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Libro dell’Apocalisse 2,1-7 con commento a cura di Marco Lucchesi. All’angelo della Chiesa che è a Èfeso scrivi: “Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai …Altro
Libro dell’Apocalisse 2,1-7 con commento a cura di Marco Lucchesi.

All’angelo della Chiesa che è a Èfeso scrivi:
“Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza, per cui non puoi sopportare i cattivi. Hai messo alla prova quelli che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi.
Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti.
Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore.
Ricorda dunque da dove sei caduto, convèrtiti e compi le opere di prima. Se invece non ti convertirai, verrò da te e toglierò il tuo candelabro dal suo posto.
Tuttavia hai questo di buono: tu detesti le opere dei nicolaìti, che anch’io detesto.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
Al vincitore darò da mangiare dall’albero della vita, che sta nel paradiso di Dio”.

COMMENTO ALL' APOCALISSE (Cap 2,1-7).

ÈFESO era una città molto importante dell' ASIA MINORE,non molto lontana dal MAR EGEO,ove sfociava il fiume CAISTRO,sul quale erano due grandi ponti. Vi giungevano navi da ogni parte del mondo allora conosciuto. Passata sotto il dominio di ROMA nel 133 Avanti CRISTO .era anche famosa per un grandioso tempio dedicato ad una divinità pagana: DIANA o ARTEMIDE ,e il Culto a questa dea attirava ad ÈFESO grandi moltitudini. SAN PAOLO nel 54 vi si recò una prima volta con AQUILA e PRISCILLA e vi ritornò poi nel 55 per trattenervisi per più di due anni. Riuscì a fondarvi una CHIESA molto fiorente in mezzo a grandi persecuzioni. Famoso il tumulto popolare suscitato contro di lui da quel DEMETRIO che faceva tempietti d'argento per il culto di ARTEMIDE,per cui SAN PAOLO fu costretto a fuggire da ÈFESO,ma, al termine del terzo viaggio Apostolico e prima del suo arresto, vi ritornò per convocare a MILETO,località poco distante da ÈFESO,i capi di quella CHIESA. Nel discorso che egli fece agli anziani di ÈFESO e che viene riferito negli ATTI DEGLI APOSTOLI,San PAOLO aveva detto: "IO SO CHE DOPO LA MIA PARTENZA ENTRERANNO FRA VOI LUPI RAPACI, CHE NON RISPARMIERANNO IL GREGGE; PERFINO DI MEZZO A VOI SORGERANNO ALCUNI AD INSEGNARE DOTTRINE PERVERSE PER ATTIRARE DISCEPOLI DIETRO DI SÉ "(Atti degli Apostoli 20,29-30). Dal tempo in cui San PAOLO aveva fondato la CHIESA di ÈFESO,al tempo in cui San GIOVANNI scrive queste pagine, erano trascorsi più di 30 anni. Non sappiamo allora chi fosse il Vescovo di quella comunità. Probabilmente TIMOTEO ,ma non vi è nessuna notizia certa di questo. Tuttavia le parole del SIGNORE non possono intendersi come rivolte ad una persona,bensì alla CHIESA della quale il Vescovo è responsabile;il Vescovo che viene chiamato Angelo di quella CHIESA in quanto ha ricevuto dal SIGNORE l'incarico di vegliare su di essa, di vivere per essa, di ritenersi con essa una cosa sola . Quello che è sorprendente nelle prime parole di questa breve lettera è che il SIGNORE stesso si rivela come Colui che vive per la CHIESA. Le 7 stelle nella sua destra non indicano soltanto quel numero limitato,ma un numero di significato universale. Il FIGLIO di DIO è venuto sulla terra per formare un popolo tutto suo . La terra è sotto il dominio del principe delle tenebre. Il Re della Luce sta formando nel mondo un esercito di SANTI. Le stelle nella sua destra, si noti bene, sono i comandanti di questo esercito. Ogni CHIESA, ogni comunità di credenti, è come una gran luce che deve risplendere nel mondo: un candelabro d'oro. Il candelabro a 7 braccia che il SIGNORE stesso aveva voluto che fosse forgiato da ISRAELE,tutto in oro puro, era il preludio ed il Simbolo di quella luce che, partendo dal cuore della CHIESA,avrebbe dovuto illuminare il mondo. Il Candelabro a 7 braccia,tratto "....DA UNA SOLA MASSA D'ORO PURO..."