Milano, 10 marzo 2017 - 14:10

Epatite A, casi in aumento nelle città
Più a rischio gli omosessuali maschi

La Società di malattie infettive: «Poche decine i contagi, la diffusione della malattia
nella popolazione generale rimane bassa». Il vaccino è efficace e dà immunità a vita

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Aumentano i casi di epatite A, in particolare nelle grandi città: Roma, Napoli e Milano. Nessun allarme, ma attenzione sì: si tratta di alcune decine di casi che principalmente riguardano uomini tra i 25 e i 40 anni. La modalità di contagio sembra essere il contatto sessuale, anche se la malattia può essere trasmessa anche con il consumo di acqua e cibi contaminati, come per esempio molluschi crudi o poco cotti. «Si tratta comunque di poche decine di casi, e la diffusione della malattia nella popolazione generale si mantiene estremamente bassa (intorno a 0,6 casi ogni 100mila abitanti)» sottolinea la Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali. «Nel caso dell’epatite A, la protezione con il preservativo non impedisce la trasmissione per via fecale-orale a seguito di contatti sessuali - precisa Giovanni Battista Gaeta, dell’Università della Campania (già Seconda Università di Napoli) -. Il vaccino contro l’epatite A è dotato di buona efficacia nel prevenire i casi di contagio e pertanto va consigliato nell’immediato ai contatti dei casi affetti (compresi i familiari conviventi) e più in generale a tutti i soggetti esposti al rischio a causa delle le proprie abitudini sessuali. Per ottenere quest’ultimo obiettivo è indispensabile una campagna di informazione».

Vaccino efficace

L’epatite A è una malattia infettiva acuta del fegato causata da un virus. Il tempo tra l’infezione e il manifestarsi dei sintomi è tra le due e le sei settimane: tra i più frequenti nausea, vomito, diarrea, ittero (occhi e cute assumono un colorito giallastro), urine scure, feci chiare, febbre e dolore addominale. Può raramente verificarsi insufficienza epatica acuta, evento più comune negli anziani. Per quanto l’epatite A presenti un andamento in generale benigno e i casi gravi siano rari e prevalentemente riguardino persone con altre malattie concomitanti, il suo decorso nell’adulto è spesso prolungato, può durare diversi mesi, e debilitante. Dopo una singola infezione l’individuo acquisisce l’immunità per il resto della vita, così come con il vaccino. Quest’ultimo è espressamente raccomandato nel Piano di prevenzione vaccinale per gli omosessuali maschi, ma tutti possono farlo, a pagamento. L’efficacia della vaccinazione nel ridurre il rischio di infezione anche in corso di epidemia è stata dimostrata in Taiwan, dove dal 2015 sono stati segnalati oltre 750 casi di epatite A tra i MSM (maschi che fanno sesso con maschi). «In uno studio che ha coinvolto più di 1.500 MSM con infezione da Hiv attuato durante un’epidemia di epatite A, chi non ha accettato di sottoporsi alla vaccinazione ha manifestato l’epatite 16,5 volte più frequentemente rispetto a coloro che hanno ricevuto anche una sola dose di vaccino - spiega Massimo Galli, professore di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Milano e vicepresidente della Simit -. Ciò ha consentito di determinare un’efficacia del 93,6% della vaccinazione, nonostante la sua somministrazione potesse essere considerata tardiva rispetto allo svilupparsi dell’epidemia. I risultati di questo studio confermano quindi l’indicazione della vaccinazione per l’epatite A per gli MSM».

Due somministrazioni

Tenuto conto dell’aumento di casi segnalato a Roma, Napoli e Milano, è opportuno che le persone che ritengono di essersi esposte all’infezione o che si ritengano a rischio provvedano a vaccinarsi. Una volta individuato un caso di epatite, va raccomandata la vaccinazione immediata dei familiari conviventi e dei contatti, valida per la profilassi dei casi secondari. «La vaccinazione viene attuata - dichiara Massimo Puoti, direttore di Struttura Complessa di Malattie Infettive Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano - mediante due somministrazioni per via intramuscolare a 6 mesi di distanza l’una dall’altra. Trattandosi di un vaccino contenente virus ucciso, non vi sono controindicazioni nel suo impiego in persone portatrici di malattie che causano immunodepressione. La vaccinazione si è dimostrata efficace anche nella maggioranza delle persone portatrici dell’infezione da Hiv ed è raccomandata in particolare nelle persone affette da epatopatia cronica (in conseguenza della maggiore probabilità di sviluppare forme gravi), nelle persone con coagulopatie tali da richiedere terapia a lungo termine con derivati di natura ematica e nelle persone che fanno uso di droghe per via endovenosa».

«Malattia non banale»

«L’epatite A è un malattia poco presente in Italia e quindi poco nota - aggiunge il professor Gaeta -, così come sono sottovalutati i rischi, che al momento riguardano la comunità dei maschi omosessuali. In particolare, dovrebbero proteggersi con il vaccino gli uomini che hanno rapporti con diversi partner maschi». Come detto, il preservativo non basta a proteggersi, perché il contagio avviene per il contatto con le feci, quindi per via oro-anale: se una persona è infetta, la malattia si trasmette ad altri facilmente, anche semplicemente non lavandosi le mani. «In caso di infezione conclamata, questa deve essere segnalata alle autorità sanitarie, che chiamano tutti i parenti stretti del malato per offrire loro gratuitamente il vaccino - prosegue Gaeta -. In caso contrario rischieremmo un’epidemia, perché la trasmissione da uomo a uomo avviene facilmente. Tutti gli omosessuali maschi che hanno partner multipli dovrebbero vaccinarsi per non correre rischi e il costo del vaccino varia da regione a regione». L’epatite A, al contrario delle altre epatiti (B e C) non cronicizza e dunque è considerata una malattia meno significativa. «A torto perché, mentre nel bambino è banale o addirittura asintomatica, nell’adulto può avere un decorso prolungato associato a ittero - chiarisce il professor Gaeta -. Metà degli adulti contagiati non guarisce prima di 2-3 mesi. Peraltro non esiste una cura specifica con antivirali, ma solo una terapia di supporto. Solo nello 0,5-1% dei casi l’epatite A negli adulti è fulminante, ovvero causa la morte. Chi guarisce, invece, non riporta danni al fegato».

Chi dovrebbe proteggersi

Nel nuovo Piano di prevenzione il vaccino contro l’epatite A è consigliato a: soggetti affetti da epatopatia cronica (in conseguenza della maggiore suscettibilità di tali pazienti per l’insorgenza di forme fulminanti); pazienti con coagulopatie tali da richiedere terapia a lungo termine con derivati di natura ematica; tossicodipendenti; soggetti a rischio per soggiorni in aree particolarmente endemiche. Come categoria professionali, è consigliato a soggetti che lavorano a contatto con primati infettati dal virus dell’epatite A o che maneggiano il virus in laboratorio. Per quanto riguarda i comportamenti, si consiglia l’effettuazione del vaccino per l’epatite A nelle seguenti categorie a rischio: bambini fino ai sei anni di età, figli di immigrati, che si recano in Paesi endemici o residenti in aree a maggiore rischio endemico; uomini che fanno sesso con uomini. Infine la vaccinazione è raccomandata per tutti i viaggiatori non immuni che si recano in Paesi o in aree a rischio soprattutto per soggiorni in luoghi privi di fognature adeguate e con bassi livelli igienico-sanitari (l’infezione è particolarmente diffusa in Africa, Asia, Paesi del Bacino del Mediterraneo, Medio Oriente, Centro e Sud America).

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