fede

Papa Francesco raduna i leader religiosi contro la tratta di esseri umani

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Papa Francesco ha raccolto in Vaticano esponenti di spicco di varie religioni – islam, ebraismo, induismo, buddismo – e di altre confessioni cristiane (a partire dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, collegato via video) per la firma di una dichiarazione congiunta contro le “moderna schiavitù” rappresentate dalla prostituzione, il lavoro forzato, il traffico di organi.

Il fenomeno, secondo i dati della Walk Free Foundation, riguarda 36 milioni di esseri umani in tutto il mondo e, secondo dati dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (Ilo), procura agli sfruttatori un profitto di 150 miliardi di dollari all’anno.



“Dichiariamo in nome di tutte e di ciascuna delle nostre fedi che la schiavitù moderna, in termini di traffico di esseri umani, di lavoro forzato, di prostituzione, di sfruttamento di organi, è un crimine contro l’umanità. Le sue vittime sono di ogni estrazione, ma il più delle volte si tratta di persone tra le più povere e vulnerabili dei nostri fratelli e sorelle”, ha detto Jorge Mario Bergoglio nel suo discorso pronunciato in spagnolo. Il Papa era seduto tra i rappresentanti delle altre fedi tra i banchi del salone della Casina Pio V, sede delle pontificie accademie delle Scienze e delle Scienze sociali guidate dal monsignore argentino Marcelo Sanchez Sorondo che ha fatto gli onori di casa. “Lo sfruttamento fisico, economico, sessuale e psicologico di uomini, donne e bambini incatena decine di milioni di persone alla disumanizzazione e alla umiliazione”, ha detto Francesco. “Ogni essere umano, uomo, donna, bambino, ragazza è l’immagine di Dio, Dio è amore e libertà che si dona nelle relazioni interpersonali, e ogni essere umano è una persona libera destinata a esistere per il bene degli altri in uguaglianza e fraternità. Ogni persona e tutte le persone sono uguali e deve ricevere la stessa libertà e la stessa dignità”. La schiavitù moderna, ha detto ancora il Papa, è presente “in grande scala in tutto il mondo, anche sotto forma di turismo” e deve interpellare “tutte le persone di fede e i loro leader, i governi, le imprese e tutti gli uomini e le donne di buona volontà”. Su Twitter, il Papa ha scritto: “Mai più schiavi. Siamo tutti fratelli e sorelle”.



“Chiedo al Signore che ci conceda la grazia di convertirci noi stessi nel prossimo di ogni persona, senza eccezione, e di darle aiuto attivamente ogni volta che attraversa il nostro cammino, che si tratti di un vecchio abbandonato, di un lavoratore ingiustamente schiavizzato e disprezzato, di un profugo o un rifugiato catturato nelle trappole della malavita, di un ragazzo o una ragazza che cammina per le strade del mondo vittima del commercio sessuale, di un uomo o una donna prostituita e ingannata da persone senza timore di Dio, di un bambino o una bambina mutilati nei loro corpi, che chiamano le nostre coscienze riecheggiando la voce del Signore: ogni volta che lo fate a uno dei miei fratelli, lo avete fatto a me”.



La dichiarazione congiunta fissa l’obiettivo di “eliminare per sempre la schiavitù moderna entro il 2020”: “Qui e oggi, assumiamo l’impegno comune di fare tutto il possibile, all’interno delle nostre comunità di credenti e all’esterno di esse, per ridare la libertà a chi è vittima di schiavitù o di tratta di esseri umani, restituendo loro speranza nel futuro. Oggi abbiamo la possibilità, la consapevolezza, la saggezza, i mezzi innovativi e le tecnologie necessarie a raggiungere questo obiettivo umano e morale”. Hanno firmato, oltre al Papa, al primate anglicano Justin Welby e al rappresentante di Bartolomeo il metropolita Emmanuel di Francia, per i buddisti il venerabile Bhikkhuni Thich Nu Chan Khong (Thailandia) e il venerabile Datuk K Sri Dhammaratana (Malaysia), per gli induisti la signora Mata Amritanandamayi, per i musulmani il rappresentante del grande imam di Al Azhar, Abbas Abdalla Abbas Soliman (Egitto), il rappresentante del grande ayatollah Basheer Hussain al Najafi, Naziyah Razzaq Jaafar e il grande ayatollah Mohammad Taqi al-Modarresi, per gli ebrei il rabbino David Rosen (Gerusalemme). Hanno firmato anche i due amici argentini che hanno accompagnato Bergoglio in Terra Santa la scorsa primavera, il rabbino Abraham Skorka e lo sceicco Omar Abboud. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha mandato un messaggio di sostegno. Tra i testimonial presenti c’era l’attrice Mira Sorvino.



La cerimonia odierna, che cade nella giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù, è una iniziativa del “Global Freedom Network” che ha mosso i primi passi con la firma di un accordo, sempre in Vaticano, lo scorso 17 marzo. L’obiettivo di questa rete interreligiosa internazionale, sostenuta dalla Walk Free Foundation del filantropo Anrew Forrest, è di unire le religioni non già sui cosiddetti “valori non negoziabili” quanto sul contrasto alla tratta di esseri umani in sei campi: sensibilizzare le comunità di fede, promuovere il commercio etico, aumentare la cura per le vittime e i sopravvissuti, fare pressione presso i governi e i parlamenti, sensibilizzare le società e raccogliere fondi. (Iacopo Scaramuzzi - Vatican Insider)

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