MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 200


9 dicembre 1943

   Dice Gesù:
   «Mai come in questo momento devo ripetere[687] a colui che mi rappresenta: “Pasci i miei agnelli”.
   Molti di essi sono divenuti inselvatichiti. Ma non è tutta loro la colpa e per questo mi fanno pietà.
   Li avevo affidati ai potenti perché ne avessero cura. Già tanto avevo dato ai potenti perché non volessero più ancora e fossero buoni coi sudditi che non sono dei potenti altro che per mandato di Dio. In realtà sono gregge di Dio, sono figliolanza di Dio, e andrebbero curati con rispetto pensando al Re vero: l’Eterno, di cui sono popolo.
   Invece li hanno usati come mandra senza padrone. Li hanno sospinti dove gli è parso, li hanno cibati dei cibi che a loro è parso, pur di ottenebrarli nel pensiero e smemorarli del Bene corrompendoli con dottrine che Io maledico, se ne sono fatti degli schiavi ai quali è negata anche la libertà di pensiero e come pecore li hanno spinti al macello per i loro scopi delittuosi verso tutta l’Umanità. Tutta. Quella che per loro è “Patria” e quella che è “Patria altrui”. Si sono fatti ricchi sfruttando il sacrificio dei soggetti, ladri dei beni di Dio e dell’uomo che sono Anima ed Esistenza, assassini di una e dell’altra.
   Ebbene: dall’alto dei Cieli, per tutto l’assenzio che vien dato per cibo alle folle e che le porta a disperare anche di Dio, per tutta la fame di cui soffrono i corpi e le anime dei figli miei, per coloro che in questa rovina rimangono gli agnelli del gregge di Dio e nessuna passione[688] li muta in ribelli a Dio, come i loro seduttori e padroni, figli del Male e precursori dell’Anticristo, Io vengo con la mia Parola ed il mio Amore per pascere i poveri del mio gregge e ripeto a te che sei il mio Vicario[689]:
   “Pasci i miei agnelli dando loro l’instancabile parola e le benedizioni di cui ho ricolmato la tua mano innocente, che non conosce altro sangue fuorché il Sangue mio che elevi sull’altare per rito di propiziazione, ed altro gesto fuorché quello che fu mio di benedire coloro di cui tu, come Io, hai pietà.
   Ho dato due verghe alla tua mano e caro mi sei perché usasti quella dell’amore. Ma l’amore, che è potente anche sulla Potenza di Dio, cade come pietruzza lanciata contro la roccia quando è volto a certi che di uomini hanno parvenza, ma sono dei demoni dal cuore di granito. Colpisci dunque con l’altra verga e sappiano i fedeli che tu non sei complice delle colpe dei grandi. Complici si diviene anche quando non si osa tuonare contro le loro nefandezze. Non ama il tuo Maestro le maledizioni e le folgori. Ma vi sono momenti in cui occorre saperle usare per persuadere non i potenti, il cui animo posseduto da Satana è incapace di persuasione, ma i poveri del mondo che Dio, e i giusti di Dio, non condividono ed appoggiano i metodi e le prepotenze di chi ha superato ogni misura e si crede un dio mentre è solo una belva immonda.
   Parla, in nome della Giustizia che rappresenti. È l’ora. E sappiano le turbe che la mia Dottrina non è mutata e che una è la Legge, che vi è un sol Dio, che il primo suo comando è l’amore, che Egli, ancora, come nei secoli dei secoli antecedenti alla mia venuta, nella quale ho confermato la Legge,[690] ordina di non rubare, di non fornicare, di non uccidere, di non prendere la roba d’altri. Dillo ai ladri di ora, che non si accontentano di una borsa ma rubano anime a Dio e terre ai popoli; dillo ai fornicatori, ai grandi fornicatori di ora, la cui fornicazione non è quella bestiale con una femmina ma quella demoniaca colla potenza politica; dillo agli uccisori di ora, i quali si arrogano il diritto di uccidere popoli interi dopo aver ucciso in altri popoli - i loro - la fede in Dio, l’onestà di qualsiasi forma, l’amore al bene; dillo agli insaziabili di ora, che avidi come sciacalli assalgono là dove è ciò che a loro piace e si fanno lecito ogni delitto pur di prendere ciò che non è loro.
