Arcidiocesi di Firenze

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Arcidiocesi di Firenze
Archidioecesis Florentina
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaToscana
 
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Fiesole, Pistoia, Prato, San Miniato
 
Sede vacante
Amministratore apostolicocardinale Giuseppe Betori
Arcivescovo elettoGherardo Gambelli
Arcivescovi emeriticardinale Ennio Antonelli,
cardinale Giuseppe Betori
Presbiteri590, di cui 352 secolari e 238 regolari
1.369 battezzati per presbitero
Religiosi334 uomini, 1.148 donne
Diaconi66 permanenti
 
Abitanti812.474
Battezzati808.286 (99,5% del totale)
StatoItalia
Superficie2.205 km²
Parrocchie291
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
CattedraleMetropolitana di Santa Maria del Fiore
Santi patroniSan Zanobi
Sant'Antonino Pierozzi
IndirizzoPiazza S. Giovanni 3, 50129 Firenze, Italia
Sito webwww.diocesifirenze.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il palazzo arcivescovile.
Il seminario maggiore arcivescovile di Firenze.

L'arcidiocesi di Firenze (in latino Archidioecesis Florentina) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Toscana. Nel 2021 contava 808.286 battezzati su 812.474 abitanti. La sede è vacante, in attesa che l'arcivescovo eletto Gherardo Gambelli ne prenda possesso.

La festa del patrono della città è il 24 giugno, giorno della Natività di san Giovanni Battista, mentre i patroni della diocesi sono san Zanobi e sant'Antonino Pierozzi, vescovi della città.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende gran parte della città metropolitana di Firenze.

Sede arcivescovile è la città di Firenze, dove si trova la cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Parrocchie e vicariati[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie dell'arcidiocesi di Firenze.

Il territorio si estende su 2.205 km² ed è suddiviso in 291 parrocchie, raggruppate in 17 vicariati.[1][2]

Vicariati urbani
  1. Porta San Frediano - 13 parrocchie
  2. San Giovanni - 21 parrocchie
  3. Porta al Prato - 14 parrocchie
  4. Porta alla Croce - 17 parrocchie
  5. Porta Romana - 23 parrocchie
Vicariati suburbani
  1. Rifredi - 13 parrocchie
  2. Scandicci - 12 parrocchie
  3. Campi Bisenzio - 9 parrocchie
  4. Delle Signe - 16 parrocchie
  5. Antella Ripoli e Impruneta - 28 parrocchie
  6. Sesto Fiorentino e Calenzano - 17 parrocchie
Vicariati periferici
  1. Mugello - 32 parrocchie
  2. Valdelsa Fiorentina - 8 parrocchie
  3. San Casciano Montespertoli Tavarnelle - 32 parrocchie
  4. Empoli Montelupo - 26 parrocchie
  5. Firenzuola - 11 parrocchie
  6. Pontassieve - 9 parrocchie

Basiliche minori[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende nel suo territorio numerose basiliche:

Provincia ecclesiastica[modifica | modifica wikitesto]

La provincia ecclesiastica fiorentina comprende le seguenti suffraganee:

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca paleocristiana e alto medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Pavimento paleocristiano della chiesa di Santa Reparata
Battistero di San Giovanni di Firenze

L'evangelizzazione della Florentia romana viene fatta risalire al II secolo o all'inizio del III. La tradizione leggendaria consolidata dagli storici del Trecento, fa risalire la fondazione della Chiesa fiorentina ai discepoli di san Pietro apostolo, san Frontino e san Paolino, suffragata anche dalla presenza dei primi martiri come san Miniato e san Crescenzione. In realtà queste teorie, sebbene care alla devozione popolare, non hanno riscontri storici e l'arrivo del cristianesimo viene in genere fatto coincidere con la presenza, fissa o saltuaria, di mercanti greco-siriaci che vivevano nella zona di Oltrarno appena passato il predecessore del Ponte Vecchio, lungo la Via Cassia. Nella chiesa di Santa Felicita (dedicata a una martire orientale, appunto) sono state ritrovate le più antiche testimonianze di epigrafia paleocristiana a Firenze. Il primo vescovo storicamente accertato è Felice, che nel 313 era a Roma in un sinodo indetto da papa Milziade.

