2008-06-29

“Scrivi, o Mia diletta anima. Amen. Sono Gesù. Amen.

Vengo ora a dirti, diletta …, che il mese del Mio Cuore volge alla sua fine, e con esso anche – per ora – i contenuti che ti sto donando per i Miei unti … Amen. Ancora un celeste Messaggio ho da darti per i Miei unti amati da Me al sommo, e ciò sarà dopo la Santa Messa, il Mio Divinissimo Sacrificio. Amen.

E dunque, nella stagione calda ed umida, ti parlerò per le religiose consacrate, per le famiglie cristiane, per i giovani – i quali si trovano, in questi tempi, in gravissime insidie mortali per lo spirito. Amen. Inoltre, Io e il Padre Eterno termineremo di darti i testi scritti dei segreti rivelati a te. Amen. Prepara, dunque, i fascicoli: in primis, quello per i Miei unti … Amen.

Va’ in pace, colomba …! Gesù, amen, il tuo Gesù, amen”.

Ore 10.30, dopo il Divino Sacrificio:

“Scrivi, o Mia diletta anima sposa. Sì, scrivi ancora una volta per i Miei unti amati, amatissimi. Amen.

In questo ultimo presente Messaggio celeste a loro favore, Io, Gesù, intendo dire ai Miei servi da Me diletti al sommo – essi che tengo racchiusi nelle maggiori, insondabili profondità del Mio Divino Cuore: carissimi figli, figlioli, va a finire anche quest’anno il mese in onore del Mio Divino Cuore – il mese che Io stesso, Sacerdote Eterno del Sacrificio Perenne ed Incorruttibile, giudico essere il mese sacerdotale per eccellenza, per antonomasia - … Però non finisce, non ha mai da terminare, Miei diletti servi ed unti amati, quel tempo – sacro e santo – che voi – ciascuno di voi – avete da dedicare – consacrandovi totalmente voi stessi, anima e corpo – all’imitazione amorosa e costante di tutti i sentimenti, le volontà, i desideri ed aneliti che sono racchiusi, come tesoro inesauribile, nelle profondità del Mio CUORE SACRATISSIMO di Salvatore per voi risorto. Amen.”

(pausa)

“Ora desidero, Miei unti diletti, richiamarvi in modo del tutto speciale sulla necessità spirituale che voi avete – nel vostro ruolo di pastori di anime e di uomini del tutto consacrati a Me – di imitare il Mio Cuore nella Sua forza indicibile, l’abisso della Mia umiltà – per la quale Io, Verbo Eterno ed Incarnato, potrei esser chiamato UMILTA’ – e l’inestimabile Mia dolcezza e soavità senza nome adeguato quaggiù per potersi esprimere.

O Mio unto diletto, sacerdote del Perfetto Sacrificio, ostia Mia piccola, tu sei umile? Sei dolce e gentile nel trattare con le anime Mie immortali? E CON ME, nel Santissimo e Divinissimo Sacramento, sei gentile, amoroso e sempre fine ed attento, veramente DEVOTO in tutto il tuo essere di uomo vocato, servo Mio, eletto ab eterno e per sempre?

Rispondi, Mio caro servo, scendendo in profondità nel tuo cuore sacerdotale ed immolato per Me, alla Mia maggior gloria – IMMOLATO con Me per le anime e la loro eterna salvezza: ecco come voglio e bramo che tu sia primariamente, o Mio servo eletto fra mille e mille. Amen.”

(pausa)

“Ed ora, Mio diletto sposo, un’ultima parola – semplice, vera e profonda – voglio dirti stamani: Pietro e Paolo, Apostoli Miei insigni ed ammirabili, da dove trassero la forza per rimanerMi fedeli fino al cruento martirio di amore? Pietro, infatti, durante la dolorosa Mia Passione, Mi abbandonò, rinnegandoMi per ben tre volte. E Paolo, che allora era Saul, fu Mio persecutore ed empio ed accanito bestemmiatore di quella che lui credeva fermamente essere una setta iniqua, e ciò prima ch’Io intervenissi a folgorarlo misticamente sulla via per Damasco.

Or dunque, Mio diletto servo ed amico Mio intimo e vicino – così voglio che tu sia, o sacerdote Mio amato -: essi attinsero la forza della forte e coraggiosa e spesso dolorosa testimonianza a Me, Crocifisso Risorto, proprio nello Spirito Santo, Mio Dono pasquale e pentecostale. Amen.”

(pausa)

“E dove, o Mio unto, si trova la sorgente mistica da cui scaturiscono le mistiche, infuocate Fiamme dello Spirito Divino, se non nel Mio Sacratissimo Cuore, Fornace eterna ed ardente di Purissima, invincibile Carità? E questo Cuore bramoso di amore – sì, del contraccambio d’amore delle Sue piccole, povere creature – non è lo stesso che VIVO eppur silenzioso – come annientato in un silenzio di morte ed umiliazione per voi – si trova nella Santissima Ostia, di cui tu, Mio unto, sacerdote, ti cibi spiritualmente anche ogni giorno?

O Mio caro figlio, Dio solo sa quanto tu necessiti ogni giorno, ogni notte, di forza. La MIA FORZA MISERICORDIOSA ED INVINCIBILE, per trionfare di tutti i nemici spirituali, per la forza potente della Mia Grazia gratuita e buona. Amen.

Ora poi è estate: quante insidie lanciate, in modo pressoché continuo, dalla corruzione dilagante contro la tua purezza, o Mio servo amato! Solo la Mia Grazia – attinta nel Santissimo Sacramento e nella Confessione frequente e compunta – può darti il dono di conservarti immune dai vari e non pochi contagi di colpa ed impurità, presenti come lebbre infide in questo mondo sempre più perverso, disordinato e lontano, troppo lontano dal Mio Amore caldo e sempre Misericordioso con coloro che si pentono. Amen.”

(pausa)

“Hai bisogno di forza, Mio unto, per esercitare il tuo ufficio e ministero di pastore delle Mie pecorelle amate. E per correggerle, col sapiente vincastro dell’umile dolcezza congiunta però sempre alla fortezza dell’affermazione della Mia Verità contro l’errore e la confusione, oggi quanto mai dilaganti. La Mia Verità, caro, E’ L’UNICA ED E’ SEMPRE FAVORENTE LA VITA ED IL VERO, DURATURO BENE – specie quello eterno – DELLE MIE CREATURE UMANE, UOMINI E DONNE. AMEN.”

(pausa)

“Per concludere, cari sacerdoti amati: in questi mesi – da quando la Mia colombina nascosta ha iniziato a vergare queste pagine per voi, per obbedienza al Mio Santo Volere, che così le chiede anche attraverso la mediazione del padre spirituale – vi ho, lo riconosco, non poco rimproverati e redarguiti. L’ho fatto, Io, Cristo Dio, poiché ne ho ogni diritto, essendo il vostro Redentore UNICO, che COL SANGUE vi ha ricomprati – glorificateMi, dunque, nella vostra vita nuova!

Ma l’ho fatto soprattutto perché Io vi amo, eletti, e non voglio vedervi perduti per sempre. Ciò che invece, purtroppo, sarà se voi, che siete sacerdoti e gravi offensori di Me, Cristo Signore vostro, non vi convertirete presto.

Vi lascio, Miei unti, con la Mia più speciale benedizione.

Il vostro Fratello maggiore, Gesù di Nazaret, che vi benedice, vi esorta, vi ama tanto! Amen”.

Locuzioni interiori ricevute il 29 giugno 2008, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, in chiesa.