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Fulton Sheen, The Devil

Fulton Sheen, The Devil
Fulton Sheen, The Devil

Vi proponiamo una catechesi del venerabile Fulton John Sheen, che fu vescovo americano della diocesi di Rochester nello stato di New York. Studio presso il Pontificium Collegium Internationale Angelicum e divenne famoso per le sue catechesi in televisione e radio.

Purtroppo, non sappiamo risalire alla data di tale catechesi e abbiamo ben poco in italiano di questa grande figura del cattolicesimo, così abbiamo ricavato il testo inglese di una sua catechesi[1] e ne presentiamo una traduzione.

Buona lettura!

 

Questa sera ho un bel pubblico giovane qui davanti a me. Ho chiamato i più giovani di loro solo pochi minuti fa e ho detto che se vi stanco possono andare a dormire e ciò vale anche per tutti gli altri.

Una volta stavo parlando in chiesa e un bambino ha cominciato a piangere e la madre l’ha preso e lo stava portando fuori, mentre era nella navata le ho detto: «signora, il bambino non mi dà fastidio», lei mi rispose: «no, siete voi che state annoiando il bambino».

Voglio raccontarvi un aneddoto: una donna comprò un abito costoso, lo portò a casa al marito e gli mostrò il conto e il marito le disse: «quando l’hai provato perché non gli hai detto: va dietro a me, Satana?», lei risponde: «l’ho fatto e lui mi ha detto: ti sta così bene guardando da dietro».

 C’era un uomo in cielo e pensava che gli sarebbe piaciuto andare all’inferno per vedere com’era. Chiese a san Pietro se poteva andare giù. Così andò e si divertì. Durante il fine settimana tornò in cielo e il fine settimana successivo disse a Pietro: «non mi dispiace poter andare giù di nuovo, è possibile?». «Si», risponde Pietro. Così tornò giù una seconda volta. Riferì di nuovo d’essersi divertito.

Chiese per la terza volta di andare giù, Pietro gli disse: «questa è l’ultima volta», arrivato giù il diavolo lo mise in uno degli angoli più caldi dell’inferno, così disse al diavolo: «Prima mi avevi trattato più piacevolmente». «Sì», rispose il demonio, «prima eri un turista, ora sei un residente!», quindi ricordate che il diavolo ci tratta bene adesso ma non sarà così se dovessimo andare all’inferno.

Ho un amico sacerdote missionario. È stato mio intimo amico per oltre 35 anni. È stato missionario in Cina, Corea, Vietnam. È stato in prigione in Russia e, l’ultima volta che l’ho visto, mi ha detto che è andato in una delle chiese del Vietnam e i bambini sono stati raccolti intorno a una ragazza di circa 10 o 12 anni di età. L’hanno presentata a lui ed ella aveva un velo sul suo volto. Lui lo ha scostato e mi ha detto che era il volto più brutto che aveva mai visto. Non tanto il volto stesso fisicamente, ma i lineamenti. Le prestò poca attenzione, ma i bambini la portarono anche il giorno seguente e iniziò a provare della paura nei confronti della bimba. Le chiese se avesse vissuto nel villaggio. Ed ella rispose di sì, ma solo per un breve periodo della sua vita.

Allora lui le parlò in francese e lei rispondeva in perfetto francese. Le parlava in italiano e lei rispondeva in italiano. In latino e lei rispondeva in latino, anche se lei non aveva avuto alcuna formazione in nessuna di queste lingue. Allora pensò che fosse posseduta. Così prese una reliquia del Santa Teresa di Lisieux e gliela portò. La bimba reagì violentemente. Allora portò la reliquia fuori e tornò con la sola cornice e lei rise. Così decise di esorcizzarla.

A guardare la bimba, era perfettamente normale.

Siccome siamo indottrinati da una teologia fatta dai media, ho pensato che forse potreste essere interessati a sentir parlare del diavolo da un punto di vista filosofico e teologico, sano.

Vi descriverò il diavolo prima dal punto di vista psichiatrico e poi dal punto di vista biblico.

Dal punto di vista psichiatrico è interessante che, da quando i cristiani hanno iniziato ad abbandonare certi usi, il mondo ha cominciato a raccoglierli e distorcerli. Ad esempio, le suore hanno abbandonato gli abiti lunghi e le ragazze in Messico hanno iniziato a metterli.

Abbiamo smesso di dire il rosario, allora gli hippies iniziarono a metterlo attorno al collo. I teologi hanno abbandonato la sfera del demoniaco e la psichiatria l’ha raccolta.

