Tempi di Maria
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Il "Fazzoletto della Purezza", quel misteriso sogno di don Bosco

Era la notte del 14 al 15 del mese. Quando fui coricato appena preso un po' di sopore, sento un gran colpo sulla lettiera, come di uno che con un asse vi battesse sopra. Balzai seduto sul letto: mi venne subito alla mente il fulmine: guardai di qua e di là, ma nulla vidi. Perciò persuaso di aver sognato e che nulla vi fosse di reale, mi tornai a coricare. Ma non appena ricominciava ad addormentarmi, ecco un secondo colpo mi ferisce le orecchie e mi scuote. Allora mi rizzo di nuovo sui cuscini, scendo dal letto, cerco, guardo sotto il letto, sotto il tavolino e nei cantoni della camera, ma non vidi niente. Allora mi rassegnai nelle mani del Signore; presi l'acqua benedetta e mi coricai. Fu allora che la mia mente si portò di qua e di là e vidi quello che ora son per narrare.

Parvemi di essere sul pulpito della nostra chiesa in atto di dar principio alla predica. I giovani erano tutti seduti ai loro posti collo sguardo fisso in me, ed aspettavano attenti che io parlassi. Io però non sapeva quale argomento dovessi trattare, ed [973] in qual maniera incominciare la predica. Per quanto faticassi colla memoria, la mia mente rimaneva sterile e vuota. Stetti così un po' di tempo confuso ed angosciato, non essendomi mai accaduto un simile imbroglio dopo tanti anni che predico: ed ecco che in un istante veggo questa nostra chiesa convertirsi in una gran valle. Cercava le mura della chiesa e non le vedeva più e non vedeva più nessun giovane. Io era fuori di me per la meraviglia e non sapeva persuadermi di quel cambiamento di scena.

- Ma che cosa è mai questo? dissi fra me: un momento fa io ero in chiesa, in pulpito ed ora mi trovo in questa valle! Sogno? Che faccio io?

Mi risolsi allora di procedere per quella valle. Camminai alquanto e mentre cercava qualcheduno per esprimergli la mia meraviglia e chiedere spiegazioni, vidi un bel palazzo con molti grandi balconi o vasti terrazzi, come si vogliono chiamare, i quali formavano un sol tutto mirabile. Innanzi al palazzo stendevasi una piazza. In un angolo di questa, a destra, scopersi un gran numero di giovani affollati, i quali stavano d'intorno ad una Signora, che distribuiva a ciascheduno un fazzoletto. Costoro preso il fazzoletto salivano poi e si disponevano schierati un dopo l'altro su quel lungo terrazzo con balaustrata.

Io pure mi avvicinai a quella Signora e udii che, nell'atto di consegnare i fazzoletti, diceva a tutti i singoli giovani queste parole:

- Non distenderlo mai quando tira vento: ma se il vento ti sorprende, quando tu l'avessi disteso, volgiti subito a destra, non mai a sinistra.

Io osservava tutti quei giovani, ma in quel momento non ne conobbi nessuno. Finita la distribuzione dei fazzoletti, quando tutti furono sul terrazzo, fecero un dopo l'altro una lunga fila e stavano là ritti senza dir parola. Io continuava ad osservare e vidi un giovane che incominciava a trar fuori il suo fazzoletto e lo spiegava e poi gli altri giovani a poco a poco, successivamente trar fuori il proprio e spiegarlo, finchè li vidi tener tutti il fazzoletto disteso. Esso era molto largo, ricamato in oro con un lavoro di grandissimo pregio e vi si leggevano queste parole anch'esse in oro, che lo occupavano tutto: - Regina virtutum.

Quand'ecco incominciò da settentrione cioè a sinistra, a [974] spirare bene un po' d'aria, poi a farsi più forte e finalmente a levarsi il vento. Appena ebbe incominciato questo vento vidi alcuni di quei giovani piegare subito il fazzoletto e nasconderlo: altri voltarsi dal fianco destro. Ma una parte stette immobile col fazzoletto spiegato. Dopochè questo vento erasi fatto gagliardo, incominciò a comparire e stendersi una nuvola che ben presto velò tutto il cielo, quindi levarsi il turbine, scoppiare un gran temporale e rombare spaventosamente il tuono: poi cadere la grandine, dopo la pioggia, e finalmente la neve. Intanto molti giovani stavano col fazzoletto disteso: e la grandine vi batteva dentro trapassandolo da parte a parte; ed anche la pioggia le cui gocciole pareva che avessero la punta; come pure lo foravano i fiocchi di neve.

In un momento tutti quei fazzoletti furono guasti e crivellati, sicchè più nulla avevano di bello. Questo fatto destò in me tale stupore, che non sapeva quale spiegazione dargli. Il peggio si è che avvicinatomi a quei giovani che prima non aveva conosciuti, adesso, avendo guardato con maggior attenzione, li riconobbi tutti distintamente. Erano i miei giovani dell'Oratorio. Fattomi ancor più dappresso andava interrogandoli:

- Che cosa fai tu qui! Sei il tale?

- Si che son qui! Veda! c'è anche il tale, il tale, il tal'altro.


Andai allora là dove era quella Signora che distribuiva i fazzoletti. Quivi stavano alcuni altri uomini e domandai loro:

- Che cosa vuol dire tutto questo? Quella Signora voltasi a me rispose:

- Non hai visto quello che vi era scritto in quei fazzoletti?

- Sì: Regina virtutum.

- Non sai perché?

- Sì che lo so.


- Ebbene; quei giovani esposero la virtù della purità al vento delle tentazioni. Alcuni al primo accorgersene subito fuggirono e sono quelli che nascosero il fazzoletto; altri sorpresi e non avendo avuto tempo a nasconderlo si volsero a destra e sono coloro che nel pericolo ricorrono al Signore, voltando le spalle al nemico. Altri poi stettero col fazzoletto aperto all'impeto della tentazione che li fece cadere nei peccati. [975]

A questo spettacolo restai corrucciato ed era per disperarmi vedendo quanto pochi erano quelli, che avevano conservata la bella virtù. Ruppi per tanto in un pianto doloroso e quando potei calmarmi, chiesi:

- Ma, come va che i fazzoletti rimasero forati, non solo dalla tempesta, ma anche dalla pioggia e dalla neve? Queste gocce, quei fiocchi di neve non indicano forse i peccati piccoli, ossia veniali?

- E non sai che in questo non datur parvitas materiae? Tuttavia non affannarti; vieni a vedere!

Uno di quelli uomini si avanzò davanti al balcone, fece segno colla mano a quei giovani e gridò:

- A destra!

Quasi tutti i giovani si volsero a destra, ma alcuni non si mossero dal luogo ed il loro fazzoletto, finì con essere interamente lacero. Allora io vidi il fazzoletto di quelli i quali si erano voltati a destra divenir molto stretto, tutto rappezzato e cucito, in modo però che non si scorgeva più nessun buco. Erano tuttavia in così cattivo stato che facevano pietà. Non avevano più regolarità alcuna. Gli uni vedeansi lunghi tre palmi, altri due, altri uno.

Quella Signora intanto soggiungeva:

- Ecco quelli che ebbero la disgrazia di perdere la bella virtù, ma ci rimediarono colla confessione. Gli altri poi che non si mossero, sono quelli che continuano nel peccato e forse, forse, andranno alla perdizione.

In fine poi mi disse:

- Nemini dicito, sed tantum admone ("non dirlo a nessuno. Ammonisci soltanto")

San Giovanni Bosco, Memorie Biografiche VI, 972-975
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Francesco I
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