Tempi di Maria
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Canale di formazione e guida spirituale all'insegna della costituzione di una piccola famiglia che vuole crescere spiritualmente nel segno di Maria Immacolata.
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Forwarded from Radio Buon Consiglio (Radio Buon Consiglio)
Le preghiere degli innocenti penetrano i Cieli e arrivano dritti al Cuore della nostra Madre del Buon Consiglio.. Non mancate a questo importante appuntamento!
Florilegio – aforismi vari, una raccolta per resistere nella fede (sesta parte) – gloria.tv
https://gloria.tv/post/aq1iWg7hQVoL68WYRqN9GPsAP

CONSULTATE QUESTA RACCOLTA NELLE SUE SEI PARTI, UTILISSIMA PER LA RIFLESSIONE E MEDITAZIONE PERSONALE

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«Nessuno dunque dica: “Non posso essere martire, perché non c’è [più] persecuzione per i cristiani”! […] Se Cristo è la verità, soffre per Cristo chiunque venga condannato per la verità […]. Nessuno accampi scuse: tutti i tempi sono aperti ai martiri» (Sant’Agostino – 354-430 s. 94/A, 2)
Maria nelle sue virtù.pdf
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Un regalo prezioso a tutti gli amici del canale Tempi di Maria. Un testo prezioso da leggere e meditare soprattutto per le anime mariane e consacrate alla Madonna
UN INSEGNAMENTO PROFONDO PER NOI TUTTI

"Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi" (Fil 4,4).

L'Apostolo Paolo ci invita ripetutamente a rallegrarci sempre nel Signore. Tutti noi abbiamo sperimentato certamente momenti di allegria prorompente, alternati a momenti di malinconia, di calo di entusiasmo, se non di tristezza. Perché questi alti e bassi? Può la gioia, come ci esorta San Paolo, essere continua nel nostro cuore? Da dove nasce la gioia?

La gioia nasce e fiorisce in una buona coscienza. Quando un'anima vive con rettitudine, nella Grazia di Dio, sperimenta nel suo cuore una gioia così grande, così pura, limpida e profonda che non può essere paragonata a nessuna delle gioie fallaci e illusorie che può dare il mondo. Perché la gioia, quella vera, è Cristo. Chi possiede Cristo Gesù nel cuore, chi vive in unione con Lui: è felice.

Per questo noi cristiani dovremmo essere gli uomini, le donne della gioia, della letizia. Abbiamo invero molti motivi per essere felici: abbiamo un Padre che ci ama smisuratamente e per rivelarci il Suo Amore ha inviato il Suo Diletto Figlio Gesù Cristo e lo Spirito Santo che ci rende capaci di amare con il Suo stesso Amore. Ci ha donato la Beata Vergine Maria che ci ha partoriti sul Calvario e la Chiesa come Madre amorosa, che ci ha portati nel suo grembo, ci ha dato alla luce attraverso il Battesimo e si prende cura della nostra crescita, per mezzo dei Sacramenti.

Non abbiamo dunque ragione di essere felici? Non dovremmo con la nostra vita testimoniare, cantare la gioia di essere cristiani?

Certo, anche il cristiano conosce momenti di prova, di tribolazione, di travaglio, ma è qui il paradosso, proprio allora il cristiano è chiamato a gioire perché attraverso la prova, la tribolazione, il travaglio, la persecuzione, il suo amore si purifica ed egli viene reso più somigliante al suo Signore Gesù Cristo.

E in questo San Francesco ci è maestro. Di rara bellezza è l'insegnamento di S. Francesco, in dialogo con Frate Leone, sulla perfetta letizia. Facciamone memoria insieme.

"Un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria degli Angeli, chiamò frate Leone e gli disse: "Frate Leone, scrivi". Questi rispose : "Eccomi, sono pronto". Scrivi -disse -quale è la vera letizia. Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell'Ordine; scrivi, non è vera letizia. Così pure che sono entrati nell'Ordine tutti i prelati d'Oltr'Alpe, Arcivescovi e Vescovi, non solo ma perfino il Re di Francia e il Re d'Inghilterra; scrivi: non è vera letizia. E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanargli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è vera letizia".