Il dott. Rollo May, psichiatra del Rockefeller Institute, ha scritto diversi capitoli nel suo lavoro sulla psichiatria del diabolico.

Il dott. Roome ha analizzato la parola diavolo che deriva dalle parole greche διά e βολος. Che significa lacerare, rompere, distrugge l’unità, corrompere, produrre discordia. Allora notiamo come l’influsso del demonio è cresciuto enormemente nella nostra società.

Per esempio, notate la discordia nella chiesa, la discordia nelle comunità religiose, la discordia fra i laici e il clero. Tutte queste sono manifestazioni dello spirito diabolico che ci circonda.

La psichiatria ha evidenziato tre ambiti nel quale il diavolo lavora: l’amore per la nudità, la violenza e l’aggressività e, per ultimo, porta a una personalità divisa. In molti oggi non vi è nessuna pace interiore e presentato ragionamenti incoerenti.

Quindi per primo abbiamo l’amore per la nudità.

Una volta chiesi a un cappellano di un istituto se avessero mai avuto delle manifestazioni diaboliche. Mi rispose: «sì, a volte quando porto il Santissimo Sacramento tra il popolo qualcuno si spoglia». Eccovi un esempio, ma preferisco rifarmi al Vangelo.

Una volta il nostro beato Signore andò nella terra di Gennesaret. Lì trovò un giovane posseduto dal diavolo. Il vangelo menziona tre caratteristiche di questo giovane: prima fra tutte quella di essere nudo, poi è che è violento e aggressivo così da non poterlo tenere nemmeno in catene e, per ultimo, lo stato di schizofrenia nel quale versava.

Nostro Signore gli domandò: «qual è il tuo nome», e risposte: «il mio nome è legione». Ora dire legione significava dire seimila soldati dell’esercito romano. Ovvero, questa persona non ha un’unica personalità ma seimila.

Gli psichiatri non collegano queste tre manifestazioni all’azione del maligno ma io non ho potuto fare a meno di notare la somiglianza tra lo stato dell’uomo nel vangelo e i dati degli psichiatri.

Da un punto di vista superficiale, i disturbi diabolici e ogni volta che abbiamo grande manifestazione dello Spirito, abbiamo sempre il diavolo lavorando a lavoro. Pensate per esempio a Mosè, nell’Antico Testamento, mentre opera miracoli contro il faraone. I maghi del faraone simulano alcuni di questi miracoli.

Oppure, durante la Pentecoste, quando lo Spirito Santo scese sulla Chiesa appena riunita, vi fu la persecuzione di Stefano, fino al martirio. Abbiamo avuto anche un Concilio, benedizione dello Spirito Santo sulla chiesa, e immediatamente abbiamo anche la manifestazione dello spirito diabolico.

Quindi abbiamo uno spaccarsi, una divisione: nelle famiglie, nelle corporazioni, nelle comunità religiose. La spaccatura dell’unità della Chiesa di Cristo!

Il secondo brano che vi porto ad attenzione è tratto dal capitolo XVI del Vangelo di Matteo. Il nostro Beato Signore aveva posto la domanda più importante che si potesse mai porre: «chi dicono che io sia»! Pietro dà la risposta giusta: «tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente». Allora il Signore annuncia la sua prossima salita a Gerusalemme, per essere consegnato ai pagani, essere crocifisso e alla fine sarebbe risorto dai morti.

Ora, Pietro era disposto ad avere un Cristo divino, ma non era disposto ad averne uno sofferente. Non appena il nostro beato Signore disse che sarebbe stato presto vittima per i nostri peccati, Pietro rifiuta il Cristo sofferente.

Allora Cristo gli disse: «Va dietro a me Satana»!

Immaginate, Pietro è personalmente Satana. Nel giro di un minuto e mezzo è divenuto Satana. Perché nostro Signore non lo chiama Satana da quando l’ha conosciuto?

Attenzionando le III tentazioni che di Satana a nostro Signore capiamo che l’essenza del Demonio è l’odio della Santa Croce. Santana è contro la Croce.

Sulla montagna, Satana offre a nostro Signore tre vie di fuga dalla Croce.

E lo rifà sempre con noi, si fa salvatore dal peccato per l’umanità. Ci spiega che non abbiamo bisogno della Croce e ci presenta anche a noi le tre vie di fuga.

La prima: «vedi quelle pietre laggiù? Sembrano come piccole pagnotte di pane. Non mangi da 40 giorni, non senti l’istinto della fame?».

