LA TRUFFA DELLA FOTO DI UN BUCO NERO

L’anno scorso si è fatto un gran parlare su questa immagine che era presentata come la foto di un buco nero, salutata da molti come una grandissima scoperta. Ma in realtà quella presunta foto era soltanto una truffa.

Intanto l’hanno chiamata foto di un buco nero, mentre hanno sostenuto che era sostanzialmente una mappa delle emissioni di onde radio da parte di un disco di gas che sta precipitando dentro l’orizzonte degli eventi di un buco nero con la semplice correzione di aver attribuito dei colori fittizi alle onde radio per renderle visibili (cfr. https://www.repubblica.it/scienze/2019/04/13/news/buco_nero_non_e_una_foto_non_e_una_scoperta_la_parola_agli_esperti-223926760/ ). In altre parole non avrebbero dovuto chiamarla foto di un buco nero in quanto è costituita da falsi colori e non raffigura direttamente un buco nero. Ma fin qui sarebbe solo una improprietà di linguaggio e in qualche modo tale verità era stata comunicata, nonostante l’improprietà di chiamare tale immagine foto di un buco nero.

Invece il vero problema è che tale immagine è completamente inventata, cioè hanno estrapolato da tutta una quantità enorme di dati sperimentali solo quelli che corrispondevano alle aspettative teoriche sui buchi neri scartando tutti gli altri dati sperimentali e hanno anche aggiunto dei dati per far quadrare meglio i dati risultanti con la teoria; ovviamente per far ciò hanno usato opportuni software sui computer che hanno usato per l’analisi dei dati raccolti sperimentalmente.

Infatti ecco come un giornale dell’epoca (ovviamente sulla base di quello che gli stessi ricercatori della ricerca che ha prodotto tale foto avevano detto ai giornalisti) ha descritto la ricerca che ha prodotto tale foto:

«I ricercatori hanno […] pensato di collegare più radiotelescopi sparsi sul pianeta, in modo da rendere la Terra stessa un’unica grande antenna. È da questa idea che è nato il progetto di EHT, che coinvolge radiotelescopi in posti come il Cile, le Hawaii e l’Antartide. I radiotelescopi sono sincronizzati tra loro, raccolgono negli stessi istanti gigantesche quantità di dati, che sono poi trasportati su dischi rigidi molto capienti negli Stati Uniti, per essere elaborati. I dati non sono completi, nel senso che ne manca sempre qualche pezzo, ed è quindi necessario ricostruire ciò che manca. In questo processo (“imaging”), un supercomputer cerca di colmare gli spazi vuoti utilizzando algoritmi per prevedere che cosa dovrebbe esserci nei dati mancanti. Questo processo di ricostruzione, che richiede una grandissima potenza di calcolo, porta alla fine alla costruzione dell’immagine vera e propria, come quella svelata oggi dai ricercatori.

(Katie Bouman – EHT)

Durante il processo di imaging si potrebbe produrre un numero pressoché infinito di immagini, sulla base dei dati raccolti. I ricercatori hanno però dati, conoscenze e informazioni per sapere come dovrebbe essere l’immagine che stanno cercando di vedere. Tutte le potenziali immagini che rendono visibili le misurazioni dei radiotelescopi sono quindi messe in una sorta di classifica, per privilegiare quelle con l’aspetto più ragionevole e probabile. Alla fine del processo vengono quindi selezionate solo quelle che appaiono congrue con le conoscenze a disposizione della ricerca» (https://www.ilpost.it/2019/04/10/immagine-buco-nero-foto/ ).

Cioè i supercomputer utilizzati hanno aggiunto tutto quello che mancava secondo le previsioni teoriche e hanno scartato tutti i dati sperimentali in più non consoni con le stesse previsioni teoriche! In altre parole, i ricercatori potevano produrre infinite immagini diverse sulla base dei dati raccolti, ma hanno scelto di avere una immagine consona con le previsioni teoriche: ovviamente tutto questo è stato fatto attraverso qualche opportuno programma di computer. In particolare, vediamo che tra le tre immagini (fornite, come si vede dall’intestazione in calce, proprio da una delle ricercatrici di questa ricerca che ha prodotto tale presunta foto di un buco nero) quella di sinistra è praticamente un rumore bianco che non è risultato essere la foto solo perché è stata scartata a tavolino tramite opportuni software. Il che significa che tutto l’effetto al di fuori di un rumore bianco è stato generato dai programmi ad hoc presenti sui computer che avrebbero dovuto semplicemente analizzare i dati raccolti sperimentalmente. In altre parole tutto l’effetto è stato inventato dai ricercatori: una vera e propria truffa analoga a quella della presunta rilevazione delle onde gravitazionali (già da me denunciata su questo stesso blog: cfr. https://carlomariapace.wordpress.com/2020/08/05/la-truffa-della-rilevazione-delle-onde-gravitazionali/ ).

