Undici anni di dubbi, confusione e divisione…

Esattamene undici anni fa il card. Jorge Mario Bergoglio diventava papa Francesco, 266° legittimo Successore del Beato Apostolo Pietro. Quale bilancio trarre del suo pontificato? Ha soddisfatto i cardinali che lo hanno eletto? Come ha governato? Per rispondere a queste domande ci faremo aiutare dal vaticanista Andrea Gagliarducci.

Undici anni fa i cardinali di Santa Romana Chiesa si riunivano in conclave per eleggere il 266° Successore di San Pietro.

Alcuni erano storditi dalla rinuncia di Benedetto XVI, mentre altri — quelli della ormai famosa “mafia di San Gallo” –, archiviato, diciamo così, il precedente pontificato, volevano portare a compimento ciò che non li era riuscito nel conclave del 2005: eleggere l’allora cardinale primate argentino, il gesuita Jorge Mario Bergoglio, un progressista che però aveva la fama di essere un conservatore moderato.

Lo stile schivo e riservato che il card. Bergoglio aveva sempre avuto a Buenos Aires ha senz’altro aiutato a convincere i cardinali conservatori a puntare su di lui.

«I cardinali volevano qualcuno che attuasse riforme strutturali, ma non rivoluzionarie; un candidato per rimettere in carreggiata il governo e l’immagine della Chiesa, innanzitutto», scrive il vaticanista Andrea Gagliarducci [1]. «I cardinali sono rimasti scottati dall’esperienza di Papa Francesco, eletto in emergenza, sull’onda dell’emozione data da una rinuncia e una pressione mediatica senza precedenti, con il desiderio di rilanciare la narrazione della Chiesa. La scelta di Papa Francesco è stata atta a dare qualche respiro alla Chiesa, a permetterle di guadagnare qualche terreno nell’opinione pubblica».

«Francesco, però, ha interpretato il suo mandato di riforma in modo del tutto personale, così come personale è stato finora il suo governo. Portò il suo spirito e le sue idee», continua Gagliarducci. Questo Papa «ha creato una rottura netta tra la Chiesa precedente e la Chiesa successiva» [2].

Stando così i fatti, non c’è da stupirsi che le cose non siano andate come desideravano i cardinali nel 2013. Quando si elegge qualcuno pensando alla reazione dell’opinione pubblica e non un pastore secondo il cuore del Signore, non può che nascere confusione e divisione.

Pare che i cardinali non vogliano commettere lo stesso errore al prossimo conclave, come sembrerebbe dai documenti di Demos I (pseudonimo del card. George Pell) e Demos II.

Comunque sia, non sappiamo quando ci sarà il prossimo conclave e i cardinali dovrebbero prima di tutto fare i conti con questo pontificato.

Francesco infatti è un papa che applica «quell’assolutismo nelle decisioni e quel decisionismo nelle questioni come nessun Papa nell’era moderna ha mai fatto», scrive Gagliarducci [3]). «Non è un caso che la maggior parte delle decisioni siano state prese con un motu proprio, un documento più informale», poiché egli «non è un mediatore, ma un decisore».

Francesco è rimasto prima di tutto un gesuita e un uomo proveniente dall’America Latina, portando a Roma quel «punto di vista, e lo ha fatto non lasciando spazio per altre interpretazioni» e lo porta avanti senza mezzi termini, «senza concedere possibilità anche ad un altro punto di vista, ad una lettura della realtà più sfumata» [4].

Questo papa è così: prendere o lasciare. «Francesco pensa così, non ha intenzione di guardare ad altri punti di vista, non ha intenzione di mettersi filtri». Egli non ha voluto accettare che essere Papa «significa anche spogliarsi delle proprie convinzioni» poiché il Successore di Pietro deve «essere prima di tutto garante dell’unità della Chiesa» [5] confermando i fratelli nella Fede cattolica.

Speriamo — e preghiamo — che al prossimo conclave i cardinali non pensino all’opinione pubblica ma si lascino assistere dallo Spirito Santo.

Speriamo — e preghiamo — che papa Francesco ci sorprenda, concludendo il suo pontificato spogliandosi delle sue convinzioni personali e finalmente garantire l’unità della Chiesa confermando tutti noi battezzati nella Fede cattolica.

NOTE

1] Pope Francis and the Pope to come (Monday Vatican, 04-03-2024). Papa Francesco e il papa che verrà (traduzione di Korazym, 04-03-2024).

2] V. nota n. 1.

3] Papa Francesco, undici anni dopo (Vatican Reporting, 11 marzo 2024).

4-5] V. nota n. 3.

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