Ma davvero Francesco blocca l’eresia della chiesa in Germania?

«Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate» (Gilbert Keith Chesterton)

E’ uscito l’interessante editoriale di Sandro Magister, vedi qui: Francesco blocca il documento dei vescovi tedeschi a favore dell’intercomunione, con il testo integrale della lettera – su di un Atto importante del Pontefice  – che va, tuttavia, letto attentamente, prima di gridare “vittoria”. Ma si legga l’ottimo commento di Marco Tosatti qui.

Per gli antefatti consigliamo, giustamente, di leggere Magister, mentre a noi qui interessa esaminare la Lettera nel suo contenuto, leggiamola insieme:

  • Congregazione per la Dottrina della Fede
  • Prot. N. 212/2018 – 64727
  • Città del Vaticano
  • Palazzo del S. Uffizio
  • 25 maggio 2018

A Sua Eminenza Reverendissima Signor Cardinale Reinhard Marx Arcivescovo di Monaco e Frisinga Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca

Kardinal-Faulhaber Str. 7 D-80333 München Bundesrepublik Deitschland

Eminenza, Illustrissimo signor presidente!

Al termine del nostro colloquio fraterno del 3 maggio 2018 sul documento “Mit Christus gehen…” [“Camminare con Cristo. Sulla pista dell’unità. Matrimoni interconfessionali e partecipazione comune all’eucaristia. Un sussidio pastorale della conferenza episcopale tedesca”] abbiamo stabilito insieme che io avrei informato Il Santo Padre dell’incontro.

Già nell’udienza del 11 maggio 2018 ho parlato con papa Francesco del nostro incontro e gli ho consegnato una sintesi del colloquio. Il 24 maggio 2018 ho nuovamente discusso della questione con il Santo Padre. A seguito di questi incontri vorrei portare a Sua conoscenza i seguenti punti, con l’esplicito consenso del papa.

1. I molteplici sforzi ecumenici della conferenza episcopale tedesca, in particolar modo l’intensa collaborazione con il consiglio della Chiesa evangelica di Germania, meritano riconoscimento e apprezzamento. La comune memoria della Riforma nel 2017 ha mostrato che negli anni e decenni passati è stata trovata una base che permette di dare insieme testimonianza di Gesù Cristo, il salvatore di tutti gli uomini, e di lavorare insieme in maniera fattiva e decisa in molti ambiti della vita pubblica. Questo ci incoraggia ad andare avanti con fiducia sulla via di una sempre più profonda unità.

2. Il nostro colloquio del 3 maggio 2018 ha mostrato che il testo del sussidio solleva una serie di problemi di notevole rilevanza. Il Santo Padre è perciò giunto alla conclusione che il documento non è maturo per essere pubblicato. I motivi essenziali di questa decisione possono essere riassunti come segue:

a. La questione dell’ammissione alla comunione di cristiani evangelici in matrimoni interconfessionali è un tema che tocca la fede della Chiesa e ha una rilevanza per la Chiesa universale.

b. Tale questione ha degli effetti sui rapporti ecumenici con altre Chiese e altre comunità ecclesiali, che non sono da sottovalutare.

c. Il tema riguarda il diritto della Chiesa, soprattutto l’interpretazione del canone 844 CIC. Poiché in alcuni settori della Chiesa ci sono a questo riguardo delle questioni aperte, i competenti dicasteri della Santa Sede sono già stati incaricati di produrre una tempestiva chiarificazione di tali questioni a livello di Chiesa universale. In particolare appare opportuno lasciare al vescovo diocesano il giudizio sull’esistenza di una “grave necessità incombente”.

3. Per il Santo Padre è una grande preoccupazione che nella conferenza episcopale tedesca resti vivo lo spirito della collegialità episcopale. Come il Concilio Vaticano II ha sottolineato, “le conferenze episcopali possono oggi portare un molteplice e fecondo contributo acciocché il senso di collegialità si realizzi concretamente” (Costituzione dogmatica “Lumen gentium” n. 23).

Portando questo a Sua conoscenza Le porgo fraterni saluti e auguri di benedizione.

  • Suo nel Signore
  • Luis F. Ladaria, S.I.
  • Vescovo titolare di Thibica
  • Prefetto

In copia a…..


Possiamo davvero dire che si tratta di una “toppa”, forse non tanto peggiore dello strappo, ma una toppa che non reggerà a lungo, il perché è detto proprio dentro il testo.

