Appena un ragazzo: l’ha ucciso il Covid. "Insuperabile bomber, addio Giorgio"

Milano, il lutto della famiglia e della sua squadra. La partita più dura giocata fino in fondo in ospedale

Giorgio sugli spalti del Meazza per una partita dell'Inter

Giorgio sugli spalti del Meazza per una partita dell'Inter

Milano, 12 novembre 2020 -  Contro il destino infame e crudele, contro un virus che non guarda in faccia le sue vittime, nulla puoi... Neppure se giochi in una squadra di calcio chiamata “Insuperabili“, che può darti quella sensazione di essere “invincibile“. Neppure se hai un carattere di ferro e una immensa voglia di vivere, grazie alle quali sei riuscito a dribblare mille difficoltà. Perché quando sei un ragazzone di circa vent’anni, hai un’autostrada davanti. È ovvio. Pensi al dovere e al piacere, a studiare e a calciare un pallone, sogni di tornare allo stadio con la maglia del cuore, in questo caso quella dell’Inter. Giorgio era tutto questo, un frullatore di energia ed entusiasmo, soprattutto era un ragazzo speciale. Era il bomber degli Insuperabili di Milano (squadra di calcio a 5 composta da ragazzi disabili), aveva allenatore e compagni che lo adoravano.

Ma Giorgio martedì mattina ha perso l’ultima partita: la più importante, la più difficile, quella dove non ci sono neppure i tempi supplementari. In una stanza di un ospedale milanese il Covid, spietato e maledetto, si è portato via anche lui, giovanissimo e pieno di speranze, lasciando nello sconforto i genitori e gli amici. Eppure Giorgio era convinto che ce l’avrebbe fatta ad alzarsi da quel letto e a tornare in campo, come ha raccontato sulla sua pagina “social“ Daniele, il suo ex allenatore che nella vita di tutti i giorni fa l’infermiere prima di dedicarsi ai “suoi ragazzi“: "Cinque giorni fa mi aveva contattato telefonicamente la sua mamma per sentirlo, Giorgio era in osservazione in ospedale, monitorato perché desaturava e necessitava di ossigeno-terapia. Con lui è stata una piacevole chiacchierata durata non più di 5 minuti, perché il respiro un po’ affannoso lo metteva in difficoltà... Ci siamo salutati con la promessa che al suo ritorno a casa ci saremmo rivisti, perché lui era certo che tutto sarebbe andato per il meglio... mi rassicurava dicendomi “Mister, sto meglio rispetto a qualche giorno fa...“. Era fiducioso e sentendolo lo ero tanto anch’io... e invece poi ho ricevuto un messaggio dalla mamma... ".

Straziante , Giorgio non ce l’ha fatta. A Daniele è caduto il mondo addosso, il nastro degli ultimi anni si è riavvolto velocemente: "Mi sono rivisto tutte le foto insieme, ricordo il mio arrivo agli Insuperabili: Giorgio aveva una passione smisurata per l’Inter, la stessa passione con la quale lui si allenava sul campo, dove nonostante alcune difficoltà, mostrava una forte competitività... voleva sempre vincere, anche nelle partitelle di allenamento. La prima gara ufficiale che giocò con me è stato un torneo di calcio “integrato“, la Super League a Moscova, Milano. Giorgio sentiva molto questa partita, era un ex di quella società, voleva vincere e segnare. Siglò la rete del 3-3 che concluse la nostra rimonta... Ora ho promesso alla sua famiglia di far rivivere il suo ricordo dedicandogli un Memorial di calcio... sì perché lui amava il calcio, l’Inter...".

Una passione , quella per il pallone e per i colori nerazzurri, di cui ci parla anche la mamma di Giorgio: "Mister Daniele è stato un allenatore esemplare per mio figlio, lo ha accettato per quello che era, con le sue problematiche, e lo trattava come una risorsa. Perciò Giorgio in quella squadra era felice". La signora ci manda poi una foto che si commenta da sola, con il suo ragazzo a San Siro a tifare tutto vestito di nerazzurro: "Per Giorgio l’Inter era l’essenza della sua vita, tutto girava attorno alla sua Inter". Fin quando il Covid ha deciso di portarsi via anche la sua giovane vita. Domani alle 11 l’ultimo saluto alla “cappelletta“ di Lambrate.  

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