Club Amici Valtortiani

La posizione della Chiesa Cattolica sull'Opera

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 8/9/2019, 18:24
Avatar

CoDipendente

Group:
Administrator
Posts:
2,824
Location:
....tuscany near the sea

Status:


51885494009_22aef59ae2_c


La Chiesa Cattolica, ad oggi, non ha ancora riconosciuto gli scritti di Maria Valtorta.
Anzi, a suo tempo, gli ha posti all'Indice dei Libri Proibiti, esattamente come è successo anche per il Diario della Divina Misericordia di Santa Faustina Kowalska.
L'argomento è molto delicato e necessiterebbe di un lungo approfondimento, darò quindi alcune prime informazioni che sono utili per comprendere la situazione passata e quella attuale.
Coloro che sono interessati ad approfondire possono far riferimento al libro:
Pro e Contro Maria Valtorta di Emilio Pisani, pubblicato dal Centro Editoriale Valtortiano, che attualmente è il libro più completo e utile per capire la storia della causa valtortiana ma anche a questo forum Club Amici Valtortiani che continene alcuni articoli su questo tema.

1) Il primo giudizio ufficiale sull'Opera di Maria Valtorta fu dato nel febbraio 1948 da papa Pio XII, durante una udienza privata con tre padri serviti che seguivano direttamente la pubblicazione degli scritti valtortiani.
Il papa, dopo aver letto e preso visione dell'Opera disse: «Pubblicate l'Opera così com'è. Chi legge capirà».
I padri serviti, forti di questa approvazione del papa, iniziarono subito a muoversi per far stampare l'Opera valtortiana. In realtà il papa, con questo suo pronunciamento favorevole alla stampa, aveva di fatto scavalcato quello che doveva essere il parere del Sant'Uffizio, che era l'organo ecclesiale predisposto alla verifica degli scritti che venivano pubblicati e che si mosse subito per bloccare la stampa dell'Opera.

2) Padre Berti, uno dei tre padri serviti ricevuti dal papa, fu convocato nel febbraio 1949 dal Sant'Uffizio, assieme al Procuratore Generale dell'Ordine dei Servi di Maria e, senza neppure avere la possibilità di poter parlare, gli fu ordinato di consegnare tutti gli scritti di Maria Valtorta in suo possesso e il commissario del Sant'Uffizio mons. Giovanni Pepe gli disse: «Qui rimarranno come in un sepolcro!». E gli fu imposto di non occuparsi più degli scritti.

3) Dopo il blocco alla pubblicazione del Sant'Uffizio i padri serviti cercarono di raccogliere tutta una serie di attestati di eminenti ecclesiastici, tra i quali il card. Augustin Bea, mons. Alfonso Carinci, card. Giuseppe Siri, Mons. Ugo Lattanzi e molti altri, allo scopo di ottenere un ricorso presso il Sant'Uffizio ma senza esito positivo.
Anzi, il Sant'Uffizio pose un veto per impredire che agli scritti venisse apposto un regolare imprimatur da parte di un vescovo.

4) Dopo oltre sette anni dal blocco, forti dei numerosi attestati di eminenti uomini di Chiesa che avevano letto e apprezzato l'Opera fu deciso di stampare l'Opera in modo da farla conoscere e nel 1956 fu pubblicato il primo volume dei quattro volumi che costituivano la prima edizione del Il Poema dell'Uomo-Dio, gli altri tre volumi furono stampati nel 1957, 1958 e 1959.

5) Dopo la morte di papa Pio XII avvenuta a fine 1958 (che probabilmente avrebbe tutelato l'Opera valtortiana come fece ad esempio nel 1952 quando revocò una condanna emessa dal Sant'Uffizio contro ben otto libri posti all'indice sulla vita di padre Pio da Pietrelcina) il Sant'Uffizio emise un decreto di condanna all'Indice dei Libri Proibiti che venne reso pubblico il 6 gennaio 1960.
La data non fu casuale perché il giorno 5 gennaio cessò la sua attività in Vaticano, presso il Dicastero delle Cause dei Santi, proprio mons. Alfonso Carinci che fu il principale difensore di Maria Valtorta in Vaticano.
L'Osservatore Romano, nell'articolo di quel giorno, giustificava la condanna, non per errori dottrinali o per eresie, ma per il reato di disobbedienza. Ma per la verità disobbedienza non vi fu, perchè il Papa Pio XII, nel 1948, aveva detto "pubblicate"; e soltanto il Santo Ufficio, da lui dipendente, aveva stranamente proibito la pubblicazione.
Nonostante tutto, tale prima edizione si diffuse, fu apprezzata e molti lettori vi sentirono la mano di Dio.