Un'affermazione più ampia del cristianesimo si ebbe sul finire del IV secolo. Nel 393 sant'Ambrogio fu ospite a Firenze e durante la consacrazione della chiesa di San Lorenzo, il dottore della chiesa pronunciò la famosa omelia dell'Exhortatio virginitatis. Al santo milanese, dopo la sua partenza, venne anche attribuita la vittoria contro i barbari di Radagaiso (406), avvenuta nel giorno di santa Reparata, da allora diventata, secondo la tradizione, protettrice della città. Con il vescovo san Zanobi si ebbe una prima efficace organizzazione in diocesi, la quale ormai poteva contare diverse chiese fuori dalle mura cittadine di allora: oltre alle citate Santa Felicita e San Lorenzo e l'appena iniziata Santa Reparata, futura cattedrale. Alcuni storici medievali avevano sostenuto che anche San Giovanni fosse stata una chiesa paleocristiana, ma questa convinzione è venuta meno dopo scavi archeologici che ne hanno accertato l'origine nel XII secolo, con fondazioni ben sopra lo strato di epoca tardo-romana.

La Badia a Settimo

I Bizantini e i Longobardi, nei secoli successivi, aggiunsero poi le chiese di Sant'Apollinare e San Ruffillo. Altre chiese vennero poi fondate nel periodo carolingio e al clero fiorentino lo stesso Carlo Magno concesse alcuni privilegi, sebbene non sia storicamente valido quanto riportato in una tarda lapide sulla chiesa dei Santi Apostoli che cita la presenza del sovrano francese alla fondazione della chiesa.

La diffusione degli ordini monastici fu caratterizzata a Firenze da strutture piuttosto provinciali rispetto ad altre parti d'Italia, almeno fino alla fondazione della Badia fiorentina su iniziativa di Willa e suo figlio Ugo di Tuscia nel 978. Il vescovo di Firenze aveva visto aumentare nei secoli immediatamente precedenti la sua autorità e presenza sul territorio, così alle soglie dell'anno Mille esso deteneva il primato economico-politico in città, riscuotendo le decime, avendo castelli e boschi su un ampio raggio di territorio e inviando podestà nelle cittadine dei dintorni.

Basso medioevo[modifica | modifica wikitesto]

La Madonna della Misericordia della Confraternita omonima oggi nel Museo del Bigallo

Nel 1013 il vescovo Ildebrando fondò San Miniato al Monte, con l'annesso monastero occupato prima dai benedettini cluniacensi, poi dagli olivetani. Anche i cistercensi possedevano un loro monastero presso la Badia a Settimo.

Il vescovo Gherardo di Borgogna fu il primo presule fiorentino a diventare papa, con il nome di Niccolò II, ma né la sua presenza, né le riforme tentate da papa Vittore II riuscirono a frenare la dilagante simonia e il concubinaggio del clero. Insorse allora san Giovanni Gualberto e l'ordine da lui fondato dei Vallombrosani che nel 1060, in un epico confronto presso la chiesa di San Salvi, riuscirono a vincere il vescovo Pietro Mezzabarba e ad iniziare una crociata contro la corruzione cittadina.

Alla crescita di importanza di Firenze durante il XII secolo corrispose anche uno sviluppo della diocesi e una crescita di importanza della figura del vescovo: la ricchezza di chiese e monasteri è documenta anche nelle illustrazioni del Codice Rustici.

Il Duecento vide l'arrivo degli ordini mendicanti: prima san Francesco d'Assisi e i francescani (1217), poi i domenicani (1219), seguiti da agostiniani, carmelitani, umiliati e silvestrini che si disposero con le loro chiese, future basiliche, in cerchio attorno alle mura. Essi combatterono le eresie (come quella dei patarini) e sostennero la popolazione in un momento di vero e proprio "boom" demografico con una crescita costante di popolazione per il continuo afflusso di genti dal contado.