Una  conferma di tutto ciò si può avere anche dalle parole di Ciriaco Goddi (uno dei più importanti ricercatori del gruppo che ha prodotto la pretesa foto di un buco nero), il quale ha affermato che prima hanno calcolato cosa sarebbe dovuto venire fuori secondo la teoria comunemente accettata e poi, soltanto poi, hanno analizzato i dati sperimentali usando in questa analisi le previsioni teoriche per confermare i risultati sperimentali (in realtà, secondo la vera Fisica sono le teorie che devono essere confermate dai dati sperimentali e non viceversa); facendo così, ovviamente hanno trovato un risultato perfettamente consistente con le aspettative teoriche: «Per confermare i risultati che abbiamo ottenuto nel corso di questo esperimento, abbiamo costruito una grande libreria di modelli basati su simulazioni conosciute in gergo come “magnetoidrodinamiche in relatività generale (GRMHD)” e da queste abbiamo poi ottenuto immagini sintetiche/simulate prodotte dall’emissione aspettata. In pratica, prima di elaborare i dati, abbiamo cercato di capire, sulla base dei modelli matematici, cosa avremmo potuto vedere nella realtà a seconda dei diversi scenari disponibili. Successivamente abbiamo confrontato le misure osservate con queste contenute nella libreria e, a seguito di questo confronto abbiamo confermato che l’anello asimmetrico è consistente con le previsioni precedenti di una forte distorsione dovuta a una lente gravitazionale dell’emissione di sincrotrone da un plasma caldo in orbita vicino all’orizzonte degli eventi del buco nero. Vuol dire che quella immagine osservata è consistente con le aspettative» (https://www.agi.it/estero/foto_buco_nero-5303605/news/2019-04-10/ ). In particolare, si può notare che Ciriaco Goddi ha affermato che secondo il gruppo di ricerca che ha prodotto la presunta foto di un buco nero i dati sperimentali dovevano essere confermati dalla teoria e non la teoria dai dati sperimentali: ovviamente, con tale pensiero profondamente erroneo (infatti, secondo la vera Fisica sono le teorie che devono essere confermate dai dati sperimentali e non viceversa) tutti i dati sperimentali non confermati dalla teoria comunemente accettata sono stati ovviamente scartati da tale gruppo e sono rimasti così solo i dati previsti dalla teoria comunemente accettata (ovviamente anche l’assenza di un segnale che ci sarebbe dovuto essere secondo la teoria comunemente accettata è stato considerato da tale gruppo come non confermato dalla teoria comunemente accettata e quindi sono stati aggiunti tramite opportuni software tutti i segnali che mancavano secondo la teoria comunemente accettata, come abbiamo visto sopra nella citazione riportata da un giornale dell’epoca).

D’altro canto lo stesso Ciriaco Goddi ha affermato che le immagini prodotte dal suo gruppo di ricerca gli erano sembrate perfettamente analoghe a quelle simulate sulla sola base della teoria comunemente accettata e che era rimasto incredulo quando gli altri membri del suo gruppo gli avevano detto che erano invece immagini basate sui dati sperimentali: «A un certo punto del nostro lavoro, c’è stato un workshop del gruppo responsabile per produrre immagini, ad Harvard negli Stati Uniti a Luglio 2018. Io non ho partecipato fisicamente perché ero impegnato su un altro fronte, ma seguivo i lavori attraverso slack una applicazione simile a whatsapp. Ed è là che sono state postate le prime immagini ottenute durante il workshop dal gruppo di lavoro. Siccome erano anni che vedevo immagini simulate (cioè non fatte di dati veri), e queste nuove immagini ricordavano esattamente quelle simulate, chiesi il perché stavano postando immagini simulate invece che quelle vere (dai dati veri). Al che mi risposero che non erano fake images, ma che erano le immagini vere della sorgente, dai dati che avevamo acquisito e calibrato in precedenza. Non mi ricordo se avessi risposto o no, però ricordo che rimasi un po’ basito, tra l’incredulo e l’estasiato, pensando fra me e me….“Oh my God, ce l’abbiamo fatta!”. Quello che avevo davanti agli occhi era proprio la foto dell’orizzonte degli eventi, quel confine che circonda i buchi neri dove tutto ciò che passa non torna mai più indietro» (https://www.agi.it/estero/foto_buco_nero-5303605/news/2019-04-10/ ).

Questo conferma quello che avevamo detto in precedenza che in quella presunta foto di un buco nero praticamente non c’è alcunché che derivi da misure sperimentali, ma tale foto è dovuta sostanzialmente alla sostituzione dei dati sperimentali con le simulazioni teoriche (già conosciute e basate sulla teoria comunemente accettata) attraverso opportuni software!

