LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online
Visualizzazione post con etichetta Sant'Agostino. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sant'Agostino. Mostra tutti i post

domenica 17 dicembre 2023

Marco, Capitolo 6, Versetti 6b-13

E andava per i villaggi intorno insegnando. E chiamò i dodici, e cominciò a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti immondi. E comandò loro di non portare nulla lungo la via se non un bastone, né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma calzati i sandali non indossassero due tuniche. E diceva loro: in qualsiasi casa entrerete, rimanete lì finché non ve ne andiate. E chiunque non vi riceverà né vi ascolterà, uscendo di là scuotete la polvere dai vostri piedi in testimonianza contro di loro. E uscendo predicavano che facessero penitenza, e scacciavano molti demoni e ungevano con olio molti malati e li guarivano.

Tofilatto: Il Signore predicava non solo nelle città, ma anche nei villaggi, per insegnarci a non disprezzare ciò che è piccolo e a non cercare sempre le grandi città, ma a seminare la parola di Dio nei borghi oscuri e disprezzati.

Beda: Il Signore, benigno e clemente, non invidia ai suoi servi e discepoli la loro potenza, e come egli aveva guarito ogni languore e infermità, così dona il potere di guarire agli stessi Apostoli. Ma c'è molta differenza fra il dare e ricevere: il Signore, quando agisce, agisce con la potenza di Signore, mentre i discepoli, in ciò che fanno, confessano la loro debolezza e la potenza del Signore dicendo (At 3,6): «Nel nome del Signore alzati e cammina».

Teofilatto: Manda poi gli Apostoli a due a due affinché siano più pronti: poiché, come dice il Qoèlet (4,9): «E' meglio essere due insieme piuttosto che uno solo». Se poi ne avesse mandati più di due, il numero non sarebbe stato sufficiente per percorrere tutti i villaggi.

Gregorio: Manda due discepoli nella predicazione poiché due sono i precetti della carità, cioè l'amore di Dio e del prossimo, e la carità non può esserci se si è in meno di due. Con ciò dunque ci fa capire che chi non ha carità verso l'altro non può in alcun modo ricevere l'ufficio della predicazione.

Beda: La fiducia del predicatore in Dio deve essere così grande che egli sia certo che il necessario alla vita non gli mancherà, sebbene egli non possa occuparsene. Egli non deve preoccuparsi delle cose eterne meno di quanto non di quanto non si preoccupi di procurarsi quelle temporali.

Crisostomo: Il Signore diede loro questo precetto anche perché alla loro vista i popoli comprendessero quanto fossero elevati al di sopra delle ricchezze.

sabato 16 dicembre 2023

Marco, Capitolo 6, Versetti 1-6a

E uscito di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguivano. E fattosi sabato cominciò a insegnare nella sinagoga e molti uditori si meravigliavano della sua dottrina dicendo: Da dove gli vengono tutte queste cose? E qual è la sapienza che gli è stata data, e tali prodigi che vengono fatto dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Giuseppe e di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non sono qui con noi? E si scandalizzavano di lui. E Gesù diceva loro che non c'è un profeta senza onore se non nella sua patria, e nella sua casa, e tra i suoi parenti. E non poteva fare lì alcun miracolo, ma solo guarì pochi malati, imponendo le mani. E si meravigliava della loro incredulità.

Teofilatto: Dopo i premessi miracoli Gesù ritorna nella sua patria, non ignorando che lo disprezzeranno, ma perché non abbiano più l'occasione di dire: se fossi venuto ti avremmo creduto.

Beda: Chiama sua patria Nazaret, dove era stato nutrito. Ma quanto è grande la cecità dei Nazareni, i quali disprezzano quel Cristo che avevano potuto conoscere dalle sue parole e dai suoi fatti, contro la notizia che ne avevano avuto le genti!

Agostino: Matteo dice che era stato detto il figlio del falegname, il che non deve meravigliare, poiché si possono dire tutte e due le cose: credevano che fosse un falegname poiché era anche figlio di un falegname.

Segue: il fratello di Giacomo, di Giuseppe e di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non sono qui con noi? Beda: Attestano che i suoi fratelli e le sue sorelle erano con loro; i quali tuttavia non vanno ritenuti figli di Giuseppe o di Maria, come pensano gli eretici, ma piuttosto, secondo il costume della Sacra Scrittura, vanno intesi come parenti, come Abramo e Lot vengono chiamati fratelli pur essendo Lot figlio del fratello di Abramo. E si scandalizzavano di lui. Lo scandalo e l'errore dei Giudei sono la nostra salvezza, e la condanna degli eretici. In tanto infatti disprezzavano il Signore Gesù Cristo in quanto lo chiamavano falegname e figlio del falegname.

Segue: E Gesù diceva loro che non c'è un profeta senza onore se non nella sua patria, e nella sua casa, e tra i suoi parenti. Beda: Anche Mosè è testimone che il Signore Gesù viene detto Profeta nelle Scritture, predicendo la sua futura incarnazione ai figli di Israele (Dt 18,15): «Il Signore Dio vostro susciterà a voi un Profeta dai vostri fratelli». Non solo poi colui che è il Signore dei Profeti, ma anche Elia e Geremia e gli altri Profeti sono stati ritenuti minori nella loro patria che nelle altre città: poiché è abbastanza naturale che i cittadini invidino sempre i cittadini; infatti non considerano le opere presenti dell'uomo, ma ricordano la fragile infanzia.

