Diocesi di Biella

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Diocesi di Biella
Dioecesis Bugellensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Vercelli
Regione ecclesiasticaPiemonte
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoRoberto Farinella
Vicario generalePaolo Boffa Sandalina
Vescovi emeritiGabriele Mana
Presbiteri126, di cui 99 secolari e 27 regolari
1 259 battezzati per presbitero
Religiosi61 uomini, 119 donne
Diaconi29 permanenti
 
Abitanti167 664
Battezzati158 682 (94,6% del totale)
StatoItalia
Superficie804 km²
Parrocchie114 (8 vicariati)
 
Erezione1º giugno 1772
Ritoromano
CattedraleSanto Stefano Protomartire
Santi patroniSanto Stefano
IndirizzoVia Vescovado 10, 13900 Biella, Italia
Sito webwww.diocesi.biella.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il battistero
Il santuario d'Oropa

La diocesi di Biella (in latino: Dioecesis Bugellensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Vercelli appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2022 contava 158 682 battezzati su 167 664 abitanti. È retta dal vescovo Roberto Farinella.

Il patrono della diocesi è santo Stefano.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende quasi per intero la provincia di Biella e una piccola porzione della provincia di Vercelli. Confina a nord con la diocesi di Novara, a nord, ad est e a sud con l'arcidiocesi di Vercelli, e ad ovest con le diocesi di Ivrea e di Aosta.

Appartengono alla diocesi i comuni di Biella, Andorno Micca, Benna, Bioglio, Borriana, Callabiana, Camandona, Camburzano, Campiglia Cervo, Candelo, Casapinta, Cavaglià, Cerreto Castello, Cerrione, Coggiola, Cossato, Crosa, Donato, Dorzano, Gaglianico, Gifflenga, Graglia, Lessona, Magnano, Massazza, Mezzana Mortigliengo, Miagliano, Mongrando, Mosso, Mottalciata, Muzzano, Netro, Occhieppo Inferiore, Occhieppo Superiore, Pettinengo, Piatto, Piedicavallo, Pollone, Ponderano, Portula, Pralungo, Pray[1], Quaregna, Ronco Biellese, Roppolo, Rosazza, Sagliano Micca, Salussola, San Paolo Cervo, Sala Biellese, Sandigliano, Selve Marcone, Soprana, Sordevolo, Strona, Ternengo, Tollegno, Torrazzo, Trivero, Valdengo, Vallanzengo, Valle Mosso, Valle San Nicolao, Veglio, Verrone, Vigliano Biellese, Villanova Biellese, Viverone, Zimone e Zubiena; e il comune di Carisio in provincia di Vercelli.

Sede vescovile è la città di Biella, dove si trova la cattedrale di Santo Stefano. Nel territorio diocesano sorge anche il santuario di Oropa, basilica minore e meta di frequenti pellegrinaggi; altri celebri santuari alpini sono il santuario di Graglia e il santuario di San Giovanni d'Andorno.

Il territorio si estende su 804 km² ed è suddiviso in 114 parrocchie, raggruppate in 8 vicariati: Città, Cossatese, Pianura, Rovella, Triverese e Valle Sessera, Valle Cervo, Valle Elvo e Serra, Vallestrona.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio della diocesi di Biella fu evangelizzato da sant'Eusebio nel IV secolo e fu sempre sottomesso ai vescovi di Vercelli. Tuttavia Biella era sede dell'importante capitolo di santo Stefano, di cui si hanno notizie a partire dal XII secolo[2].

Istituita la provincia civile di Biella nell'ambito del Regno di Sardegna, Carlo Emanuele III promosse presso la Santa Sede l'erezione di una nuova diocesi.

La diocesi fu eretta da papa Clemente XIV con la bolla Praecipua demandati del 1º giugno 1772, ricavandone il territorio dalla diocesi di Vercelli. L'inaugurazione solenne della diocesi fu compiuta il 4 e 5 luglio dello stesso anno dal vescovo di Ivrea Giuseppe Ottavio Pochettini. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Torino.

