Monsignor Don Vincenzo Faraoni (Secchiano 26.10.1905 - Cagli 18.03.1974)


di Paolo Faraoni





Zio don Vincenzo Faraoni  era Il fratello del nonno paterno  Paolo, e  per la sua importante figura di prete intelletuale, professore, e scrittore ho sempre avuto tanta stima e rispetto.
Nonostante i suoi impegni alla curia a Roma e nel seminario regionale di Fano dove insegnava teologia dogmatica (la disciplina insegnata dal Papa J. Ratzinger) non mancava mai durante le feste più importanti dell’anno di venire a Secchiano a casa del nonno, dove per l’occasione si radunavano un po' tutti i nipoti. Ho poi avuto modo di frequentarlo spesso quando in seconda media frequentavo per degli approfondimenti della lingua francese una anziana signorina francese ospitata a Cagli dalle suore che mi dava delle lezioni quasi quotidiane. Siccome anche lo zio frequentava le stesse monache per il pranzo, ci vedevamo spesso e non mancava mai di ricordarmi l’importanza dello studio, delle lingue, e della religione. A volte  mi regalava delle penne e dei quaderni e anche delle belle predicozze con la sua voce inconfondibile e troppo profonda per quel suo aspetto esile racchiuso in una lunga tonaca nera. Don Vincenzo era soprattutto una voce, e nella  omelia pronunciata durante il rito funebre, il  Vescovo di Fano S.E. Mons. Costanzo Micci, pone l’accento proprio sulla grande abilità oratoria di Don Vincenzo, che non mancava mai di esibirla durante le feste più importanti dell’anno riempendo le piazze e le chiese di tutta Italia, ricadendo come pioggia nelle chiese sperdute di paesini, nelle cattedrali superbe, nelle piazze e nei crocicchi.





 
Come ricordato prima zio don Vincenzo collaborò con molte riviste ecclesiastiche e numerosi giornali e scrisse tanti libri molti dei quali ancora recuperabili nei vari siti di acquisto libri on-line.


   
    

Qui sopra testimonianza di suo nipote Lorenzo Paganucci sindaco di Cagli dal (8 dicembre 1960 al 3 agosto 1968) a ricordo di Don Vincenzo

Conclusioni.
Ho pubblicato su questo blog le storie di diversi preti, ad iniziare da Don Mariano Mariotti geologo e paleontologo, di Don Ubaldo Bartoccioni prete modernista esiliato a San Vitale, di Don Giuseppe Celli deportato e ucciso dai nazisti, e di Don Domenico Rinaldini altro paleontologo e geologo del Nerone, e ora non potevo non ricordare mio zio Mons. Don Vincenzo Faraoni. Chi mi conosce sa che non sono particolarmente “pretino” anzi tutt’altro, ma è anche vero che sono da sempre affezionato a quei personaggi di spessore che hanno dedicato la vita non a accumulare potere e denari, ma a seguire la via interiore della conoscenza e della spiritualità.

Paolo Faraoni Settembre 2019.

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