mercoledì 8 novembre 2023

Marco, Capitolo 5, Versetti 1-20

E vennero al di là del mare nella regione dei Gerasèni. E uscendo egli dalla barca, subito gli corse incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, che aveva il domicilio fra i sepolcri, e fino allora nessuno aveva potuto legarlo nemmeno con le catene, poiché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno poteva domarlo. E sempre, giorno e notte, gridava fra i sepolcri e fra i monti e si percuoteva con pietre. Vedendo Gesù da lontano, corse e gli si gettò ai piedi, e gridando a gran voce disse: Che c'è fra me e te, Gesù, Figlio dell'Altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi. Gli diceva infatti: Esci, spirito immondo, da quest'uomo! E lo interrogava: qual è il tuo nome? E gli dice: Il mio nome è legione, poiché siamo molti. E lo scongiurava molto di non cacciarlo fuori dalle regione. Ora, vi era lì, presso il monte, un grande branco di porci che pascolava. E gli spiriti lo scongiurarono: Mandaci nei porci, perché entriamo in essi. E Gesù subito lo concesse loro. E uscendo gli spiriti immondi entrarono nei porci, e con grande impeto il branco precipitò nel mare e annegarono nel mare; erano circa duemila. Coloro che li pascolavano fuggirono e dettero l'annunzio nella città e nei campi: e uscirono per vedere che cosa era accaduto; giungono a Gesù e vedono colui che era stato vessato dal demonio seduto, vestito e sano di mente, ed ebbero timore. E coloro che avevano visto narrarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. E cominciarono a pregarlo di allontanarsi dai loro confini. Mentre risaliva sulla nave, colui che era stato vessato dal demonio cominciò a scongiurarlo di restare con lui. E non glielo permise, ma gli disse: Va a casa tua, dai tuoi e annunzia loro quali grande cose ti ha fatto il Signore e come ha avuto misericordia di te. E se ne andò e cominciò a predicare nella Decapoli quante cose grandi gli aveva fatto Gesù, e tutti ne erano ammirati.

Agostino: Poiché Matteo dice che erano due, mentre Marco e Luca ne ricordano solo uno, devi concludere che uno di loro era una persona più conosciuta, e di cui maggiormente si doleva tutta la contrada. Crisostomo: Oppure sembra che Marco e Luca narrano ciò che era più degno di stupore, e per questo parlano più diffusamente di ciò che accade a lui; segue infatti: e fino allora nessuno aveva potuto legarlo nemmeno con le catene. Parlano dunque semplicemente di un indemoniato, non cercando il numero; oppure affinché venisse maggiormente mostrata la virtù dell'operante. Infatti chi curò solo un tale così venuto, poteva certamente curarne molti altri. E tuttavia qui non si mostra una dissonanza: infatti non dissero che era solo uno, nel quale casa avrebbero contraddetto Matteo. I demoni, poi, abitavano nei sepolcri volendo inculcare in molti la falsa credenza che le anime dei defunti si convertivano in demoni.

domenica 15 ottobre 2023

Sant'Agostino - Discorso 387


AMMONIMENTO DI S. AGOSTINO SU QUANTO È SCRITTO: " METTITI D'ACCORDO CON IL TUO AVVERSARIO, MENTRE SEI IN VIA CON LUI ", E SULLA PAGLIUZZA DELL'IRA CHE, ALIMENTATA DA FALSI SOSPETTI, DIVENTA TRAVE. 

 ☩

E` dovere dei sacerdoti riprendere chi ne ha bisogno.

1. La sacra Scrittura vi dà, cari fratelli, frequenti ammonimenti circa il pericolo in cui si pongono quei sacerdoti che non vogliono adempiere al compito a cui li sollecita l’Apostolo: Predica la parola di Dio, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, raccomanda, usando tutta la tua pazienza e la tua capacità d’insegnare 1. E la Scrittura ci dice anche la gravità del compito di cui assumiamo il carico: Se non avvertirai il malvagio della sua condotta perversa, io domanderò conto a te della sua morte 2. Per questo è necessario che noi interveniamo in segreto o pubblicamente a rimproverare chiunque trascura tale compito. Quando però noi rimproveriamo qualcuno, costui è portato dalla sua malizia a scrutare la persona che lo rimprovera e a scoprire in essa più facilmente che in se stesso quello che richiede correzione, e se trova qualcosa da dire contro colui che lo rimprovera, ne prova soddisfazione. Sarebbe certo meglio che provasse gioia per il proprio risanamento, dopo essersi corretto, invece che per la debolezza che il biasimo rivolto a sé gli ha fatto scoprire in altri. Anche ammettendo che si dia proprio il caso che uno trovi in difetto la persona stessa da cui era stato rimproverato, è pur vero che attraverso quella persona gli aveva parlato la verità: parlava la verità pur attraverso un malvagio, un peccatore. Invece dunque di cercare che cosa criticare in una persona, cercate se c’è da criticare qualcosa nella verità che vi è stata detta. Vogliate o non vogliate, è la verità stessa il vostro accusatore. E se potete, cercate di farvela amica. La parola di Dio è il vostro accusatore. Che la dica un peccatore o la dica un giusto, è infallibile. Essa è il vostro accusatore: Mettiti d’accordo con il tuo avversario, mentre sei in via con lui.

