17/02/2021

FLASH - Dare al padre voce in capitolo sulla vita del figlio?

Una delle ingiustizie e delle discriminazioni più gravi volute dalla cultura abortista è la completa esclusione del padre: non può opporsi all'aborto di suo figlio, neanche se fosse legittimamente sposato. La cosa più scandalosa è che così i maschi hanno pieno titolo per lavarsene le mani e possono serenamente continuare a usare le donne come oggetto di piacere senza alcuna responsabilizzazione circa le conseguenze dell'atto sessuale.
Però, esistono anche - vivaddio - uomini responsabili che quel figlio lo vorrebbero (e la sindrome post abortiva colpisce anche i padri. Persino i padri che quel figlio non l'hanno voluto!).
Benvenga perciò il tentativo del Tennessee, dove è stata introdotta una proposta di legge  che consentirebbe ai padri di porre il veto all'aborto dei loro figli, presentando una petizione al tribunale che dovrà decidere entro  14 giorni. L'uomo deve dimostrare di essere padre del bambino.
Ovviamente, si è scatenata rabbiosa la protesta degli abortisti che denunciano il tentativo di permettere all'uomo di "disporre del corpo della donna". Ovviamente, non si prende in considerazione che in realtà si tratta di disporre del corpo di un bambino. 
I prolife sono  bollati come "Medievali". Lorsignori non si rendono conto di essere ancor più "indietro": nell'antica Roma, fino al I - II secolo d.C., c'era lo ius vitae ac necis del genitore sui figli...
 
 
 
 
 
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