31 agosto 2019

Il trailer grossolano di "I due Papi"

di Paolo Maria Filipazzi
Ci è capitato sotto gli occhi il trailer de I due Papi, produzione di imminente uscita di Netflix nota per essere satura, oltre che di ciarpame propagandistico LGBT, di altro allegro materiale in cui si trattano, in termini di fascinazione, tematiche amene quali il satanismo e la magia nera (Le terrificanti avventure di Sabrina, Lucifer, The Order), il suicidio di adolescenti (13 reasons why) e il cannibalismo (Santa Clarita Diet). Solo questo sarebbe sufficiente per farsi precise aspettative sul tenore del film che, come avrete capito, tratterà del rapporto tra Ratzinger e Bergoglio.

Visionato il trailer, che è di quelli tali da riassumere il film di fatto rendendone superflua la visione, non solo l’aspettativa è confermata, ma addirittura rafforzata dall’impressione che il tutto sia stato confezionato con una malizia ed una disonestà intellettuale che nemmeno cercano più di dissimularsi. Proprio per questo, però, vale la pena di parlarne: infatti se, da un lato, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio manifesto della hybris consustanziale all’intero pontificato bergogliano, dall’altro esso è talmente sfacciato da tradirne la vera natura.

Il trailer è un montaggio di scene che vedono per lo più interagire Benedetto XVI (per la cui interpretazione hanno scomodato nientemeno che Anthony Hopkins) e il cardinal Bergoglio, suggerendo sottotraccia l’esistenza di un rapporto di perenne confronto che, nella realtà, non è mai esistito. Viene descritto apertamente il contrasto fra i due. Ovviamente Ratzinger è sempre presentato in una luce crepuscolare e malinconica, mentre Bergoglio ha perennemente stampato sul viso un sorrisone smagliante, mentre è intento a fare cose come girare in bicicletta dando il cinque a tutti quelli che incontra o a guardare la partita nei bar in mezzo alla gente.

La prima scena significativa è quella in cui Ratzinger - Hopkins apostrofa Bergoglio: “Sei sempre stato tra i miei critici più severi. Come vivi è una critica, le tue scarpe sono una critica”. Nel frattempo ci vengono mostrati un intero set di scarpe rosse e poi un primo piano sulle scarpe nere di Bergoglio, per giunta slacciate. L’espediente è tanto triviale quanto efficace.

Già a questo punto si impone una prima considerazione. Sono ormai note le intemerate che, dal Vaticano e ambienti vicini sono piombate, anche di recente, contro i biechi critici di Bergoglio, tanto infami a strumentalizzare Benedetto XVI al fine di creare l’impressione di una contraddizione tra i due che in realtà non esisterebbe assolutamente.

Poi salta fuori un film come questo e fa cadere il velo di Maya di schopenaueriana memoria sulla realtà: che il contrasto fra i due papi è stato costruito fin dal primo istante di pontificato dai tifosi di Bergoglio; che l’apprezzamento nei confronti dell’attuale papa ha la sua stessa ragion d’essere nell’ostilità verso il suo predecessore; e che il messaggio di rottura, mai formulato verbalmente, è stato però dato in modo inequivocabile dall’argentino tramite una serie di simboli chiarissimi, a partire dalla scelta delle scarpe.

Il trailer continua con la pura propaganda, incentrandosi integralmente sulla promozione di Bergoglio quale figura positiva in quanto anti-Ratzinger. E così lo vediamo rampognare sulla Chiesa fuori dal mondo (tra l’altro: che palle…), o sulle “risposte” che dovrebbero essere date a due miliardi e mezzo di persone (quali risposte? E a proposito di cosa? Boh, ma del resto il genio è lui…).
Il guizzo finale consiste in Ratzinger - Hopkins che, con sarcasmo, afferma: “C’è un detto: Dio corregge un Papa dando al mondo un altro Papa. Voglio ammirare la sua opera”. Insomma, Ratzinger sfida Bergoglio e Dio stesso, sicuro di vincere. Qui è evidente la strizzata d’occhio degli autori del “capolavoro”, che si compiacciono del fatto che, alla fine, abbia vinto il loro beniamino e il cattivo Ratzinger abbia preso una bella legnata da Dio stesso.
E qui ci chiediamo se davvero chi ha ideato questa roba sia convinto che, dopo Bergoglio, Dio non manderà più nessun altro Papa, con annessa facoltà di correggere il predecessore…



 

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