domenica 16 luglio 2023

Marco, Capitolo 4, Versetti 1-20

Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare e si raccolse intorno a lui una grande folla, così che, salendo su una barca, sedeva sul mare, e tutta la folla era lungo il mare sopra la terra. E insegnava loro con parabole molte cose e diceva loro nel suo insegnamento: Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare, e mentre seminava una parte cadde sulla strada, e vennero gli uccelli del cielo e la mangiarono; un'altra cadde sul terreno pietroso, dove non c'era molta terra, e subito crebbe, poiché non aveva la profondità della terra; e quando crebbe il sole la seccò, e poiché non aveva radice, inaridì; un'altra cadde tra le spine, e le spine crebbero e la soffocarono, e non diede frutto; un'altra cadde sulla terra buona, e dava frutto che saliva e cresceva, e dava una trenta e una sessanta e una cento. E diceva: Chi ha orecchi per intendere intenda. E quando fu solo i suoi, assieme ai dodici lo interrogavano sulla parabola. E diceva loro: A voi è stato dato di conoscere i misteri del regno di Dio; per quelli invece che sono fuori tutto avviene in parabole, affinché «vedendo vedano e non vedano, e udendo odano e non intendano, perché non si convertano e vengano loro rimessi i peccati». E disse loro: Non capite questa parabola? E come conoscerete tutte le parabole? Chi semina, semina la parola. Coloro poi che sono lungo la strada sono quelli nei quali viene seminata la parola, e quando la odono subito viene satana e porta via la parola seminata nei loro cuori. E questi sono similmente coloro che sono seminati sulle pietre, i quali, quando hanno ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi e sono incostanti; quindi, sorta la tribolazione e la persecuzione a motivo della parola, subito si scandalizzano. Altri sono quelli che vengono seminati sulle spine: questi sono coloro che ascoltano la parola, ma le preoccupazioni del secolo e l'inganno delle ricchezze e tutte le altre bramosie soffocano la parola e questa rimane senza frutto. E questi sono invece quelli che vengono seminati sopra la terra buona, che ascoltano la parola e l'accolgono e fruttificano uno il trenta, uno il sessanta e uno il cento.

Girolamo: La parabola è una comparazione di cose discrepanti per natura fatta sotto una certa somiglianza. Infatti parabola in greco significa somiglianza, quando indichiamo mediante certe comparazioni ciò che vogliamo che sia inteso. Così, infatti, diciamo che qualcuno è ferreo quando vogliamo che sia inteso come duro e forte; quando invece vogliamo indicare la velocità, lo compariamo ai venti e agli uccelli. Parla poi alle folle in parabole secondo il costume della sua provvidenza, cosicché quanti non potevano capire le cose celesti potessero cogliere le cose udite mediante una similitudine terrena.

sabato 15 luglio 2023

Sant'Agostino - La Correzione Fraterna

(Agostino, Sermo 82, 4 e 7)


Se tuo fratello ha mancato contro di te, riprendilo fra te e lui solo” (Mt 18,15). Perché quel riprendilo? Perché ti rincresce che ha mancato contro di te? Non sia mai. Se fai ciò per amore di te, nulla fai. Se lo fai per amore di lui, fai cosa ottima. Dunque presta attenzione alle parole in sé, per capire per quale dei due amori tu devi far ciò, se di te o di lui. “Se ti avrà ascoltato, dice, avrai conquistato tuo fratello (ibid.).” Dunque, agisci per lui, al fine di conquistarlo. Se agendo lo conquisterai, se tu non avessi agito egli si sarebbe perduto. Perché dunque la maggior parte degli uomini disprezzano codesti peccati, dicendo: Cosa ho fatto di grande? Ho peccato contro l`uomo. Non disprezzare. Hai peccato contro l`uomo: vuoi conoscere perché peccando contro l`uomo ti sei perduto? Se colui contro il quale hai peccato, ti avesse ripreso fra te e lui solo, e tu gli avessi dato ascolto, egli ti avrebbe conquistato. Che vuol dire ti avrebbe conquistato, se non che si sarebbe perduto se non avesse cercato di conquistarti? Infatti, se non stavi per perderti, in che modo ti avrebbe conquistato? Dunque, nessuno disprezzi, quando pecca contro il fratello. Dice infatti in un certo passo l`Apostolo: “Peccando cosí contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo” (1Cor 8,12): questo perché tutti siamo stati fatti membra di Cristo. Come puoi dire di non peccare contro Cristo, se pecchi contro un membro di Cristo?…

lunedì 5 giugno 2023

Preghiera alla Santissima Trinità di Sant'Agostino

L'anima mia vi adora, il mio cuore vi benedice e la mia bocca vi loda, o santa ed indivisibile Trinità: Padre Eterno, Figliuolo unico ed amato dal Padre, Spirito consolatore che procedete dal loro vicendevole amore. O Dio onnipotente, benché io non sia che l'ultimo dei vostri servi ed il membro più imperfetto della vostra Chiesa, io vi lodo e vi glorifico. Io vi invoco, o Santa Trinità, affinché veniate in me a donarmi la vita, e a fare del mio povero cuore un tempio degno della vostra gloria e della vostra santità. O Padre Eterno, io vi prego per il vostro amato Figlio; o Gesù, io vi supplico per il Padre vostro; o Spirito Santo, io vi scongiuro in nome dell'Amore del Padre e del Figlio: accrescete in me la fede, la speranza e la carità. Fate che la mia fede sia efficace, la mia speranza sicura e la mia carità feconda. Fate che mi renda degno della vita eterna con l'innocenza della mia vita e con la santità dei miei costumi, affinché un giorno possa unire la mia voce a quella degli spiriti beati, per cantare con essi, per tutta l'eternità: Gloria al Padre Eterno, che ci ha creati; Gloria al Figlio, che ci ha rigenerati con il sacrificio cruento della Croce; Gloria allo Spirito Santo, che ci santifica con l'effusione delle sue grazie.
Onore e gloria e benedizione alla santa ed adorabile Trinità per tutti i secoli.
Così sia.

venerdì 12 maggio 2023

Marco, Capitolo 2, Versetti 23-28

E avvenne ancora che, mentre il Signore camminava di sabato lungo i campi di grano, i suoi discepoli cominciarono ad andare avanti a strappare le spighe. Ma i Farisei gli dicevano: ecco, perché fanno ciò che no è lecito di sabato? E disse loro: non avete mai letto che cosa fece Davide quando, essendo nel bisogno, ebbe fame lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio sotto il principe dei sacerdoti Abiatar e mangiò i pani della preposizione, che non era lecito mangiare se non ai soli sacerdoti, e ne diede a quelli che erano con lui? E diceva loro: il sabato è stato fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabato; così il Figlio dell'uomo è padrone anche del sabato.