   Parlare vuol dire ‘dolore’ e delle volte ‘morte’. Ma ricordati di Me. Io sono più prezioso della ‘gioia’ e della ‘vita’, perché Io do a chi m’è fedele una gioia e una vita che non conoscono termine e misura. Ricordati di Me che seppi purificare[691] la mia Casa dalle sozzure e seguire rettilineo un solo scopo: la gloria del Padre mio. Ciò mi ottenne l’odio, la vendetta, la morte, perché i colpiti dal mio furore trovarono un venduto che per trenta denari mi dette in loro potere.
   Sempre, e fra i più fidi, abbiamo un nemico, un venduto. Ma non importa. Il discepolo[692] non è da più del Maestro, e se Io, sapendo che la sferza delle mie parole, più della sferza di corde - mezzo simbolico più che reale - mi procurava la morte, ho parlato, parla. E se Io ho sopportato, per amore degli uomini e per tuo amore, un nemico e un venduto e l’orrore di un bacio di tradimento, tu, mio primo fra i miei figli di ora, non devi arretrare davanti a quello che prima di te ha subìto il Maestro.
   Ché se poi, nonostante ogni mezzo, la Giustizia avesse a perire e, trascinati sempre più da Satana dominatori e dominati, per mimetismo malefico, si staccassero sempre più da Dio, allora leverò la Luce e la Verità. E ciò avverrà quando anche nella mia dimora - la Chiesa - vi saranno troppi che, per umano interesse e per debolezza indegna, saranno fra i dominati dai seminatori del Male nelle loro diverse dottrine. Allora conoscerete[693] il pastore che non si cura delle pecore abbandonate, il pastore idolo di cui parla[694] Zaccaria.
   Ricorda l’Apocalisse di Giovanni. Ricorda il dragone:[695] il Male generatore dell’Anticristo futuro, il quale ne prepara il regno non solo sconvolgendo le coscienze ma travolgendo nelle sue spire la terza parte delle stelle e facendo degli astri fango. Quan­do questa demoniaca vendemmia avverrà nella Corte di Cristo, fra i grandi della sua Chiesa, allora, nella luce resa appena bagliore e conservata come unica lampada nei cuori dei fedeli al Cristo - perché la Luce non può morire, Io l’ho promesso,[696] e la Chiesa, anche in periodi di orrore, ne conserverà quel tanto atto a tornare splendore dopo la prova - allora verrà il pastore idolo, il quale sarà e starà dove vorranno i suoi padroni.
   Chi ha orecchie da intendere intenda. Per i vivi di quel tempo sarà un bene la morte”.»

   Più tardi

   Dice Gesù:
   «Mi pare di avere ripetuto più e più volte che o si crede o non si crede, che il mio tempo non si misura con la vostra misura, che saranno beati quelli che crederanno senza esigere prove.
   Aggiungo ora che la profezia può avere dei periodi di ripetizione o di apparente negazione che poi invece risultano essere unicamente una prova data da Dio alla fede degli uomini.
   Tutte le profezie antiche e moderne (dico antiche quelle da Adamo alla mia venuta e moderne quelle dalla mia venuta al momento presente, poiché i vostri venti secoli sono una frazione d’ora rispetto alla mia Eternità) presentano dei punti in cui sembrano errate, poiché secondo voi dovevano accadere in un dato periodo e non sono accadute. Ma l’occhio del mio servo vede col mio Occhio. Voi invece vedete col vostro. Onde il mio servo parla o ripete in mio Nome, e ciò che voi credete già superato può essere evento ancora da avverarsi nel futuro. Questo per tutte le profezie, anche quelle dei più grandi spiriti.
   A chi guarda coi suoi occhi umani può parere errata e contraddetta dai fatti anche la Profezia perfetta: la mia. Non parrebbe, leggendo i Vangeli,[697] che la fine del mondo segue di poco la distruzione di Gerusalemme? Ma quanti secoli sono intercorsi da allora? Eppure la fine del mondo verrà preceduta dai segni che dico e che all’ignoranza e alla paura vostra già tante volte sono parsi prossimi. Io solo so il momento che avranno inizio e non reputo necessario di dirlo. Anche per bontà verso i viventi di quell’ora.
