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Vaticano, "ecco chi sarà il prossimo Papa". Soffiata e terremoto, un disastro per Francesco?

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Non è un mistero, da settimane in Vaticano si parla di conclave. Insomma, dell'elezione del prossimo Papa. Chi dopo Papa Francesco? Voci alimentate da altre voci, quelle sulle dimissioni del Pontefice, da lui comunque smentite. Ma alimentate anche dal "complotto" di cui ha recentemente parlato Bergoglio, del piano per farlo fuori, dei congiurati che, appunto, già ragionavano sul prossimo conclave.

 

Insomma, in Vaticano la situazione non è serena: la Santa Sede è spaccata, troppo "rivoluzionaria" la figura di Papa Francesco per essere universalmente accettata. E così, inevitabilmente, si ragiona sul futuro, sulla successione, sul prossimo Pontefice, anche se non si sa quando verrà eletto. Tutto è infatti lasciato alla volontà di Dio.

Ma nel frattempo si può ragionare. Ed è esattamente ciò che fa Francesco Antonio Grana, nel suo libro intitolato Cosa resta del papato. Il futuro della Chiesa dopo Bergoglio. Volume presentato dal Messaggero, che mette in luce quanto segue: "È evidente che le fazioni, quella progressista delusa per le mancate aperture del pontificato di Francesco, quella conservatrice che vuole un ritorno al regno ratzingeriano e quella bergogliana che, invece, vuole proseguire l’opera riformatrice del Papa latinoamericano, si stanno già organizzando per non farsi trovare impreparate nel momento in cui inizierà la Sede Vacante". Già, si parla di conclave.

I ratzingeriani, ovvero i conservatori, sarebbero però in netta minoranza. E così al contempo, si parla dell'organizzazione di un nuovo Concistoro tramite cui il Santo Padre potrà creare altri cardinali: non si conoscono le tempistiche, ma viene dato per certo che il Pontefice lo farà. Eppure, nonostante questa mossa teoricamente a favore della corrente-Francesco, non è affatto sicuro che il successore di Bergoglio sia un "bergogliano".

 

E perché? Secondo l'ipotesi avanzata nel libro, la strategia dei conservatori potrebbe essere questa: giocare di sponda con la maggioranza silenziosa, ovvero tutti i cardinali che non propendono per il correntismo dottrinale. Se i "ratzingeriani" si alleassero con questi ultimi, che non sono progressisti, la partita sarebbe clamorosamente aperta. E così, il prossimo Papa, questa l'ipotesi che sembra prevalente, potrebbe essere un "moderato", il frutto di una mediazione tra la corrente più conservatrice e quella di "centro". E per i "ratzingeriani" sarebbe il miglior risultato possibile. Tutt'altro, al contrario, per i fedelissimi di Francesco: oggi oggettiva maggioranza in Vaticano, ma che potrebbero non spuntarla in conclave. Un conclave che già si annuncia come uno dei più difficili e tesi che si ricordino.

 

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