DISPACCI DALLA CINA. LA PAURA DEL CONTAGIO MISTERIOSO.

22 Gennaio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il Maestro Aurelio Porfiri ci ha inviato i suoi consueti Dispacci dalla Cina, che naturalmente in questa occasione si aprono con l’allarme di una nuova sconosciuta e letale epidemia che sembra trarre origine proprio da quelle terre. Buona lettura. 

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Un nuovo virus

L’allarme causato dal virus che viene da Wuhan in Cina, porta con se alcuni insegnamenti. Innanzitutto quello che certi allarmi sanitari solitamente vengono dalla Cina o dall’Africa, a cause delle condizioni socio sanitarie in alcune zone in queste regioni; poi, leggendo varie fonti di informazione, c’è il fatto che le notizie che provengono dalla Cina sono spesso circondate da grande diffidenza. Come mai? Perché quando ci fu all’inizio di questo secolo, l’epidemia della SARS sempre in Cina e che causò centinaia di morti, le informazioni che vennero fornite erano o non veritiere o insufficienti. Essendo la Cina una società dove esiste una comunicazione controllata dal governo, si cerca di evitare che l’immagine del paese, la reputazione, la faccia loro direbbero, venga intaccata. In questa occasione, le autorità governative e locali hanno promesso chiarezza e trasparenza e questo virus sembra meno pericoloso della SARS, anche se ne sappiamo ancora poco. Speriamo possa essere sconfitto con grande rapidità.

 

Vescovi in difficoltà

Ci si è occupati nella stampa della sorte del vescovo Mons. Vincenzo Guo Xijin, della diocesi di Mindong, sfrattato dalla sua casa con i suoi collaboratori e costretto a vivere come mendicante. Mons. Guo è tra i vescovi che hanno rifiutato di aderire alla Chiesa patriottica, una organizzazione creata dal governo comunista negli anni ‘50 come alternativa alla Chiesa cattolica, quindi dal punto di vista cattolico da considerare come scismatica. Un altro caso ci viene riportato da ‘AsiaNews” (http://www.asianews.it/notizie-it/Liberato-per-alcuni-giorni-il-vescovo-sotterraneo-mons.-Cuitai.-Sarà-riarrestato-dopo-il-Capodanno-cinese-49074.html), quello di un vescovo di cui ci siamo già occupati in precedenza: “Mons. Agostino Cui Tai, vescovo sotterraneo di Xuanhua (Hebei) è stato liberato per fargli trascorrere in famiglia la festa del Capodanno cinese, che inizia la sera del 24 gennaio. Ne danno notizia alcuni sacerdoti della diocesi. Essi affermano che la polizia riporterà in isolamento il vescovo dopo le feste del Nuovo anno. Mons. Cui, 69 anni, era stato arrestato e portato via lo scorso marzo. Il vescovo è riconosciuto dalla Santa Sede ma non dal governo, che lo spinge a sottoscrivere l’adesione a una Chiesa “indipendente””. Visto l’interesse che il governo cinese ha mostrato per i suoi rapporti con la Santa Sede, ci si augura che presto interverrà per porre fine a queste persecuzioni alla luce dei recenti accordi intercorsi fra Cina e Vaticano.

 

Risposta ad Iginio

Il cortese commento offerto dal lettore a nome Iginio sulla situazione politica di Macao mi spinge ad offrire un ulteriore chiarimento. Come dissi, è vero che Macao fu per alcuni periodi una colonia portoghese, in senso tecnico, ma la realtà era che la Cina aveva sempre mano libera nel territorio di Macao. Cioè, le ingerenze cinese non si fermavano neanche nei periodi in cui il controllo portoghese doveva essere totale. Il governatore a cui fa riferimento Iginio, João Maria Ferreira de Amaral (1803-1849), fu effettivamente assassinato dalla parte cinese. Questo governatore aveva tentato di usare il metodo forte con la controparte cinese e durante una passeggiata a cavallo, passato il confine doganale esistente fra Macao e la Cina, che lui aveva abolito, fu attaccato e gli fu tagliata la testa. Ecco perché Macao è stato spesso definito come “territorio cinese ad amministrazione portoghese” per dare conto della sua reale situazione. Jose Botas, giornalista e titolare del seguitissimo blog Macau Antigo (www.macauantigo.blogspot.com) mi ha detto: “Per me Macao non fu mai occupata contro la volontà della Cina; è stata sempre un territorio cinese ad amministrazione portoghese. Pechino ha sempre visto Macao come una porta aperta sul mondo…anche quando la Cina era chiusa agli stranieri”. Ed io, come ho detto in precedenza, sono d’accordo con questa interpretazione.

 

Capodanno cinese

Il capodanno cinese, primo giorno dell’anno lunare, comincerà sabato 25 gennaio. Questa è probabilmente la festa più importante per i cinesi, una festa in cui le famiglie si riuniscono e si mangiano dolci tipici del periodo. A tutti i lettori cinesi di queste righe vogliamo far giungere i più cordiali auguri per questa ricorrenza: kung hei fat choi (恭喜发财)!

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5 commenti

  • Iginio ha detto:

    Molte grazie, ho letto solo ora.
    Confesso di avere avuto da sempre, sin da bambino, un debole per Macao, ma non ho mai potuto realizzare il mio sogno di andarci, purtroppo! D’altra parte mi sarebbe piaciuto visitarla quando era portoghese; ora come ora mi attrae molto meno, grazie al Glorioso Regime pechinese.
    Resta, mi pare, il fatto – da meditare – per cui a Macao, che sarebbe stato logico aspettarsi cattolicissima, i cattolici siano pochi, mentre a Hong Kong fioriscono. Una smentita, tra l’altro, a certe letture pliniane della storia.

    • Luigi ha detto:

      Iginio, io per lavoro sono stato più volte anni fa sia a Macao che Hong Kong. Il centro storico di Macao è un gioiello dell’architettura coloniale portoghese. La zona nuova è una moderna Las Vegas. Un contrasto terribile. È il simbolo della Cina moderna comunista e capitalista insieme.

  • TITTOTAT ha detto:

    rifiutato di aderire alla Chiesa patriottica, una organizzazione creata dal governo comunista negli anni ‘50 come alternativa alla Chiesa cattolica, quindi dal punto di vista cattolico da considerare come scismatica che però è riconosciuta da bergoglio…
    I violenti si sono impossessatidella vigna, buttano fuori i figli legittimi e … gli scismatici chi sono?
    Superior stabat lupus, longeque inferior agnus.

  • Donna ha detto:

    Questi poveri vescovi sono veri martiri e santi.
    girate l’articolo a Parolin e Bergoglio….ma probabilmente è inutile,non c’è più sordo di chi non vuol sentire e poi cieco di chi non vuol vedere.
    Una preghiera per questa chiesa cinese perseguitata perché fedele al Cristo.

  • Luigi ha detto:

    “Visto l’interesse che il governo cinese ha mostrato per i suoi rapporti con la Santa Sede, ci si augura che presto interverrà per porre fine a queste persecuzioni alla luce dei recenti accordi intercorsi fra Cina e Vaticano.”
    Porre fine a queste persecuzioni sarebbe stato il minimo sindacale del famoso accordo: Il Vaticano riconosce i vescovi scomunicati e il governo cinese smette la persecuzione ai cattolici sotterranei. Questo doveva avvenire subito e ciò non è avvenuto. Sarò prevenuto (forse colpa del mio passato di sindacalista), ma non vedo i benefici di questo “accordo”. O forse è meglio chiamarlo cedimento se non tradimento come dice l’inascoltato cardinale Zen?