   Non vorrete certo pensare che Io, Profeta perfetto perché depositario dei segreti della Divinità, abbia errato! Come non vorrete credere che abbiano errato Pietro, Paolo e soprattutto Giovanni, che era rimasto fuso al suo Maestro anche oltre il tempo del mio soggiorno fra gli uomini. E non dice Pietro: “La fine d’ogni cosa è vicina”? E Paolo: “... Noi viventi rimasti sino alla venuta del Signore”, e ancora: “Voi ben sapete che chi lo trattiene è il Signore, perché non si manifesti che a suo tempo. Già il mistero dell’iniquità è in azione”? Parrebbe dunque che l’Anticristo fosse fin da allora in azione e solo Dio non gli permettesse di manifestarsi in pieno per essere da Me incenerito. Ed esorta i cristiani di allora a rimanere saldi nella fede per resistere all’iniquità in azione. E il mio Giovanni, infine, il più illuminato, colui al quale i Cieli furono cogniti con prospettive di eventi avvenire noti solo a Dio e fu aperto il mio Cuore con tutti i segreti più segreti, non termina il Libro così eccelso che pare scritto con penna rapita ad un arcangelo: “... il tempo è vicino... Ecco, Io vengo presto. Colui che attesta queste cose dice: Sì, vengo presto”?
   Or dunque dico a voi le stesse parole dei miei santi: “Davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno. Non è che il Signore ritardi, ma usa pazienza... Ci sono delle cose difficili a capirsi che gli ignoranti e i poco stabili travolgono a loro perdizione”.
   Oh! beati i credenti e i contenti senza bisogno di troppe prove, beati coloro che riposano sulla parola del Signore anche se par loro oscura e non si procurano i tormenti di Tommaso, che soffrì più giorni degli altri per non credere alla mia Risurrezione, ed altri giorni poi per il pentimento di non aver creduto altro che dopo aver constatato!
   “Le stupide questioni, le genealogie, le dispute e le battaglie, sfuggitele, essendo inutili e vane”, come dice Paolo. Ricordate che Giovanni a poca distanza di righe dice: “... Anche ora sono già molti gli anticristi, dal che possiamo capire che è l’ultima ora... Non ho scritto a voi (per voi) come a chi non conosce la verità, ma come a chi la conosce e sa che nessuna menzogna può venire dalla verità”. Infine vi ricordo che chi ripete le parole di Dio o parla direttamente non lo fa per umano volere “ma ispirato dallo Spirito Santo”, come dice Pietro nella sua seconda lettera.
   Per conto suo, il mio portavoce è un povero nulla che non sente mai tanto d’essere un nulla come quando Io gli metto davanti un punto scritturale e gli dico: “Interpretalo”. Allora egli sembra un uccellino caduto in una rete e spaventato. Io che ne scruto il cuore lo vedo sciogliersi in uno stupore e in un tremore come quello di uno studente costretto a rispondere all’esaminatore su ciò che non sa. E mi piace questo suo non sapere perché me lo tiene basso e pieghevole come velo di seta.
   Riguardo ai brani, è inutile spargerli a cibo dei rettili, che se ne possono servire per arma nociva e per bavaglio contro i miei piccoli cristi. Ho già detto[698] e ripeto che occorre molta prudenza, poiché vivete fra rettili velenosi. Perché volete sfamare le stolte curiosità? Non dètto quanto dètto per un vostro sollazzo né per piegarmi alle vostre morbose seti di conoscenze future. Quando sapete, cambiate forse? No. Non siate bugiardi o ingenui. Non cambiate. Gli spiriti retti hanno già più che basta di ciò che è detto per tutti senza alzare i veli più profondi. Gli altri... oh! gli altri! Quando non se ne fanno strumento per nuocere a molti, se ne fanno strumento per nuocere a se stessi, perché studiano, non accolgono, studiano la mia nuova Parola unicamente con luce e metodo umano. E non ho detto che questo metodo è uccisore?
   Ho detto - e se non mi stanco di ripetere la Dottrina mia, mi stanco di ripetere i comandi in merito al “portavoce” - che solo quando egli non sarà più nel mondo sarà tutto cognito della sua fatica. Non abbiate smania di fare esposizioni generali. Egli non l’ha. Non gli importa d’esser conosciuto, ammirato, e per la fatica e per la mole del lavoro. Con lacrime di sangue vi permette ancora di usare delle pagine “tutte sue” per il bene di tanti e per amore mio. Altro non vuole perché Io non voglio, e nel mio “portavoce” non è più che una volontà: la mia.
