“Laudato sì”.. non “mi Signore” ma… Madre Terra…

“Si costituì allora un esercito di popolo, i “cristeros”, i quali combattevano al grido di “Viva Cristo Re! Viva la Vergine di Guadalupe! Viva il Messico!”. Con le stesse parole sulle labbra versavano il loro sangue…”

C’era una volta… il panteismo spinozano… ma non vogliamo farla difficile o prenderla alla lontana, ci basterebbe studiare il gesuita Teilhard de Chardin per comprendere l’evoluzione di questo new-panteismo fatto giungere, appunto, ad una forma nuova di cristianesimo con il suo “Cristo cosmico“… oppure giungere – o ripartire – dall’allegra brigata gesuitica modernista con i “perfezionisti” del nuovo umanesimo di Karl Rahner  e il suo “cristianesimo anonimo” e Pedro Arrupe, il promotore della Teologia del pueblo

Girandola come volete questo è il panteismo – antico o moderno – una concezione secondo la quale Dio non è “persona” ma è in ogni cosa e in ogni luogo, così come ogni cosa è “dio”… Ciò che accomuna tutte le varie forme di panteismo, sviluppatesi nel tempo e nella storia, è un rigetto, un rifiuto a non ripresentare Dio, ma renderlo presente rivolgendosi a lui direttamente attraverso una “presenza” materializzata in una delle sue creazioni. Cosa vuol dire ciò? Vuol dire semplicemente ed esplicitamente che ci si deve rivolgere a Dio mediante la CREAZIONE che è opera sua, “immagine sua”, piuttosto che rivolgersi alle “immagini” che ci facciamo noi di Dio… In definitiva ci si rivolge alle rocce, al mare, alla foresta, ai fiori, agli alberi, persino guardando l’alba o un tramonto, quale “dio personificato” AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELL’UOMO e in ciò in cui lui crede, praticando di fatto il culto della natura, una sorta di idolatria senza la fabbricazione di idoli…

Il panteismo sovrappone, per esempio e per farla breve, quale immagine fabbricata dall’uomo… le icone e le statue cristiane, persino il Crocifisso è per loro una sorta di immagine idolatrica perché scaturita dall’immaginazione dell’uomo e non “creata” da Dio mentre, per loro, l’ideale è LA VENERAZIONE degli elementi naturali quali alberi, piante, ecc.. perché, essendo stati creati da Dio a Lui devono per forza condurci… Questo è lo sviluppo che ha avuto poi il panteismo di stampo europeo perchè, quello Buddhista per esempio, è ben diverso… come è diverso quello nelle altre religioni orientali, per non inoltrarci ora neppure in quello di stampo africano…

Casi, poi, di “feticismo” (religioso) non sono mai stati esenti nella vita dell’uomo che nel corso della sua storia ha sempre tentato un “contatto” con Dio… persino nel cristianesimo ma che, proprio per questo, sia i Padri della Chiesa, i Santi, i Dottori e i Pontefici di ogni tempo, non hanno esitato a correggere e persino ad estirpare.. Consigliamo di leggere qui: Non attendiamo un “nuovo ordine mondiale” il nuovo ordine l’ha portato Cristo... di Padre Raimondo Spiazzi OP, che negli anni ’50 aveva già intuito il rischio di una religione mondialista, mondiale.

  • “È vero, si cita spesso una lettera di san Gregorio Magno († 604) sulla evangelizzazione degli Angli (XI,56 del 18.7.601), che permette di continuare l’uso festivo di costruire capanne di frasche e consumare banchetti presso i luoghi sacri, però Papa Gregorio: a) se raccomanda di non abbattere i templi, prescrive di abbattere gli idoli; b) è preoccupato che tutte le usanze cultuali siano cristianizzate in modo esplicito; c) almeno per tre volte dice che quanto si praticava prima da parte di quelle popolazioni era culto dei demoni.” (Padre Riccardo Barile OP)

In tutto ciò non possiamo non citare il Protestantesimo storico con la sua avversione per le Statue dei Santi e della Beata Vergine Maria tanto da averle mutilate nel corso delle loro battaglie contro la Chiesa Cattolica…. per non parlare dei Catari o dei Puritani della Nuova Inghilterra apostata… Questa avversione per le immagini scaturite dalla Fede viva della Chiesa era proprio di carattere religioso e non culturale come oggi lo si vorrebbe far passare per una falsa ecumania o dialogo interreligioso…, ma si trattava proprio di un’altra religione, stimolata da situazioni a volte anche paradossali e fondate su contraddizioni inerenti a false concezioni sulla divinità… il nemico numero uno, infatti, era e rimane L’INCARNAZIONE DI DIO… la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, con tutto ciò che questa Fede comporta in termini di dottrina, di vita, di sacramenti.

Tutta questa premessa sfocia ora nella “cronicas del giorno“, che motiva l’immagine di copertina e quanto è stato detto fino a qui. Nel Regina Caeli del 24 maggio, Papa Francesco, ha annunciato un Anno dedicato ALLA SUA ENCICLICA, la Laudato sì….

