Berrette rosse al merito bergogliano

Si scrive “cardinali”, si legge “amici di Bergoglio”. I nomi dei nuovi porporati annunciati oggi da Francesco (concistoro il 5 ottobre) parlano chiaro.

Tra i tre cardinali ultraottantenni, quindi senza diritto di voto in caso di conclave, spicca l’arcivescovo britannico Michael Fitzgerald. Già principale esperto vaticano dell’Islam ed ex presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, Fitzgerald nel 2006 fu inviato da Benedetto XVI come suo ambasciatore in Egitto. Poiché la mossa  all’epoca fu giudicata da molti come una sorta di punizione, o quanto meno come un ridimensionamento per la linea accomodante di Fitzgerald sull’Islam, la porpora assegnata a Fitzgerald ha tutta l’aria di una riabilitazione.

Allo stesso tempo, anche l’arcivescovo Miguel Angel Ayuso Guixot, successore di Fitzgerald come responsabile  del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, è stato nominato cardinale.

Prima della nomina a capo del consiglio Ayuso Guixot, comboniano, era incaricato di sovrintendere al dialogo tra il Vaticano e la prestigiosa moschea e università Al-Azhar in Egitto, considerata il Vaticano del mondo islamico sunnita. E sappiamo quanta importanza Bergoglio abbia attribuito al discusso Documento sulla fratellanza umana, firmato da lui e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb ad Abu Dhabi, testo nel quale si afferma fra l’altro che “il pluralismo e le diversità di religione”, così come quelle di colore, di sesso, di razza e di lingua, “sono una sapiente volontà divina”, affermazione che ha spinto molti a chiedersi: ma come può Dio volere religioni che neghino la divinità e la resurrezione di Cristo?

Proprio pochi giorni fa, intervistato dai media vaticani, Ayuso Guixot esaltava il documento di Abu Dhabi e, spargendo molto incenso attorno al papa regnante, esprimeva “gratitudine per il suo [di Francesco[ instancabile impegno nella promozione del dialogo”.

Tra i nuovi cardinali c’è poi l’arcivescovo Matteo Zuppi di Bologna, membro della comunità di Sant’Egidio, molto in auge nel Vaticano bergogliano (di Sant’Egidio è, per esempio, anche il nuovo responsabile della sala stampa della Santa Sede).

Zuppi è un paladino dell’accoglienza dei migranti e nel 2017 organizzò la visita di Francesco nel capoluogo emiliano, quando Bergoglio andò ad abbracciare gli ospiti nell’hub dei migranti e pranzò con “le persone in difficoltà” all’interno della basilica di San Petronio, trasformata per l’occasione in un grande ristorante con tavolate imbandite.

Un’altra berretta rossa va al padre gesuita canadese Michael Czerny, vero braccio destro di Francesco per le questioni riguardanti migranti e rifugiati.

Czerny è un funzionario del dicastero vaticano per la promozione dello sviluppo umano integrale ed è la prima volta che un sottosegretario viene levato alla dignità cardinalizia. Evidente la volontà di premiarlo per sottolineare l’importanza che Bergoglio attribuisce non solo al tema dei migranti ma anche al prossimo sinodo amazzonico, per il quale Czerny è stato nominato segretario speciale.

Tra gli altri neo-porporati c’è inoltre il sacerdote-poeta portoghese  José Tolentino Mendonça, già vicerettore dell’Università Cattolica di Lisbona, poi promosso da Francesco archivista e bibliotecario vaticano dopo che l’anno scorso, su incarico dello stesso Bergoglio, predicò gli esercizi spirituali al papa e alla curia romana.

Mendonça è noto per essere un fan di suor Maria Teresa Forcades i Vila, “teologa” ultra-femminista sostenitrice dell’aborto e del “matrimonio” omosessuale.

Proprio nella prefazione a un libro della Forcades il neo-cardinale sostiene  che “Gesù di Nazareth non ha codificato né ha stabilito delle regole”. Inoltre in un’intervista del 2016 ha esaltato Bergoglio contrapponendolo ai “tradizionalisti”.

Da segnalare infine che la nomina di Matteo Zuppi è stata salutata con entusiasmo dal gesuita pro Lgbt James Martin il quale, in un tweet, scrive che Zuppi “è un grande supporter” delle persone Lgbt e ricorda che proprio dell’arcivescovo di Bologna è la prefazione alla versione italiana del libro di Martin Building a bridge, ovvero Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone Lgbt.

Bergoglio ha fatto il suo annuncio all’Angelus, dopo essere rimasto chiuso per venticinque minuti in un ascensore a causa di un calo di tensione. Per liberarlo c’è voluto l’intervento dei pompieri del Vaticano.

Aldo Maria Valli

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