lunedì 20 aprile 2020
Il rammarico per ciò che è avvenuto domenica nella parrocchia di Gallignano, dove il parroco ha celebrato la Messa con una 15ina di fedeli, ignorando i richiami delle forze dell'ordine
Un uomo delle forze dell'ordine nella chiesa del Cremonese

Un uomo delle forze dell'ordine nella chiesa del Cremonese - Fotogramma da video, Ansa

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Sono parole di rammarico quelle espresse dalla diocesi di Cremona in merito alla vicenda di don Lino Viola, parroco di Gallignano, frazione di Soncino, che domenica ha celebrato la Messa con una quindicina di fedeli presenti, nonostante i richiami delle forze dell’ordine. Con un comunicato infatti la diocesi “non può non sottolineare con dispiacere che il comportamento del parroco è in contraddizione con le norme civili e le indicazioni canoniche che ormai da diverse settimane condizionano la vita liturgica e sacramentale della Chiesa italiana e cremonese”. E questo pur mostrando comprensione “dell’intima sofferenza e del profondo disagio di tanti presbiteri e fedeli per la forzata e prolungata privazione dell’Eucaristia” .

La celebrazione si stava svolgendo in diretta Facebook ma alcuni fedeli, tra cui dei parenti di vittime del Covid-19, si sono ritrovate in chiesa. La voce ha fatto il giro del paese in breve tempo e le forze dell’ordine sono intervenute, mentre il sacerdote, nonostante l’insistenza degli uomini dell’Arma, ha continuato la celebrazione, non invitando i partecipanti ad uscire. Ora a ciascuno dei fedeli in chiesa domenica, e al parroco in primis, sarà comminata una multa.

Un caso davanti al quale la diocesi “sente il dovere di ringraziare tutti i presbiteri cremonesi che in questo difficile periodo hanno saputo esprimere un profondo senso di comunione e di appartenenza ecclesiale anche attraverso il rigoroso e puntuale rispetto dell’attuale normativa, consapevoli della responsabilità che la Chiesa ha nei confronti della società civile e della salute dei nostri concittadini”.

A seguito del fatto di Gallignano si è aperto un dibattito, in particolare sui social, sulla opportunità dell’intervento dei carabinieri durante la messa e sulla loro volontà o meno di fermare la celebrazione eucaristica.

A questo proposito si è espresso su Twitter il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, commentando “A un sacerdote esterrefatto per quanto accaduto a un confratello nella diocesi di Cremona ho detto: deve essere difeso il principio che a nessuna autorità è consentito di interrompere la messa. Se il celebrante è reo di qualche infrazione sia ripreso dopo, non durante!”.

Don Viola ha dichiarato pubblicamente (a Repubblica) che “il carabiniere è venuto a contestarmi il diritto di celebrare non la presenza di qualche persona in più”. Nel filmato, ripreso e diffuso da uno dei presenti, si vede che un carabiniere parla una prima volta con il sacerdote il quale asserisce di avere avvisato il sindaco del paese. E si vede un secondo intervento del carabiniere che riferisce le parole del sindaco per il quale “si può celebrare la messa con 2 o 3 chierichetti, che danno una mano, la telecamera per riprendere ma non con i fedeli” per i quali segue la richiesta di uscire. Lo stesso sacerdote a questo punto dichiara “andate pure, restino solo i parenti” delle vittime Covid.

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