Agostino: Il popolo di Israele aveva per legge il precetto di non ritenere nessuno ladro nei suoi campi a meno che non volesse portar via qualcosa: infatti chi non toccava nulla senza poi mangiarlo, veniva lasciato andar via libero e impunito. Per questo i Giudei accusarono i discepoli del Signore che strappavano le spighe non di furto, ma di violazione del sabato.

Beda: La cura della salute e della vita dell'uomo è più grande della custodia del sabato. Infatti è stato comandato di custodire il sabato in modo però che ci fosse stata necessità non fosse colpevole chi lo avesse violato; per questo non era proibito praticare la circoncisione di sabato, poiché era necessario farlo; e i Maccabei, presi dalla necessità, combattevano di sabato; per cui, avendo i discepoli fame, ciò che non era lecito nella legge divenne lecito per la necessità della fame; come oggi, se uno per malattia infrangesse il digiuno, per nessun motivo sarebbe ritenuto colpevole.

Crisostomo: Gesù chiama propriamente se stesso Figlio dell'uomo e padrone del sabato poiché, essendo veramente Figlio di Dio, si è degnato di chiamarsi Figlio dell'uomo a motivo degli uomini. Ora, la legge non ha il dominion sul legislatore e il padrone della legge: infatti al re sono lecite più cose di quante ne stabilisce la legge. La legge poi è data ai deboli, non ai perfetti e a quelli che operano sopra la legge.

venerdì 17 marzo 2023

Marco, Capitolo 1, Versetti 40-45

E venne a lui un lebbroso pregandolo, e in ginocchio e gli disse: Se vuoi, puoi mondarmi. Gesù avendo pietà di lui, stese la sua mano, e toccandolo gli disse: Lo voglio, sii mondato. E avendo detto ciò, subito la lebbra lo lasciò e fu guarito. E ammonendolo severamente lo rimandò e gli disse: Vedi di non dirlo a nessuno, ma va, e mostrati al principe dei sacerdoti, e offri per la tua purificazione ciò che Mosè ha ordinato a testimonianza per loro. Ma quello, uscito, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori in luoghi deserti, e accorrevano a lui da ogni parte.

Agostino: Di questo lebbroso mondato Marco ricorda cose tali da farlo identificare con quello che Matteo dice fu mondato quando il Signore discese dopo il discorso della montagna. E poiché il Signore dice (Mt, 17): «Non sono venuto ad abolire la la legge, ma a portarla a compimento», colui che ha escluso dalla legge, pensando che sarebbe stato guarito dal potere del Signore, indicò che la grazia che poteva lavare la macchia del lebbroso non veniva dalla legge, ma da sopra la legge. In verità, come nel Signore viene dichiarata l'autorità del potere, così in lui la costanza della fede; segue infatti: e in ginocchio e gli disse: Se vuoi, puoi mondarmi. Si gettò con la faccia a terra, il che è segno di umiltà e pudore, affinché ciascuno si vergogni delle macchie della sua vita, ma la vergogna non impedì la confessione: mostra la ferita e chiede il rimedio; e la stessa confessione è piena di religione e di fede: infatti attribuisce il potere alla volontà del Signore.

Beda: Lo toccò anche per provare che non poteva essere contaminato colui che liberava gli altri. Inoltre è mirabile il fatto che egli lo guarì nel modo in cui era stato pregato. Se vuoi, aveva detto il lebbroso, puoi mondarmi; egli disse: lo voglio, e qui hai la volontà; sii mondato, e qui hai l'effetto della pietà.

Crisostomo: I Salvatore manda costui dal sacerdote per la prova della guarigione, e affinché questa non avvenisse al di fuori del tempio, ma venisse computata nella preghiera con il popolo. Lo manda anche per adempiere la legge, e così chiudere la bocca malevola dei Giudei. Così compì l'opera lasciandone ad essi la prova. Beda: Affinché cioè il sacerdote comprendesse che egli era stato guarito non nell'ordine della legge, ma per la grazia di Dio al di sopra della legge.

martedì 28 febbraio 2023

Marco, Capitolo 1, Versetti 32-34

Venuta la sera, essendo calato il sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati, e tutta la città era radunata alla porta. E guarì molti che erano vessati da varie infermità, e scacciava molti demoni e non li lasciava parlare, poiché lo conoscevano.

Teofilatto: Poiché le folle pensavano che a nessuno era lecito guarire di sabato, per questo attendevano il tramonto del sole per condurre i malati da Gesù.

Teofilatto: Dice molti perché vi erano alcuni infedeli che non furono per nulla guariti per la loro incredulità. Guarì dunque molti di coloro che gli venivano presentati, quelli cioè che avevano fede.

Agostino: I demoni sapevano che era il Cristo promesso dalla legge: infatti vedevano in lui tutti i segni promessi dai Profeti; ignoravano però il mistero della sua divinità, come anche i loro principi: «Se infatti lo avessero conosciuto, ma avrebbero crocifisso il Signore della gloria» (1 Cor 2,8).

Teofilatto: Non permetteva poi ai demoni di parlare, insegnandoci a non credere ad essi, anche se dicono cose vere: se infatti trovassero alcuni che credono in essi, mescolerebbero cose false alle vere.