"Ma qual è vera letizia?". "Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all'estremità della tonaca si formano dei ghiacciuoli d'acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede "Chi è?". Io rispondo: "Frate Francesco". E quegli dice: "Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te". E io resto davanti alla porta e dico "Per amore di Dio, accoglietemi per questa notte". E quegli risponde: "Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là". Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell'anima ".

Quale insegnamento ci dà il Serafico Padre sulla gioia vera!
Per quanto riguarda S. Chiara, la letizia è, senza dubbio, il sentimento che più affiora nella sua vita, anzi, possiamo affermare, sia il suo stato d'animo abituale. Ella esulta e gode, ripiena di enorme gaudio e di spirituale letizia perché "un tale e così grande Signore, scendendo nel seno della Vergine, volle apparire nel mondo come uomo spregevole, bisognoso e povero, affinché gli uomini -che erano poverissimi e indigenti, affamati per l'eccessiva penuria del nutrimento celeste -, divenissero in Lui ricchi col possesso dei reami celesti". Ella prova sommo diletto, insieme alle sue figlie, nel sopportare ogni penuria, povertà, fatica, tribolazione, ignominia o disprezzo del mondo, per amore di Gesù Cristo.

La gioia di Chiara, come ben si vede, non è superficiale, ma profonda e intima, essa nasce dall'esperienza della Grazia e dalla consapevolezza di essere oggetto dell'Amore di Dio.

Il Signore ci conceda il coraggio di guardarci dentro per vedere quali abitudini, fonti di tristezza, dobbiamo estirpare; Egli purifichi il nostro cuore, perché possa sempre più risplendere sul nostro volto la luce della Sua Gloria e possiamo testimoniare con tutta verità di averLo incontrato Risorto nella nostra vita.
Audio
Sperando di fare cosa gradita, condivido una lezione che ho fatta ad un gruppetto di giovani sulla morale cristiana
Dietro tutto ciò che ci capita durante il giorno, c'è una chiamata di Dio
alla santità, una chiamata di Dio ad esercitarci nelle virtù, a crescere nell'amore oblativo. Se chiediamo luce a Dio in tutto ciò che ci capita, scopriremo anche dietro una contrarietà un invito del Signore a praticare la pazienza e la misericordia; o dietro la tentazione, trasformata in preghiera, una chiamata all'umiltà.

Così facendo gradualmente impareremo a rendere grazie in ogni cosa perché, secondo le parole dell'Apostolo "Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio".

In questo modo la nostra vita, pervasa dalla preghiera, diventerà luminosa, incominceremo a guardare la nostra storia e quella altrui con gli occhi della fede, non
fermandoci all'apparenza ma andando oltre, scopriremo il progetto d'amore che Dio ha su di ciascuno e tutto ci sarà dolce.

Un giorno ad uno dei Padri del deserto fu chiesto come avesse imparato a pregare senza interruzione ed egli rispose: "Quando venni in questo deserto solitario la sera avevo paura che mi assalissero le fiere e pregavo il Signore che mi liberasse dai pericoli; quando sopravvenivano la fame e la sete, pregavo Dio che provvedesse a questi miei bisogni, quando la tentazione di tornare nel mondo mi assaliva, supplicavo il Signore che venisse in mio aiuto e non permettesse che io cadessi nelle grinfie del maligno; sperimentando la bontà e la misericordia di Dio verso di me peccatore, ero mosso a renderGli vive azioni di grazie e a lodarLo. A poco a poco la preghiera divenne in me spontanea e imparai a rivolgermi a Dio in ogni cosa, ora non posso più fare a meno di pregare perché la preghiera è divenuta per me come il respiro".
Dice S. Giacomo, che la pazienza è l'opera perfetta di un'anima (Gc 1, 4). La pazienza è quella che ottiene il paradiso. Questa terra è luogo di meriti, e perciò non è luogo di riposo, ma di fatiche e patimenti; onde a questo fine Dio ci fa qui vivere: acciocché colla pazienza ci guadagniamo la gloria del paradiso. Tutti in questo mondo hanno da patire; chi patisce con pazienza, patisce meno e si salva; chi patisce con impazienza patisce di più e si danna.

