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Commissione Segre, l'astensione allarma Ebrei e Vaticano

Mattarella, riscrivere storia alimenta odio. Caos Fi, Berlusconi in campo

Fa rumore l'astensione del centrodestra al Senato sull'istituzione della Commissione su razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio promossa dalla senatrice a vita Liliana Segre, scampata al genocidio nazista. La Comunità ebraica romana e il Vaticano intervengono con toni critici e preoccupati e Silvio Berlusconi deve difendere Forza Italia, spaccata però al proprio interno. Un argomento che sembra non lasciare indifferente il Quirinale, dove Sergio Mattarella, parlando degli orrori della Guerra Mondiale, pronuncia un monito che da tutte le forze politiche viene collegato a quanto accaduto a Palazzo Madama: "Non bisogna abbassare mai la guardia, sottovalutare tentativi che negano o vogliono riscrivere la storia contro l'evidenza, allo scopo di alimentare egoismi, interessi personali, discriminazioni e odio". "Sconcerta un pò l'astensione di alcune forze politiche, una scelta che riteniamo sbagliata e pericolosa - dice la presidente degli ebrei romani Ruth Dureghello -. In questo momento c'è bisogno di unita' e non bisogna lasciare adito ad alcuna ambiguità". "Preoccupato" il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin.

"Su alcune cose, su valori fondamentali dovremmo essere tutti uniti - commenta -. Ci sono cose su cui dovremmo convergere". "Non c'è dubbio che questo è un tema che deve accomunare tutti - afferma il presidente della Camera Roberto Fico -. Non ci possono essere distinzioni di parte". Critiche anche dall'Associazione nazionale partigiani (Anpi), che parla di "atteggiamento grave e fortemente irresponsabile, interpretabile come atto di legittimazione dei fenomeni che la Commissione intende contrastare". Per il segretario della Cgil Maurizio Landini è "uno scandalo" e "quando si cancella la memoria si sta facendo una operazione contro la democrazia". Prima, la scena dei senatori di maggioranza in piedi ad applaudire Segre dopo il voto e quelli del centrodestra che inizialmente restano seduti a braccia conserte. Poi M5S, Pd, Iv e Leu che censurano l'atteggiamento di Lega-Fdi-Fi. "Niente di buono sta accadendo nella destra italiana", afferma Nicola Zingaretti. Il leghista Claudio Borghi replica parlando di "rischio di uso politico della Commissione", denunciando come l'odio sia anche contro Matteo Salvini. Fdi si chiede se "fini nobili e condivisi siano utilizzati dalle sinistre per fini liberticidi".

I toni più duri dal ministro dello Sport M5S Vincenzo Spadafora: "Combatteremo questa battaglia con ancora maggiore convinzione, affinché la violenza così palesemente difesa da chi ha deciso di astenersi non prevalga nella nostra società". "Dichiarazioni indegne di un ministro - ribatte la capogruppo Fi al Senato Annamaria Bernini -. Usa il repertorio della peggior sinistra illiberale per strumentalizzare una posizione, la nostra, che è lineare e ancorata ai principi liberali". Ma Fi si spacca, con Mara Carfagna che ha detto "stiamo tradendo i nostri valori e cambiando pelle". E che un anno fa fece approvare alla Camera una mozione contro l'antisemitismo. Gli azzurri critici sono numerosi e allora interviene Berlusconi, per "respingere con forza ogni strumentalizzazione del voto di Forza Italia ".

Il leader, pur solidale con Segre, parla di "astensione, da liberali" contro "un nuovo reato di opinione richiesto dalla sinistra". "Il mio personale impegno contro l'antisemitismo e a favore di Israele - rivendica Berlusconi - e del mondo ebraico sono una costante in 25 anni di politica". Ai critici dice "chi vuole seguire altre strade è libero, ma senza danneggiare ancora Fi". Un comunicato che sconcerta diversi parlamentari azzurri, secondo quanto trapela, preoccupati dal cedimento su valori fondanti. E lo scontro sulla Commissione Segre arriva nell'Aula della Camera, dove durante la discussione sul decreto Salva-imprese qualcuno urla "sionista" al deputato Pd Emanuele Fiano. Il dem Andrea Romano accusa i colleghi di Fdi e il capogruppo di Fratelli d'Italia annuncia che lo querelerà.

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