Beda: Misticamente, poi, col tramonto del sole, indica la passione e la morte di colui che disse (Gv 9,4): «Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo»; e al tramonto del sole vengono guariti più indemoniati e malati, poiché vivendo temporalmente nella carne insegnò a pochi Giudei, mentre ne mondo trasmise a tutti i Gentili i doni della fede e della salvezza.

sabato 4 febbraio 2023

Marco, Capitolo 1, Versetti 23-28

C'era nella loro sinagoga un uomo soggetto a uno spirito immondo che gridò dicendo: Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per rovinarci' So chi tu sei, il Santo di Dio. Gesù lo sgridò dicendo: Taci ed esci da quest'uomo. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando a gran voce, uscì da lui. E tutti furono stupefatti, chiedendosi fra loro: Che è mai questo? Che cos'è questa nuova dottrina? Poiché comanda con potenza anche agli spiriti immondi, e gli obbediscono. E la sua fama si diffuse subito in tutta la regione della Galilea.

Crisostomo: Lo spirito indica un Angelo, o l'aria, o l'anima, e anche lo Spirito Santo. Affinché dunque non cadiamo in errore per la confusione dei nomi, aggiunge: immondo, ora, è detto immondo per l’empietà e la lontananza da Dio, e perché si intromette in tutte le cose immonde e nelle azioni cattive.

Agostino: Quanta virtù poi abbia contro la superbia dei demoni l'umiltà di Dio, che apparve sotto la forma di servo, gli stessi demoni lo sanno al punto di esprimerla davanti al Signore rivestito dalla debolezza della carne; segue infatti: Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per rovinarci? Risulta chiaro da queste parole che in essi c'era la scienza ma non la carità: infatti temevano la loro pena da parte di lui, ma non amavano in lui la giustizia.

Beda: Infatti i demoni che vedevano il Signore in terra credevano di essere subito giudicati. Crisostomo: Oppure dice così come se dicesse: portando via l'immondezza, e imponendo la conoscenza nelle anime degli uomini, non ci dai tempo in mezzo agli uomini. Teofilatto: Infatti il Demonio giudica una sua perdizione uscire dall'uomo: i demoni infatti, privi di misericordia, ritengono di patire un certo male quando non molestano gli uomini.

Crisostomo: Lo chiama poi santo non come uno fra i tanti, poiché anche ogni Profeta era santo, ma lo annunzia come l'unico: infatti con l'articolo che è posto in greco mostra che è uno solo; per il timore, poi, lo riconosce il Signore di tutti.

Crisostomo: La verità però non voleva la testimonianza degli spiriti immondi; per cui segue: Gesù lo sgridò dicendo: Taci ed esci da quest'uomo. Per cui viene dato un insegnamento salutare, affinché non crediamo ai demoni nemmeno se dicono la verità.

domenica 28 agosto 2022

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant'Agostino

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI
Mercoledì, 9 gennaio 2008

☩ 

I: La vita

Cari fratelli e sorelle,

dopo le festività natalizie, vorrei tornare alle meditazioni sui Padri della Chiesa e parlare oggi del più grande Padre della Chiesa latina, sant’Agostino: uomo di passione e di fede, di intelligenza altissima e di premura pastorale instancabile, questo grande Santo e Dottore della Chiesa è spesso conosciuto, almeno di fama, anche da chi ignora il cristianesimo o non ha consuetudine con esso, perché egli ha lasciato un’impronta profondissima nella vita culturale dell’Occidente e di tutto il mondo. Per la sua singolare rilevanza, sant’Agostino ha avuto un influsso larghissimo, e si potrebbe affermare, da una parte, che tutte le strade della letteratura latina cristiana portano a Ippona (oggi Annata, sulla costa algerina) – la città dell’Africa romana, di cui egli fu Vescovo dal 395 fino alla morte nel 430 – e, dall’altra, che da questo luogo si diramano molte altre strade del cristianesimo successivo e della stessa cultura occidentale.

Di rado una civiltà ha trovato uno spirito così grande, che sapesse accoglierne i valori ed esaltarne l’intrinseca ricchezza, inventando idee e forme di cui si sarebbero nutriti i posteri, come sottolineò anche Paolo VI: «Si può dire che tutto il pensiero dell’antichità confluisca nella sua opera e da essa derivino correnti di pensiero che pervadono tutta la tradizione dottrinale dei secoli successivi» (AAS, 62, 1970, p. 426). Agostino è inoltre il Padre della Chiesa che ha lasciato il maggior numero di opere. Il suo biografo Possidio dice: sembrava impossibile che un uomo potesse scrivere tante cose nella propria vita. Di queste diverse opere parleremo in un prossimo incontro. Oggi la nostra attenzione sarà riservata alla sua vita, che si ricostruisce bene dagli scritti, e in particolare dalle Confessioni, la straordinaria autobiografia spirituale, scritta a lode di Dio, che è la sua opera più famosa. E giustamente, perché sono proprio le Confessioni agostiniane, con la loro attenzione all’interiorità e alla psicologia, a costituire un modello unico nella letteratura occidentale (e non solo occidentale) anche non religiosa, fino alla modernità. Questa attenzione alla vita spirituale, al mistero dell’io, al mistero di Dio che si nasconde nell’io, è una cosa straordinaria, senza precedenti, e rimane per sempre, per così dire, un «vertice» spirituale.

sabato 2 luglio 2022

Matteo, Capitolo 28, Versetti 8-10

E uscirono subito dal sepolcro con timore e gioia grande, correndo a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro dicendo: Salute a voi. Esse si accostarono e gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora disse loro Gesù: Non temete; andate, annunziate ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.

Agostino: Si dice che uscirono dal sepolcro, cioè da quel luogo dove c'era lo spazio del giardino ricavato davanti alla pietra.