Non ci manda il Signore le croci per vederci perduti, come dicono alcuni impazienti, ma per vederci salvi e più gloriosi in cielo. I dolori, le traversie, tutte le altre tribolazioni accettate con pazienza, sono le gioie più belle della nostra corona in paradiso. Quando dunque ci vediamo tribolati consoliamoci, e ringraziamone Dio, poiché è segno che Dio ci vuol salvi; e ci castiga su questa vita, ove i castighi son leggieri e brevi, per non castigarci nell'altra, ove i castighi sono acerbi ed eterni.

Povero quel peccatore, che è felice in questa vita! È segno che Dio gli riserba il castigo eterno. Diceva S. Maria Maddalena de' Pazzi: Ogni gran pena riesce gustosa, quando si mira Gesù Cristo in croce. Ed il B. Giuseppe Calasanzio soggiunge: Non sa guadagnarsi Gesù Cristo, chi non sa patire per Gesù Cristo. Chi ama dunque Gesù Cristo, sopporta con pazienza tutte le croci esterne: infermità, dolori, povertà, disonori, perdite di parenti e di amici, e tutte le croci interne: angustie, tedi, tentazioni e desolazioni di spirito, e tutto soffre con pace. All'incontro, chi nelle tribolazioni s'impazientisce, e sibadira, che fa? Accresce il suo patire, e si accumula più pene per l'altra vita.

Scrisse S.Teresa: La croce si sente da chi la trascina per forza; ma chi l'abbraccia di buonabvoglia non la sente. Onde diceva poi S. Filippo Neri: In questo mondo non v'è purgatorio; o vi è paradiso o inferno: chi sopporta le tribolazioni con pazienza, ha il paradiso; chi no, l'inferno.

[Sant'Alfonso M de'Liguori, "Pratica delle virtù cristiane"]
Cari figli, Io vi amo come siete e vi chiedo che ovunque cercate di testimoniare Mio Figlio Gesù. L'umanità si è allontanata dal Creatore e i Miei poveri figli camminano come ciechi che guidano altri ciechi.

Ritornate a Gesù e abbracciate la luce della verità. Non vi allontanate dalla preghiera. Quando siete lontani, voi diventate bersaglio del demonio. Siete del Signore e solamente Lui dovete seguire e servire. Vivete nel tempo della grande battaglia spirituale. Confessione, Eucaristia, Santo Rosario, Sacra Scrittura e fedeltà al vero Magistero della Chiesa: queste le armi per il grande combattimento.

Camminate per un futuro di grandi prove. Coloro che amano la verità saranno perseguitati e portati nei tribunali. Ancora vedrete orrori sulla Terra. Non tiratevi indietro.

Qualunque cosa accada, rimanete con Gesù. Non vi dimenticate: in Dio non c'è mezza verità. Avanti per il cammino che vi ho indicato! Io pregherò il Mio Gesù per voi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

5.332 – Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace di Anguera, trasmesso il 03/09/2022
https://www.youtube.com/watch?v=_yMTJ3eP2a8

RIPROPONGO QUESTO LUNGO VIDEO IL CUI MONTAGGIO MI È COSTATO TANTO TEMPO MA SONO CONTENTO DI AVERLO REALIZZATO. QUI SI PUÒ APPREZZARE LA FEDE GENUINA DEL VEGGENTE DI ANGUERA E LA TRASPARENZA DELLA PERSONA. DIFFICILE NON CONVINCERSI DELL'AUTENTICITÀ DI QUESTE APPARIZIONI E MESSAGGI ALLA FINE DELL'ASCOLTO DI QUESTE CATECHESI DI PEDRO REGIS SUI MESSAGGI E SULLE PROFEZIE DI ANGUERA
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Il 12 settembre la Chiesa celebra la festa del NOME SS. DI MARIA. Una mia conferenza tenuta questa mattina che condivido volentieri con tutti voi.
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Il 13 settembre 1917 la Madonna apparve per la quinta volta ai piccoli pastorelli di Fatima. In questa mia breve conferenza ricordiamo gli avvenimenti e soprattutto riflettiamo sul messaggio della Bianca Signora oggi che ne commemoriamo l'anniversario