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Cultura

Pompei, l'Avvenire contro il kolossal: "Non ci sono i cristiani"

Al quotidiano cattolico L'Avvenire non piace il nuovo kolossal "Pompei" diretto da Paul W.S. Anderson sull'eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C. polverizzò la celebre città campana. Secondo il giornale dei vescovi il film non rispetterebbe la verità storica e non terrebbe conto della presenza di una importante comunità cristiana a Pompei. E cita il libro dal quale tutte le pellicole "pompeiane" sono tratte: "Gli ultimi giorni di Pompei", scritto nel 1834 dallo storico Edward Bulwer-Lytton e dove invece viene riportata l'esistenza di un gruppo di convertiti alla religione di Gesù.

Bulwer-Lytton non parteggiava per i cristiani, dunque, però negli Ultimi giorni di Pompei i cristiani ci sono e svolgono un ruolo rilevante. Come mai? Semplicemente perché le basi storiche del libro – esito di un lungo soggiorno italiano dell’autore – sono più solide di quelle su cui Anderson ha costruito il suo film. A segnalare la presenza di un gruppo di discepoli di Gesù nella città campana, del resto, è anche Walter Benjamin, che in una delle conversazioni radiofoniche degli anni Trenta ora riunite da Giulio Schiavoni in Burattini, streghe e briganti (Rizzoli, pagine 390, euro 11) si sofferma sul graffito pompeiano in cui viene evocata la sorte di Sodoma e Gomorra. Nel romanzo di Bulwer-Lytton il cristianesimo rappresenta la religione del mondo nuovo, destinata a soppiantare sia i culti ancestrali d’Egitto (per la figura del perfido sacerdote Arbace lo scrittore si sarebbe ispirato all’occultista partenopeo Domenico Bocchini) sia l’ormai esausta devozione agli dèi dell’Olimpo. Certo, Bulwer-Lytton prende spunto dallo «zelo ardente» dei primi cristiani per criticare l’«intolleranza» della «chiesa riconosciuta e sovrana» e piega il racconto evangelico al gusto per l’horror (a un certo appunto appare il figlio della vedova di Nain, che Gesù ha fatto risorgere e che ora vaga sulla terra come se fosse l’Ebreo errante). Ma nella sua Pompei i cristiani ci sono e lì, da allora, sono sempre rimasti.

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