Girolamo: Un duplice effetto teneva le menti delle donne: il timore e la gioia; in conseguenza uno della grandezza del miracolo, l'altro del desiderio del risorto, e tuttavia l'uno e l'altro facevano affrettare il passo delle donne. Si dirigevano dunque verso gli Apostoli, affinché per mezzo di essi cominciasse a spargersi la semente della fede. Ma quelle che così cercavano e quelle che così meritavano di incontrare il Signore risorto.

Severiano [Crisologo]: Si mostra evidentemente che in queste donne rimane la figura perfetta della Chiesa, poiché Cristo riprende i suoi discepoli quando dubitavano della sua risurrezione, e li conferma quando vacillano; quando va incontro a queste donne non le intimorisce con il suo potere, ma le previene con l'ardore della sua carità.

Rabano [Beda]: Già si è detto in precedenza che risuscitò mentre il sepolcro restava chiuso, facendo conoscere così che il suo corpo era immortale, nonostante che fosse stato morto e racchiuso nel sepolcro; volle poi trattenere le donne per dimostrare loro chiaramente che aveva la carne, la stessa che era toccata dai mortali.

Girolamo: Tanto nell'Antico quanto nel Nuovo Testamento si deve osservare che quando c'è stata qualche apparizione straordinaria, si ha cura sempre di togliersi prima il timore, perché così, calmata l'intelligenza, si possano udire le cose che vengono dette. Ilario: Al contrario, invece, l'ordine della causa principale viene invertito, poiché come la morte era venuta per mezzo della donna, così la donna dovesse essere la prima che vedesse e annunciasse la gloria della risurrezione.

domenica 17 aprile 2022

Matteo, Capitolo 28, Versetti 1-7

La sera del sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena con l'altra Maria andò a vedere il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto. Infatti un angelo del Signore discese dal cielo e accostatosi rotolò la pietra e sedeva su di essa. Il suo aspetto era come la folgore, e il suo vestito come la neve. Per il timore di lui le guardie furono atterite e divennero come morte. Ma l'angelo rispondendo disse alle donne: Non temete voi: so infatti che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Non è qui: è risorto infatti, come ha detto. Venite a vedere il luogo dove era stato deposto il Signore, e subito andando dite ai suoi discepoli: che è risorto, ed ecco, vi precederà in Galilea; là lo vedrete: ecco, ve l'ho predetto.

Agostino [Crisostomo]: Dopo le burle e le sferzate, dopo il fiele e l'aceto mescolati, dopo i tormenti delle piaghe sofferte sulla croce, e alla fine dopo la morte e la discesa agli inferi, risuscitò dalla sua tomba la nuova carne, germogliò dal caduco la nuova vita, e risuscitò la salvezza nascosta nella morte, per ritornare più pura dopo il sepolcro.

Remigio [Beda]: Bisogna sapere che, parlando in senso spirituale, Matteo si propose di dimostrarci la grande dignità che quella santissima notte ricevette in base all'onore della risurrezione del Signore e della sua vittoria sulla morte; per questo dice: La sera del sabato, all'alba del primo giorno della settimana; dunque, in conformità all'ordine comune dei tempi, la sera non porta la luce del giorno, ma più che altro le tenebre della notte; però con queste parole ci dimostra che il Signore convertì questa notte in festiva e splendente per mezzo della luce della sua risurrezione.

Beda: Ci fu un gran terremoto alla risurrezione del Signore dal sepolcro come ci fu anche nella morte di croce, ed esso mostra che i cuori umani si commossero prima per la fede nella passione, e poi furono eccitati a fare penitenza per il timone salutare della risurrezione.

domenica 19 dicembre 2021

Matteo, Capitolo 27, Versetti 57-61

Venuta poi la sera, giunse un certo uomo ricco di Arimatea, di nome Giuseppe, che era discepolo del Signore. Questi andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che il corpo fosse consegnato. Ricevuto il corpo, Giuseppe lo avvolse in una sindone monda. E lo pose in un suo sepolcro nuovo, che aveva scavato nella roccia, e rotolò una gran pietra sulla porta del sepolcro e se ne andò. C'erano lì, Maria Maddalena e l'altra Maria che sedevano davanti al sepolcro.

Remigio [Rabano]: Arimatea è la stessa città di Roma, città di Elcana e di Samuele, che si trova nel territorio di Canaan, vicino a Diospoli. Questo Giuseppe era di posizione elevata secondo il mondo, però è lodato per avere un merito ancora maggiore davanti a Dio, e per questo è descritto come giusto. Conveniva che colui che doveva dare sepoltura al corpo del Signore fosse un uomo tale che per la giustizia dei suoi meriti fosse degno di questo servizio.

Girolamo: Per mezzo della sepoltura semplice del Signore è condannata l'ambizione dei ricchi, che neanche nel sepolcro vogliono fare a meno delle loro ricchezze. Possiamo anche comprendere in senso spirituale che il corpo del Signore non va avvolto in tele di oro né con pietre preziose, e neanche in seta, ma in un telo puro, sebbene ciò significhi anche che avvolge Gesù in una sindone monda colui che lo riceve con una coscienza pura.

Agostino: Il Salvatore fu deposto in un sepolcro che non era suo poiché moriva per la salvezza degli altri. Perché doveva essere deposto in un sepolcro proprio colui che non era morto per sé? Perché doveva tenere una tomba nella terra colui il cui trono rimaneva nei cieli? Perché doveva avere una sepoltura propria colui che non stette nel sepolcro altro che tre giorni, non come morto, ma come riposando in un letto? Il sepolcro è l'abitazione della morte: non era quindi necessario che Cristo, che è la vita, avesse un'abitazione di morte, né necessitava di un'abitazione da defunto colui che sempre vive.

domenica 28 novembre 2021

Matteo, Capitolo 27, Versetti 45-50

Dall'ora sesta fino all'ora nona si fece buio su tutta la terra. E verso l'ora nona Gesù gridò a gran voce dicendo: Elì, Elì, lamà sabactàni, che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Alcuni stando lì e udendo dicevano: Costui chiama Elia. E subito correndo uno di loro, prese una spugna, la riempì di aceto e la pose sopra una canna e gli dava da bere. Gli altri invece dicevano: Lascia, vediamo se viene Elia a liberarlo. Ma Gesù, gridando ancora a gran voce, emise lo spirito.

Crisostomo: Le tenebre durano tre ore, mentre l'eclissi di sole passa per breve tempo, poiché non si ferma, come sanno coloro che l'hanno osservata.

Crisostomo: […] Ciò non era sufficiente per convertirli, non solo per la grandezza del miracolo, ma anche perché esso fu compiuto dopo che essi avevano detto tutto quello che vollero e si furono saziati con le ingiurie. Ma allora in che modo non tutti si meravigliarono, né ritennero che fosse Dio? Poiché allora il genere umano era trattenuto da grande malizia e accidia, e questo miracolo passò presto, ed essi non ne conoscevano la causa.

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? - Ilario: Gli interpreti eretici deducono da queste parole o che il Verbo di Dio era passato a essere del tutto anima e corpo, dato che lo vivificava a modo di anima, o che Cristo uomo non era in alcun modo nato, poiché in esso il Verbo di Dio inabitava a modo di spirito profetico; come se Gesù Cristo avesse cominciato a essere un uomo comune composto di anima e di corpo solo quando cominciò a esistere l'uomo che ora, privato di nuovo dell'aiuto che riceveva dal Verbo di Dio, esclama: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Oppure, essendosi mutata la natura del Verbo in anima, avesse avuto in tutto l'aiuto del Padre, e ora, mancando di lui e offerto alla morte, si lamentasse della sua solitudine e accusasse colui che lo abbandonava. Ma in mezzo a queste opinioni empie e deboli, la fede della Chiesa, appoggiata sugli insegnamenti apostolici, non divide Gesù Cristo, e intende che il Figlio di Dio è allo stesso tempo Figlio dell'uomo; e il lamento dell'abbandonato è la fiacchezza di colui che muore, e la promessa del paradiso è il regno del Dio vivente. Si lamenta che è stato abbandonato alla morte perché è uomo; hai colui che muore il quale professa che egli regnerà in paradiso, poiché è Dio. Dunque non meravigliarti dell'umiltà delle parole e dei lamenti dell'abbandonato, quando conoscendo la forma del servo vedi lo scandalo della croce.

giovedì 21 ottobre 2021

Sant’Agostino - Incarnazione Umiltà Purificazione

Noi pertanto, quando parliamo di Dio, non intendiamo due o tre principi, come non ci è consentito pensare a due o tre dèi. Tuttavia parlando in particolare o del Padre o del Figlio o dello Spirito Santo ammettiamo che ognuno singolarmente è Dio. Non accettiamo comunque la teoria degli eretici sabelliani, che il Padre è il medesimo col Figlio e che lo Spirito Santo è il medesimo col Padre e col Figlio; al contrario che il Padre è il padre del Figlio e che il Figlio è il figlio del Padre e che lo Spirito Santo del Padre e del Figlio non è né il Padre né il Figlio. È pertanto vera l'affermazione che l'uomo è purificato soltanto dal Principio, sebbene nei platonici si parli di principi al plurale. Ma Porfirio, soggetto a poteri malevoli dei quali arrossiva, ma che temeva di denunziare liberamente, non volle capire che Cristo Signore è Principio dalla cui incarnazione siamo purificati. Lo disprezzò appunto a causa della carne che egli assunse in ordine al sacrificio della nostra purificazione. Non capiva un grande mistero a causa di quella superbia che il vero e benevolo Mediatore distrusse con la propria umiltà, perché ad esseri soggetti a morire si mostrò con la soggezione alla morte. Al contrario i malevoli e falsi mediatori, non avendo tale soggezione, si inorgoglirono più superbamente e promisero, come non soggetti a morire, un aiuto ingannevole all'umanità infelice soggetta a morire. Il buono e vero Mediatore ha mostrato che male è il peccato e non l'esseità ossia la natura della carne, perché è stato possibile che senza peccato sia ricevuta e portata assieme all'anima umana, sia deposta con la morte e resa più perfetta con la resurrezione . Ha mostrato anche che la morte, sebbene fosse pena del peccato e che egli tuttavia senza aver peccato ha sofferto per noi, non si deve evitare col peccare ma piuttosto, se si presenta l'occasione, accettare per riparare alla giustizia. Egli ha potuto appunto riscattare i peccati con la morte, perché è morto, ma non in riparazione d'un suo peccato. Il platonico Porfirio non conobbe che egli è principio perché nel caso l'avrebbe riconosciuto come datore di purificazione. Infatti non sono principio né la carne né l'anima umana ma il Verbo, perché in lui sono state create tutte le cose. Non la carne dunque purifica da se stessa ma il Verbo da cui è stata assunta, perché il Verbo è divenuto carne e si è intrattenuto con noi. Un giorno parlò simbolicamente che si doveva mangiare la sua carne. Alcuni che non capirono se ne andarono scandalizzati dicendo: Questo è un discorso duro, chi può ascoltarlo? Ed egli disse a quelli che erano rimasti: È lo spirito che dà la vita, la carne non ha alcun valore. Dunque il Principio, assumendo l'anima e la carne, purifica l'anima e la carne dei credenti. E per questo ai Giudei che gli chiesero chi fosse rispose di essere il Principio. Noi carnali, deboli, soggetti ai peccati, avvolti nelle tenebre dell'ignoranza, non potremmo riconoscerlo se non fossimo purificati e guariti mediante ciò che eravamo e non eravamo. Eravamo uomini ma non giusti; invece nella sua incarnazione c'è la natura umana ma giusta, non peccatrice. Questa è la mediazione con cui è stata stesa la mano ai caduti incapaci di risollevarsi. Questo è il seme gettato per mezzo degli angeli, giacché con le loro dichiarazioni veniva promulgata una legge con cui si ordinava di adorare un solo Dio e si prometteva la venuta di un Mediatore.