Primo vescovo della nuova diocesi fu Giulio Cesare Viancini, traslato dalla sede di Sassari. Questi trasformò il "seminario della collegiata" di Santo Stefano, fondato nel 1524 come collegio degli Innocenti o dei Chiantri, in seminario diocesano ed acquistò come residenza vescovile il palazzo dei Sapellani, attiguo alla cattedrale.[3]

In occasione del riordino delle diocesi piemontesi voluto da Napoleone Bonaparte, la sede biellese fu soppressa da papa Pio VII il 1º giugno 1803 con il breve Gravissimis causis ed incorporata nuovamente in Vercelli.[4] Fu ristabilita da papa Pio VII con la bolla Beati Petri del 17 luglio 1817[5] e in quell'occasione la diocesi di Biella entrò a far parte della nuova provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Vercelli ed acquisì l'attuale fisionomia territoriale.

Dopo la restaurazione della diocesi fu nominato vescovo Bernardino Bollati, che nel 1825 celebrò il primo sinodo diocesano. Tra i religiosi, anch'essi soppressi durante il periodo napoleonico, ritornarono solo i preti dell'oratorio e i minori francescani. Più numerose erano invece le congregazioni religiose femminili; nel corso dell'Ottocento si stanziarono in diocesi, tra le altre, le Figlie di Maria Ausiliatrice, le rosminiane e le suore del Cottolengo.

Nonostante l'antico rito eusebiano, proprio dell'arcidiocesi di Vercelli, fosse stato soppresso nel 1575, nella cattedrale di Biella fino agli anni 1980 si è conservato l'uso di annunciare all'Epifania la data della Pasqua cantando Plebs sancta Deo deserviens, contenuto in un evangeliario cinquecentesco, che dal rito patriarchino era provenuto al rito eusebiano, al posto del Noveritis del Pontificale Romanum.[6]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2022 su una popolazione di 167 664 persone contava 158 682 battezzati, corrispondenti al 94,6% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 148 327 149 361 99,3 272 224 48 545 118 686 123
1959 197 703 198 649 99,5 227 199 28 870 96 490 124
1970 201 850 202 115 99,9 217 198 19 930 24 452 126
1978 200 250 200 700 99,8 203 180 23 986 46 384 126
1990 202 000 203 000 99,5 180 150 30 1 122 11 48 400 114
1999 180 000 180 356 99,8 171 140 31 1 052 25 52 352 114
2000 180 000 180 356 99,8 172 141 31 1 046 28 54 352 114
2001 180 000 180 356 99,8 166 135 31 1 084 27 54 352 114
2002 175 000 180 000 97,2 165 134 31 1 060 27 54 352 114
2003 171 000 175 000 97,7 166 135 31 1 030 26 52 293 114
2004 171 000 175 000 97,7 161 130 31 1 062 26 52 286 114
2006 172 700 179 800 96,1 160 126 34 1 079 25 59 235 114
2012 164 000 176 500 92,9 166 125 41 987 28 60 192 114
2015 164 500 176 600 93,1 146 109 37 1 126 26 85 219 114
2018 160 000 169 000 94,7 136 110 26 1 176 24 73 196 114
2020 159 400 168 380 94,7 130 105 25 1 226 26 67 187 114
2022 158 682 167 664 94,6 126 99 27 1 259 29 61 119 114

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Non appartengono a Biella, ma fanno parte dell'arcidiocesi di Vercelli, le frazioni di Pray, Flecchia e Pianceri.
  2. ^ Angelo Stefano Bessone, I cinquecento canonici di Biella, Biella, 2004.
  3. ^ Da Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  4. ^ Testo del breve pubblicato in edizione latina e traduzione francese in: Bulletin des lois de l'Empire français, quarta serie, tomo terzo, pp. 58-69. A seguire la lettera esecutoria del cardinale Caprara (pp. 69-92), con la quale vengono definiti ed elencati i borghi e i paesi appartenenti a ciascuna delle diocesi piemontesi superstiti.
  5. ^ Mario Trompetto, Storia del Santuario d'Oropa, III ed., Biella, 1983, pp. 343-344.
  6. ^ Fonti musicali nel Biellese fino al XVII secolo, a cura di Alberto Galazzo, Biella, 1999, p. 39.
  7. ^ Nominato vescovo titolare di Samaria.
  8. ^ Nominato vescovo titolare di Emeria.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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