– punto 1

Intanto si solennizza la “memoria della riforma 2017” alludendo ad una sorta di “base comune” per una testimonianza comune di Gesù Cristo. E scusateci, di quale “base comune” stiamo parlando? Attualmente non c’è proprio nulla di significativo, di liturgico e di dottrinale quale “base comune”… a noi non risulta esserci alcun Documento in materia. Se poi si allude al soccorso “ai poveri”, è un’altra cosa, siamo sul sociale, senza dottrina, ma sul sociale. Inoltre, come da riferimento al Documento del 2007, vedi qui, è un errore chiamarla “Chiesa” evangelica, esse sono tutte COMUNITA’ scaturite dall’eresia protestante. Ricordiamo che su questa “memoria” noi non abbiamo avuto nulla di cui festeggiare, lo dice il Magistero della Chiesa Cattolica di sempre, vedi qui.

– punto 2

Attenzione, il Papa non dice che il documento tedesco è eretico e grave, ma che “non è ancora MATURO per essere pubblicato“… quindi si attende una “maturazione” degli eventi, forse che il Papa ha trovato troppa RESISTENZA? Forse sì, o forse chissà, LA PRUDENZA comincia a bussare nel suo animo, ma non illudiamoci, per Bergoglio questa maturazione ci sarà: leggere qui, La nuova Chiesa? Si adeguerà ai tempi, parola di Bergoglio..

Il testo infatti non dice che ci sono contenute delle gravi eresie ma: “che il testo del sussidio solleva una serie di problemi di notevole rilevanza“, vi è dunque contraddizione, quasi voluta, nelle parole del Prefetto gesuita che tende a minimizzare. Così, i “motivi essenziali” vengono esposti in modo sintetico, anche dottrinale possiamo dire, perché è evidente che la stavano facendo troppo sporca!

a. Per chi è pratico di ecclesialese, c’è qui una velata accusa di eresia!! Perchè tutto ciò che “tocca la fede della Chiesa” ed ha rilevanza universale – se contrario – accede all’eresia. Questo è un buon segnale.

b. Per chi conosce il rapporto ecumenico con il mondo ortodosso sa bene che, questa apertura all’Eucaristia coi protestanti, non era da loro ben vista. Inoltre qui non si accenna minimamente che “certi problemi da non sottovalutare” riguardano anche, una volta dato il via a queste strane “unioni” dottrinali, che si verrebbe a legittimare persino le messe protestanti che non contengono alcun sacramento, non hanno la GRAZIA e finirebbero per confondere ed ingannare il coniuge cattolico, per non parlare delle sacerdotesse e vescovesse….

c. Questo punto è più tecnico, ma in un certo senso chiarisce il punto sopra, e viene spiegato dal canone 844 del diritto Canonico che afferma: – §1. I ministri cattolici amministrano lecitamente i sacramenti ai soli fedeli cattolici, i quali parimenti li ricevono lecitamente dai soli ministri cattolici, salve le disposizioni dei §§2, 3 e 4 di questo canone e del can. 861, §2. Non siamo noi ad essere petulanti, ma parlò chiaro anche Giovanni Paolo II nell’enciclica Ecclesia de Eucharistia al n.45.

ATTENZIONE, si osservi bene che, nel Codice di Diritto Canonico, quando si parla di “ministri non cattolici“, che possono dare l’Eucaristia, la Confessione e l’Estrema Unzione ai cattolici in caso di pericolo, non si riferisce ai Protestanti, stiamo bene attenti! Ma si riferisce a quel ministero ordinato, ma non in comunione con Roma e questi sono i ministri ORTODOSSI perchè, i Protestanti, avendo rinnegato il Sacramento dell’Ordine, NON hanno “preti”, non hanno il ministero “ordinato”! E deve essere il “vescovo” ad assumersi LA RESPONSABILITA’, non un indulto da far passare come Norma  lasciandolo all’arbitrio del parroco, per un: giudizio sull’esistenza di una “grave necessità incombente”.

E per tal motivo, per tal confusione – che diremo per l’apostasia – stiamo ancora a nuovi documenti e nuovi testi (sic) che spiegheranno come stanno le cose, come se non lo sapessimo.

– punto 3

Si conclude che il Papa è molto preoccupato che la conferenza episcopale tedesca RESTI NELLA COMUNIONE, perchè in sostanza è questo l’appello allo “spirito di collegialità”, anche se su questo ci sarebbe molto da discutere.