Ovviamente tutto questo non può essere considerato altro che una truffa. Di tale truffa sono responsabili tutti quelli che hanno partecipato a tale esperimento (e sono più di  duecento) e gli esperti della rivista scientifica che ha pubblicato tale presunta scoperta: infatti, tale truffa era abbastanza palese (come ho detto ciò che faceva capire che era una truffa è stato riportato anche sui giornali comuni, però come se il tutto non fosse una truffa) per cui tutti gli addetti ai lavori potevano capire che si trattava effettivamente di una truffa e i responsabili che ho citato hanno analizzato come esperti della materia tale presunta scoperta. Ovviamente sono responsabili di tale truffa (anche se ad un livello minore) anche gli altri esperti della materia che hanno studiato sufficientemente a fondo tale presunta scoperta e non si sono pubblicamente opposti ad essa pur essendo sufficientemente autorevoli da essere ascoltati da tutti. Se invece alcuni di tali presunti esperti non si fossero resi conto di tale truffa, essi in tal modo avrebbero mostrato una ignoranza così abissale della Fisica a livello fondamentale che il loro spacciarsi per esperti di Fisica con relativa posizione accademica e stipendio annesso sarebbe una truffa da parte loro non meno grave di quella da cui sarebbero scagionati per la loro abissale ignoranza.

D’altro canto, tale foto truffaldina è stata considerata dagli addetti ai lavori addirittura una importante conferma della Teoria della Relatività Generale di Albert Einstein (cfr. https://www.repubblica.it/scienze/2019/04/13/news/buco_nero_non_e_una_foto_non_e_una_scoperta_la_parola_agli_esperti-223926760/ ; https://tg24.sky.it/scienze/2020/04/08/prima-foto-buco-nero-anniversario ; https://www.repubblica.it/scienze/2019/04/10/news/oggi_vedremo_la_prima_immagine_di_un_buco_nero-223681743/; https://www.focus.it/scienza/spazio/la-prima-foto-di-un-buco-nero; https://www.lescienze.it/news/2019/04/11/news/la_prima_foto_di_un_buco_nero-4366345/; https://www.agi.it/estero/foto_buco_nero-5303605/news/2019-04-10/)! In questo modo tale truffa si è estesa anche a tutte le conseguenze della Teoria della Relatività Generale di Albert Einstein! 

Inoltre tale foto truffaldina è stata considerata dagli addetti ai lavori addirittura come la conferma sperimentale diretta dell’esistenza dei buchi neri (cfr. https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2019/04/10/ecco-prima-foto-buco-nero_qPyWE3gtrgvBVoD42LuUdJ.html ; https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2019/04/10/ecco-la-foto-del-secolo-e-la-prima-di-un-buco-nero_3414097d-9364-492c-ad9a-18027bbd8495.html; https://www.focus.it/scienza/spazio/la-prima-foto-di-un-buco-nero ; https://www.lescienze.it/news/2019/04/11/news/la_prima_foto_di_un_buco_nero-4366345/; https://www.agi.it/estero/foto_buco_nero-5303605/news/2019-04-10/)! In questo modo tale truffa si è estesa anche a tutte le conseguenze della presunta esistenza dei buchi neri! 

A questo proposito devo dire che aveva ragione il Professor Remo Ruffini [Direttore dell’ICRANet (International Center for Relativistic Astrophysics Network) ed ex Professore di Fisica Teorica all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma] che nel 2018 mi disse, sulla base della truffa della rilevazione delle onde gravitazionali (già da me denunciata su questo stesso blog: cfr. https://carlomariapace.wordpress.com/2020/08/05/la-truffa-della-rilevazione-delle-onde-gravitazionali/ ), che ormai aveva perduto ogni fiducia nelle prove sperimentali da effettuare in futuro (cfr. https://carlomariapace.wordpress.com/2020/08/05/la-truffa-della-rilevazione-delle-onde-gravitazionali/ ). In effetti questa sperimentazione completata nel 2019 che ha portato alla presunta foto di un buco nero risulta truffaldina alla pari di quella della presunta rilevazione delle onde gravitazionali (che ha fruttato ai suoi presunti rilevatori addirittura il Premio Nobel per la Fisica 2017).

Infine sulla base di questa foto truffaldina i fisici responsabili di questa truffa hanno chiesto addirittura nuovi fondi per costruire nuovi telescopi e addirittura nuovi satelliti per continuare a imbrogliare i politici e i relativi popoli, che con le tasse devono finanziare tali fisici che li stanno ingannando, falsificando in maniera spudorata i risultati sperimentali per fare carriera e avere maggiori fondi pubblici a disposizione (cfr. https://www.agi.it/estero/foto_buco_nero-5303605/news/2019-04-10/)!

2 pensieri riguardo “LA TRUFFA DELLA FOTO DI UN BUCO NERO

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora