«Io, musulmano convertito, ora divulgo la parola del Signore»: con la bici

Sabato 2 Novembre 2019 di Nicola Benvenuti
Dario Reda con la sua inseparabile bicicletta
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PADOVA - Dario Reda, 29 anni, insegnante di scienze motorie al Marconi di Padova e all’Einstein di Piove di Sacco, padre libanese e madre padovana, il primo musulmano, la seconda cristiana. Dario si è convertito alla fede cristiana. Lo ha fatto percorrendo migliaia di chilometri in bicicletta, il viaggio più estremo quello a Capo nord: quando è tornato ha voluto parlare con la gente, i giovani, di quello che questa esperienza gli aveva lasciato. Un modo tutto suo di divulgare la parola di Dio agli altri. E poi fino a Cabo de Roca, Portogallo, il punto più a Ovest d’Europa, sempre pedalando. Molti studenti lo conoscono perchè è un “prof”.
La conversione alla fede cristiana? La scintilla, nonostante la passione per la bici, è stata il calcio.

 
Tifoso neroazzurro e ammiratore del calciatore Adriano quando brillava come attaccante dell’Inter, rimase colpito quando il suo beniamino, dopo aver segnato un gol decisivo, si alzò la maglietta e mostrò la scritta “Fil 4,13”. Incuriosito, chiese informazioni e scoprì che si trattava della frase di san Paolo: “Tutto posso in colui che mi dà forza”.
CAMMINO
Di qui l’inizio di un cammino che lo ha portato alla scoperta della fede, a ricevere il battesimo e a impostare la sua esistenza sugli insegnamenti della Bibbia. «Mio padre è musulmano e mia mamma cattolica, ma all’epoca non era praticante. Devo molto a mia nonna Brunetta, scomparsa lo scorso anno, alla sua fede semplice ed efficace, ma anche ai genitori di un’amica che mi hanno seguito spiritualmente durante il percorso di preparazione al battesimo - spiega Dario - Mio padre, seppure musulmano, non mi ha ostacolato quando ho deciso di diventare cristiano. Sì, all’inizio era freddo, ma poi si è via via interessato al mio percorso. Ora ci confrontiamo serenamente. Anche mio fratello Daniele, tre anni più giovane di me, è diventato cristiano e lo scorso anno a Pasqua, in Libano, papà ci ha accompagnato nei luoghi cari alla fede cristiana».
«Mi chiedono spesso da cosa derivi il mio perenne sorriso. Rispondo che nasce dalla gioia di essere con Gesù» afferma Dario, spesso chiamato a testimoniare ai giovani di tutta Italia il suo percorso di maturazione. «Nei giovani vedo grande curiosità e voglia di vedere un cristianesimo declinato nella pratica, con testimoni concreti credibili del Signore». La sua parrocchia, quella delle Cave, è stata recentemente al centro di uno scandalo che ha coinvolto un collaboratore del parroco, ma Dario non ha dubbi: «Gli scandali scivolano in secondo piano, quello che emerge sempre è il tanto Bene che molti credenti mettono in atto». Dario Reda parla l’arabo, l’ha appreso dal papà e grazie ad alcuni anni trascorsi da bambino in Libano.
REGOLE
«Il fondamentalismo islamico? Ho una mia idea: i musulmani vivono la fede come una serie di regole imposte dall’alto, mentre per noi cristiani la scelta è libera. Dovremmo apprendere dagli islamici però l’attaccamento alla fede, mentre loro dovrebbero maturare una maggiore consapevolezza nella scelta della loro adesione all’ Islam, nel rispetto degli altri». Il parroco che caccia i bambini che festeggiano Halloween? «Halloween non è una tradizione nostra, è un’americanata con il seguito di proposte consumistiche. Ma se ci si limita a fare il giro delle case proponendo lo scambio di dolcetti e scherzetti, non ci vedo nulla di male. Soprattutto se il giorno dopo, il primo novembre, ci ricordiamo di dare spazio nel nostro cuore ai nostri Santi».
Nicola Benvenuti 
Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 14:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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