Questo è quanto dice la Lettera, nella quale per rispondere si faceva prima a far ricorso direttamente ai testi dottrinali, che ci sono e tutti validi, e mettere la parola fine a questa apostasia… ma c’è quella “porta aperta” di Bergoglio che attende “la maturazione” proprio del testo dei vescovi tedeschi, che andrebbe invece stracciato perchè eretico.

E per non essere “autoreferenziali”, ecco un bellissimo passaggio, sullo stesso argomento del giorno, trattato da Marco Tosatti qui:

  • “…il cardinale di Colonia, Rainer Maria Woelki. Alla fine della messa celebrata sul sagrato della cattedrale di Colonia in occasione della festa del Corpus Christi ha detto: “Qualcuno può pensare: dov’è il problema? È una sciocchezza. Altri possono persino pensare: ‘È un teatro di marionette’. Io penso: questo riguarda la vita e la morte. Riguarda la morte, e la resurrezione. Riguarda la vita eterna, riguarda Cristo. Questo riguarda la Sua Chiesa e di conseguenza riguarda la sua essenza…”

Una cosa oggi la vera Chiesa l’ha ottenuta, e noi con Lei: le bugie hanno le gambe corte; la menzogna è frutto del demonio, non per nulla Gesù disse ai SUOI: Il vostro parlare sia sì, sì – no, no, perchè il di più viene dal maligno. Ma Bergoglio non può ancora usare questa forma RIGIDA del Cristo, perché lui attende “la maturazione” dell’eresia per portarla a compimento o, come ha detto sovente: “io apro processi…”, attendendo, forse, che altri nella chiesa lo aiutino a questa maturazione, questo era del resto il progetto di Karl Rahner sulla sua new-chiesa.

Ma noi vogliamo chiudere con una “Visione” di speranza, non nostra ma della Beata Emmerich: «Un tempo terribile. Non c’è nessuna scappatoia… Anche a Roma vedo preti cattivi martirizzare Gesù bambino nella Chiesa. Essi pretendono dal Papa qualcosa di molto pericoloso; anche il Papa si accorse di ciò che io pure avevo visto e, come un Angelo con la sua spada, li ricacciò via…».

Oremus pro Pontifice…..


Aggiornamento 5 giugno: a dimostrazione che condividiamo le medesime perplessità, ecco l’ottima riflessione di Marco Tosatti da La Nuova Bussola Quotidiana: “almeno per il momento l’iniziativa è stata bloccata, grazie al coraggio e alla franchezza di un pugno di presuli.

Ma in data 1° luglio  si legga anche l’approfondimento fatto da Marco Tosatti qui: Se l’intercomunione viene affidata al “fate vobis”

INSERIAMO LA CHIARISSIMA spiegazione, qui, fatta dal prof. Roberto de Mattei da RomaRadioLibera:

 


AGGIORNAMENTO AL 21 LUGLIO

da la Nuova Bussola…. eccoci “confermati” in ciò che scrivemmo:

Intercomunione, basta tradimenti

Il caso del sussidio “anonimo” dei vescovi tedeschi sulla possibilità di dare la comunione ai protestanti sposati con cattolici, mette in rilievo la spiccata tendenza dei vescovi tedeschi ad andare per loro conto. Ma anche i segnali contraddittori che arrivano da Roma. Che ora deve decidere in modo chiaro.

Il cardinale Marx (a sinistra), presidente dei vescovi tedeschi

Può essere utile tornare ancora una volta, dopo vari e disparati commenti, sul caso del sussidio, preparato sotto la cura della Conferenza Episcopale Tedesca (CET), dal titolo Camminare con Cristo, trovare unità. Matrimoni inter-confessionali e condivisione dell’Eucarestia. In esso, come si sa, è contemplata la possibilità dell’intercomunione eucaristica per coniugi appartenenti a confessioni cristiane diverse (in concreto e soprattutto, per intenderci, nei casi di matrimoni misti fra cattolici e protestanti, molto frequenti in Germania).

Il documento, alla vigilia della sua pubblicazione, aveva già sollevato la protesta, e il ricorso alla Santa Sede, da parte di una minoranza di vescovi tedeschi. A seguito di questo ricorso, e dopo varie fasi intermedie, il Prefetto della Congregazione per Dottrina della Fede, come si ricorderà, aveva inviato una lettera, con formale approvazione pontificia, al Presidente della CET. Il passaggio decisivo, e dispositivo, della lettera (datata 25 maggio 2018) è il seguente: “il testo del sussidio solleva una serie di problemi di notevole rilevanza. Il Santo Padre è perciò giunto alla conclusione che il documento non è maturo per essere pubblicato”. 