  • Prima di lasciarvi a meditare sull’articolo di Sandro Magister – vedi qui– che vi racconta per filo e per segno questo Anno DIS-GRAZIATO (senza grazia), vorremmo soffermarci un momento sulla REGALITA’ di Cristo RE, altrimenti potrebbe risultare difficile comprendere lo scandalo che è questo Anno dedicato – da un Pontefice – non a Dio, non alla Beata Vergine Maria, ma alla Madre Terra, la nuova immagine cattolicizzata della Pachamama… per non parlare del dio firmato ad Abu-Dhabi… un nuovo culto che trova le sue radici nel panteismo vecchio e nuovo.

Per il testo che segue ringraziamo l’avvocato Francesco Patruno:

Santissimo Redentore. Questa festa fu introdotta da Papa Pio XI, con l’enciclica “Quas primas” dell’11 dicembre 1925, a coronamento del Giubileo che si celebrava in quell’anno. È poco noto e, forse, un poco  dimenticato. Non appena elevato al soglio pontificio, nel 1922, Pio XI condannò in primo luogo esplicitamente il liberalismo “cattolico” nella sua enciclica “Ubi arcano Dei“. Egli comprese, però, che una disapprovazione in un’enciclica non sarebbe valsa a molto, visto che il popolo cristiano, gerarchia e clero compresi, non leggeva i messaggi papali. Quel saggio pontefice pensò allora che il miglior modo di istruirlo fosse quello di utilizzare la liturgia.

Di qui l’origine della “Quas primas”, nella quale egli dimostrava che la regalità di Cristo implicava (ed implica) necessariamente il dovere per i cattolici di fare quanto in loro potere per tendere verso l’ideale dello Stato cattolico, di una Societas cattolica: “Accelerare e affrettare questo ritorno [alla regalità sociale di Cristo] coll’azione e coll’opera loro, sarebbe dovere dei cattolici“.

Dichiarava, quindi, di istituire la festa di Cristo Re, spiegando la sua intenzione di opporre così “un rimedio efficacissimo a quella peste, che pervade l’umana società. La peste della età nostra è il così detto laicismo, coi suoi errori e i suoi empi incentivi“. Tale festività coincide con l’ultima domenica dell’anno liturgico, con ciò indicandosi che Cristo Redentore è Signore della storia e del tempo, a cui tutti gli uomini e le altre creature sono soggetti. Egli è l’Alfa e l’Omega, come canta l’Apocalisse (Ap 21, 6). Gesù stesso, dinanzi a Pilato, ha affermato categoricamente la sua regalità. Alla domanda di Pilato: Allora tu sei re?, il Divino Redentore rispose: Tu lo dici, io sono re (Gv 18, 37). Pio XI insegnava che Cristo è veramente Re. Egli solo, infatti, Dio e uomo – scriveva il successore Pio XII, nell’enciclica “Ad caeli Reginam” dell’11 ottobre 1954 –  in senso pieno, proprio e assoluto,  è Re, e per questo Maria E’ REGINA

Facciamo un esempio concreto di ciò che forse ci attende in futuro…

In Messico, “totalmente infeudato dalla massoneria”, dove gli Stati Uniti avevano favorito – in nome dei loro interessi economici – la nascita di uno Stato dichiaratamente anticlericale ed anticristiano, furono promulgate pesanti leggi restrittive della libertà della Chiesa cattolica, stabilendo l’espulsione dei sacerdoti non sposati, la distruzione delle chiese e la soppressione persino della parola “adios”. Il fanatico anticlericale governatore dello Stato messicano di Tabasco, Tomás Garrido Canabal, autore di queste misure repressive, nella sua fattoria, “La Florida”, giunse a chiamare, in segno di dispregio, un toro “Dio”, ad un asino diede nome “Cristo”, una mucca “Vergine di Guadalupe”, un bue ed un maiale “Papa”. Suo figlio lo chiamò “Lenin” e sua figlia “Zoila Libertad”. Un nipote fu chiamato “Luzbel” [Lucifer], un altro figlio “Satan”.

Si costituì allora un esercito di popolo, i “cristeros”, i quali combattevano al grido di “Viva Cristo Re! Viva la Vergine di Guadalupe! Viva il Messico!”. Con le stesse parole sulle labbra versavano il loro sangue in quella terra anche numerose schiere di martiri, mentre i loro carnefici esclamavano, riempiendo ceste di vimini con le teste mozzate dei cattolici, “Viva Satana nostro padre”. Si trattò di un vero “olocausto” passato sotto silenzio ed ignorato. Alcuni dei valorosi martiri cristiani messicani, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, hanno raggiunto la gloria degli altari, come il gesuita Miguel Agustin Pro, fucilato senza processo. Le sue ultime parole furono giusto “Viva Cristo Re!”.

Chi la vuole capire capisca…. ora leggete pure l’articolo di Sandro Magister – vedi qui– che vi racconta per filo e per segno questo Anno DIS-GRAZIATO (senza grazia), dove a ragione conclude:

  • Anche in quest’altra iniziativa di papa Francesco spicca l’assenza di qualsiasi tratto specificamente cristiano, sostituito da un generico allineamento alla dominante ideologia agnostica dell’ecologismo, del pacifismo, dei diritti individuali.
  • Insomma, tutto avviene come se alle parole “Laudato si’” del cantico di san Francesco sia stato cancellato il seguito: “… mi’ Signore”.

 

Un pensiero riguardo ““Laudato sì”.. non “mi Signore” ma… Madre Terra…

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