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Arresti clan Senese, in carcere il fratello di Cirinnà del PD: “So poco della sua vita travagliata”

Claudio Cirinnà, 54 anni, è tra le 28 persone arrestate nell’operazione contro il clan Senese. Il fratello della parlamentare del Partito Democratico avrebbe partecipato a una delle operazioni economiche per reinvestire i capitali del clan di camorra che dagli anni ’80 ha trasferito nella capitale il centro delle sue attività.
A cura di Redazione Roma
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Tra i 28 arresti che questa mattina hanno colpito il clan Senese c'è anche Claudio Cirinnà, 54 anni, fratello della parlamentare del Partito Democratico Monica Cirinnà. L'inchiesta terminata con gli arresti di questa mattina mette nel mirino le attività del clan riconducibile al boss della camorra che dagli anni '80 è uno dei signori della criminalità organizzata romana. Michele Senese ha trasferito proprio a Roma il centro delle sue attività, e il fratello dell'esponente dem sarebbe stato coinvolto secondo l'accusa in un affare per reinvestire il capitale del clan frutto delle attività illegali. Gli inquirenti hanno chiarito come l'esponente politica è estranea all'inchiesta. Claudio Cirinnà già nel 2015 era stato coinvolto in un'inchiesta, questa volta su traffico illecito di carburante.

La senatrice dem ha commentato così la notizia: "Apprendo con amarezza e dolore da notizie di agenzia che mio fratello sarebbe coinvolto in un’inchiesta giudiziaria. So pochissimo della sua vita travagliata, benché abbia sempre cercato di aiutarlo a mettere sulla giusta via la propria esistenza. Il fatto che avesse accolto in casa nostro padre novantenne mi aveva fatto sperare in un ravvedimento. Se così non fosse ne sarei addolorata e profondamente delusa. Mi auguro che la sua posizione venga chiarita al più presto. Per quanto mi riguarda considero la responsabilità penale personale, così come personale è il dolore che provo in questo momento. Chiedo pertanto che venga rispettato assieme all’intimità della mia famiglia".

Michele Senese è ancora il capo indiscusso del clan

I capi di accusa per gli arrestati sono estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. A tutti è contestata l'aggravante di aver agito con metodo mafioso. Sequestrati beni per 15 milioni di euro tra le province di Roma, Napoli, Verona, Frosinone e L'Aquila. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti a curare gli affari del clan era Vincenzo Senese, 43 anni, arrestato in un lussuoso resort in Salento. Il figlio del boss Michele ‘O Pazz' muoveva milioni di euro reinvestendo i proventi delle attività illecite della famiglia. Nonostante si trovi dietro le spalle il vecchio capo famiglia sarebbe stato ancora il capo indiscusso del clan, governando tramite pizzini e messaggi fatti uscire dal carcere. L'operazione di oggi assesta un duro colpo all'organizzazione criminale con base nella capitale

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