(ESODO 25,36)doveva far luce nella TENDA DEL CONVEGNO ,là dove, sopra l' ARCA,il SIGNORE si sarebbe manifestato a MOSÈ. Ora, i 7 Candelabri,in mezzo ai quali il FIGLIO DI DIO,RE e Sacerdote ,vuole mostrarsi,dovevano essere l'unica luce inestinguibile di Santità, risplendente fra le tenebre del mondo. Ecco perché era tanto importante che ogni Vescovo non venisse meno al suo compito accesa la luce del suo Candelabro,di incrementare e difendere la Santità della sua CHIESA. Ecco perché il SIGNORE stesso interviene con parole di lode,ma anche di rimprovero,di meravigliose promesse,ma anche di minaccia ,nell' economia Spirituale di queste 7 Comunità di credenti che sono la primizia ed il Simbolo di tutte le CHIESE del mondo. Egli è Re e Sacerdote di un popolo nuovo sulla terra :la novità di questo popolo consiste nella sua Santità. Bisogna realizzarla a tutti i costi. Ed ecco allora le parole rivelatrici e profetiche rivolte dal VERBO alle sue CHIESE. Egli ben conosce le virtù della COMUNITÀ CRISTIANA DI ÈFESO. I malvagi,i falsi profeti si erano introdotti in quella CHIESA :erano stati smascherati. Il maligno penetra tra i buoni e li assale;bisogna conoscere le sue trame e rendere vani i suoi disegni. Ma,in questa lotta,a volte sfibrante,può sopravvenire la stanchezza. Ed ecco il rimprovero di Colui che vuole essere amato sempre con la stessa intensità: "HAI ABBANDONATO IL TUO AMORE DI UN TEMPO". Nel testo originale però è scritto :IL TUO PRIMO AMORE. Se l'amore non rimane vivo e grande e intenso sempre, lo zelo per le Opere di DIO si affievolisce. RAVVEDITI!
C'è tanto amore in questo comando. È come se GESÙ dicesse: non voglio perderti. Tuttavia se il fuoco del fervore della CHIESA di ÈFESO fosse venuto meno ,essa non avrebbe avuto più ragione d'essere,non sarebbe stata più CHIESA ,non sarebbe stata più luce:quel Candelabro avrebbe dovuto essere tolto via. Non poteva esserci minaccia più temuta,più spaventosa.
IL SIGNORE vuole,tuttavia,riconoscere un merito grande alla CHIESA di ÈFESO:quello di detestare,letteralmente di odiare le opere dei "NICOLAITI" che anch'egli odia. I "NICOLAITI" negavano la Divinità di GESÙ e insegnavano che la Sensualità non contamina lo Spirito e non è peccato.
Chi ,maliziosamente,dichiara tali menzogne ha lo Spirito di Satana. Questi eretici,forse, si chiamavano così da un certo NICOLAO di cui,però,non si hanno notizie certe. Ancora oggi e, quante volte in passato,le menzogne dei "NICOLAITI " vengono riproposte e purtroppo accettate! GESÙ odia tali proposte perché distruggono la fede e la Santità:in altre parole, demoliscono tutta l'opera sua. Il Cristianesimo,infatti, è fondato sulla verità assoluta della Divinità di GESÙ: ".....EGLI È IL VERO DIO E LA VITA ETERNA ",scrive San GIOVANNI (1 GIOVANNI 5,20).Riguardo poi alla Sensualità,basterebbe ricordare l'esortazione di San PAOLO: "....PURIFICHIAMOCI DA OGNI MACCHIA DELLA CARNE...."(2 Corinti 7,1),per comprendere quanto essa sia incompatibile con l'ascesi Cristiana. E,infine , ecco una frase che sarà come un sigillo a tutte queste lettere : "CHI HA ORECCHI,ASCOLTI CIÒ CHE LO SPIRITO DICE ALLE CHIESE". È lo stesso che dire: prestate bene attenzione a queste parole ; esse sono le più importanti per voi, sono il punto di arrivo di tutto il vostro cammino,la meta ultima che potete raggiungere;"AL VINCITORE DARÒ DA MANGIARE DELL' ALBERO DELLA VITA ,CHE STA NEL PARADISO DI DIO ". La vita terrena è una guerra contro il peccato e contro i nemici di DIO :bisogna combattere e vincere. Il premio della vittoria è la vita eterna! Non possiamo ora immaginare che cosa sia la vita eterna. Non si tratta solo di una vita senza fine, ma di un tipo di vita che trascende immensamente tutte le risorse della vita terrena. LA VITA ETERNA È PARTECIPAZIONE ALLA VITA DI DIO!