro l'insegnamento dogmatico ed infallibile su tale tema.

Papa Clemente V, nel Concilio di Vienna, ricordò allo stato il suo dovere di proibire la pubblica professione delle false religioni.
Secondo il Concilio Vaticano II tale insegnamento del Concilio di Vienna fu errato (eresia).
In linea con il suo insegnamento eretico sulla libertà religiosa il Concilio Vaticano II insegnò, in Dignitatis humanae, l'errore per cui tutte le religioni possiedono la libertà di parola e di stampa.
L'idea per cui tutti detengano il diritto alla libertà di parola e di stampa fu condannata da molti Papi. Vengono citati solamente Papa Gregorio XVI e Papa Leone XIII.
Notasi che Papa Gregorio XVI appellò tale idea, insegnata successivamente dal Concilio Vaticano II, dannosa e non sufficientemente denunciata.
Dobbiamo concludere che l'insegnamento Cattolico contraddice direttamente l'errato insegnamento del Concilio Vaticano II.

fonte : L'insegnamento del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa (Dignitatis Humanae) contraddice l'insegnamento infallibile della Chiesa Cattolica