Pensate ad altri istinti, come quello del potere o del sesso. Lasciali andare, soddisfa i loro appetiti ma dimentica la Croce. Prima scorciatoia: permissività, fai qualsiasi cosa ti piace fare!!!

La seconda tentazione: la Croce non avvincerà mai l’umanità perché l’umanità ama le meraviglie, le sorprese, ama ciò che è splendido, tutto ciò stupisce. Poi, in una settimana, lo dimentica e desidera un’altra meraviglia!

Ecco come Satana vuole tentare Cristo e tenta l’uomo, lo spingere ad esser lui stesso la meraviglia per la folla volando giù dal campanile.

La tentazione finale, che sarà la tentazione della Chiesa nei prossimi cento anni, è quella di lasciare la teologia per la politica. Solo la politica conta. Perché preoccuparsi del mistero della redenzione? L’unica cosa che conta è la politica!

Tenendo il globo del mondo luccicante nella sua mano Satana dice: «tutti questi regni sono i miei e li darò a te se inginocchiandoti mi adorerai». Che abbia detto la verità?

La terza tentazione di nostro Signore non riguarda la sfera divina ma quella sociale. Vi torni in mente come Cristo appella Pietro: «Satana». Lo chiama così perché ha tentato nostro Signore nel sacrificio della Croce, dicendogli di non andare, di rifiutare la croce.

Questa è l'essenza biblica del demonio.

Lo spirito di Satana è anche nella chiesa. Notate come abbiamo smesso le mortificazioni, l'auto negazione, la disciplina nelle scuole e nei seminari, i tentativi di interrompere il cammino intrapreso.

Il declino dello spirito di disciplina è odio della croce. Il carattere ascetico o di disciplina cristiano è stato adottato dagli stati totalitaristi, come Cina e Russia. Ma lì è una disciplina che è auto negazione e non vi è traccia della Croce!

Ne consegue la completa distruzione della libertà umana.

Quanto questo satanico disprezzo verso la Croce continuerà a manifestarsi?

Con certezza non sappiamo d’essere nell’era del demonio, ma c’è un passaggio in san Paolo che sembra molto difficile ma potrei leggerlo e poi spiegarlo.

È una pericope di 2 tessalonicesi, capitolo 2, versetto 7.

San Paolo sta scrivendo nei primi sessanta anni di cristianesimo: «Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene», rimane segreto nel presente.

In altre parole, non possiamo vedere la manifestazione del male e del demonio. Rimane segreto solamente per il presente finché chi lo trattiene sparirà dalla scena. Non sappiamo precisamente chi sia colui che lo trattiene, forse Cristo, forse lo Spirito Santo, forse un’azione di grazia, forse la santità della Chiesa ma in ogni caso il male è segreto finché Dio non dirà: «Male hai avuto la tua ora!».

Dio ha il suo giorno, il male la sua ora.

Continua San Paolo: «Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi».

Persino nell’ultimo libro della Scrittura traiamo un suggerimento.

Quando l’anticristo verrà, vi sarà una simulazione di morte e resurrezione per ingannare i più. Oggi non possiamo vedere il demonio al lavoro, ma fatevi dare un suggerimento su come Cristo agisce e come Satana agisce.

Se capire cosa sto per dirvi ciò vi aiuterà molto a combattere lo spirito del male e superare le prove.

Vi descriverò come ci appare Cristo e Satana prima che pecchiamo. Quindi vi descriverò come ci appaiono dopo che abbiamo peccato.

Prima di peccare, Cristo ci appare come il Signore sulla Croce. Egli ci sbarra la strada: «come la mia carne è stata crocifissa», ci dice, «così la tua carne deve esserlo». Ci sbarra, con la Sua Carne, le direzioni della vita che vogliamo. Così sta di fronte a noi. Noi non siamo liberi!

Invece, Satana, quando siamo in procinto di peccare, ci dice: «non essere stupido, non crederai ancora a quelle cose! I tempi sono cambiati! Sei ancora vergine!? Veramente non ti sei fatto ancora uno spinello? Tutti lo fanno! Non ascoltare questi dottori che dicono che può farti male al cervello! Devi vivere, devi essere te stesso! Non sei mai andata con un altro uomo? Oggi lo fanno tutti! Questa moralità era ok 100 o 500 anni fa, ma questo è il nuovo mondo!!! Devo essere me stesso, devo essere libero!!!».

È dalla nostra parte prima che pecchiamo. Cristo sembra l’accusa, prima che pecchiamo il demonio è la nostra difesa. È dalla nostra, delle nostre libertà sessuali, del nostro orgoglio, della nostra avidità.