Interno della chiesa di Orsanmichele, ex-loggia del grano trasformata in chiesa dopo la cacciata del duca d'Atene

Inoltre quando l'economia cittadina iniziò ad essere vorticosa e accanto agli arricchiti si delinearono i poveri e poverissimi dei salariati e dei mestieranti più umili. Sorsero in questo periodo le compagnie del Bigallo, delle Laudi e, tradizionalmente su opera di san Pietro Martire, della Misericordia. Il clero era dotato di una scuola di perfezionamento e di un ricovero, presso la Compagnia di Gesù Pellegrino.

Nel 1233 nacque a Firenze l'ordine dei Servi di Maria ad opera dei Sette Santi Fondatori, che si stabilì sul sito della futura basilica della Santissima Annunziata. Nel 1294 Firenze aveva ormai una ricchezza che la poneva tra le principali città europee e poteva permettersi di deliberare l'inizio dei lavori per una nuova, grandiosa cattedrale dedicata a Maria e che rappresentasse il suo status e la sua potenza: la futura Santa Maria del Fiore, per la costruzione della quale venne abbattuta Santa Reparata. Fu in questo periodo che Dante, sebbene esule per ragioni politiche, scrisse un monumento al cristianesimo quale la "Divina" Commedia. La peste nera segnò solo una crisi temporanea della città, dopo la quale essa si riprese abbastanza velocemente: il suo fiorino era tra le monete più pregiate sui mercati europei.

Tra il 1375 e il 1378 la città si schierò apertamente contro il pontefice Gregorio XI nella cosiddetta guerra degli Otto Santi, che le valse una scomunica ottennale e l'imposizione di gravi imposte sul clero da parte del comune. Passato il conflitto, poco tempo dopo Niccolò Acciaiuoli fondò la Certosa di Firenze e il cardinale Pietro Corsini ottenne numerosi privilegi per sé e per Firenze. Il 10 maggio 1419 il suo parente Amerigo Corsini ottenne l'elevazione ad arcidiocesi durante la lunga presenza in città (circa un anno e mezzo) di papa Martino V. Lo stesso anno arrivava in città, protetto da Giovanni di Bicci de' Medici, Baldassarre Cossa, già antipapa Giovanni XXIII, che a Firenze trascorse i suoi ultimi mesi di vita.

Il Rinascimento[modifica | modifica wikitesto]

Adorazione dei Magi, affresco di Beato Angelico nel convento di San Marco (cella di Cosimo il Vecchio)

Grazie alla nascente potenza dei Medici nel 1439 Cosimo il Vecchio ottenne il trasferimento del Concilio di Ferrara a Firenze, dove tenne la sua fase conclusiva alla presenza di papa Eugenio IV, l'imperatore Giovanni VII Paleologo e il patriarca di Costantinopoli, oltre a numerosi vescovi e prelati della Chiesa latina e greca, tra quali spiccava il cardinale Basilio Bessarione. In quel periodo fu intrapresa anche una notevole opera di riforma e razionalizzazione del clero, delle istituzioni monastiche e dell'organizzazione in generale della diocesi fiorentina. Fu fondato dal papa il Collegio Eugeniano, una scuola per chierici che rivestì un ruolo di primissimo piano nella storia religiosa della città nei secoli a venire. Fu sempre nella prima metà del Quattrocento che Firenze riscoprì la passione per la bibliofilia e nacquero le prestigiose biblioteche come la Laurenziana e quella del Capitolo dei Canonici di Santa Maria del Fiore.

Per opera dei Medici la chiesa San Lorenzo divenne quasi una seconda cattedrale in città, arricchita oltre che dalle magnifiche architetture di Filippo Brunelleschi, anche da un proprio capitolo numeroso e ricchissimo. Grazie al mecenatismo di Cosimo il Vecchio Firenze ebbe anche un convento con spazi organizzati modernamente all'avanguardia, quello di San Marco, opera di Michelozzo dove lavorò intensamente anche Beato Angelico.

La cappella papale in Santa Maria Novella

Fu in conseguenza delle lotte politiche tra le famiglie che fu necessario istituire la Compagnia dei Buonomini di San Martino per venire incontro ai poveri "verghognosi", cioè le famiglie un tempo ricche cadute in disgrazia. Questa fu solo una delle opere di riforma volute dal grande arcivescovo sant'Antonino Pierozzi, uomo di cultura che seppe portare nella diocesi lo spirito razionale e ordinatore dell'umanesimo, anticipando alcune delle disposizioni del Concilio di Trento. Un'altra istituzione sorta per uno spirito analogo fu lo Spedale degli Innocenti, la prima istituzione dedicata esclusivamente all'aiuto dei bambini in Europa.

La figura di Savonarola fu quella che più influenzò, nel bene o nel male, la spiritualità e la società fiorentina, alla fine del XV.

Fino ad allora l'arcidiocesi aveva come diocesi suffraganee Fiesole e Pistoia. Si staccò nel 1460 la collegiata di Santo Stefano di Prato, dichiarata prepositura nullius, mentre si aggiunsero in seguito Sansepolcro (1520) e San Miniato (1526). Grande splendore a Firenze a alle sue chiese fu profuso nell'epoca dei papi medicei (Leone X e Clemente VII), sebbene furono anni difficili per le lotte che insanguinarono l'Italia. Gli anni del Granducato, a parte il contrasto tra Cosimo I e l'arcivescovo Antonio Altoviti (nato per questioni politiche con la famiglia Altoviti), sanato col tempo, furono piuttosto tranquilli e garantirono a Firenze un degno periodo di pace, sebbene serpeggiasse già agli inizi del Seicento una crisi economica che portò a un ridimensionamento della sua importanza nello scacchiere europeo.

Sei e Settecento[modifica | modifica wikitesto]

Altare barocco nella chiesa di San Gaetano

Nessuna delle congregazioni previste dal Concilio di Trento nacque a Firenze, ma presto vi arrivarono i Gesuiti, i Barnabiti, gli Scolopi e i Cappuccini. A Firenze nacque il grande riformatore della Roma papale, san Filippo Neri. Grande importanza per la vita spirituale cittadina nel XVII secolo ebbe la testimonianza e la mistica trinitaria di santa Maria Maddalena de' Pazzi. Il beato Ippolito Galantini fu un altro esempio di spiritualità e assistenzialismo, fondando la confraternita dei Vanchetoni. Due papi fiorentini furono Urbano VIII (Barberini) e Clemente XII (Corsini).

L'arcivescovo Tommaso Bonaventura della Gherardesca fondò il seminario maggiore nel 1712, affiancato dal 1802 dal seminario di Firenzuola, specializzato nella preparazione del clero delle località montane, e dal 1859 dal Convitto della Calza.

Nel Settecento si fece sentire forte anche la ventata del giansenismo che a Firenze, per impulso di riforma dello stesso granduca Pietro Leopoldo si manifestò con una serie di soppressioni di chiese e monasteri che culminò con l'applicazione delle leggi napoleoniche del 1808. Alla vena riformista di Pietro Leopoldo, modernissima sì, ma a volte anche spregiudicata, fece degna opposizione l'attività dell'arcivescovo Antonio Martini, che in più di un'occasione seppe tener testa ai soprusi granducali. Dietro alle secolarizzazioni si celavano ovviamente anche interessi economici di rilievo: il bilancio del Granducato del 1737-38, a titolo di esempio, presentava le entrate dello stato in circa 335.000 scudi, a fronte di 1.758.000 degli ecclesiastici, con una popolazione religiosa pari al 3% circa del totale[3].

L'epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

La cattedra donata al cardinale Alfonso Maria Mistrangelo nel 1918 dal collegio dei parroci urbani di Firenze, attualmente presso il Palazzo arcivescovile.

Il 25 marzo 1799 Firenze veniva invasa dai francesi. La cosiddetta Occupazione francese dell'arcidiocesi si manifestò nella nomina di un vescovo francese, Antoine-Eustache d'Osmond, avversato dai fiorentini e da papa Pio VII che era prigioniero di Napoleone. Alla fine i francesi imposero la loro decisione, ma poco dopo la restaurazione li vide tornare sui loro passi. L'arcivescovo Pier Francesco Morali ebbe il difficile compito di sanere le fratture tra filofrancesi e filopapali dopo la fine dei conflitti.