Tralasciando ora i motivi addotti di seguito nella medesima lettera a sostegno di questa affermazione, va notato che l’insufficiente maturità, stando alle parole appena lette, non riguarda “le circostanze”. Non si tratta, cioè, del fatto che le condizioni storiche e contestuali non sono mature per accogliere il testo, che in se stesso sarebbe accettabile. L’affermazione riguarda  direttamente l’immaturità del documento in quanto tale. In altri termini, il giudizio del Papa, riportato nella lettera del cardinale Prefetto Ladaria, non sostiene che, maturando le condizioni esterne o di mentalità, il testo potrebbe forse essere reso pubblico. Al contrario, la non maturità si riferisce proprio al contenuto intrinseco del documento: “il documento non è maturo per essere pubblicato”. Detto ancora diversamente: il sussidio, per raggiungere la maturità auspicabile, dovrebbe cambiare attraverso correzioni, precisazioni e via dicendo.

Sappiamo che a distanza di appena due mesi dalla lettera di Ladaria, quel testo, dichiarato dal Papa “non maturo” e per questo non pubblicabile, è stato ugualmente pubblicato, tale e quale. Non certo per una delle non infrequenti indiscrezioni giornalistiche, ma proprio sul sito ufficiale della CET. Il documento, però, allo stato attuale, non può essere attribuito alla Conferenza Episcopale Tedesca, per almeno due motivi. Esso non è stato messo di nuovo ai voti e approvato da quest’ultima, dopo opportune modifiche atte a renderlo “maturo”; inoltre, proprio per questo motivo, nella forma in cui è consultabile sul sito, non riporta in calce le firme dei membri della CET.

Che valutazione dare di quanto accaduto? A mio avviso, agli occhi dei fedeli, specialmente quelli tedeschi, questo episodio non può che apparire come una disobbedienza o, nel migliore dei casi, come una grave scorrettezza verso le disposizioni della Santa Sede. Non sembra che la presidenza della CET ne esca sotto una luce positiva. Si è parlato, è vero, di un incontro personale, successivo alla lettera del card. Ladaria, fra il cardinale Marx, presidente della CET, e papa Francesco. Forse in questo incontro il papa ha espresso un parere diverso o più sfumato? Potrebbe anche darsi, ma non è possibile dirlo con certezza.

In ogni caso, se c’è stata davvero questa “assoluzione in foro interno” (ci si passi l’espressione) per la pubblicazione, essa avrebbe avuto bisogno di essere dichiarata pubblicamente, come pubblico e ufficiale era stato lo stop precedente. Perché il papa, evidentemente, sulla medesima questione non può dire a un cardinale di procedere ufficialmente in un senso e a un altro cardinale, in separata sede e in forma privata, di fare il contrario. Altrimenti la comunità dei fedeli – il famoso popolo di Dio – si troverebbe “pastoralmente” disorientata. Questo vale anche a proposito delle dichiarazioni rilasciate, su questo argomento, dallo stesso Francesco nel dialogo con i giornalisti sul volo di ritorno dalla Svizzera, un paio di settimane fa: la risposta che egli ha dato a una delle domande, relativa a questa vicenda, è piena di imprecisioni e incongruenze, non del tutto compatibili col Diritto Canonico né con la lettera, da lui approvata, di Ladaria (come ha già evidenziato un precedente intervento di Luisella Scrosati su La Nuova BQ).

La valutazione che l’intero episodio sembra meritare potrebbe dunque essere la seguente: a) i vertici della CET non hanno rispettato la decisione del Santo Padre di non pubblicare; b) la pubblicazione è avvenuta senza la consultazione e senza l’approvazione della CET; c) la pubblicazione assume l’aspetto di un colpo di mano teso a forzare il corso delle cose; d) il fatto stesso della pubblicazione potrebbe essere impugnato come atto o illegittimo o inopportuno; e) fra quanto comunicato dal papa nella lettera di Ladaria e quello che il papa ha detto a braccio ai giornalisti tornando da Ginevra ci sono incoerenze abbastanza evidenti. Un ultimo aspetto, non marginale, è questo: nell’insieme di tutta la vicenda, teologia e diritto ne escono alquanto mortificati.

