Bologna come Pechino: arriva il credito sociale

Il sistema del credito sociale, in vigore da tempo in Cina, sta approdando anche in Italia. Lo annuncia con soddisfazione il Comune di Bologna, dove sarà introdotto un «portafoglio del cittadino virtuoso».

In Cina il sistema consiste sostanzialmente in un meccanismo di premi, ricompense e sanzioni che dipendono dal comportamento dei cittadini. Se paghi in ritardo una tassa, prendi una multa, fai male la raccolta differenziata, guidi male, stai troppo ai videogiochi, ecco che il tuo rating sociale diminuisce e arrivano le punizioni. Idem se critichi il Partito o partecipi a organizzazioni invise al governo. Con un rating sociale troppo basso non si possono comprare biglietti aerei, ottenere prestiti dalle banche, vivere in determinati quartieri, svolgere determinate professioni o addirittura è vietato lasciare il paese, e chi frequenta persone con un rating sociale basso può vedersi ridurre il proprio rating. Un metodo orwelliano di controllo sociale che ora approda anche da noi.

Come si legge infatti sulla pagina bolognese del Corriere della sera, tra gli interventi più innovativi previsti dal Comune c’è lo smart citizen wallet.

«Il portafoglio del cittadino virtuoso», spiega Bugani [assessore all’Agenda digitale, ndr], che aveva lavorato al progetto con l’amministrazione Raggi (a Roma oggi la piattaforma è attiva in fase sperimentale). L’idea è simile al meccanismo di «una raccolta punti del supermercato», come sottolinea lo stesso assessore. «Il cittadino avrà un riconoscimento se differenzia i rifiuti, se usa i mezzi pubblici, se gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla municipale, se risulta attivo con la Card cultura».

I comportamenti virtuosi corrisponderanno a un punteggio che i bolognesi potranno poi «spendere» in premi in via di definizione, come sconti su alcuni prodotti e per la partecipazione ad attività culturali.

Circa «il nodo della privacy e delle resistenze che il sistema potrebbe incontrare tra i cittadini», l’assessore assicura che «ovviamente nessuno sarà costretto a partecipare» e «chi vuole darà il consenso scaricando e utilizzando un’apposita applicazione», ma intanto il metodo, presentato come una grande svolta nel segno della responsabilità sociale, sarà introdotto. «E io credo che saranno in tanti ad aderire», dice l’assessore, che punta a una massiccia adesione da parte dei cittadini: «Vogliamo fargli capire che non sono degli “sfigati” ma che i loro comportamenti vengono premiati».

Sì, la Cina è vicina.

 

 

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