6 agosto 2022 - 20:28

Padova, il tribunale sconfessa il giudice e rimanda a casa i sanitari No vax: «Il vaccino è efficace»

La casa di cura Opera della provvidenza Sant’Antonio er stata obbligata a reintegrare una oss e e un centralinista sospesi senza stipendio. Il collegio dei giudici del lavoro ribalta la prima ordinanza: legitimo lo stop imposto ai due dipendenti

di Giacomo Costa

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Un operatore sanitario si fa somministrare il vaccino (Foto d’archivio
Un operatore sanitario si fa somministrare il vaccino (Foto d’archivio

Un giudice li aveva fatti tornare in servizio, ora altri tre magistrati li rispediscono a casa. Il tribunale del Lavoro, riunito in forma collegiale, sconfessa le decisioni di Roberto Beghini e annulla le sue ordinanze che avevano costretto la casa di cura Opera della provvidenza Sant’Antonio, a Padova, a reintegrare un’operatrice sanitaria e un centralinista, sospesi senza stipendio per aver rifiutato il vaccino anti-Covid. Il testo steso dal giudice a febbraio si spingeva oltre le questioni contingenti, affondava la misura dell’obbligo vaccinale perché «non idoneo a raggiungere lo scopo che si prefigge», visto che «la persona che vi si è sottoposta può comunque contrarre il virus e contagiare gli altri», sollevava quindi dubbi di legittimità costituzionale e arrivava a imporre come misura di contenimento alternativa tamponi e test. E, infatti, quando ad aprile le motivazioni di Beghini erano state rese pubbliche tutti i movimenti no-vax le avevano prese a modello, sbandierando stralci del provvedimento che, con la sua interpretazione «binaria» dimentica di ogni considerazione sulle probabilità di contagio, ospedalizzazioni o gravità dei sintomi, sembrava essere la conferma di quanto ripetevano da due anni.

Risposta punto su punto

Ecco allora che, rispondendo ai reclami della residenza ospedaliera e dell’avvocato Marco Burighel, la prima sezione civile del tribunale di Padova non si è solo limitata ad annullare quanto stabilito sei mesi fa ma ha risposto punto su punto a Beghini: per prima cosa i tre giudici del collegio ricordano che non è compito del magistrato del Lavoro valutare le scelte legislative, quindi le sue argomentazioni sull’efficacia del vaccino sarebbero «del tutto irrilevanti»; specificano poi che, a differenza di quanto sostenuto nei ricorsi, non si tratta di terapie «sperimentali» ma autorizzate tanto da Roma quanto da Bruxelles; inutile anche la comparazione con i tamponi: «misure del tutto diverse per natura e obiettivo». Volendo comunque addentrarsi in materia di costituzionalità tanto dell’obbligo vaccinale quanto del green pass, i tre giudici hanno richiamato le sentenze del Consiglio di Stato che confermavano l’imposizione di altri vaccini in passato (rosolia, morbillo, parotite, varicella) e ricordato come la carta verde avesse lo scopo di «facilitare la circolazione tra gli Stati europei, superando misure restrittive transfrontaliere». E, a scanso di equivoci, il collegio ha anche specificato che «dai recenti dati dell’Iss emerge che i vaccini contribuiscono a ridurre la circolazione del virus e la possibilità che muti» e che con 22 morti «correlabili» ai vaccini a fronte di 169.735 decessi da Covid in Italia (al 15 luglio 2022), si tratta di una «misura del tutto proporzionata nella valutazione scientifica del rapporto tra rischi e benefici».

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