Durante l'epoca di Firenze capitale (1865-1871) fu arcivescovo Giovacchino Limberti, il quale si trovò improvvisamente in una posizione di primissimo piano a livello nazionale. Se la sua opera pastorale e caritativa fu notevole, non si può dire altrettanto del suo operato politico: perseguitato dalla massoneria, fu chiamato per esempio a difendere Pio IX e il potere temporale del papa dopo la Breccia di Porta Pia contro il governo italiano, ed egli cercò di tenere una posizione conciliatoria che scontentò entrambe le parti.

Sotto l'episcopato di Alfonso Maria Mistrangelo (1899-1930) l'Azione cattolica ebbe la prima sede stabile a Firenze. Grande conforto alla popolazione durante momenti difficili come la Seconda guerra mondiale e l'alluvione di Firenze fu dato dagli arcivescovi dell'epoca: rispettivamente il benemerito cardinale Elia Dalla Costa e il cardinale Ermenegildo Florit.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. La lista si limita ai nomi attestati storicamente, le date si riferiscono all'episcopato.[4]

La cattedra arcivescovile
San Zanobi (Andrea della Robbia)
Tino di Camaino, monumento ad Antonio d'Orso (dettaglio), Santa Maria del Fiore
Il sarcofago "della fioraia", opera romana riusata per Giovanni da Velletri nel battistero di Firenze
Sant'Antonino
Tomba di Giuseppe Maria Martelli

Elenco dei sinodi diocesani[modifica | modifica wikitesto]

Oltre ai sinodi veri e propri sono citati anche i raduni del clero dei quali si abbia notizia, le cui differenze rispetto a un sinodo sono difficilmente riscontrabili per i periodi più antichi.

  1. 1073 - Vescovo Ranieri.
  2. 1139 - Vescovo Gottifredo degli Alberti.
  3. 1286, 3 aprile - Vescovo Jacopo da Castelbuono
  4. 1310, 13 agosto - Vescovo Antonio D'Orso.
  5. 1327, 1º agosto - Vescovo Francesco di Silvestro da Cingoli.
  6. 1343 - Vescovo Angelo Acciaiuoli seniore.
  7. 1350, marzo - Vescovo Angelo Acciaioli seniore.
  8. 1372, 13-14 gennaio - Vescovo Angelo Ricasoli.
  9. 1393, 3 luglio - Vescovo Onofrio Visdomini.
  10. 1415 - Vescovo Amerigo Corsini.
  11. 1446, 22 aprile - Arcivescovo Sant'Antonino Pierozzi.
  12. 1508 - Arcivescovo Cosimo Pazzi.
  13. 1517 - Arcivescovo cardinale Giulio de' Medici
  14. 1565, 29 marzo - Arcivescovo Antonio Altoviti.
  15. 1569, 5 maggio - Arcivescovo Antonio Altoviti.
  16. 1573, 9 aprile - Arcivescovo Antonio Altoviti (sinodo provinciale)
  17. 1589, 26 marzo-11 giugno - Arcivescovo cardinale Alessandro de' Medici.
  18. 1603, 17 giugno - Arcivescovo cardinale Alessandro de' Medici.
  19. 1610, 27 maggio - Arcivescovo Alessandro Marzi Medici.
  20. 1614, 4 giugno - Arcivescovo Alessandro Marzi Medici.
  21. 1619, 14-15 maggio - Arcivescovo Alessandro Marzi Medici.
  22. 1623, 17 maggio - Arcivescovo Alessandro Marzi Medici.
  23. 1627, 18 maggio - Arcivescovo Alessandro Marzi Medici.
  24. 1629, 10 maggio - Arcivescovo Alessandro Marzi Medici.
  25. 1637, 16 giugno - Arcivescovo Pietro Niccolini.
  26. 1645, 17 maggio - Arcivescovo Pietro Niccolini.
  27. 1656, 4 aprile - Arcivescovo cardinale Francesco Nerli seniore.
  28. 1663, 26 settembre - Arcivescovo cardinale Francesco Nerli seniore.
  29. 1666, 23 settembre - Arcivescovo cardinale Francesco Nerli seniore.
  30. 1669, 25 settembre - Arcivescovo cardinale Francesco Nerli seniore.
  31. 1674, 12 settembre - Arcivescovo cardinale Francesco Nerli iuniore.
  32. 1678, 31 agosto - Arcivescovo cardinale Francesco Nerli iuniore.
  33. 1681, 27 agosto - Arcivescovo cardinale Francesco Nerli iuniore.
  34. 1691, 26 settembre - Arcivescovo Jacopo Antonio Morigia.
  35. 1699, 24 settembre - Arcivescovo Jacopo Antonio Morigia
  36. 1710, 10 settembre - Arcivescovo Tommaso Bonaventura Della Gherardesca.
  37. 1732, 24 settembre - Arcivescovo Giuseppe Maria Martelli.
  38. 1905, 21-23 novembre - Arcivescovo Alfonso Maria Mistrangelo.
  39. 1936, 10-12 settembre - Arcivescovo cardinale Elia Dalla Costa.
  40. 1946, 8-9 maggio - Arcivescovo cardinale Elia Dalla Costa.
  41. 1988 - Arcivescovo cardinale Silvano Piovanelli.
  42. 1992 - Arcivescovo cardinale Silvano Piovanelli.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 812.474 persone contava 808.286 battezzati, corrispondenti al 99,5% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 845.000 850.000 99,4 1.280 640 640 660 428 2.850 478
1970 800.000 850.000 94,1 926 514 412 863 1 554 2.918 498
1980 897.527 937.651 95,7 832 476 356 1.078 5 437 2.500 499
1990 867.530 885.450 98,0 750 416 334 1.156 24 422 1.972 321
1999 826.484 874.172 94,5 665 410 255 1.242 34 294 1.869 319
2000 806.787 854.243 94,4 659 406 253 1.224 36 301 1.862 318
2001 810.247 858.339 94,4 691 401 290 1.172 38 353 1.285 318
2002 811.547 865.259 93,8 660 407 253 1.229 52 418 1.900 318
2003 814.315 868.242 93,8 645 424 221 1.262 53 302 1.870 318
2004 815.210 889.314 91,7 772 402 370 1.055 54 435 1.900 318
2006 815.000 888.237 91,8 724 410 314 1.125 56 391 1.795 318
2013 846.000 853.500 99,1 620 384 236 1.364 63 336 1.464 314
2016 824.000 833.624 98,8 583 367 216 1.413 67 306 1.254 305
2019 831.320 843.980 98,5 577 346 231 1.440 65 314 1.685 295
2021 808.286 812.474 99,5 590 352 238 1.369 66 334 1.148 291

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dal sito dell'arcidiocesi.
  2. ^ La somma delle parrocchie dei vicariati, desunta dal sito dell'arcidiocesi, pari a 301, non coincide con il numero di parrocchie ricavato dall'Annuario Pontificio 2022.
  3. ^ Registro delle Entrate e Uscite dei Granduchi di Toscana.
  4. ^ L'elenco e la cronologia (riferite in particolare a Gams) differiscono in molti casi dalla cronotassi redatta a cura di Giulio Villani e Vittorio Cirri citata tra le fonti (1993).
  5. ^ La data dell'826 è riportata da alcuni autori, ma non documentata con certezza. Cappelletti, op. cit., p. 452.
  6. ^ Giovanni Lami, Viviani, Pietro Gaetano, Deliciae ervditorvm, sev vetervm anekdotōn opvscvlorvm collectanea, Volume 11, Firenze 1743, p. 1000
  7. ^ Elinando governò un solo anno la diocesi di Firenze come attestato in questo libro del 1731
  8. ^ Nello stesso anno 1508 fu nominato arcivescovo titolare di Cesarea di Palestina.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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