6) Dopo la condanna all'Indice i padri serviti si preoccuparono subito di fare una nuova edizione dell'Opera valtortiana, con dei riferimenti a carattere scientifico, pensando che questi avrebbero potuto modificare il giudizio del Sant'Uffizio. Ma l'operazione non ebbe l'esito sperato. La condanna all'Indice fu estesa anche alla seconda edizione dell'Opera pubblicata nel 1961, in 10 volumi anziché 4 come la prima edizione.

7) Dopo una serie di tentativi di colloquio con il nuovo papa Paolo VI e dopo una serie di rassicurazioni da parte di mons. Pasquale Macchi, fedele e dinamico segretario particolare del papa, per sbloccare la situazione si arriva al 1966 quando papa Paolo VI ordina la soppressione dell'Indice dei libri proibiti, l'Opera venne così a trovarsi libera da ogni sanzione ecclesiastica.

8) Il card. Alfredo Ottaviani, contrario all'abolizione dell'Indice dei Libri Proibiti emette una nota chiarificatrice nella quale comunica che l'Indice rimane moralmente impegnativo per i cristiani che devono continuare a guardarsi da quegli scritti che possono mettere in pericolo la fede e i costumi. Ma è chiaro che l'Opera di Maria Valtorta non è certamente uno dei libri posti all'Indice che può nuocere alla fede dei cristiani. Abbiamo visto come la condanna fu emessa per motivi disciplinari.

9) L'Opera principale di Maria Valtorta continua a diffondersi in Italia e in tutto il mondo e sempre più persone la leggono e chiedono informazioni su di essa. Il Prefetto della Dottrina della Fede, il card. Joseph Ratzinger, nel 1985 scrive una lettera privata all'arcivescovo di Genova, mons. Giuseppe Siri, a risposta di un sacerdote che aveva chiesto informazioni sulla Messa all'Indice. Nella lettera il card. Ratzinger scrive che benché abolito l'Indice «conservava "tutto il suo valore morale" per cui non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un'Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti».
Un giudizio molto duro quindi, ma che poi viene mitigato con un successivo pronunciamento ufficiale da parte della Chiesa Cattolica.

10) Il 6 gennaio 1992 il segretario della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana scrive una lettera ufficiale all'editore dicendo:
«Stimatissimo Editore, in seguito a frequenti richieste, che giungono anche a questa Segreteria, di un parere circa l'atteggiamento dell'Autorità Ecclesiastica sugli scritti di Maria Valtorta, attualmente pubblicati dal Centro Editoriale Valtortiano, rispondo rimandando al chiarimento offerto dalle note pubblicate da l' Osservatore Romano il 6 gennaio 1960 e il 15 giugno 1966.
Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della chiesa, sono a chiederle che in una eventuale ristampa dei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le "visioni" e i "dettati" in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente come forme letterarie di cui si è servita l'autrice per narrare, a suo modo, la vita di Gesù.
Grato per questa collaborazione, Le esprimo la mia stima e le porgo i miei rispettosi e cordiali saluti.
+ Dionigi Tettamanzi Segretario Generale».

Spero di essere riuscito a sintetizzare, in questi 10 punti, l'attuale situazione della posizione della Chiesa Cattolica nei confronti dell'Opera di Maria Valtorta.
Come detto si tratta di una sintesi estrema perché questo argomento è vastissimo, ci sono aspetti ancora non chiariti, e altri che appaiono come ingiusti nei confronti di Maria Valtorta. Come detto non è possibile affrontarli tutti contemporaneamente.
Vorrei aggiungere solo un aspetto.
Maria Valtorta ha sempre voluto essere e rimanere al centro della Chiesa Cattolica, in obbedienza alle gerarchie ecclesiali.
Addirittura è arrivata a diffidare l'Ordine dei Servi di Maria da pubblicare l'Opera senza che vi fosse il parere favorevole della Chiesa.
Purtroppo è altrettanto vero che il Sant'Uffizio di quel tempo era pregiudizialmente avverso alle cosidette rivelazioni speciali o rivelazioni private e ha operato in modo assai pesante nei confronti di tutte le possibili rivelazioni soprannaturali senza verificare se esse potessero essere autentiche oppure false.
Oggi, dopo oltre sessanta anni dall'esperienza misitica di Maria Valtorta siamo tornati al primo giudizio saggiamente espresso da papa Pio XII:
"Pubblicate quest'opera così come sta; chi legge capirà".

51903345773_4265bde82b_c



Edited by terranovas - 13/3/2024, 09:12
 
Top
0 replies since 8/9/2019, 18:24   1786 views
  Share