Come mai è potuto accadere un simile pasticcio? Una risposta plausibile, almeno come ingrediente fra molti, potrebbe trovarsi in un passaggio del comunicato del card. Marx a proposito della lettera di Ladaria: dopo aver manifestato la sua sorpresa, il presidente della CET così si esprimeva, parlando di sé in terza persona, in quella nota: “Il presidente vede espressa nella lettera la necessità di ulteriori colloqui all’interno della conferenza episcopale tedesca, prima di tutto nel consiglio permanente e nell’assemblea plenaria d’autunno, ma anche con i rispettivi dicasteri romani e con lo stesso Santo Padre”.

Ma la lettera firmata da Ladaria non va in questa direzione. Dice invece chiaramente: “Il tema riguarda il diritto della Chiesa, soprattutto l’interpretazione del canone 844 CIC. Poiché in alcuni settori della Chiesa ci sono a questo riguardo delle questioni aperte, i competenti dicasteri della Santa Sede sono già stati incaricati di produrre una tempestiva chiarificazione di tali questioni a livello di Chiesa universale. In particolare appare opportuno lasciare al vescovo diocesano il giudizio sull’esistenza di una “grave necessità incombente”.

Con queste parole Ladaria fa chiaramente capire che, restando ferma la normativa stabilita dal can. 844, le questioni “di grande rilevanza” (sic!) che il sussidio tedesco tocca, sono già al vaglio dei dicasteri vaticani, che si apprestano a dare risposte adeguate entro tempi non lunghi e, soprattutto, valide per la Chiesa universale (dunque anche per la grande Germania). Perciò la soluzione al problema – secondo quanto scrive il Prefetto Ladaria – non è da attendere da “ulteriori colloqui all’interno della conferenza episcopale tedesca” (come ha scritto il card. Marx), né tra quest’ultima e la Santa Sede, come invece vorrebbe, fraintendendo a modo suo, il medesimo prelato nel suo comunicato.

In tutto ciò una cosa è chiara: la tendenza di una consistente parte della CET a fare e decidere in proprio. Una memorabile frase del card. Marx all’epoca delle discussioni tra il primo e il secondo Sinodo sulla famiglia, espresse bene questa vena indipendentista: “Noi non siamo una filiale di Roma e non sarà un sinodo a dirci cosa fare in Germania”. Sembra che ora, parafrasando, quasi quasi si dica: “Non sarà la Santa Sede a dirci cosa fare in Germania”. Affiora, a questo punto, la delicata domanda sulle triangolazioni fra papa, dicasteri, conferenze episcopali.

Quali saranno le risposte di Roma, preannunciate dalla lettera di Ladaria, in tema di intercomunione nei matrimoni interconfessionali, sarà da vedere. Sembra di capire che esse lasceranno intatto il can. 844, che è alla base della disciplina già in vigore, ma che cercheranno di chiarire la questione della sua interpretazione. Possiamo chiudere con un interrogativo o auspicio: se il sussidio tedesco è stato definito non maturo per la pubblicazione, quello che i dicasteri vaticani interessati diranno di concerto fra di loro e con Francesco speriamo dimostri una maggiore “maturità”. Ovvero, speriamo non incappi nelle gravi incoerenze sacramentali, ecclesiologiche, ecumeniche che l’intercomunione nei matrimoni misti porterebbe inevitabilmente con sé. O almeno che non si ricorra al sempre più frequente dire e non dire per facilmente poi disdire che permette a ciascuno, a modo suo, di tradire.

*Osb, Abbazia Madonna della Scala, Noci

7 pensieri riguardo “Ma davvero Francesco blocca l’eresia della chiesa in Germania?

  1. In un articolo del 2013 così dava una certa notizia Marco Tosatti nel suo blog di servizio di informazione:
    “Il cardinale arcivescovo di Monaco e Frisinga, Reinhard Marx, un mese fa ha tenuto a Erding, in Baviera una conferenza in tema di Resurrezione. Secondo una relazione apparsa sul web la Chiesa la chiesa dovrebbe ‘fare ammenda’ per le immagini spaventose del Purgatorio e dell’Inferno avallate nel corso dei secoli. (…) Quando ho letto la notizia, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: “se lo piglia Dante Alighieri…”. E la seconda è stato un pensiero di affettuosa solidarietà per papa Francesco; del genere (molto campano) “ma cchi tte se’ pijato…”, o meglio: chi ti hanno consigliato di infilare nel Consiglio degli otto cardinali incaricati di riformare Curia e Chiesa. (….) se non ricordo male, anche nel Vangelo, nelle parole di Gesù, i dannati non sembrano destinati a una vacanza.. ”