Sant’Agostino - La Città di Dio

domenica 7 febbraio 2021

Matteo, Capitolo 27, Versetti 35-38

Dopo che l’ebbero crocifisso si divisero a sorte le sue vesti, affinché si adempisse ciò che fu detto dal Profeta: Si divisero i miei vestiti e sopra la mia veste gettarono la sorte. E sedutisi gli facevano la guardia. E imposero sul suo capo la motivazione scritta della sua condanna: Questi è Gesù, il re dei Giudei. Poi furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

Agostino: La sapienza di Dio prese un uomo per darci l’esempio di come dobbiamo vivere rettamente. Ora, appartiene alla vita retta il non temere le cose che non vanno tenute. Ci sono però degli uomini che, sebbene non temano la morte stessa, tuttavia inorridiscono di fronte a qualche genere di morte. Affinché dunque nessun genere di morte fosse da temere per un uomo che vive rettamente, bisognava mostrarlo con la croce di quell’uomo. Infatti fra tutti i generi di morte non ve n’era alcuno più esecrabile e temibile di quello.

Rabano: Secondo il senso morale si può dire che la croce significa con la sua larghezza la gioia di colui che lavora, poiché la tristezza produce le angustie: Infatti la larghezza della croce è nella parte trasversale di questa, dove si fissano le mani, e per mani intendiamo le azioni; con l’altezza della croce, alla quale aderisce la testa, viene significata la speranza del premio che si attende dall’altissima giustizia di Dio; e la lunghezza, dove tutto il corpo si estende, rappresenta la tolleranza a ragione della quale vengono detti longanimi coloro che tollerano; finalmente la profondità è ciò che si trova dentro la terra, e questa prefigura l’occulto del mistero.

Segue: E imposero sul suo capo la motivazione scritta della sua condanna: Questi è Gesù, il re dei Giudei. Girolamo: Non posso meravigliarmi abbastanza per la grandezza di questo accadimento, come, avendo comperato testimoni falsi ed eccitato il popolo ignorante perché si sollevasse e gridasse, non trovarono altra causa di morte se non quella che egli si proclamava re dei Giudei; ed essi forse fecero questo come burlandosi e ridendo su di lui.

domenica 27 dicembre 2020

Matteo, Capitolo 27, Versetti 15-26

Nel giorno solenne il governatore era solito rilasciare al popolo un prigioniero a loro scelta. Aveva poi allora un prigioniero insigne, che si chiamava Barabba; radunateli, dunque Pilato disse: Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo? Sapeva infatti che glielo avevano consegnato per invidia. Ma mentre sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: Non aver nulla a che fare con quel giusto: infatti oggi ho patito molte cose in sogno per causa sua. Ma i principi dei sacerdoti e gli anziani persuasero il popolo a chiedere Barabba, e a far morire Gesù. Rispondendo loro il governatore disse: Chi volete che vi rilasci dei due? Ma quelli dissero: Barabba. Dice loro Pilato: Che farò dunque di Gesù, che è detto il Cristo? Dicono tutti: Sia crocifisso! Dice loro il governatore: Che cosa ha fatto di male? Ma quelli gridavano più forte dicendo: Sia crocifisso. Pilato, vedendo che non serviva a nulla, ma il tumulto aumentava, presa dell'acqua si lavò le mani davanti al popolo dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto; vedetevela voi. E rispondendo tutto il popolo disse: Il suo sangue sopra di noi e sopra i nostri figli. Allora rilasciò loro Barabba e consegnò loro Gesù flagellato, affinché fosse crocifisso.

Origene: Così infatti quelli che governano vengono incontro a quelli che sono loro subordinati, fino a conseguire di porre sopra di essi la loro dominazione assoluta. Anche fra i Giudei ci fu talvolta questo stesso costume: Saul infatti non uccise Gionata, poiché tutto il popolo così gli chiese.

Crisostomo: Anche Pilato volle salvare Gesù appoggiandosi su questo costume, e affinché i Giudei non avessero alcuna ombra di scusa, pone a paragone con Cristo un omicida conosciuto da tutti, a riguardo del quale segue: Aveva poi allora un prigioniero insigne, che si chiamava Barabba. Non solamente era un brigante, ma un brigante insigne, ossia celebre per la sua malvagità.

radunateli, dunque Pilato disse: Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo? Crisostomo: Come dicendo: se non volete lasciarlo in libertà come innocente, lasciatelo almeno come condannato, però libero per le festività. E se conveniva lasciarlo libero quando fosse veramente colpevole, con molta più ragione in caso di dubbio. Si veda come si invertì l’ordine in questa occasione. La petizione a favore dei condannati veniva fatta da popolo, e la concessione dal principe; ora invece si fece il contrario: infatti il principe chiede alla folla, e la folla diventa più feroce.

Agostino [Crisostomo]: Così dunque il giudice è spaventato dalla moglie; e per non dare il suo consenso al crimine dei giudei nel giudizio, è giudicato dall’afflizione della moglie nel giudizio: è giudicato colui stesso che giudica, ed è tormentato prima che tormenti.

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online