   Avete nei dettati dei forzieri di gemme bastevoli a rendere luminoso il mondo. Perché volete estrarre anche i diamanti che solo fra qualche anno potranno essere maneggiati senza che le forze del Male se ne approprino per distruggerli? Non ve ne accorgete che siete in mano dei nemici di Cristo?
   Colui che scrive è condotto. Ma colui che copia[699] deve saper comprendere ciò che va tenuto a disposizione di un solo, il quale, perché a sua volta è condotto da Me, può capire e benedire. Conservate dunque per l’ora che Io segnerò tutto il lavoro del mio “portavoce” e date ai poveri del mondo, a seconda della loro condizione, ciò che va dato. E pregate per non lasciarvi trascinare da umanità nella vostra scelta.
   Per eventi del giorno, P. M. ha già potuto notare[700] la concomitanza e lo può testimoniare. Per il resto, ripeto, usi come usò il direttore di Benigna,[701] il quale era in tempi migliori di questi e aveva fra le mani una materia meno esplosiva, dirò per stare in carattere col tempo presente pieno di esplosioni non tanto di polveri chimiche quanto di sostanze infernali.
   Non ripetete le domande perché non risponderò. Non vogliate uscire dalla regola perché non benedirò. Prendete il vostro lavoro e datelo al mio Portavoce. Egli vi dirà i punti che non vanno messi a disposizione dei curiosi e dei malvagi. Io lo terrò per mano nella scelta.
   Sono i pargoli quelli che sentono come uccellini il pericolo per istinto. Ed il mio “portavoce” non è men pargolo di quanto fossi Io in grembo alla Madre mia. Lo amo per questo.»

[687] ripetere quanto detto a Pietro in Giovanni 21, 15-17.
[688] passione potrebbe leggersi anche pressione
[689] a te che sei il mio Vicario, cioè al Papa, al quale si rivolge fin dall’inizio: “devo ripetere a colui che mi rappresenta”.
[690] ho confermato la Legge, come in Matteo 5, 17. I dieci comandamenti sono illustrati nel “dettato” del 21 ottobre.
[691] seppi purificare, come nell’episodio riferito in Matteo 21, 12-13; Marco 11, 15-17; Luca 19, 45-46; Giovanni 2, 13-17.
[692] Il discepolo…, come in Matteo 10, 24; Luca 6, 40. Il tradimento di Giuda è narrato in Matteo 26, 14-16.20-25.45-50; 27, 3-10; Marco 14, 10-11.18-21.41-46; Luca 22, 1-6.21-23.47-48; Giovanni 13, 21-30; 18, 1-9.
[693] conoscerete potrebbe leggersi anche conoscereste
[694] di cui parla in Zaccaria 11, 17 (nelle traduzioni moderne si preferisce “stolto” al posto di “idolo”). All’inizio del “dettato”, accanto alla data, la scrittrice ha messo il rinvio a Zaccaria 11, 4.7.10.13-15.17.
[695] il dragone di cui si parla in Apocalisse 12, 3-4.
[696] l’ho promesso in Giovanni 8, 12.
[697] leggendo i Vangeli, per esempio: Matteo 24, 34; Marco 13, 30; Luca 21, 32. Seguono delle citazioni testuali, alle quali la scrittrice aggiunge (direttamente nel testo, tra parentesi, oppure in calce alla pagina autografa) i relativi rinvii biblici, che preferiamo raggruppare secondo l’ordine canonico e nella forma usuale, completandoli con due rinvii che mettiamo tra parentesi quadre: [Giovanni 20, 24-29]; 1 Tessalonicesi 4, 15; 2 Tessalonicesi 2, 6-7; Tito 3, 9; 1 Pietro 4, 7; 2 Pietro 1, 21; 3, 8-9.16; 1 Giovanni 2, 18-21; [Apocalisse 22, 20].
[698] detto il 15 e 23 agosto e il 26 ottobre.
[699] colui che copia è Padre Migliorini (note al 22 aprile, al 13 agosto e al 4-5 ottobre) al quale si devono le copie dattiloscritte delle opere di Maria Valtorta.
[700] ha già potuto notare, nel “dettato” del 24 luglio.
[701] Benigna è Benigna Consolata Ferrero, già menzionata il 23 agosto e l’11 ottobre.