    Il cardinale Marx è anche uno degli ideatori della “Mafia san Gallo” che con il cardinale Daneels che lo ha raccontato, è stato «uno degli artefici dell’elezione di Papa Francesco». Di questo e di altro, tanto altro, dovrà rispondere a Dio il cardinale Marx.
    Qui nel Documento i punti sono altrettanto chiari:
    – nel primo punto si da una sorta di contentino ai vescovi ribelli, trasformando in questo modo, in memoria, la riforma (rivoluzione) luterana, una sorta di riabilitazione di Lutero. Con la speranza che non venga imposta a tutta la Chiesa Cattolica, un giorno di memoria liturgica!
    – nel secondo punto, effettivamente il più delicato, si attribuisce al Pontefice stesso che la motivazione riguarda più un problema di collegialità che di dottrina, la quale sembra proprio non interessargli. Come a dire che se “domani” si trovassero tutti i vescovi d’accordo con le richieste di Marx, la cosa si potrebbe anche fare in un modo che non venga dato scandalo e si rimanga tutti nell’unità. Insomma, procedere verso un sincretismo dottrinale.
    – il terzo punto riapre una discussione che fu aperta da Paolo VI, la collegialità tra i vescovi e il Papa, la Sede Petrina, attraverso la quale la frangia modernista ha fatto più danni alla Chiesa.

    Visto che è stata citata la beata Caterina Emmerich, mi piace ricordare questo passaggio:
    “Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa… Ma Dio aveva altri progetti”. (22 aprile 1823)
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis.
    Atanasio

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  2. Pur considerando lecito questo pontificato, di certo ci è toccato il papa che ci meritiamo, non mi faccio troppe illusioni perchè appare evidente che Bergoglio o ha qualche problema disturbante che lo sdoppia – coi cattolici resta abbastanza in riga, coi non cattolici è misericordioso fino a rasentare l’eresia – oppure è una questione che riguarda i soldi. La Chiesa in Germania infatti è quella più ricca e che ha sempre pagato soprattutto le necessità della chiesa in Argentina quando Bergoglio ne era l’arcivescovo. Tutto un caso ora questo scontro con il cardinale Marx? E’ evidente l’arrivo di un compromesso dottrinale che oggi si chiama “collegialità”.

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  3. Veramente Bergoglio non blocca un bel niente, semmai ha bloccato dal 2013 ad oggi i veri Santi come padre Stefano Manelli e la comunità femminile delle suore. Egli sblocca tutti quei processi eretici che faticosamente tutti i Papi hanno sempre cercato di impedirne la caduta libera.
    Bergoglio non dovrebbe scrivere che attende la maturazione di un discorso che è dalla base eretico, quale è il testo del gruppo mafioso tedesco, doveva stroncarli con la dottrina, queste sue premesse non prevedono nulla di buono, si tratta solo di raggiungere un accordo comune, alla faccia della dottrina cattolica.
    Alessandro.

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  4. Ab uno disce omnis (Da uno capisci come sono tutti, Virgilio, Eneide)
    vi leggo da molto tempo e voglio complimentarmi per le analisi ricche e puntuali che fate, ma questa volta voglio complimentarmi davvero per l’immagine di copertina all’articolo. Non è facile sintetizzare tutto nell’immagine e rimanere anche rispettosi, questa volta vi è riuscito bene tutto. Quanto ai fatti che stiamo vivendo è stato detto tutto molto chiaramente. Da cosa è Bergoglio, questo papa, si capisce che chiesa abbiamo oggi, che Dio ci salvi!
    Corrado S.

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  5. Insomma, anche quando prende una decisione giusta, papa Francesco la prende contro voglia e per i motivi sbagliati.
    Siamo messi veramente male!

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  6. Il tutto ha decisamente la parvenza della presa per il naso, sia verso i vescovi teutonici ribelli (meno male ma solo per il momento…), sia verso la Chiesa tutta.
    Come si fa infatti a mestare e a tramare per anni contro la Chiesa di Cristo – in parole, opere e omissioni che più gravi non si può – e poi far finta di sanare tutto mettendoci sopra una pezzetta, provvisoria, uso francobollo?
    Solito gesuitismo gesuiticamente gesuitante…
    Povero Cuore Sacro di Gesù, preso in giro dal tuo Vicario!

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