Ma dopo che pecchiamo i ruoli si scambiano. Allora Cristo diventa la nostra difesa e il demonio la nostra accusa.

Il demonio dirà: «Ok, l’hai fatto. Hai avuto la tua canna. Adesso sei un dipendente. Non venire da me, non posso aiutarti. Dovresti fare da solo come hai cominciato. Hai perso la tua verginità? Quindi? Che differenza vuoi che faccia, continua pure! Hai rubato e non ti hanno preso? Tranquillo ti prenderanno!».

Ci riempie di disperazione come riempì il cuore di Giuda. Giuda sarebbe potuto andare dal Salvatore ed Egli l’avrebbe perdonato. Ma Giuda prese una corda.

Camminò sul terreno scivoloso, ogni nodo di albero gli sembrava un occhio che lo scrutava e ogni rampo di albero gli sembrava un dito puntato… Traditore!

Nella sua disperazione non pensava vi fosse per lui altro da fare che non il suicidio. Per questo oggi i suicidi aumentano nella nostra civiltà disperata dallo spirito del demonio.

In una delle storie di Dostoevskij, c’è un uomo veramente cattivo che dice a una donna che lui amava: «Sonia, sai come sta per succederti? Stai per buttarti giù per un ponte oppure diventerai pazza e ti taglierai la gola». Ma non è andata in questa maniera perché Sonia prese il Vangelo di Giovanni e inizio a leggere la risurrezione di Lazzaro. E pensò: «Posso trovare una nuova vita in Cristo».

Questo pensiero di Sonia mi porta a parlarvi di come il nostro Signore si comporta dopo che abbiamo peccato. Egli è la nostra difesa. Lui ha detto venite a me, voi affaticati e oppressi, anche se i vostri peccati fossero rossi come scarlatto, Io li renderò bianchi come neve e se sono rossi come cremisi, allora li sbiancherò come lana.

Questo pensiero di Sonia mi porta a parlarvi di come il nostro Signore si comporta dopo che abbiamo peccato. È la nostra difesa. Lui ha detto venite a me, voi affaticati. Se i vostri peccati fossero rossi come scarlatto, saranno resi bianchi come neve e se sono rossi come cremisi diverranno bianchi come lana.

Vi ripeto cos’è lo spirito diabolico: la distruzione dell’unità, il disprezzo della mortificazione e dell’abnegazione della croce, quindi dello stesso Cristo.

Ognuno di noi viaggerà per strade differenti ma, alla fine di tutte queste strade, ci troveremo di fronte il volto misericordioso di Cristo o l’orribile faccia di Satana.

Prima di concludere, vi lascio con tre potenti armi contro Satana: prima il Santo Nome di Gesù. È un nome che Satana non sopporta perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, nei cieli, sulla terra e sottoterra.

La seconda arma è il sangue di Cristo. L’invocazione del sangue di Cristo. Potrei farvi una catechesi anche sul preziosissimo sangue di Cristo mediante il quale siamo salvati. Ma, ricordate, durante la tentazione chiamate il sangue di Cristo. È il sangue di Cristo che rimette i peccati, senza questo non c’è remissione dei peccati.

Terza arma la devozione al Santa Vergine Maria. Dall’inizio del libro della Genesi si dice che il frutto di una donna avrebbe schiacciato il frutto di Satana.

Siamo armati con queste tre armi: il Santo Nome, il Santo Sangue e la Santa Vergine.

Da oggi, quando penserai al diavolo e al demonio e a Satana, non farti sviare da ciò che i media ti raccontano. Egli è l’anti-croce, l’anti-disciplina, l’anti-Cristo. Non sbaglierai mai se capisci che per quel poco d’amore che tu hai per la croce farà sì che Egli non ti lascerà mai solo.

Mi sorpresi la prima volta che sentii un grido dalla Croce, uscii e trovai l’uomo crocifisso. Gli dissi che l’avrei portato giù, così cercai di togliergli i chiodi dai piedi. Ma egli mi disse: «lasciali lì. Perché non posso essere tolto dalla croce finché ogni uomo, donna e bambino non si saranno uniti a te per tirarmi giù». Gli risposi: «cosa posso fare? Non posso sopportare il tuo grido!». Mi rispose: «va nel mondo e annuncia a ogni uomo che incontrerai che c’è un uomo sulla croce per lui».

 

[1] Preso da: https://youtu.be/FuCw8UT5y6c