Coronavirus

Quella vicinanza sospetta tra lo stand di Codogno e quello di Wuhan in fiera

Alla fiera del gelato di Rimini di gennaio, lo stand di un'azienda di Wuhan e di una di Codogno erano nello stesso padiglione. Selvaggia Lucarelli: "Impossibile stabilire se sia il luogo da cui tutto è iniziato"

Quella vicinanza sospetta tra lo stand di Codogno e quello di Wuhan in fiera

Potrebbe esserci un collegamento tra Wuhan e Codogno, i due principali focolai dei coronavirus in Cina e in Italia. Dal 18 al 22 gennaio, infatti, a Rimini si è svolta la fiera del gelato Sigep, che ospita migliaia di espositori, provenienti da 30 Paese.

E nel 2020, secondo quanto riporta Selvaggia Lucarelli in un articolo su Tpi, gli espositori di due ditte di Wuhan e di Codogno erano nello stesso spazio. Nel padiglione B, infatti, spiega l'articolo, mostrando le posizioni sulla mappa dell'evento, c'erano 60 stand. Tra questi c'era quello della Wuhan Huiyou Wood Products Co., Ltd, seguito da quello del Punto italiana di Nanni Franco, di Crema. E, a poca distanza, c'era Pomati Group srl., una ditta di Codogno che produce macchine per il cioccolato.

Potrebbe essere stato questo il primo contatto tra Wuhan e Codogno? "Tutto è possibile certo- ha ammesso la titolare della Pomati, sentita da Selvaggia Lucarelli- ma noi che eravamo lì non ci siamo ammalati. Potremmo essere stati asintomatici, certo, e riconosco che il caso sia curioso, ma non eravamo neppure l’unica azienda di zona presenti a quella fiera". Alla Sigep, infatti, c'erano anche Telme di Codogno e Frigomat di Lodi, che si trovavano però in padiglioni distanti.

Il tutto, ammette Lucarelli, "potrebbe essere una coincidenza", ma bisogna anche sottolineare che "nello stesso padiglione in cui c’è l’azienda di Wuhan ci sono anche aziende di Crema e Codogno con bizzarre vicinanze anche con aziende di San Marino e Treviso, due zone molto colpite dal Coronavirus. C’è anche da aggiungere che Rimini stessa ha registrato vari contagi già da febbraio". Un'impiegata della Pomati ha rivelato: "A quella fiera siamo stati in tanti qui dell’azienda, almeno una decina di persone. C’era tantissima gente, avevamo solo il tempo di andare nel bagno, che era dentro al padiglione". E, specifica la titolare, "gli unici punti di possibile contatto con persone di altri stand erano il bagno e il bar del padiglione".

Una vicinanza sospetta quella tra Codogno e Wuhan che, però, non basta a far pensare che il contagio sia partito da lì: "Impossibile stabilire se questo sia il luogo in cui tutto è iniziato a Codogno- conclude Lucarelli- ma è innegabile che per un’eventuale indagine epidemiologica i tempi tornano e potrebbe essere una pista interessante".

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